Suolo e Salute

Anno: 2014

Dalla DG Agri dell’UE un rapporto sullo stato del bio europeo

E’ fresco di pubblicazione “The rapid growth of EU organic farming – Key facts and figures”, report realizzato dalla DG Agri dell’UE con lo scopo di fare il punto sullo stato dell’agricoltura biologica nell’Unione. Partendo dai dati raccolti per una relazione prodotta nell’autunno 2013 e che prendeva in considerazione superfici, aziende, tipologia di coltivazioni, di produzioni e di operatori, il rapporto restituisce l’immagine di un biologico in grandfe salute e crescita. Negli ultimi dieci anni infatti sia le aziende che la superficie coltivata a bio sono cresciuti di oltre il 50%. Con una crescita media di 500.000 ettati l’anno, oggi l’agricoltura biologica europea interessa un’estensione complessiva di oltre 9,6 milioni di ettari, in cui operano più di 186.000 aziende. La maggior parte dei terreni biologici è costituita da I pascoli permanenti(circa il 45% del totale), seguiti dalle aree coltivate a cereali (circa 15%) e da quelle utilizzate per le colture permanenti (circa il 13%). Interessante anche il dato anagrafico: gli agricoltori che si dedicano al bio in media sono più giovani di quelli dediti al convenzionale: nel 2010, ben il 61,3% degli agricoltori bio infatti aveva un’età inferiore ai 55 anni, contro il 44,2% riscontrato nel settore dell’agricoltorua convenzionale.
L’intera relazione è scaricabile in lingua inglese a questo link.

Fonte: Sinab

Tutte le Novità di Sana 2014, il 26esimo Salone Internazionale del Biologico e del Naturale

Muffin biologici senza lattosio e pasticcini bio senza glutine; grissini bio iposodici per diete a basso contenuto di sodio; pani e piadine bio; pasta secca (penne) e olio ricavati  dai semi di canapa; latte a base di latte di capra biologico specifico per lattanti a partire dal 6° mese di vita: sono solo alcuni degli alimenti novità rigorosamente a marchio biologico che si troveranno esposti a SANA 2014, il 26° Salone Internazionale del Biologico e del Naturale, in programma a BolognaFiere da sabato 6 settembre a martedì 9 settembre. Organizzato da BolognaFiere, in collaborazione con FederBio, il Salone ha il patrocinio dei Ministeri delle Politiche Agricole e Forestali, dell’Ambiente, dello Sviluppo Economico, di EXPO 2015 e di Ifoam. Nel settore alimentazione si troveranno esclusivamente prodotti alimentari a marchio bio:  cereali, farine, prodotti da forno dolci e salati; paste alimentari secche, fresche e ripiene; confetture, marmellate, miele; bevande, formaggi; gelati e surgelati; carni, pesce; oli e vini; alimenti per neonati e bambini. Tra i prodotti molte le novità anche per il benessere, la salute e la cosmetica, dai riimedi floreali frutto di rivisitazioni dei Fiori di Bach al  plantare che migliora la postura, favorisce la circolazione sanguigna e combatte la ritenzione idrica, ai  make-up biologici certificati e ai prodotti erboristici a base di pappa reale. La lista dei prodotti novità che concorrono al premio SANA Novità 2014 si allunga di giorno in giorno e sarà a breve disponibile sulle pagine del sito web della manifestazione (www.sana.it). Come per le passate edizioni, saranno i visitatori di SANA con il loro voto a decretare i prodotti che si aggiudicheranno il premio, uno per ciascun settore in cui è articolato il Salone: Alimentazione, Benessere e Salute, Altri Prodotti Ecologici per il vivere quotidiano.

I prodotti novità, che saranno esposti in un’area dedicata posta nel cuore della manifestazione, saranno reperibili anche nell’ampia esposizione dei prodotti presenti nei tre settori di SANA 2014. Il settore Benessere ospiterà aziende produttrici di cosmetici derivati da ingredienti naturali e biologici, integratori alimentari, prodotti fitoterapici ed erboristici, cibi funzionali, alimenti destinati a una dieta particolare (per esempio privi di glutine, per diabetici, per sportivi). Infine, nel settore dedicato ad Altri Prodotti Naturali ci sarà spazio per prodotti ecologici per la pulizia della casa, mobili in legno non trattato, innovativi materassi in fibre naturali per un riposo sano e rigeneratore, elementi di arredamento, abiti e calzature in fibre naturali biologiche, prodotti per il tempo libero e l’hobbistica.
Fonte: Ufficio Stampa Sana

