Suolo e Salute

Anno: 2014

FederBio plaude al sequestro di mezzi tecnici contenenti matrina

E’ partita da una segnalazione di FederBio l’operazione “Mela Stregata” condotta dai militari della Guardia di finanza del Nucleo di polizia tributaria di Cagliari e dell’Ispettorato repressione frodi (ICQRF) che ha portato al sequestro di finti concimi contenenti il principio attivo “matrina”, pesticida non ammesso sia in agricoltura convenzionale che biologica. Sulla vicenda è intervenuto anche il presidente FederBio Carnemolla: “le indagini coordinate dalla Procura di Cagliari hanno preso avvio dal coordinamento attuato con l’ufficio di Cagliari di ICQRF al quale FederBio ha messo a disposizione il carteggio avviato già a luglio 2013 con i ministeri delle Politiche agricole e della Salute su questi prodotti, al tempo venduti come “preparati biodinamici”, e tutto il materiale raccolto dalla propria organizzazione territoriale. Già un anno fa infatti FederBio aveva diramato un allerta anche a tutti gli organismi di certificazione associati e alle organizzazioni dei produttori socie di UPBIO, l’Unione Nazionale dei Produttori Biologici e Biodinamici, affinché si evitasse l’impiego di questi preparati e fosse impedita la certificazione dei prodotti eventualmente trattati. L’allerta è stato poi reiterato anche a inizio 2014, nonostante le minacce di querela e i tentativi di contatto da parte di ICAS e la trasformazione delle etichette dei prodotti, diventati fertilizzanti. Da segnalare tuttavia che l’impiego di questi prodotti ha riguardato massicciamente anche l’agricoltura cosiddetta “integrata”, nelle quali non c’è un sistema di certificazione come quello del biologico in grado di monitorare l’effettivo impiego di questi prodotti. FederBio, che rappresenta tutto il comparto del bio italiano, ha l’obiettivo di tutelare tutti gli operatori onesti che fanno crescere un settore strategico per l’agroalimentare italiano. Le segnalazioni e le attività che la federazione porta avanti per evitare che realtà disoneste inquinino il settore fanno parte di questa nostra missione e riguarda tutti gli ambiti di possibile frode. Siamo quindi molto soddisfatti quando, come in questo caso, è possibile una collaborazione fattiva con le Autorità competenti che consenta di risolvere in tempi ragionevoli una situazione delicata non solo per il mondo del bio ma più in generale per l’agricoltura italiana, fiore all’occhiello del Made in Italy in tutto il mondo”.

Fonte: FederBio

FederBio: cresce l’import di materie prime bio

Cresce l’import di materie prime biologiche nel primo semestre 2014: è quanto emerge da un articolo pubblicato sul sito di FederBio  a firma del presidente Paolo Carnemolla. Il fatturato è cresciuto del 17%  nella Gdo e di circa il 10% nel canale specializzato, stando alle rilevazioni Ismea. La maggiore crescita nella grande distribuzione è da imputarsi principalmente all’aumento della gamma di prodotti biologici disponibili sugli scaffali. Bene anche l’export, secondo l’osservatorio FederBio: pur mancando dati ancora ufficiali, la crescita resta in doppia cifra. I consumatori sembrano dunque sempre più orientati a scelte all’insegna della qualità del prodotto, della salubrità e della sostenibilità, ambiti in cui il biologico offre la garanzia di un sistema di norme, etichettature e controlli di livello europeo.

Per Carnemolla “il biologico per un Paese come l’Italia, già principale produttore in Ue e fra i primi esportatori sui mercati mondiali, è quindi un’opportunità per tutta l’agricoltura, in particolare in una Regione come l’Emilia Romagna dove la grande parte del tessuto produttivo agricolo è già collocato su frontiere avanzate di sostenibilità (agricoltura integrata). Del resto se questa opportunità non verrà colta nemmeno con il prossimo Psr regionale, questo mercato, nel quale ci sono oltretutto ampie possibilità di recupero di efficienza e marginalità a favore dei produttori agricoli, rischia di diventare sempre più occasione di reddito e occupazione per aziende di altri Paesi”. L’obiettivo primario, chiosa l’articolo, “ è la crescita significativa della base produttiva agricola bio, ovvero trasformare un’opportunità di mercato in miglioramento e stabilizzazione del reddito per gli agricoltori italiani e emiliano romagnoli. Ma ancora non si vede nelle bozze del Psr regionale un obiettivo quantitativo esplicito di sviluppo delle superfici coltivate bio : speriamo che la presidenza di turno italiana lavori efficacemente per modificare sostanzialmente la proposta della Commissione uscente e nel frattempo attrezziamo bene il Psr e il sistema regionale per far consolidare e far crescere i primati dell’agricoltura biologica italiana e emiliano romagnola”.

