Suolo e Salute

Anno: 2015

Progetto innovativo del CNR di Sassari per la produzione di grano autoctono biologico

Negli ultimi anni la ricerca di cibo biologico, in Sardegna è triplicata, ecco che grazie a questo dato nasce dalla ricerca del CNR di Sassari, una sperimentazione applicata per percorrere una terza via possibile e remunerativa per gli agricoltori europei.  Il CNR in  collaborazione con due aziende del settore agroalimentare ha curato il progetto “Biofregola” per la produzione di pasta tradizionale sarda con metodo bio. Il sistema oggetto della sperimentazione, finanziato con i fondi del PSR 2007/2013 asse uno misura 124, prevede l’utilizzazione delle “precessioni” per ottenere ottimi raccolti in modo naturale, biologico e senza l’utilizzo di pesticidi chimici.  Con questo grano sardo autoctono il Karalis, si possono produrre semole perfette per la pastificazione, oltre che per la panificazione, superando uno sbagliato pregiudizio sulla possibilità di lavorare in autosufficienza rispetto ai grani duri importati e prevalentemente OGM.

La Biofregola, ancora non sul mercato, e’ il primo prodotto sperimentale ricavato con l’alternanza di coltivazioni di favino con frumento e interamente realizzato con grani sardi.

biofregola

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il Cnr sostiene che sono possibili ambiti di miglioramento nell’impiego delle leguminose per la fertilita’ del suolo. Al processo di produzione sono state apportate numerose modifiche, tra cui una fase di pretostatura che ha migliorato sia il gusto che il colore del prodotto, ottenuto con grani Karalis e Amsicora. In futuro il progetto proseguira’ per migliorare ulteriormente le produzioni e allargarle anche al pane e alla pasta classica. I contenuti del progetto rivelano ancora una volta che la Sardegna è al vertice mondiale dell’innovazione in agricoltura. Questi risultati possono aiutare le imprese agricole sarde ad incrementare il proprio reddito e possono legare le nostre eccellenze gastronomiche alla materia prima locale.

Fonti

http://www.buongiornoalghero.it/contenuto/0/29/73161/bio-fregola-progetto-innovativo-del-cnr

https://www.agi.it/research-e-sviluppo/notizie/alimentazione_cnr_sassari_biofregola_per_produzione_pasta-201505201427-eco-rt10123

http://www.sassarinotizie.com/articolo-32780-il_cnr_di_sassari_colloca_la_sardegna_al_vertice_mondiale_dell_innovazione_in_agricoltura.aspx#.VVwqAsbimJo.twitter

Il vertice sul cibo sostenibile ad Amsterdam

sustainablefood summit

L’edizione europea del settimo Sustainable Foods Summit  si focalizzerà sugli ingredienti alimentari, sul green marketing e sulle nuove soluzioni di imballaggio sostenibili. Per la prima volta, il vertice sarà a favorire la sostenibilità nel settore alimentare con l’uso di ingredienti alimentari e di packaging sostenibile. Il vertice sarà ospitato ad Amsterdam il 4 e 5 giugno prossimi.
 Si discuterà della gamma di opzioni di packaging verde a disposizione dei marchi alimentari e bevande, nonché gli sviluppi di marketing sostenibile. Saranno inoltre esplorate le possibilità offerte dagli ingredienti sostenibili integrati negli alimentari e delle bevande. Come possono tali ingredienti stimolare innovazioni di prodotti? Come possono le imprese alimentari  rafforzare le loro catene di approvvigionamento delle materie agricole? Quali saranno gli sviluppi in materia di tracciabilità alimentare?  Tali domande saranno discussi in un forum ad alto livello che è diventato un appuntamento imperdibile a livello europeo.
Dal 2009, il vertice di alimenti sostenibili ha discusso le questioni più importanti volti del settore alimentare in materia di sostenibilità e marchi ecologici, come il biologico, commercio equo e solidale, Rainforest Alliance, UTZ Certified, ecc. L’obiettivo del Vertice sul cibo sostenibile è quello di esplorare nuovi orizzonti per marchi di qualità ecologica e di sostenibilità nel settore alimentare per discutere di questioni chiave del settore. Altre edizioni di questa serie internazionale saranno ospitati in Nord America e in America Latina. La precedente edizione europea del Summit Foods Sostenibile è stato ospitato ad Amsterdam nel giugno 2014. Proteine ​​sostenibili, futuro dell’etichettatura sostenibile, e le nuove tecnologie sono stati i principali temi della 6 ° edizione. 

