Suolo e Salute

Anno: 2014

USA, Michelle Obama alla guerra contro le etichette alimentari

Prosegue la battaglia per far cambiare le abitudini alimentari agli americani, fortissimamente voluta da Michelle Obama, che da sempre ha scelto di associare la propria immagine e attività ad una “guerra” incruenta contro l’obesità. È stato annunciato nei giorni scorsi infatti dalla first lady un piano che prevede l’indicazione delle calorie per porzione sulle etichette alimentari, oltre ad una rimodulazione della cosiddetta “serving size”, ovvero della dimensione delle porzioni. E’ la prima vera modifica che la Fda, la Food and Drug Administration mericana (l’ente governativo che norma i prodotti alimentari e farmaceutici) affronta da moli anni a questa parte, dato che le etichette, obbligatorie degli USA a partitr dagli anni ’90, erano ancora basate su abitudini alimentari vecchie oramai di 30 a 40 anni e mai aggiornate. “Si tratta di una trasformazione incredibile” ha dichiarato al New York Times il  Commissario dell’FDA Margaret Hamburg: “per esempio le dimensioni di un muffin sono cambiate enormemente. E’ importante che le informazioni nutrizionali sulle etichette riflettano la realtà”. Ora insomma le aziende non potranno più riportare indicazioni riferite a porzioni troppo piccole, scelte per non allarmare i consumatori circa il vero contenuto calorico degli alimenti commercializzati.
Fonte: TMNews

OGM, un ricercatore francese denuncia le manovre occulte della Monsanto

Forse questa volta i “complottisti” qualche ragione ce l’hanno. Chi pensa infatti che poteri economici e politici più o meno occulti condizionino le nostre vite in maniera subdola e spesso invisibile trova una conferma ai propri timori in quanto dichiarato da Gilles-Eric-Séralini, ricercatore francese che l’anno scorso aveva pubblicato su Food and Chemical Toxicology uno studio riguardante un esperimento condotto su ratti alimentati con mais OGM secondo il quale l’insorgenza di tumori era decisamente superiore a quanto registrato per animali alimentati con altri tipi di cibo. Ora però alla direzione della rivista è giunto un ex dirigente Monsanto e la ricerca rischia di essere ritirata dalla rivista.
Lo studioso ha assunto una posizione molto netta in merito: “Accusiamo la rivista di aver stretto accordi con la Monsanto, una compagnia che ha commesso frodi, oltre a evidenti errori nell’ottica di ottenere le autorizzazioni necessarie ai propri prodotti. Accusiamo anche la Commissione europea che considera validi solo questi dati”. Altrettanto allarmato il commento dell’eurodeputata Corinne Lepage, secondo la quale “se questa rivista, che ha appena assunto uno degli ex uomini di punta della Monsanto, riuscirà a ottenere il ritiro dello studio, tutto il lavoro di Séralini non sarà praticamente mai esistito. Significa anche che le nostre richieste di condurre analisi sui rischi a lungo termine per la salute umana del consumo di Ogm e dei pesticidi cadranno nel vuoto”.
E forse non a caso proprio in questi giorni Bruxelles ha deciso di riaprire la discussione sul tema OGM con l’intenzione di lasciare agli stati membri la decisione ultima riguardo alla possibilità o meno di coltivare un nuovo tipo di mais OGM.
Fonte: Euronews

