Suolo e Salute

Anno: 2013

Progetto Mise: missione in Corea del Sud

Dopo lo svolgimento del seminario informativo del 22 aprile scorso e gli incontri B2B con operatori coreani presso la Buyers Lounge al SANA 2013, nell’ambito del programma MISE che FederBio e Federalimentare stanno portando avanti in maniera congiunta per promuovere il Made in Italy di qualità (se veda a questo proposito anche la notizia relativa alla prossima Kosherfest di fine ottobre), è prevista  per il 7 novembre prossimo una missione in Corea del Sud presso il COEX hotel International di Seoul in concomitanza con lo svolgimento della manifestazione Korea Food Week, la più importante manifestazione del settore in Corea. In particolare, nel corso della mattinata si svolgerà un workshop di presentazione del mercato italiano dei prodotti biologici per operatori del settore (importatori, distributori, referenti Ho.re.ca., giornalisti, aziende), mentre a seguire nel pomeriggio si svolgerà una serie di incontri B2B. Per partecipare non è prevista alcuna quota di iscrizione: le aziende interessate dovranno farsi carico unicamente delle spese vive di viaggio e soggiorno e l’eventuale costo di spedizione dei propri prodotti.

Agroalimentare religioso: i prossimi appuntamenti

Proseguono le iniziative nell’ambito del progetto MISE che FederBio, insieme a Federalimentare, sta conducendo nell’ambito della promozione delle certificazioni agroalimentari del Made in Italy di qualità  Bio e religiose Kosher e Halal. Il progetto, che proseguirà fino alla fine del 2014, è realizzato in collaborazione con l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e con il Centro Isclamico Culturale d’Italia. Il prossimo appuntamento è in programma il 29 e 30 ottobre prossimi negli Stati Uniti per Kosherfest: nell’ambito della manifestazione è previsto l’allestimento di uno stand (n. 717) di 24 mq presidiato da hostess bilingue che distribuiranno materiale del progetto e raccoglieranno i contatti dei potenziali interessati. Scopo della partecipazione è quello di aumentare la conoscenza dei prodotti Made In Italy certificati Kosher negli USA. E’ previsto in particolare l’incontro con il Rabbino a capo della sede nazionale di UCEI  (Unione delle Comunità Ebraiche in Italia), con il rappresentante di Ortodox Union e altri enti ufficiali.  La partecipazione al Kosherfest è riservata alle aziende già certificate Kosher. Non sono previste quote di iscrizione, mentre sono a carico delle aziende le spese di viaggio e soggiorno e la spedizione dei prodotti. In allegato la circolare di presentazione del Kosherfest da compilare e rinviare a Luisa Colombo l.colombo@federbio.it

A Berlino la quinta Conferenza sulla Cosmesi Naturale

Per la quinta volta, Naturkosmetik Branchenkongress, la Conferenza sulla Cosmesi Naturale ha riunito esperti internazionali del settore, che si sono dati appuntamento a Berlino a fine settembre per fare il punto sullo sviluppo dei mercati, le strategie di marketing e le novità più significative del settore. Una due giorni in cui è stato possibile analizzare gli ultimi dati relativi al mercato tedesco della cosmesi naturale e ad alcuni dei mercati internazionali più importanti, grazie anche all’incontro, tenutosi la prima giornata di lavori, tra circa 150 partecipanti provenienti da undici paesi, che si sono dati appuntamento all’Hotel Ellington di Berlino. Grande soddisfazione per l’esito della conferenza è stato espresso dalla presidente Elfriede Dambacher, secondo la quale “riunire esperti del settore significa produrre idee stimolanti che possono indicare la strada per lo sviluppo dell’industria della cosmesi naturale”. Secondo Dambacher le sfide principali per la cosmesi naturale sono rappresentate dal cambiamento di valori nella società, sempre più attenta a tutto ciò che è “green” e conseguentemente più informata, e la crescente concorrenza, alle quali il mercato dovrà rispondere fornendo concetti innovativi e ulteriore credibilità. Per quanto riguarda il mercato, il dato saliente è la crescita di oltre il 10% della cosmesi naturale nel primo semestre 2013: se il dato sarà confermato per la seconda metà dell’anno, è lecito attendersi un valore complessivo del mercato pari a circa 950 milioni di euro, a testimonianza di un interesse del consumatore ogni giorno più evidente. Ciononostante, secondo gli esperti si farà sentire sempre di più la competizione da parte della cosmesi classica, che sta puntando con sempre maggiore decisione verso una “cosmesi green” rispetto alla quale il settore della cosmesi naturale dovrà molto lavorare sui temi dell’autenticità, della credibilità e della comunicazione. Compito dei produttori quindi lavorare sui concetti di sostenibilità e di naturale, anche se si tratta di termini di cui il mercato si sta sempre più appropriando e che quindi richiedono nuovi, innovativi approcci di marketing per rappresentare effettivamente un vero valore aggiunto. I prossimi importanti appuntamenti per gli addetti ai lavori sono previsti dal 12 al 15 Febbraio prossimi a Norimberga con Vivaness e il 7 e 8 ottobre 2014 con la prossima edizione di Naturkosmetik Branchenkongress.

Fonte: Oneco – Organic News Community

 

Dal 31 ottobre al 2 novembre BioFach Japan

Si svolgerà a Tokyo dal 31 ottobre al 2 novembre 2013 BioFach Japan Organic Expo, la più grande fiera giapponese dedicata ai prodotti biologici. A renderlo noto la sede nipponica dell’ICE, l’Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane.