Mipaaf: istituito il Registro unico dei controlli ispettivi a carico delle aziende agricole

Lo scorso 7 maggio, il Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali ha reso nota l’approvazione, da parte della Conferenza Unificata, del decreto ministeriale che istituisce il Registro unico dei controlli ispettivi a carico delle aziende agricole, previsto da Campolibero, nella Legge Competitività.

Come ha dichiarato il Ministro Maurizio Martina: “Evitare la duplicazione dei controlli nelle aziende e rendere più efficiente il lavoro degli organismi che svolgono le verifiche. Sono questi i principali obiettivi che il Registro unico dei controlli ci consentirà di ottenere, raggiungendo un risultato atteso dalla imprese da troppi anni. Semplificare è un imperativo per consentire al settore agricolo di essere più competitivo, senza abbassare la guardia sulla necessità di tutela, che anzi con questo strumento rafforziamo. Ringrazio le Regioni per il contribuito determinante che hanno dato nell’approvazione di questo strumento che rappresenta una delle azioni strategiche del provvedimento Campolibero”.

aziendaagricola

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il Registro unico dei controlli ispettivi a carico delle aziende agricole (RUCI) è uno strumento di supporto alle amministrazioni pubbliche per effettuare i controlli ispettivi a carico delle aziende agricole di propria competenza e per una più razionale programmazione degli stessi. Ferma restando, ovviamente, l’attuazione dei controlli straordinari ed urgenti.

Questo archivio informatico contiene per ogni controllo:

  • data;
  • anno di riferimento;
  • ente competente;
  • ente esecutore;
  • nominativo del controllore;
  • impresa agricola controllata;
  • settore;
  • tipologia;
  • documentazione controllata o riproduzione elettronica dei verbali;
  • esiti;
  • estremi dei verbali o riproduzione elettronica dei verbali.

Nel Registro unico dei controlli ispettivi, affluiscono i dati concernenti i controlli effettuati da parte di organi di polizia, organi di vigilanza, organismi pagatori, nonché da organismi privati autorizzati allo svolgimento di controlli a carico delle imprese agricole.

Le informazioni presenti nei Registri unici di controllo istituiti dalle regioni e quelle presenti all’interno del RUCI nazionale sono condivise in maniera costante e con stretto coordinamento.

Il pubblico funzionario, prima di effettuare una nuova ispezione, verifica attraverso il RUCI gli esiti dei controlli precedenti al fine di evitare sovrapposizioni e di intralciare l’esercizio dell’attività d’impresa.

Fonti:

http://www.ilvelino.it/it/article/2015/05/07/semplificazione-mipaaf-conferenza-unificata-approva-registro-unico-con/7685eed8-6c8c-4977-89b4-0fcec4dafe5d/

https://www.politicheagricole.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/8631

Italia sempre più calda: ulivi e viti si spostano ad alta quota

Frutta esotica prodotta in Italia e uliveti e vino che si spostano sulle Alpi, tra le vette. Sono questi gli effetti del cambiamento climatico descritti da Coldiretti in un’analisi pubblicata qualche giorno fa.

L’innalzamento delle temperature porta con sé vari cambiamenti, tra cui quello delle colture portate avanti in Italia. Il Bel Paese, infatti, non solo si è dato alla coltivazione di banane, avocado e altri frutti esotici, ma negli ultimi 30 anni ha visto aumentare di un grado il proprio vino.

Di questo e di altro ha parlato Coldiretti che, nei giorni addietro, con l’arrivo del caldo ha messo in mostra dal vivo i nuovi “frutti” Made in Italy del cambiamento climatico. L’evento si è tenuto ad Expo nel padiglione “No farmers no party” all’ingresso sud all’inizio del Cardo sul lato opposto all’albero della vita.

Secondo l’analisi della Confederazione Nazionale Coltivatori Diretti, non solo le coltivazioni nostrane sono cambiate, ma si sono anche spostate a causa del surriscaldamento di questi ultimi anni.

Nove dei dieci anni più caldi della storia si sono registrati dopo il 2000. Il 2014 detiene il primato di anno più “bollente” di sempre, seguono, in ordine: 2003, 2007, 2012, 2001, poi il 1994, 2009, 2011, 2000 e 2008, sulla base dei dati Isac Cnr.

