Suolo e Salute

Anno: 2013

Premio Biol: tre aziende di Suolo e Salute tra i produttori migliori al mondo

Si è concluso nei giorni scorsi il 18° Premio Biol, che cpme ogni anno ha premiato i migliori oli biologici italiani. La giuria, composta da 24 esperti olivicoli provenienti da diverse parti del mondo, si è riunita ad Andria il 13 e 14 marzo 2013 scorsi per assaggiare e valutare  gli oli finalisti, scelti al termine della fase di pre-selezione pre-selezione. Alla fase finale hanno preso parte tutti gli oli con un punteggio pari o superiore a 75/100. Tra gli oli premiati, ben tre sono prodotti da aziende controllate da Suolo e Salute: il Biolio dell’Oleificio Trisaia di Rotondella (MT), il Sole di Cajani, dell’Azienda agricola omonima di Caggiano (SA) e l’Olivicola Titerno della Coop.Olivicola Titerno di San Lorenzello (BN), già vincitore dell’Ercole Olivario 2012. Tutti e tre hanno ricevuto sia la Gold Medal (per punteggi superiori a 71/100 e il riconoscimento “Extragold”, introdotto quest’anno in conseguenza dell’altissima qualità dei prodotti presentati alla selezione. L’Extragold, destinato agli oli con punteggio superiore a 77/100, è stato ottenuto da tutti e tre gli oli delle aziende controllate da Suolo e Salute. Tutti gli oli finalisti rientreranno nella Guida BIOL dei Migliori Oli Biologici del mondo 2013, che verrà pubblicata entro il 30 aprile di quest’anno.

Fonte: Suolo e Salute – Premio Biol

La vite ad alberello di Pantelleria candidata come Patrimonio dell’Umanità

Tra le candidature italiane presso l’Unesco per redigere la lista del Patrimonio culturale immateriale, la Commissione Nazionale Italiana ha deciso di candidate la pratica agricola tradizionale della vita ad alberello di Pantelleria. A comunicarlo, il Ministro delle Politiche Agricole Mario Catania che ha dichiarato che si tratterebbe, nel caso l’iter andasse a buon fine, della prima pratica agricola al mondo a far parte della lista. “La candidatura dell’Unesco – ha dichiarato Catania – rappresenta un riconoscimento molto importante. Questa pratica agricola e’ diventata infatti un vero e proprio simbolo di una comunità che, grazie al duro lavoro nei campi, riesce a rinnovare quotidianamente il profondo legame tra l’uomo e la natura, in una terra difficile che nei secoli e’ diventata fonte di vita e sostentamento”. “l’italia – prosegue catania – ha candidato, nelle scorse settimane, i ‘paesaggi vitivinicoli del Piemonte: Langhe-Roero e Monferrato nell’altra lista, relativa dei beni materiali. “Per la prima volta – ha aggiunto- entrambe le candidature italiane nelle due liste prestigiose dell’UNESCO sono legate a paesaggi e pratiche agricole. Questo dimostra che il patrimonio rurale italiano e’ parte integrante dell’intero patrimonio culturale del nostro paese. Un’ulteriore riprova del fatto che l’agricoltura non può essere considerata solo un fattore meramente economico, ma piuttosto come parte essenziale della nostra storia”.

Fonte: Agrapress

Da Silva (FAO): la piccola agricoltura fondamentale per vincere la fame

L’agricoltura su piccola scala è fondamentale per contrastare efficacemente fame e malnutrizione. Questo quanto ha dichiarato , Jose’ Graziano Da Silva , Direttore Generale della FAO, nel corso di un incontro con docenti e studenti dell’Università di scienze Gastronomiche di Pollenzo, fondata da Slow Food. “La produzione su piccola scala, i circuiti locali di produzione e di consumo e il recupero di colture tradizionali sono tutti fattori che giocano un ruolo importante nella lotta alla fame – ha detto Da Silva –  “esistono molte possibilità di cooperazione tra la FAO e l’ateneo stesso per realizzare la visione di un mondo libero dalla fame e sostenibile”.

Fonte: Agrapress

L’Italia? Il paese europeo più sicuro per il consumatore

Una recente indagine Coldiretti/Eurispes assegna al nostro paese il titolo di paese più sicuro da un punto di vista alimentare. Il risultato al termine di un’analisi svolta su oltre 77mila campioni di 582 alimentari differenti, pubblicate nel Rapporto annuale sui residui di pesticidi negli alimenti. Solo lo 0,3% dei prodotti italiani analizzati, infatti, presenta una percentuale di residui chimici superiore al consentito, un valore ben 5 volte inferiore alla pur bassa media europea (1,5%) e di gran lunga più basso della media dei prodotti provenienti da paesi extracomunitari, per i quali invece ben il 7,9% dei campioni ha rivelato valori fuori norma. Secondo quanto riportato dall’indagine  in Europa un prodotto su due è completamente privo di tracce di fitofarmaci, e il 98,4% presenta comunque residui entro i limiti. Percentuale che sale appunto al 99,7% nel caso dell’Italia. Diverso il caso dei Paesi extracomunitari, in cui oltre al 7,9% prima ricordato, balzano agli occhi alcuni casi particolarmente eclatanti. Il record negativo è detenuto dai cavoli cinesi,che nell’83% delle rilevazioni hanno fatto registrare valori oltre il limite ammesso; male anche i broccoli (77% fuori limite) e i pomodori (47%) provenienti dal gigante asiatico. Poco salubri anche uva e pepe indiani (65% e 47% rispettivamente i campioni irregolari), , i piselli sloveni, l’aglio argentino, le patate brasiliane. Un’analisi in cui per la prima volta l’Efsa ha utilizzato il criterio dell’analisi cumulativa del rischio, in grado di misurare gli effetti combinati dell’esposizione incrociata di diversi agenti chimici con proprietà tossicologiche analoghe.