Claim dell’edizione di quest’anno sarà “Organic is our future” (“Il biologico è il nostro futuro”) e vedrà in particolare un ampio spazio dedicato ai prodotti biologici destinati all’infanzia.

La fiera si svolge in uno dei paesi più strutturati per quanto riguarda la certificazione biologica: sono infatti oltre 60 le organizzazioni e gli enti che certificano il biologico in Giappone, la più importante delle quali è la Jona (Japan Organic & Natural Foods Association), che ha celebrato proprio quest’anno il suo 20° anniversario. Ulteriori informazioni sulla fiera giapponese possono essere tratte dal sito della manifestazione http://www.biofach-japan.com/

Fonte: FederBio

Clima: uno studio FiBL premia il bio

Sono stati pubblicati recentemente i risultati di uno studio comparativo realizzato dall’Istituto di Ricerca dell’Agricoltura Biologica (FiBL, acronimo per Forschungsinstitut für biologischen Landbau) riguardo l’emissione di gas serra da terreni agricoli. L’Istituto, che ha sedi in Svizzera, Germania e Austria, si occupa di ricerca applicata e si avvale della professionalità di numerosi esperti in diversi campi dell’agricoltura biologica. Per lo studio in questione, l’Istituto ha lavorato insieme all’Università di Hohnheim (Stoccarda), comparando ed elaborando i dati di 19 studi diversi effettuati sull’argomento in tutto il mondo.

Stando agli esiti del lavoro, l’agricoltura biologica emette per unità di superficie meno ossido di azoto rispetto a terreni coltivati ad agricoltura convenzionale, ed assorbe un quantitativo leggermente superiore di metano atmosferico. Secondo il coordinatore dello studio, Andreas Gattinger di FiBL, i risultati premiano la scelta dell’agricoltura biologica: “Il fatto che terreni coltivati in biologico emettano quantità inferiori di ossido d’azoto sembra essere dovuto soprattutto alla qualità del suolo. Al contrario, le maggiori emissioni di ossido d’azoto in convenzionale sembrano dipendere in primo luogo dalla quantità di fertilizzanti azotati utilizzati”. Si tratta di uno primo passo e senza dubbio saranno necessari ulteriori studi che riguardino terreni e aree diverse, confrontando sistemi di coltivazione diversi, ma di certo la ricerca porta ulteriore acqua al mulino del biologico.

Oltre ad essere impegnato nel settore della ricerca pura legata all’agricoltura biologica,  il FiBL lavora anche a livello internazionale per lo sviluppo dell’agricoltura biologica (International Federation of Organic Agriculture Movements IFOAM, International Organic Accreditation Service IOAS, International Society of Organic Agriculture Research ISOFAR etc.). Numerosi progetti e collaborazioni del FiBL si occupano in particolare dello sviluppo per la ricerca scientifica, della consulenza e dei servizi di certificazione biologica in Europa dell’Est, India, America Latina e Africa. L’Istituto inoltre è attivamente impegnato nella divulgazione delle conoscenze legate al biologico, offrendo consulenze, formazione e informazione sui temi legati al biologico. Per maggiori informazioni sull’attività dell’Istituto, è possibile consultare il sito internet http://www.fibl.org/ disponibile anche in lingua italiana

Fonte: Sinab, FiBL

OGM, Coldiretti: gli italiani nettamente contrari

Sulla scia delle polemiche innescate dalla vicenda dei campi OGM Friulani, la Coldiretti interviene con un comunicato in cui ribadisce la sostanziale e netta contrarietà degli italiani agli organismi geneticamente modificati: “quasi otto italiani su dieci (76%), con un aumento del 14% rispetto allo scorso anno, sono contrari all’utilizzo di organismi geneticamente modificati (OGM) in agricoltura per difendere il territorio dalle contaminazioni”. I dati provengono da un recente sondaggio Ipr Marketing reso pubblico proprio in occasione dell’annuncio della raccolta di mais transgenico nel campo di Vivaro (Pordenone). Raccolta fatta, prosegue la nota Coldiretti, “nonostante il decreto interministeriale che vieta nel territorio nazionale, a salvaguardia della diversità biologica, la coltivazione di varietà di mais Mon810″. La Coldiretti sottolinea che il caso friulano non pone solo seri quesiti riguardo l’osservanza delle leggi vigenti, ma mette in discussione alcuni capisaldi dell’agricoltura italiana: “la contaminazione biotech delle campagne e’ un attentato alla biodiversità del territorio; gli OGM in agricoltura non pongono solo seri problemi di sicurezza ambientale e alimentare, ma soprattutto perseguono un modello di sviluppo che è il grande alleato dell’omologazione e il grande nemico della tipicità, della distintività’ e del Made in Italy”. Il comunicato si conclude con una riflessione sulla diffusione marginale degli OGM nei territori dell’Unione, a testimonianza del fatto che, a monte, sono state compiute precise scelte strategiche: riferendosi ai dati dell’ISAAA (International Service for the Acquisition of Agri-Biotech Applications) “nell’Unione Europea sono rimasti solo cinque su ventisette paesi (Spagna, Portogallo, Repubblica Ceca, Slovacchia e Romania) a coltivare OGM, con 129mila ettari di mais transgenico piantati nel 2012, una percentuale irrisoria della superficie agricola comunitaria pari a molto meno dello 0,001% della superficie totale di 160 milioni di ettari coltivati in Europa”.

Fonte: Agrapress, Coldiretti