Come dicevamo all’inizio, il surriscaldamento ha portato a un aumento di gradazione del vino italiano e a un anticipo della vendemmia anche di un mese rispetto al tradizionale mese di settembre. Non solo: la distribuzione delle colture si è spostata, portando i vigneti a espandersi verso l’alto, con la presenza della vite anche a quasi 1200 metri di altezza, in provincia di Aosta, dove viene prodotta l’uva per il Blanc de Morgex et de La Salle Dop.

ulivi e vigne

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Anche l’olivo ha iniziato a “migrare”, raggiungendo le Alpi. In provincia di Sondrio, oltre il 46esimo parallelo, si trova infatti l’ultima frontiera nord dell’olio d’oliva italiano.

Come affermato da Coldiretti, negli ultimi dieci anni, la coltivazione dell’ulivo sui costoni più soleggiati della montagna valtellinese è passata da zero a circa diecimila piante, su quasi 30 mila metri quadrati di terreno.

Circa la metà della produzione nazionale di pomodoro destinata a conserva e di grano duro per la pasta è effettuata nella Pianura Padana. Coltivazioni tipicamente mediterranee.

In Sicilia, come abbiamo visto, zona sempre più calda si è iniziato a coltivare i primi avocado biologici Made in Italy, un frutto tipicamente tropicale che oggi si trova a Giarre, ai piedi dell’Etna.

A Palermo hanno iniziato a prendere vita anche le prime banane nostrane.

Gli effetti del surriscaldamento potrebbero però avere effetti negativi sui prodotti tipici, trasformando le condizioni ambientali e facendo diventare a rischio estinzione alcune delle colture tradizionali del Made in Italy che devono le proprie specifiche caratteristiche essenzialmente o esclusivamente all’ambiente geografico comprensivo unito ai fattori umani.

Fonti:

http://www.ilpuntocoldiretti.it/attualita/Pagine/IlcambioclimaportaivignetisullevetteegliulivialNord.aspx

http://ambientebio.it/in-sicilia-si-produce-lavocato-biologico-solidale/

Zootecnia da latte: pro e contro del decreto che divide gli allevatori

L’ultimo decreto ministeriale sugli aiuti finanziari europei al settore lattiero, stabilisce dei premi Pac in abbinamento all’iscrizione dei capi nei libri genealogici o nel registro anagrafico delle razze bovine, tenuti dall’Aia (Associazione Italiana allevatori). Questo ha creato uno scontro fra Cia e Confagricoltura, i quali hanno presentato ricorso al Tar di Roma, contro il ministero delle Politiche agricole e contro l’Aia “In un momento in cui il settore lattiero caseario si trova in una fase d’incertezza dettata dalla fine delle quote produttive – si legge nella nota stampa di Cia e Confagricoltura – l’esclusione di una vasta platea di beneficiari dai premi accoppiati della Pac  non può essere tollerata”. Secondo Cia e Confagricoltura, quindi, i provvedimenti attuativi delle disposizioni comunitarie, invece di prospettare un premio per tutti gli allevatori e per le zone marginali, vanno a vantaggio delle sole aziende che fanno riferimento all’Associazione Italiana Allevatori. “Tra l’altro – continuano le due Organizzazioni professionali – l’iscrizione nei libri genealogici o nei registri anagrafici (detenuti entrambi dall’Aia) non è obbligatoria ed è riservata alle vacche da latte di razza pura.

Quote-latte

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Resterebbero quindi escluse, dagli 84,6 milioni di euro stanziati per la zootecnia bovina da latte, tutte le razze ibride”.

Valutando i pro e i contro vediamo che nei pro il legame fra premi accoppiati al settore latte e Libri Genealogici ha dalla sua il pregio di favorire le aziende più attente ai valori della genetica. E’ anche un invito ad iscrivere ai Libri (e dunque ad Aia) le stalle che ancora non lo fossero. Una via verso il miglioramento genetico che si sposa con l’obiettivo della qualità delle produzioni. Per di più un “toccasana” per l’associazione degli allevatori, reduce dai drastici tagli dei contributi pubblici e alle prese con una difficile e profonda riorganizzazione.
Nei contro invece per gli allevatori comporta altre spese (i costi per l’iscrizione ad Aia e per i controlli sugli animali) o peggio la possibilità di vedersi negare i premi accoppiati per la mancata iscrizione ai Libri dei propri animali. Un’evenienza inevitabile per le stalle che non hanno capi in purezza. Motivazioni che hanno indotto, come dicevamo in precedenza,  Confagricoltura e Cia a prendere posizione per contestare l’abbinamento fra premi accoppiati e Libri Genealogici
Fonti

http://agronotizie.imagelinenetwork.com/zootecnia/2015/05/06/e-scontro-sui-premi-per-la-zootecnia-da-latte/42950

http://confagricoltura.sardegna.it/news/zootecnia-74/zootecnia-76/premi-pac-latte-1866

http://saperefood.it/6premi-pac-latte-solo-se-iscritti-al-libro-genealogico-pro-e-contro-del-decreto-che-divide-gli-allevatori38/

