Suolo e Salute

Anno: 2013

Inghilterra: crescono i cosmetici bio ed equiosolidali

Secondo uno studio da parte delle Società di ricerche di mercato inglese “Companies and Markets”, la vendita di prodotti  cosmetici dovrebbe rallentare nel Regno Unito nei prossimi anni e fino almeno al 2019, ma nuovo impulso dovrebbe derivare dai prodotti di biocosmesi, cosmesi naturale e commercio equo e solidale. Stando ai dati dell’analisi inglese infatti, il tasso di crescita annuale del 1,2% registrato nel periodo 2009-2014 dovrebbe scendere attestandosi intorno allo 0,6%. Le ragioni principali, prosegue lo studio, sono da ricercarsi nella saturazione del mercato e la fortissima concorrenza tra i diversi marchi. A fronte di questa situazione di relativa stagnazione, la novità principale in questo settore, a giudizio dei ricercatori d’oltremanica, dovrebbe provenire appunto dalla biocosmesi e dal commercio equo e solidale: è infatti sensibilmente aumentato negli ultimi tempi l’interesse dei consumatori nei confronti delle produzioni rispettose dell’ambiente e del commercio equo, espressioni queste ultime di un movimento di consumatori in forte espansione sempre più informati, esigenti e consapevoli. Il mercato attuale dei cosmetici nel settore del commercio al dettaglio in Gran Bretagna vale circa  9,3 miliardi di euro e sono pertanto interessanti i margini di sviluppo per il settore della biocosmesi e della cosmesi naturale, sempre più apprezzate dai consumatori britannici.

Fonte: Organic News

Istat: Italia sempre prima per Dop, Igp e Stg

L’Italia si conferma il primo paese in Europa per numero di riconoscimenti Dop, Igp e Stg dati dall’Unione Europea. Questo quanto rivela l’ultimo rapporto Istat sulle certificazioni  di qualità. Al 31 dicembre 2012 sono stati censiti 248 prodotti, nove in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Di questi, 243 risultano pienamente attivi. In cima alla graduatoria per riconoscimenti ottenuti cereali e ortofrutta, con 98 prodotti certificati, seguiti dai formaggi con 45, dagli oli extravergine d’oliva con 43 e dalle preparazioni di carni con 36. Le carni fresche e altri settori agroalimentari sono interessati invece rispettivamente da 4 e da 22 specialità certificate. Le regioni con il maggior numero di prodotti certificati risultano Emilia-Romagna e Veneto, con 36 e 35 prodotti riconosciuti. In calo invece gli operatori certificati, passati a 80.231, con un calo del 4,7% rispetto al 2011. Gli operatori fuoriusciti infati (13.410) hanno superato i nuovi entrati (9.493) di quasi quattromila unità.Tra gli operatori, ben il 91,5% svolge esclusiva attività di produzione, il 6,3% solo trasformazione e sol il 2,2% effettua entrambe le attività. La maggior parte dei produttori (che hanno fatto registrare il calo più sensibile, -5,1% rispetto al 2011, avvertito soprattutto nelle regioni del centro-sud)  è impegnata nel settore caseario 27.747, 36,9% del totale) e in quello della produzione di oli extravergine di oliva (19.192, 25,5%), insieme a ortofrutticoli e cereali (16.767, 22,3%). Idem dicasi per i trasformatori (7.015 unità, +2,6% rispetto al 2011) più presenti nei settori degli oli extravergine (1.879, 26,8% del totale), dei formaggi (1.743, 24,8%) e degli ortofrutticoli e cereali (1.170, 16,7%). In ultimo, gli allevamenti (42.804 strutture) si riducono dell’8,8% mentre è aumentata del 5,2% la superficie dedicata (159.548 ettari). “I prodotti di qualità – si legge nel testo dell’Istat – favoriscono lo sviluppo delle aree montane del paese: il 29,3% dei produttori è localizzato in montagna”. E proprio sullo sviluppo delle aree marginali grazie alla promozione delle produzioni biologiche e di qualità si stanno concentrando gli sforzi di Suolo e Salute, impegnata nella promozione del progetto BioTerr, con lo scopo coniugare gli obiettivi economici con quelli sociali e ambientali di un determinato territorio, puntando sulla possibilità di costituire filiere in grado di valorizzare al massimo le produzioni locali. Il rapporto completo è consultabile a questo link.