Crisi, è boom dei farmer market

Cambia l’abitudine agli acquisti degli italiani, complice soprattutto la morsa della crisi che, malgrado molte dichiarazioni di facciata, sembra al momento non attenuarsi. E così gli italiani, secondo quanto rivela un’analisi Coldiretti elaborata a partire dal rapporto della fondazione Campagna Amica, a fronte di una contrazione del 4% dei consumi alimentari, hanno aumentato del 67% i loro acquisti presso i mercati degli agricoltori, i cosiddetti “farmer market”, dove è possibile acquistare direttamente dal produttore senza intermediazioni. Nel corso del 2013, sottolinea Coldiretti, hanno acquistato ben 15 milioni di italiani (il 25% in più rispetto all’anno precedente), con una crescita molto significativa anche nel valore medio degli acquisti. Un settore, quello dei mercati degli agricoltori, che oggi vanta un fatturato complessivo stimato in circa 1,5 miliardi di euro, grazie anche alla fondazione Campagna Amica promossa di Coldiretti che ha incentivato molto la presenza sul territorio con oltre 1.200 mercati in tutta Italia.
Nell’anno appena trascorso, ben 28mila agricoltori hanno portato agli italiani il meglio di quanto coltivato su circa 280mila ettari, con una crescita del 40% rispetto all’anno precedente.
Come spiega una nota Coldiretti, nei mercati di Campagna Amica “si trovano prodotti locali del territorio, messi in vendita direttamente dall’agricoltore nel rispetto di precise regole comportamentali e di un codice etico ambientale, sotto la verifica di un sistema di controllo di un ente terzo. I mercati degli agricoltori promuovono la conoscenza della stagionalità dei prodotti, ma anche la filosofia del km zero, con i cibi in vendita che non devono percorrere lunghe distanze, riducendo le emissioni in atmosfera dovute alla combustione di benzina e gasolio. Gli effetti si fanno sentire anche sugli sprechi che vengono ridotti per la maggiore freschezza della frutta e verdura in vendita che dura anche una settimana in più, non dovendo rimanere per tanto tempo in viaggio. Oltre a cio’, svolgono una importante azione di recupero di varietà a rischio di estinzione”. Secondo Coldiretti infatti, “almeno 100 varietà vegetali definite minori, tra frutta, verdura, legumi, erbe selvatiche e prodotti ottenuti da almeno 30 diverse razze di bovini, maiali, pecore e capre allevati su scala ridotta trovino sbocco nell’attuale rete di mercati e delle botteghe degli agricoltori”.
In cima alle preferenze di acquisto frutta e verdura, ma anche formaggi, salumi, vino, latte e pane, ma anche dolci, biscotti, conserve e agricosmetici. A ribadire l’importanza dell’iniziativa e il valore, anche sociale, che sta assumendo nel nostro paese questo ritrovato rapporto tra produttore e acquirente il presidente Coldiretti Moncalvo: “I nostri mercati degli agricoltori stanno creando nuove economie e nuova occupazione rappresentando nel contempo un formidabile strumento di coesione sociale, animazione sociale ed educazione alimentare, perché ricreano un legame profondo tra consumatore e produttore, tra il luogo di consumo e il luogo di produzione, tra città e campagna”. “Oltre all’ottimo rapporto prezzo/qualità – prosegue Moncalvo –  il segreto del successo sta nella sincera volontà di un numero crescente di cittadini di aiutare con i propri atti di acquisto il lavoro e l’economia nazionale e di comportarsi in modo sostenibile per la società e l’ambiente”.
Fonte: Agrapress, Coldiretti

A Castel San Pietro Terme il Simposio Internazionale di Apicoltura biologica

E’ iniziato martedì 4 marzo e proseguirà fino a domani a Castel San Pietro Terme (BO) il Simposio Internazionale di Apicoltura biologica , promosso e realizzato da UNAAPI e CONAPI. All’evento partecipano oltre 170 iscritti provenienti da 80 Paesi che si interrogano su alcuni quesiti fondamentali per il settore. In particolare il simposio, oltre a ragionare sulle prospettive di mercato per i prodotti apistici biologici (con particolare attenzione verso le opportunità offerte dai Paesi in via di sviluppo) cercherà di capire quali siano gli elementi che distinguono maggiormente le produzioni biologiche, se le modalità di allevamento e le tecniche di difesa sanitaria o la qualità botanica ambientale. Verranno discusse inoltre le peculiarità della gestione biologica delle api nella lotta sanitaria a varroa e nelle malattie della covata e, last but not least, le caratteristiche della normativa e della certificazione di settore, per comprenderne i punti di forza e gli eventuali aspetti migliorabili. Nella prima giornata di lavori i partecipanti hanno avuto la possibilità di visitare le aziende apistiche del territorio e visitare la sede del consorzio CONAPI, mentre le giornate di ieri e di oggi saranno interamente dedicate ai lavori che comprenderanno 5 sessioni aperte da key-speaker seguiti da relatori selezionati tra coloro che hanno inviato abstract sui diversi temi sul tappeto.
Ulteriori informazioni su sito dell’evento www.apibio.org
Fonte: FederBio

