Suolo e Salute

Anno: 2013

Il CdM approva il disegno di legge sul consumo e riuso del suolo

Approvato nei giorni scorsi dal Consiglio dei Ministri il disegno di legge in materia di contenimento del consumo del suolo e riuso del suolo edificato. Riportiamo di seguito i passaggi più significativi del provvedimento a beneficio dei nostri lettori.

Vengono definiti univocamente i concetti di “superficie agricola” e “Consumo del suolo”. Nel primo caso ci si riferisce a tutti quei terreni che, sulla base degli strumenti urbanistici in vigore, hanno destinazione agricola, indipendentemente dal loro utilizzo. Nel secondo caso per consumo agricolo si intende la riduzione di superficie agricola per effetto di interventi di impermeabilizzazione, urbanizzazione ed edificazione non connessi all’attività agricola.

 Per determinare il limite di superficie “consumabile”, viene individuato un procedimento che coinvolge Regioni e Province autonome e culmina con il decreto del Ministro delle politiche agricole d’intesa con il Ministro dell’Ambiente, con il Ministro per i beni e le attività culturali e con il Ministro delle infrastrutture, che stabilisce  l’estensione massima di terreni agricoli consumabili. Tale provvedimento viene sottoposto a verifica ogni 10 anni.

 Si propone l’istituzione  di un Comitato interministeriale (che include rappresentanti dell’Istat e della Conferenza unificata) avente compiti di controllo e monitoraggio del consumo di superficie agricola nazionale anche attraverso l’estensione di un rapporto annuale sul consumo del suolo a livello nazionale, che il Ministro delle politiche agricole presenterà quindi al Parlamento.

 Per dare concreta attuazione ai principi del disegno di legge, entro un anno dalla entrata in vigore della legge i Comuni saranno tenuti a censire le aree di pertinenza comunale già interessate da processi di edificazione, ma inutilizzate o suscettibili di rigenerazione, recupero, riqualificazione, oltre che predisporre  un elenco di tutte le aree potenzialmente suscettibili di utilizzo prioritario a fini edificatori  di rigenerazione urbana e di localizzazione di nuovi investimenti produttivi e infrastrutturali. Concluso il censimento o in assenza del medesimo, sarà vietato nelle aree del Comune ogni ulteriore intervento edificatorio, sia esso pubblico o privato, residenziale, di servizi o di attività produttive che comporti consumo di suolo in edificato.

 Viene inoltre vietato l’utilizzo a scopi diversi da quelli agricoli di qualsiasi terreno agricolo che abbia usufruito di aiuti di Stato o di aiuti comunitari per almeno cinque anni dall’ultimo finanziamento.

Viene promosso e incentivato attraverso una priorità nella concessione di finanziamenti edilizi per il recupero del patrimonio edilizio rurale per favorire l’attività di manutenzione, ristrutturazione e restauro degli edifici esistenti, anziché l’attività di edificazione e costruzione di nuove linee urbane.

 Viene istituito presso il Ministero delle politiche agricole di un registro di Comuni “virtuosi” interessati, i cui strumenti urbanistici non prevedono cioè  l’aumento di aree edificabili o comunque contemplano un aumento inferiore al limite fissato.

 I proventi dei titoli abilitativi edilizi verranno destinati esclusivamente alla realizzazione delle opere di urbanizzazione primaria e secondaria, al risanamento di complessi edilizi compresi nei centri storici, ad interventi di qualificazione dell’ambiente e del paesaggio, anche ai fini della messa in sicurezza delle aree esposte a rischio idrogeologico, con particolare riguardo per la situazione di rischio che caratterizza larghe parte del territorio nazionale in occasione di eventi calamitosi.

 Dalla entrata in vigore della legge e fino alla adozione del D.M. in cui verrà determinata l’estensione massima delle superficie agricola consumabile (e, comunque, non oltre il termine di tre anni), non sarà consentito il consumo di superficie agricola ad eccezione della realizzazione di interventi già autorizzati e previsti dagli strumenti urbanistici vigenti e/o di lavori già inseriti negli strumenti di programmazione delle stazioni appaltanti.