A Pesaro il 29 e 30 settembre “Stile Bio”

Si svolgerà a Pesaro il 29 e 30 settembre prossimi la prima edizione di “Stile Bio”, fiera dedicata all’agroalimentare biologico e biodinamico a Km zero delle Marche e delle regioni vicine. Un padiglione espositivo di 3.000 m2, incontri, workshop e convegni, e cooking show con chef stellati, che proporranno le migliori ricette a km zero. Tra gli interventi della giornata, in programma anche quello di Alessandro D’Elia, Direttore Marketing, Sviluppo e Rapporti Istituzionali di Suolo e Salute. Parteciperanno alla rassegna espositori provenienti da Marche, Romagna, Abruzzo e Umbria. Per il pubblico, l’appuntamento è fissato domenica 29, quando sarà possibile effettuare acquisti direttamente dagli stand della fiera, mentre il lunedì successivo sarà dedicato ai professionisti del settore che a Pesaro avranno una nuova opportunità di incontro e confronto. In particolare proprio a “Stile Bio” verrà presentata una proposta per la creazione di una piattaforma distributiva in grado di integrare al meglio l’offerta agroalimentare del territorio con le necessità della ristorazione, del turismo e del commercio. Chi avrà occasione di visitare la città nella due giorni biologica, inoltre, potrà usufruire internamente alla manifestazione di ristorazione realizzata esclusivamente coi prodotti esposti nei diversi stand. Il programma completo di “Stile Bio” è consultabile a questo indirizzo.

Fonte: FederBio

Validati numerosi albi regionali degli operatori bio sul SIAN

Nove tra regioni e province autonome italiane hanno provveduto a validare li elenchi degli operatori biologici disponibili sul SIAN, il Sistema Informativo Agricolo Nazionale. Si tratta della Provincia Autonoma di Trento e delle Regioni Friuli Venezia Giulia, Veneto, Lombardia, Emilia-Romagna, Marche, Toscana, Umbria e Molise. Gli elenchi completi sono disponibili a questo link: è possibile selezionare due diversi elenchi di operatori, quello fornito dagli Organismi di Controllo (alla voce “Operatori assoggettati al controllo degli OdC”) e quelli direttamente validati dalle Regioni (“elenco nazionale operatori validati dalle Regioni).

Fonte: Mipaaf, Sinab

Italia, Francia, Germania e Spagna: il biologico a confronto

Sulla scorta dei dati recentemente forniti dal Ministero dell’Agricoltura spagnolo relativi al biologico iberico, il Sinab ha fornito alcune elaborazioni comparative riferite all’andamento del bio nei quattro paesi europei ai primi posti per quanto riguarda operatori e superfici coltivate secondo il metodo biologico. Nel corso del 2012 è aumentato il numero degli operatori del biologico in tre dei quattro paesi esaminati: solo la Spagna ha fatto registrare un segno negativo (-0,34%), mentre sono aumentate Germania (+2,9%), FItalia (+3%) e soprattutto Francia (+4,2%). Il nostro paese, con circa 50.000 operatori del settore, resta saldamente in cima alla classifica per numero assoluto di operatori impegnati nel biologico. Un aumento in linea con questi dati si riscontra anche negli ettari di superficie agricola coltivata a biologico, cresciuta principalmente in Italia (+6,4%) e Francia (+5,9%) e in misura più contenuta in Germania (+1,8%). In forte calo la Spagna (-11,8%), dove però (come si può leggere nell’articolo dedicato) la diminuzione è imputabile principalmente all’uniformarsi delle statistiche spagnole agli standard previsti dalla Commissione Europea. Al netto di questa differenza metodologica infatti il calo spagnolo risulta assai più contenuto, inferiore ai due punti percentuali (-1,98%). L’Italia resta infine il paese con la percentuale più elevata di SAU biologica rispetto alla SAU totale, pari nel 2012 al 9,1%. Segue la Spagna, con il 6,8%, la Germania (6,2%) e la Francia (3,7%).

Fonte: elaborazioni Sinab su dati del Ministero de Agricoltura, Alimentación y Medio Ambiente, Bundesministerium für Ernährung  e Agence bio.

 

Spagna: lieve flessione del biologico nel corso del 2012

Il 10 settembre scorso il Ministero dell’agricoltura spagnolo ha pubblicato i dati statistici relativi all’agricoltura biologica nel paese iberico relativi l’anno 2012. Secondo le rilevazioni, nel 2012 la superficie dedicata all’agricoltura biologica in Spagna è calata dai 1.806.528 ettari del 2011 ai 1.593.197 ha del 2012, con una flessione percentuale vicina al 12% (11,81%). Secondo quanto riferito dal Ministero spagnolo, il calo è imputabile principalmente ad una nuova metodologia per il calcolo delle superfici che ha escluso dal computo alcuni tipi di uso del suolo per conformarsi ai requisiti previsti dalla Commissione europea (Eurostat). Si tratta pertanto di un calo dovuto ad un criterio di valutazione diverso, uniformato agli standard europei, e non ad un’autentica riduzione della produzione biologica iberica. Computando infatti le “altre superfici” il totale sale a 1.808.492 ettari, contro i 1.845.039 ettari nel 2011, con un calo effettivo che si riduce all’1,98%. In lieve flessione (-0,34%) anche gli operatori del biologico, scesi di 113 unità rispetto al 2011 e attestati a 32.724 complessivi. Informazioni di maggior dettaglio sul biologico spagnolo sono consultabili a questo indirizzo.

Fonte: Sinab, Ministerio de Agricultura, Alimentación y Medio Ambiente – Gobierno de Espagna