Fonte: FederBio, Agrimpresa on line

Galletti: OGM priorità semestre italiano

“In campo ambientale, il dossier OGM rappresenta la priorità legislativa della presidenza italiana”. A dichiararlo il  ministro dell’ambiente Gian Luca Galletti presentando alla commissione ambiente del PE il programma di azioni riguardanti il proprio dicastero. “In una materia così delicata, che investe tutta la società, dagli agricoltori ai consumatori, vanno riconosciute e garantite la sovranità e l’autonomia dei singoli stati”, ha proseguito il ministro. Secondo Galletti “l’opinione pubblica europea ha già dato segnali chiari riguardo alla coltivazione degli OGM ed è per questo motivo che riteniamo costituisca un dovere politico procedere il più velocemente possibile ad un accordo tra consiglio e parlamento”. “Il nostro principale auspicio è quello di poter lavorare insieme al fine di raggiungere un accordo entro fine anno”, ha dichiarato, ricordando che “dopo anni di stallo negoziale, il 12 giugno scorso il consiglio è finalmente giunto ad un accordo politico”. Per il ministro la posizione del Consiglio “mira a raggiungere un giusto equilibrio tra il mantenimento del sistema di autorizzazione dell’unione e l’esigenza di garantire agli stati membri la facoltà di limitare o vietare la coltivazione di OGM sul proprio territorio, al fine di tutelare gli aspetti nazionali, regionali e locali specifici”.

Fonte: Agrapress

Importazione da Paesi terzi: pubblicato il regolamento Ue che modifica il Reg. (CE) n. 1235/2008

E’ stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea L177/42 del 17 giugno 2014, il Regolamento di Esecuzione (UE) N. 644/2014 della commissione del 16 giugno 2014 che modifica il regolamento (CE) n. 1235/2008 recante modalità di applicazione del regolamento (CE) n. 834/2007 del Consiglio per quanto riguarda il regime di importazione di prodotti biologici dai paesi terzi. Il nuovo atto regolamento apporta modifiche agli allegati III e IV del Regolamento (CE) n. 1235/2008. Il testo del Regolamento di Esecuzione (UE) N. 644/2014 è disponibile a questo link.
Fonte: Sinab

Salmone bio: una ricerca denuncia le contaminazioni

Uno studio della rivista francese “60 millions de conssommateurs” ha analizzato 23 filetti di salmone provenienti da allevamenti sudamericani (Cile) ed europei (Irlanda, Scozia, Norvegia e Faroe) o pescati nell’Oceano Pacifico, scoprendo alcuni dati inattesi. La qualità complessiva del pesce, va detto, è risultata complessivamente più che buona: nessun campione infatti ha rivelato la presenza di antibiotici e il pesce classificato come “pescato in mare” lo è anche nei fatti, come testimoniato dai bassi tenori di Omega 6 riscontrati. Note parzialmente negative invece quelle provenienti dai salmoni biologici: quattro campioni esaminati su sei infatti risultano in realtà contaminati da pesticidi e metalli pesanti provenienti con ogni probabilità dalle coltivazioni limitrofe. Qualche ombra anche sul pesce proveniente da allevamenti: In sei campioni su diciotto è stata rilevata infatti l’etossichina, un antiossidante che si trova anche nell’olio e nelle farine di pesce utilizzate nel mangime che viene dato ai salmoni, per evitare l’ossidazione dei filetti durante il trasporto. L’etossichina è vietato come pesticida in agricoltura ma se esistono norme che pongono dei limiti per l’alimentazione animale, non esiste ancora una normativa che ponga limiti massimi nel caso del salmone destinato al consumo umano.

Fonte: Il Fatto Alimentare

Il biologico è più salutare del convenzionale

Secondo quanto emerge da un recente studio comparativo realizzato dalle Università di Washington e Newcastle e pubblicato dal British Journal of Nutrition,, i cibi biologici sono più salutari rispetto a quelli convenzionali. Per stabilirlo, i due atenei hanno riunito e messo a confronto i dati provenienti da oltre 300 studi scientifici dedicati all’argomento. Grazie a tecniche di meta-analisi così è stato possibile quantificare le differenze tra bio e convenzionale e aggiungere ulteriori conferme rispetto alla bontà della scelta bio. In particolare, frutta, verdura e cereali bio contengono mediamente una percentuale di antiossidanti del 17% superiore ai prodotti coltivati in modo convenzionale, percentuale che sale addirittura al 69% nel caso dei flavoni. La ragione di questa differenza è da ricercarsi in particolare nel fatto che, senza l’”aiuto” dei pesticidi chimici di sintesi le piante tendenzialmente producono più fenoli e polifenoli per difendersi dai parassiti e dalle lesioni. Secondo la ricerca quindi consumando prodotti bio si possono ottenere dal 20 al 40% di antiossidanti in più, a parità di apporto calorico. Al tempo stesso, i residui di pesticidi sono notevolmente inferiori rispetto a prodotti coltivati tradizionalmente, come era lecito attendersi, contenendo concentrazioni di antiparassitari  fino a 100 volte inferiori rispetto alle coltivazioni tradizionali.

Anche il cadmio, un metallo tossico per la salute umana, è presente in quantità decisamente inferiori nei prodotti biologici: secondo i ricercatori la ragione è da individuarsi nel fatto che alcuni tipi di fertilizzanti utilizzati nelle aziende agricole convenzionali agevolano l’assorbimento radicale di questa sostanza.

Lo studio questa volta è riuscito a dimostrare dati alla mano la maggiore salubrità dei cibi biologici, cosa che non era riuscita in precedenza ai ricercatori della Stanford University che nel 2011 avevano condotto una ricerca per certi aspetti simile, ma attingendo ad una bibliografia più limitata.

“Abbiamo beneficiato di una serie di qualità molto più grande e più alto di studi rispetto ai nostri colleghi che svolgono recensioni precedenti” ha dichiarato uno degli autori della ricerca, il professor Carlo Leifert, dell’ Università di Newcastle.

Fonte: Il Fatto Alimentare,  Teatro Naturale