Suolo e Salute

Anno: 2013

Riforma PAC, in vista un taglio dei pagamenti diretti

Secondo quanto emerge dal Rapporto annuale sulla distribuzione dei pagamenti diretti negli Stati membri nel 2011, recentemente pubblicato dalla Commissione europea, ad oggi in media i quattro quinti dei fondi stanziati per la PAC sono destinato ad un solo quinto dei produttori europei. Con situazioni di squilibrio anche più evidenti, come nel caso di Romania e Blugaria, dove l’80% dei finanziamenti sono distribuiti al 15% dei produttori. Una situazione alla base delle azioni che Bruxelles ha ora intenzione di promuovere per rendere la Politica Agricola Comunitaria più equa. Tra gli strumenti a disposizione, il tetto di 300mila euro come contributo massimo teorico per ogni produttore, una misura questo che se da un lato gode dell’appoggio della Commissione e del Parlamento Europeo, dall’altra è osteggiata dai rappresentanti dei governi nazionali nel Consiglio.

Per quanto riguarda il nostro paese, l’Italia risulta con 4 miliardi di euro al quarto posto per finanziamenti ricevuti, dietro a Francia (8 miliardi), Germania (5,3) e Spagna (5,2). Oltre un milione di agricoltori riceve mediamente una cifra compresa entro i 500 euro, che diventano  1250 euro per 290mila produttori, salgono in un range compreso tra i 2 e i 10mila euro per circa 240 mila produttori e solo per tremila aziende sono compresi tra i 100 e i 500 mila euro.

In conseguenza dei tagli al budget 2014-2020 deciso  nel Vertice dello scorso febbraio tra i leader dei 27 paesi Membri, per la prima volta è stata avanzata al Parlamento e alConsiglio la proposta di ridurre di quasi il 5% gli aiuti diretti per l’anno in corso, con l’esclusione solamente dei primi 5mila euro dei sussidi, a beneficio dei piccoli agricoltori.

Fonte: Agronotizie

Inea a Vinitaly

Inea a Vinitaly

INEA, l’istituto nazionale di economia agraria, sarà presente al prossimo Vinitaly presso lo stand del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, dove è allestito uno spazio espositivo ad hoc. Durante il salone veronese, giunto alla sua 47esima edizione, l’Istituto organizzerà due convegni, entrambi in programma lunedì 9 aprile. Alle ore 10.00 si terrà il convegno dal titolo: “Strumenti e metodi per la tutela dell’olio extravergine di oliva” organizzato in collaborazione con il Mipaaf, UNAPROL e Veronafiere, mentre alle ore 12, si terrà l’incontro, organizzato con il Mipaaf, dal titolo:”Il controllo del potenziale di produzione: possibili effetti del passaggio a un sistema autorizzativo”. Il programma completo può essere scaricato direttamente sul sito dell’Inea

Fonte: INEA

Il Polo Nord diventa sempre più verde

Pini e abeti al Polo Nord? Non è fantascienza, ma la realtà prossima ventura. A sostenerlo, tra gli altri, l’ultimo studio coordinato dal Museum of Natural History di New York, apparso su Nature Climate Change, secondo il quale è da prevedersi una massiccia diffusione di alberi nella regione artica da qui al 2050. Lo studio giunge ad appena un paio di settimane dopo la pubblicazione, sulla stessa rivista, dei rilievi sulle temperature dell’ultimo trentennio e dei dati Nasa ottenuti dai satelliti che mostrano evidentemente il ritiro sempre più rapido dei ghiacci e l’ennesima evidenza del drammatico cambiamento climatico in atto. Per Ranga Myneni, ricercatrice presso l’Università di Boston, “il ghiaccio artico si sta assottigliando, la sua estensione si sta riducendo e le piante crescono di più”. Di fatto, se negli anni ’80 si poteva trovare vegetazione fino a 64° di latitudine nord, oggi è possibile farlo già a 57°. Fino ad ora, già nove milioni di chilometri quadrati hanno perso la loro tipica copertura bianca, con il risultato di riflettere molto meno la luce solare e, in un circolo vizioso, contribuire ulteriormente al global warming. Secondo gli esperti, da qui a 35 anni i boschi nella regione artica saranno più estesi del 50% rispetto ad oggi. “In aree prima coperte dalla tundra, oggi vediamo arbusti sempre più alti”, ribadisce Pieter Beck, co-autore dello studio. E non è certo un caso che il governo della Groenlandia abbia istituito una commissione apposita per studiarein che modo il cambiamento climatico possa aiutare gli agricoltori locali. E già spuntano le prime fragole made in Greenland…

Fonte: Repubblica

Suolo e Salute interviene ad un convegno sul bio a Saragozza

La Cátedra Bantierra-Ruralia dell’Università degli Studi di Saragozza organizza un convegno dal titolo “Alimenti biologici: un futuro promettente”, in programma l’11 aprile prossimo. L’evento, che vede tra i partner Sloow Food Saragozza e Comite Aragones de Agricultura Ecologica, si pone l’obiettivo di conoscere i sistemi e gli organismi di certificazione nell’Unione europea, in particolare nei tre principali mercati di prodotti biologici spagnoli: Germania, Francia e Italia. Con lo scopo di aumentare la fiducia nella qualità della produzione, distribuzione e consumo degli alimenti biologici e con l’obiettivo di indagare le possibilità del biologico nel contesto della crisi socio-economica e alimentare attuale. Tra gli interventi in programma, relazionerà Alessandro D’Elia, Direttore Marketing, Sviluppo e Rapporti Istituzionali di Suolo e Salute che parlerà in particolare della realtà italiana. Aprirà il convegno Manuel José López Pérez, Rettore dell’Università di Saragozza. Oltre a Suolo e Salute, parteciperanno all’incontro BCS-Oko, Ecocert Francia e e il Comité Aragonés de Agricultura Ecológica.