Fonte: AIOL

Carnemolla a Repubblica: i controlli del bio funzionano bene

“La scorsa settimana il bio è di nuovo finito, malamente, all’attenzione dei media per le tonnellate di masi e soia contaminate da un prodotto chimico provenienti dall’estero e poi con la notizia di una maxitruffa di falsi prodotti bio. L’irregolarità è stata segnalata proprio da parte di uno degli organismi nazionali di controllo del settore biologico. Quanto alla “maxitruffa” è bene sapere che si tratta della “Coda” sarda delle indagini sul grave caso emerso alla fine del 2011 e relativo al 2007/2008. Nel processo in corso a Verona FederBio è parte civile”.

Con queste parole Paolo Carnemolla, Presidente FederBio, ha voluto precisare alcuni aspetti relativi ai recenti fatti che hanno coinvolto il mondo del biologico, con una lettera aperta a Repubblica pubblicata nell’edizione del 15 giugno u.s. con il titolo “Bio nella bufera, i controlli funzionano”.

Fonte: La Repubblica, FederBio

Confagri sottolinea l’importanza delle nuove norme sulla tracciabilità

Commentando l’entrata in vigore del codice addizionale del DAU per le operazioni di importazione relative alle più importanti materie prime biologiche, Confagricoltura sottolinea l’importanza del provvedimento:  “si tratta di una norma attesa, che l’organizzazione – si legge in un comunicato dell’Associazione – aveva richiesto da tempo a difesa degli imprenditori agricoli e dei consumatori. I più importanti scandali del falso bio degli ultimi tempi sono stati causati proprio dalle carenze di tracciabilità delle importazioni di materie prime e mangimi biologici. L’obbligo di indicare con un codice addizionale doganale specifico le importazioni biologiche semplificherà i controlli, diminuirà il rischio d’importazione di falso bio e tutelerà tutto il settore biologico italiano in maniera più efficace”.

Fonte: Agrapress

SCOF di Bruxelles, la nota del Mipaaf

Il 28 maggio u.s. si è svolto a Bruxelles il 113° SCOF (Standing Committee on Organic Farming, Comitato Permanente “Legislazione Agricoltura Biologica” (SCOF)), in merito al quale il Ministero delle politiche agricole ha pubblicato unanota informativa riguardante gli argomenti più importanti discussi nel corso del Comitato.
In primo luogo, la Commissione ha sottoposto al parere dello SCOF la proposta di modifica del Reg. (CE) n. 1235/2008. Tale proposta è stata approvata a maggioranza, con l’astensione dell’Italia, motivata dal fatto che non sono state estese anche ai Paesi terzi le nuove misure di controllo introdotte nell’UE oltre che dal continuo allargamento dei Paesi terzi da cui è possibile importare in equivalenza.
La Commissione ha anche relazionato riguardo l’attività dell’Egtop (il Gruppo di esperti in agricoltura biologica istituito nel settembre 2010): nel corso del mese di giugno è prevista l’approvazione del report relativo alle produzioni in serra, mentre è in corso di definizione il mandato relativo agli alimenti (che dovrebbe comprendere alcune richieste avanzate dall’Italia). La Commissione ha comunicato inoltre di voler prevedere un mandato aggiuntivo sull’acquacoltura biologica (anch’esso contemplante diverse problematiche sollevate dal nostro Paese).
Circa il delicato capitolo dei Paesi terzi, la Commissione ha aggiornato le delegazioni lo stato dell’arte degli accordi di equivalenza con i Paesi terzi, tra cui la Cina, con l’intenzione da parte della Commissione terza di riprendere in mano l’argomento e muoversi nella direzione della semplificazione per favorire l’export verso questo Paese. Per quanto riguarda il Giappone, la Commissione ha chiesto un riscontro dagli operatori e dagli organismi di controllo sul funzionamento del nuovo accordo di reciproca equivalenza in vigore dal 1° aprile 2013. A partire dal mese di ottobre inoltre dovrebbe iniziare il negoziato per il reciproco riconoscimento dell’equivalenza con la Corea del Sud.
Tra i Paesi candidati all’equivalenza anche la Turchia, che attende le visite della Commissione a giugno e in autunno.
Infine, sono state prese in esame tre richieste di chiarimento avanzate dall’Italia, a proposito della carenza sul mercato di lievito biologico, della possibilità di etichettare come biologici alcuni dolcificanti, classificati come additivi alimentari nella normativa orizzontale ( glicosidi steviolici, eritritolo e xilitolo) e della possibilità di etichettare un prodotto destinato UE utilizzando la dicitura “100% biologico”.
Riguardo il primo punto, la Commissione non ha fornito risposte puntuali, per cui nella nota il Mipaaf annuncia di voler avanzare richiesta scritta di parere. Sul secondo punto, la Commissione, data la complessità del tema, ha preannunciato risposta scritta, mentre sul terzo punto è stato espresso parere negativo, in quanto la possibilità di utilizzare due tipi di etichettatura andrebbe a scapito della trasparenza del mercato del prodotto biologico, lasciando intendere in maniera non corretta che ci siano due livelli di qualità diversa del prodotto biologico.
Fonte: Sinab, Mipaaf