Annuario Isrpa: il biologico continua la sua crescita

Aumenta costantemente il biologico italiano. Secondo quanto l’edizione 2014 dell’Annuario dei dati Ambientali dell’Ispra, presentato nei giorni scorsi a Roma, alla fine del 2012 gli ettari di terreno coltivati a bio o in conversione ammontavano a 1.167.362, con un incremento del 6,4% rispetto all’anno precedente. Ad oggi, il 61,8% dei comuni italiani hanno entro i propri confini amministrativi almeno un’azienda biologica. Attualmente il biologico in Italia interessa il 9,1% della Superficie Agricola Utilizzata (Sau) coinvolgendo quasi 50.000 operatori (49.709), in crescita del 3% rispetto al 2011. Di questi, l’81% sono produttori esclusivi, l’11% preparatori, il 7% preparatori misti, l’1% importatori. Ancora una volta è il sud del paese a detenere il record per aziende biologiche: al primo posto si conferma la Sicilia, seguita da Calabria, Puglia e Emilia Romagna. Proprio quest’ultima regione si conferma leader per imprese di trasformazione, seguita dal Veneto.Per quanto riguarda le coltivazioni, il 50% della superficie bio è utilizzata per il foraggio, i cereali e i pascoli; seguono le coltivazioni arboree, tra cui olivo, vite, agrumi e frutta (24%). Le colture biologiche più rappresentate sono il foraggio verde da seminativi (17,8%), i cereali (17,5%), i prati e i pascoli (17%), seguite dalla vite (4,7%) e dalle altre colture permanenti (4,7%). In campo agro-zootecnico, sono 7.700 le aziende condotte attualmente con il metodo dell’agricoltura biologica, con un incremento del 12% rispetto al 2011. Cresce anche il numero di capi bio rispetto all’anno precedente, in particolare nel settore suinicolo (+32,2%), meno invece nel caso dei bovini (+5,2%) e degli ovi-caprini (+1,2%). In ultimo, crescono anche le superfici foraggere utilizzate per l’allevamento di bovini e ovi-caprini, aumentate di circa 19.500 ettari (+3,7%) rispetto al 2011.
Fonte: ISPRA; ADN Kronos

L’agricoltura biologica, tutela della biodiversità.

Secondo uno studio condotto recentemente da ricercatori della Technische Universität München (TUM), l’agricoltura bio svolge un ruolo attivo nel preservare e favorire la biodiversità e, al tempo stesso, è proprio la diversità degli habitat a offrire un beneficio significativo alle pratiche agricole biologiche. I risultati della ricerca si basano sull’esame di dieci diverse regioni europee e due africane, effettuati nel periodo 2010-2013: partendo da una selezione casuale delle aziende agricole biologiche (che, come unico prerequisito, dovevano essere in possesso di una certificazione bio da almeno cinque anni) lo studio ha evidenziato l’impatto positivo dell’agricoltura biologica sulla biodiversità e, grazie all’instaurarsi di un circolo virtuoso, della stessa biodiversità sull’agricoltura biologica. Come era lecito aspettarsi, i campi coltivati secondo il metodo biologico sono più ricchi in specie di piante e di insetti impollinatori a differenza dei campi coltivati secondo il metodo convenzionale, in cui sono state trovate più specie di ragni e di lombrichi. Lo studio ha rimarcato inoltre l’importante contributo dell’agricoltura biologica nel preservare la diversità degli habitat, in particolare grazie alla frequente presenza nelle aziende agricole biologiche di terreni boschivi, aree incolte, habitat di siepe, che hanno un enorme impatto positivo sulla biodiversità e al tempo stesso sull’attività agricola.
Fonte: Bioagricoltura Notizie