I siti .bio presto online

 Il 13 febbraio  L’ICANN (Internet Corporation for Assigned Names and Numbers Internet) ha, assegnato a Starting Dot, il , nuovo ufficio di registrazione fondato nel 2011 che vede Ifoam come partner, l’estensione “.bio” per i domini web. I siti “punto bio” pertanto saranno presto online e costituiranno un’interessante alternativa alle estensioni classiche come .com e .net, consentendo una più specifica identificazione delle aziende sul web con il settore del biologico. L’IFOAM avrà il compito di presiedere il Policy Advisory Committee, il comitato consultivo di Starting Dot per tutte le questioni relative al nuovo dominio .bio, con lo scopo di far si che si traduca in un’effettiva possibilità di crescita e visibilità per l’intero movimento biologico. IFOAM intende registrare nelle prossime settimane IFOAM.bio e incoraggia ognuno dei movimenti del biologico ad adottare questa estensione.
Fonte: IFOAM

Martina: necessario cambiare passo per l’agroalimentare italiano

Intervenuto alla Tavola rotonda di presentazione del secondo numero di “AgrOsserva”, l’Osservatorio trimestrale sulla congiuntura dell’agroalimentare italiano realizzato da Ismea e Unioncamere, il neoministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Maurizio Martina ha proposto la sua visione dell’agricoltura italiana prossima ventura: “Credo che non sia più il tempo per discutere di vecchi schemi, lo scenario muta in modo veloce e profondo. Dobbiamo averne piena consapevolezza e agire di conseguenza. I dati che sono stati illustrati oggi ci aiutano a farlo: con questa fotografia del sistema agroalimentare italiano abbiamo una base comune per impostare un dialogo e occuparci delle strategie che devono essere messe in atto. Nell’agroalimentare italiano c’è il meglio dell’innovazione del Paese e dispiace vedere che quel potenziale si incastra in dinamiche che impediscono a questa energia ad esplodere. Dobbiamo cambiare passo e dobbiamo farlo adesso, mettendo in chiaro che questo mondo è un pilastro fondamentale della ripresa del Paese, che può dettare la sua agenda”. “Abbiamo a disposizione – ha proseguito Martina – diversi strumenti. Mi riferisco alle scelte sulla nuova Pac e al Collegato agricoltura, che possono far assumere all’agroalimentare la centralità che merita. Il primo grande tema che deve essere affrontato a breve è legato al costo del lavoro. Bisogna ridurre la discrasia tra quanto viene speso dalle imprese e quanto rimane al lavoratore e quella tra il prezzo del prodotto e il reddito che resta in mano agli agricoltori. Su questo ci giochiamo una partita importante”.“Adesso possiamo fare scelte tutt’altro che banali, possiamo dare l’avvio a un piano di azione ragionato, coordinato e strategico. Si coglie ovunque, da Nord a Sud la necessita di costruire un piano strategico complessivo. Quando quel tessuto formidabile di piccole e medie imprese, che adesso ha subito un colpo tremendo, ha sperimentato l’aggregazione vera sono state fatte azioni molto efficaci. Non abbiamo oggi grandi player nazionali in grado di farlo, quindi bisogna che spingiamo su questa direzione. Mi piacerebbe essere il celebrante di un matrimonio che possa portare a una visione unitaria nazionale da parte di tutti gli attori in campo”, ha concluso il Ministro.
Fonte: AIOL