Fonte: Suolo e Salute

A Vinitaly un convegno FederBio sul vino bio

Nell’ambito del 47° Vinitaly, il Salone Internazionale del vino e dei distillati in programma a Verona dal 7 al 10 aprile prossimi, è in programma un incontro dedicato al vino biologico e agli aspetti normativi, di mercato e comunicazione che lo riguardano. Il convegno, organizzato da FederBio, dal titolo “Il vino biologico e gli “altri-Norme tecniche, mercato e comunicazione trasparente al consumatore”, è previsto per lunedì 08 aprile 2013 dalle ore 15.00 presso il Centro Congressi Arena-Sala Puccini. L’incontro mette al centro le novità introdotte dal regolamento UE n. 203/2012, che ha ufficializzato la categoria del vino biologico. A un anno dall’entrata in vigore del regolamento, nel corso della giornata si discuteranno i primi cambiamenti ottenuti dalla normativa, mettendo a confronto cantine biologiche, tecnici e l’organizzazione interprofessionale di rappresentanza del settore.

L’iniziativa di FederBio sarà anche l’occasione per discutere del fenomeno delle nuove denominazioni “di fantasia” (come ad esempio vino “naturale”, vino “libero”, ecc.), adottata da alcuni operatori del settore come strategia di posizionamento intermedio tra i vini a denominazione di origine protetta e quelli biologici. Il primo intervento sarà quello di Roberto Pinton, Segretario ASSOBIO, dal titolo “Lo stato dell’arte della normativa, fra biologico, “naturale” e “libero”. A seguire il Prof.Roberto Zironi dell’Università di Udine interverrà sulle prospettive per il vino biologico fra regolamento europeo e disciplinari privati.

Dopo che Silvano Brescianini, dell’azienda Barone Pizzini, parlerà dell’esperienza e del punto di vista di un’azienda vitivinicola, sarà la volta del Presidente FederBio Paolo Carnemolla, che relazionerà sul ruolo di FederBio per il sostegno e la promozione del vino biologico. A seguire il dibattito moderato da Lorenzo Tosi, giornalista del Gruppo Sole 24 Ore.

Fonte: FederBio

L’acqua “che mangiamo”

Quanta acqua consumiamo annualmente? Secondo le ultime stime, ogni italiano utilizza mediamente 152 metri cubi d’acqua l’anno. Ma si tratta solamente dell’acqua utilizzata per bere, cucinare, lavare e lavarsi. Se volessimo contare anche l’acqua che serve per produrre gli alimenti che mangiamo quotidianamente, il conto sarebbe ben diverso. E’ quella che Marta Antonelli e Francesca Greco hanno definito “L’acqua che mangiamo”, dal titolo del volume appena pubblicato per le Edizioni Ambiente. Si parla sempre dell’acqua in bottiglia, o per uso domestico, ma la verità è – dice una delle autrici – che se oggi parliamo di scarsità idrica, ci riferiamo alla scarsità d’acqua riguardo al cibo. Quindi dell’acqua che mangiamo”. “L’uso alimentare corrisponde a un 90% – precisa  -, non è un numero di poco conto”. Al tema abbiamo dedicato uno spazio specifico sul nostro sito, anche in concomitanza con la Giornata Mondiale dell’Acqua. E proprio a questo argomento è dedicata una parte significativa dell’Agenda 2013 di Suolo e Salute. Se si considera che il comparto agricolo è responsabile da solo di oltre il 70% del consumo idrico mondiale, è facile capire quanto sia importante misurare l’acqua consumata per la produzione degli alimenti che finiscono sulla nostra tavola. .“Il mondo ha sete perché ha fame”, non a caso, è lo slogan che la FAO ha coniato per la Giornata Mondiale dell’Acqua 2013. Qualche dato: un chilo di pasta prodotta in Italia richiede quasi 2.000 litri d’acqua. Una pizza di 725 grammi “beve” 1.216 litri d’acqua.

 “Coltivare grano in un paese dal clima umido, cioè con un’agricoltura pluviale, è la soluzione meno impattante. Mentre l’acqua blu [acque superficiali e sotterranee destinate ad un utilizzo per scopi agricoli, domestici e industriali, NdR] se prelevata in condizione di scarsità impatta l’ambiente”, afferma Marta Antonelli. “In più in Italia i prelievi di acqua sono tra i più alti del mondo, l’efficienza di uso tra le più basse. L’agricoltura italiana, in particolare, impiega una quantità di acqua enorme, e quanta più ne usa, tanto meno efficiente appare essere il suo modello gestionale. Con gli accorgimenti adeguati, i prelievi idrici potrebbero essere di molto ridotti”. Le soluzioni non sono semplici, ma qualcosa si può e si deve fare: “Il prezzo è un segnale, potrebbe essere un accorgimento e un limite allo spreco, ma l’acqua fossile non ha un prezzo, non è preso in considerazione”. Un’alternativa potrebbe essere costituita da un”etichetta idrica”, in cui informare il consumatore della quantità d’acqua utilizzata per produrre quello specifico alimento. Perché se è vero, come è vero, che la popolazione mondiale è destinata a crescere ulteriormente, aumentando notevolmente la richiesta di cibo, comprendere la sostenibilità (idrica, ma più in generale ambientale) della nostra dieta è assolutamente fondamentale. Questo libro è un primo, utile strumento per acquistate consapevolezza delle proprie azioni. Da sempre, l’unica maniera per affrontare e risolvere i problemi.

Fonte: Greenews