Un risultato ambivalente, quello che emerge dallo studio, perché se da un lato è grande la soddisfazione per il livello qualitativo raggiunto dai nostri produttori, dall’altro aumentano le preoccupazioni relative ai prodotti provenienti dall’estero  spesso competitivi per il prezzo particolarmente basso. Secondo i dati Coldiretti la produzione agroalimentare venduta in Italia ed esportata per un volume d’affari annuo di 51 miliardi di euro proviene infatti anche  da  materie prime importate, trasformate e vendute con il marchio “Made in Italy”. Ben il 40% del frumento duro usato per produrre la pasta proviene infatti dall’estero  percentuale che sale al 60% nel caso del frumento tenero usato per produrre il pane, al  35% della carne suina da consumare fresca o da trasformare in salumi e prosciutti e il 45% del latte per prodotti lattiero caseari. Tra l’altro nel 2012 sono stati importati dalla Cina oltre 80 milioni di chili di pomodori conservati che, in seguito alla lavorazione industriale, sono divenuti prodotti Made in Italy”.

Fonte: AIOL

Alla Venaria Reale (TO) le foto del concorso “Ri-scatti della terra”

Al termine del concorso fotografico Ri-scatti della terra, bandito dalla Regione Piemonte nell’ambito del piano di comunicazione del Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013, si è inaugurata giovedì scorso 21 marzo l’omonima mostra fotografica, presso La Venaria Reale (http://www.lavenaria.it), in provincia di Torino. Il concorso, rivolto a tutti gli appassionati di fotografia, si proponeva l’obiettivo di restituire, attraverso gli scatti dei partecipanti l’immagine dell’agricoltura attuale e dei cambiamenti in corso. Una nuova identità sociale e culturale dell’agricoltura, ancora poco riconosciuta, che la Regione ha inteso valorizzare attraverso questa iniziativa. In particolare, erano previste otto diverse categoria descrittive di altrettanti ambiti dell’agricoltura: Ri-scatti tecnologici (innovazione tecnologica in agricoltura), Ri-scatti sostenibili (agricoltura sostenibile), Ri-scatti elementari (i 4 elementi: terra, aria, fuoco, acqua), Ri-scatti dai margini (il mondo rurale delle terre alte, la montagna), Ri-scatti femminili (l’agricoltura al femminile), Ri-scatti sociali (fattorie didattiche, agrinidi, agricoltura multifunzionale), Ri-scatti giovani (i giovani agricoltori) e Ri-scatti animali (zootecnia e allevamento). Le oltre 80 immagini esposte, tra le quali i vincitori nelle varie categorie così come deciso dalla giuria tecnica del concorso, saranno visibili fino al 5 maggio prossimo.

Fonte: AIOL

Il bio per il recupero dei minori sottoposti a misure penali

In programma il 2 e 3 aprile il seminario “L’agricoltura biologica per la formazione e l’inclusione sociale e lavorativa dei minori sottoposti a misure penali”, organizzato dall’AIAB con l’obiettivo di creare fruttuose sinergie tra le aziende biologiche, la società civile e gli istituti di detenzione minorile. L’incontro è stato realizzato grazie al contributo del Fondo per l’associazionismo – Ministero del lavoro e delle politiche sociali, Direttiva 2011, nell’ambito del progetto “Ricomincio dal bio. Orti sociali, un’opportunità per minori sottoposti a misure penali”. La due giorni, organizzata in collaborazione con il Forum nazionale agricoltura sociale, affronterà nel corso della prima giornata gli  aspetti normativi, storici e sociali riguardanti devianza minorile e l’importanze delle pratiche agricole per il reinserimento sociale, mentre la seconda giornata sarà strutturata in laboratori formativi e casi studio. Il seminario si svolgerà presso la sala convegni della Città dell’ altra economia (CAE) di Roma, Largo Dino Frisullo snc, 00153, Roma. Nel corso del seminario verrà inoltre proiettato il film vincitore dell’Orso d’Oro al Festival di Berlino “Cesare deve morire?”, dei  Fratelli Taviani. Lça proiezione sarà seguita da un dibattito cui parteciperò tra gli altri Cosimo Rega, uno dei protagonisti del film, fondatore della Compagnia di detenuti-attori del carcere di Rebibbia.

Fonte: AIOL