FederBio sull’indagine di GdF e ICQRF

In un comunicato emesso all’indomani degli esiti dell’indagine di Guardia di Finanza e ICQRF, FederBio rimarca la continuità dell’operazione rispetto al passato: “l’operazione – si legge nel comunicato della Federazione – appare come l’esito dell’ulteriore sviluppo investigativo seguito all’analoga operazione condotta a febbraio 2013 sulle medesime aziende pugliesi, escluse da tempo dal sistema di certificazione del biologico e i cui prodotti sono stati rintracciati e declassati dagli organismi di certificazione autorizzati come convenzionali, secondo le indicazioni al tempo ricevute dallo stesso ispettorato repressione frodi”. “Gli ulteriori sviluppi investigativi, che paiono coinvolgere ulteriori imprese e riguardare anche la falsificazione dell’origine del prodotto – ha dichiarato il presidente Paolo Carnemolla – ci rassicurano sul fatto che l’attenzione delle autorità giudiziarie e inquirenti rimane alta e in tal senso FederBio è, come sempre pronta a collaborare e a costituirsi parte civile nel procedimento giudiziario”. “Dall’epoca dei fatti del 2013 la Federazione, in collaborazione con Accredia, l’ente unico nazionale di accreditamento degli organismi di certificazione ha avviato un progetto per la tracciabilità informatica delle transazioni che riguarda anche la filiera dell’olio d’oliva e sul quale e’ stata chiesta anche la collaborazione da parte dell’ispettorato repressione frodi e del ministero politiche agricole”. Secondo Carnemolla “solo facendo sistema e mettendo in comune i dati e le informazioni sulle produzioni e sulle transazioni commerciali nell’ambito del sistema di certificazione saremo in grado di tutelare i produttori onesti e i consumatori”. “È ora di fare qualcosa di concreto e di utile tutti assieme, altrimenti – questo l’allarme lanciato dal presidente FederBio – il solo rimbalzare sulla stampa di notizie non del tutto nuove reca danno anche a chi lavora per la tutela del biologico italiano autentico”.

Fonte:  Agrapress

Aliud Pro Olio, GdF e ICQRF sequestrano 400 tonnellate di olio

L’indagine Aliud Pro “Olio”, condotta da Guardia di Finanza e ICQRF, ha portato al sequestro di 400 tonnellate di olio d’oliva di qualità scadente o contaminato in provincia di Andria e in Calabria, all’arresto di 16 persone e ad altrettanti sequestri preventivi d’azienda. “La strategia investigativa – rende noto un comunicato della Guardia di Finanza – ha permesso di svelare in maniera chiara ed inconfutabile l’esistenza di radicati sodalizi criminali dediti alla commercializzazione fraudolenta di olio di oliva di origine, qualità e natura diverse da quelle dichiarate”. “Le indagini ed i riscontri effettuati hanno evidenziato, infatti come le organizzazioni delinquenziali si avvalessero, per la realizzazione ed il perfezionamento del disegno criminoso predeterminato, di diverse imprese operanti nel settore della commercializzazione dell’olio di oliva, dislocate in Puglia ed in diverse città della Calabria a cui veniva demandato il compito primario di fornire fatture false attestanti altrettanti fittizi approvvigionamenti di olio extravergine di oliva prodotto in Italia, necessari cartolarmente per legittimare ingenti acquisti di olio proveniente, in realtà,  dalla Spagna”. “Le suddette condotte illecite risultavano esclusivamente finalizzate al conseguimento di ingiusti vantaggi patrimoniali realizzati mediante un sistema di frode basato su documentazione fiscale e di trasporto, ideologicamente fittizia ed artatamente predisposta. “Le indagini hanno, infatti, confermato che i gruppi delinquenziali, operanti ad Andria, attraverso la posizione strumentale di altri imprenditori compiacenti trasformavano, mediante sovrapposizione documentale, olio di produzione comunitaria in ‘olio 100% italiano biologico’ con l’intento di veicolarlo nei confronti di altri soggetti partecipi all’organizzazione (confezionatori/commercianti all’ingrosso di olio) al fine di collocarlo, nell’ultimo stadio, sul mercato del consumatore finale, sfruttando il valore aggiunto delle menzioni riservate ai prodotti Made in Italy e biologici”. “Il decisivo contributo delle imprese cartiere ha permesso ai malfattori di generare un vorticoso volume d’affari illecito pari a circa 30 milioni di euro”. L’indagine ha consentito di procedere “al sequestro di ingenti quantitativi di oli dalle qualità organolettiche scadenti  e/o contaminati, in quanto, miscelati con grassi di diversa natura contenenti fondami ed impurezze imputabili al circuito della raccolta degli oli esausti della ristorazione, nonché oli di provenienza furtiva, ovvero, scortati da documenti di accompagnamento indicanti natura e qualità diversi da quelli reali, per un totale di 400 tonnellate di prodotto”.

Fonte:  Agrapress