 

Agricoltura biologica: il governo indiano incentiva l’uso di urina come fertilizzante

Utilizzare l’urina come concime biologico per far crescere di più e in modo naturale le piante. Sembra una cosa strana, ma il ministro dei Trasporti indiano Nitin Gadkari ha rivelato di aver innaffiato con la propria urina alcune piante nella sua residenza di New Delhi. La cosa lo ha colpito così tanto da averlo portato a consigliare questo inusuale metodo di concimazione durante un seminario a Nagpur sui problemi dell’irrigazione.

Anche se un po’ in imbarazzo, il ministro ha raccontato di aver cominciato a raccogliere l’urina in un contenitore da 50 litri nella residenza ufficiale di New Delhi. Poi, avrebbe chiesto al giardiniere di innaffiare con la pipì alcune piante e con acqua altre.

Le prime – ha concluso – sono cresciute molto di più ed hanno avuto molti più fiori“: a detta del ministro, le piante sarebbero cresciute fino a una volta e mezzo in più delle altre.

L’urina contiene sostanze nutritive, come urea e tritrogeni e la pratica di adoperarla per la concimazione naturale delle piante non è nuova. Esistono infatti alcuni progetti di permacultura che sfruttano la raccolta di urina da anni. Ad Amsterdam, ad esempio, è adoperata per innaffiare le piante presenti sui tetti. Anche il Regno Unito sembra abbia iniziato a sfruttarla, stimolando i giardinieri a fare la stessa cosa.

Ora, pare che il governo del Maharashtra , uno Stato dell’India centro-occidentale, stia elaborando un piano per raccogliere urina da utilizzare per l’agricoltura biologica.

urina concime

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Lo Stato indiano vorrebbe così adoperare l’urina umana assieme al concime animale, per produrre fertilizzanti naturali e migliorare lo stato del terreno presente nelle zone rurali e nei villaggi.

Il ministro dell’agricoltura Eknath Khadse ha affermato che un esperimento simile era già stato effettuato  al Mahatma Phule Krishi Vidyapeeth, un’università agricola in Rahuri, su ordine del governo. Esperimento che si sarebbe concluso con successo.

Il piano suggerito da Khadse prevede la raccolta di urina nelle sale cinematografiche, dove si trova in abbondanza negli intervalli delle proiezioni.

Sembra, inoltre, che il governo intenda stanziare delle sovvenzioni per gli agricoltori che si adopereranno ad usare questo metodo di concimazione, al posto dell’utilizzo di fertilizzanti convenzionali. Sovvenzioni sono previste anche agli agricoltori che predisporranno delle soluzioni per la raccolta di urina umana e sterco di animali.

Anche i villaggi potranno riunirsi per ideare un progetto di compostaggio che includerà la raccolta dell’urina.

Khadse ha affermato che l’approvazione da parte del governo dell’uso di urina umana nell’agricoltura biologica non è una cosa nuova, visto che ripetuti esperimenti portati avanti da università statali hanno confermato che l’uso di fertilizzanti tradizionali rendono giorno dopo giorno il terreno presente nella zona rurale più arido e sterile. Concimi animali e urina umana potrebbero invece mantenerlo fertile più a lungo.

Non c’è nulla di sbagliato in quello che Gadkari ha detto, e non è una rivelazione. L’uso di urina umana fa bene all’agricoltura, perché ha più nutrienti. Anche i nostri esperimenti nelle università hanno dimostrato la stessa cosa“, ha concluso il ministro.

Fonti:

http://www.wired.it/attualita/ambiente/2014/08/08/differenziata-urina-raccolta/

http://www.hindustantimes.com/india-news/maharashtra-govt-endorses-gadkari-s-advice-plans-to-encourage-use-of-urine-in-organic-farming/article1-1345397.aspx

http://www.mnn.com/your-home/at-home/blogs/step-right-up-dont-be-pee-shy

http://www.adnkronos.com/fatti/esteri/2015/05/06/fate-pipi-sulle-piante-dall-india-consiglio-del-ministro-per-gli-aspiranti-giardinieri_PRXf2yhi6xfBJtscyFUiPN.html?refresh_ce

http://www.mid-day.com/articles/agriculture-ministers-appeal-urinate-at-multiplex-help-farmers/16196181