UK verso l’uso di OGM?

Secondo quanto afferma il quotidiano inglese “The Indipendent”, la Gran Bretagna si appresterebbe a chiedere all’Unione Europea un allentamento delle restrizioni in merito all’utilizzo di colture geneticamente modificate per il consumo umano. Secondo The Indipendent, la prossima settimana il Ministro dell’Ambiente Owen Paterson terrà un discorso per sostenere la scelta del governo a favore dell’utilizzo di OGM. La scelta all’indomani di un sondaggio secondo il quale il 61% degli agricoltori inglesi si dichiara favorevole all’uso di OGM.
Fonte: Agrapress

Perclorato nelle derrate alimentari, alcuni chiarimenti

 

Una nota circolare di QS (http://www.q-s.de/) affronta il tema della presenza di perclorato in alcune derrate alimentari riscontrate negli ultimi tempi. La presenza era stata riscontrata soprattutto su campioni di frutta e verdura provenienti sia da agricoltura tradizionale che biologica. Stando alle informazionidi QS, allo stato attuale sono e effettuate verifiche su un totale di circa 1200 campionamenti, con risultati positivi in 159 casi, negativi in 660, e con tracce inferiori ai 0,01 mg per Kg nei restanti 422 campioni. In particolare la presenza del perclorato è stata rilevata con particolare frequenza nei pomodori, peperoni, cetrioli, zucchini, lattuga, prezzemolo, fagioli, fragole e arance
Le analisi non hanno riguardato solamente frutta e ortaggi ma anche campioni del suolo, delle acque e del substrato di coltivazione, oltre a fertilizzanti NPK e monopotassici e fuselöl (o borlande), residui di alcuni processi che prevedono la fermentazione e che costituiscono fertilizzanti ammessi nell’agricoltura biologica.
Stando alla nota di QS, al momento la presenza di perclorato è riconducibile non solo all’utilizzo di fertilizzanti, ma all’acqua presente nel terreno e quella superficiale: nell’acqua potabile utilizzata a fini irrigui infatti il perclorato potrebbe derivare dall’utilizzo del cloro per la disinfezione delle acque potabili stesse. Altro elemento di possibile contaminazione ambientale, infine, potrebbe essere riconducibile all’utilizzo di disinfettanti di superficie a base di ipoclorito di sodio. Da ciò consegue che la sola presenza di perclorato non può essere di per se stessa indice di violazione delle norme di coltivazione biologiche, anche se l’individuazione di questi residui necessiterà di ulteriori analisi per comprenderne l’origine ultima.