Suolo e Salute

Anno: 2015

Biobank fotografa il biologico italiano

Biobank fotografa il biologico italiano

Prosegue la crescita del biologico italiano, fotografato nell’ultimo Rapporto Biobank. Secondo gli ultimi dati, a segnare le performances migliori in particolare il settore della ristorazione, con un aumento del 65% (comprendendo bar, gelaterie, caffetterie etc.), passando dalle 246 unità del 2010 alle 406 del 2014. A seguire gli e-commerce di alimenti biologici , passati da 152 a 241 (+52%). Buoni risoltati anche per quanto riguarda le mense scolastiche, cresciute di quasi 400 unità e passate dalle 872 del 2010 alle 1.249 dell’anno appena concluso (+43%). Ma la crescita riguarda anche tutti gli altri settori del biologico, seppur con cifre meno eclatanti: +20% per i gruppi di acquisto e per le aziende con vendita diretta (rispettivamente passati da 742 a 891 e da 2421 a 2903); analoghi risultati per gli agriturismi (da 1302 a 1553, +19%) e i negozi (+16%, dai 1.163 di cinque anni fa ai 1.348 del 2014), con l’unica eccezione dei mercatini, che restano attestati poco oltre le 200 unità (221 per le precisione).

A livello regionale, Emilia-Romagna, Lombardia e Toscana rappresentano ancora una volta l’eccellenza per quanto riguard ail numero assoluto di attività. In particolare l’Emilia-Romagna risulta prima per e-commerce, ristoranti, vendita diretta e mercatini, mentre per gruppi d’acquisto, mense e negozi a prevalere è la Lombardia. La Toscana si conferma leader nel comparto agrituristico bio, mentre riferendosi alla densità di attività rispetto al numero di abitanti sono Trentino Alto-Adige, Valle d’Aosta e Umbria le regioni “più bio” della penisola.

L’intero rapporto, che riassume l’andamento del settore nel quinquennio 2010-2014, le principali informazioni relative ad ogni tipo di attività e un inquadramento dell’andamento complessivo del settore è disponibile gratuitamente a questo link.

Fonte: Biobank

Da Commissione UE e BEI nuovo strumento per le imprese agricole

Da Commissione UE e BEI nuovo strumento per le imprese agricole

E’ stato presentato nei giorni scorsi da Commissione Europea e BEI (la Banca Europea degli Investimenti) un nuovo modello di garanzia finanziaria per l’agricoltura, prima tappa di un protocollo di intesa sulla cooperazione in agricoltura e per lo sviluppo rurale firmato nel luglio dello scorso anno.

Si tratta di un nuovo strumento utile per facilitar el’accesos al credito per agricoltori e altre imprese rurali, grazie al quale Stati Membri e Regioni possono dare vita ad ulteriori strumenti finanziari nell’ambito dei propri PSR nel quadro del FEASR (il Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale).

In questo modo saranno disponibili nuove risorse finanziarie utili per incentivare numeros nterventi in mbito agricolo, dall’efficientamento delle imprese al marketing all’avvio di star-up fino alle attività di tradformazione. Come si apprende in un comunicato di CE e BEI “in base alle regole che governano il FEASR gli Stati Membri e le Regioni possono includere strumenti finanziari, quali fondi di garanzia, fondi di rotazione e fondi azionari, nei loro PSR nei casi in cui l ‘utilità di questi strumenti sia dimostrata ex ante”.

Sul tema è intervenuto anche l’ex predidente Comagri e attuale cordinatore S&D Paolo De Castro, che giudica positive le notizie provenienti da Bruxelles . Per De Castro si tratta di “un’iniziativa importante che si inserisce nell’ambito del memorandum d’intesa sulla cooperazione in agricoltura e nello sviluppo rurale all’interno dell’Unione, presentato lo scorso mese di luglio”. “In concreto – ha proseguito De Castro – lo strumento che si vuole sviluppare punta, grazie al ruolo di garanzia della BEI, ad agevolare l’accesso al credito per gli agricoltori nelle aree rurali dell’Unione, al fine di valorizzare l’attività agricole e agevolare nuovi investimenti nell’ambito dei PSR”. “E’ una nuova opportunità che potrà aiutarte gli Stati Membri e le Regioni a meglio utilizzare gli strumenti finanziari nell’ambito della politica di sviluppo rurale e che, se ben gestita, potrà sviluppare crescita e occupazione nelle aree rurali”.

Fonte: Agrapress

Vino bio, gli ultimi dati da Vinitalybio

Vino bio, gli ultimi dati da Vinitalybio

Continua, come già documentato in precedenza nelle nostre notizie, la crescita del vino biologico. A confermarlo gli ultimi dati emersi all’indomani di Vinitaly bio, conclusosi nei giorni scorsi a Verona. Oggi le aziende produttrici di vino biologio in italia sono oltre 44mila, e 45mila gli ettari coltivati a vigneto biologico, per una produzione complessiva di 350 mila ettolitri ed un fatturato di 3 miliardi di euro, di cui circa un terzo proveinente dal mercato estero. Ad essere interessate un po’ tutte le regioni italiane, dal Piemonte alla Sicilia. Ma il dato che più colpisce è quello, come conferma il presidente FederBio Carnemolla, delle superfici in conversione, ovvero che dalla coltura convenzionale stanno passando al biologico.

Ad oggi si tratta di circa 24mila ettari, ovvero oltre la metà del totale (il 55%, per la precisione). E, continua Carnemolla, “anche se la conversione verrà completata in un triennio, si tratta pur sempre di una crescita del 15–20% l’anno”. “Il traino – prosegue il presidente FederBio, intervistato dal Sole24Ore – viene sempre dall’estero e in particolare dai mercati del Nord Europa. Così attenti al vino biologico italiano da aver consentito negli ultimi anni anche lo sviluppo di un significativo export di vino sfuso che viene imbottigliato all’estero e che anni fa, quando le norme Ue si fermavano al vigneto, non era certo possibile”.

Il prossimo appuntam,ento importante per il settore è oramai vicino, dato che a maggio verrà rivisto il regolamento 203 sul vino bio. Una tappa importante in un percorso che, lungi dall’essere una moda, sta diventando una realtà sempre più importante nel panorama enologico italiano ed internaizonale.

Fonte: Sole24Ore

USA: crescono i “bioconsapevoli”

Boom dell’ortofrutta bio negli Stati Uniti, secondo le previsioni del nuovo rapporto States Organic Foods Market Forecast & Opportunities 2020.Nel solo 2015 il giro d’affati complessivo dovrebbe infatti assestarsi alla cifra record di 45 miliardi di dollari, mentre le proiezioni in chiave 2020 sono ancora più lusinghiere. Una crescita che sarà dettata non solo dalla domanda dei consumatori al dettaglio, ma anche dal crescente interesse da parti di ristoratori e catene alberghiere e grazie anche ad una più attenta politica di tutela ambientale da parte del governo di Washington. Ciò che sembra cambiare è proprio la percezione del prodotto biologico da parte del consumatore medio americano, oggi forse più “istruito” e consapevole di un tempo: gli americani sembrano infatti ora più propensi a spendere per prodotti salutari e questo si riflette anche in un aumento costante delle aziende biologiche certificate.

A questo indirizzo è possibile consultare l’intero rapporto United States Organic Foods Market Forecast & Opportunities 2020.

Fonte: greenbiz.it

Umbria, entro il 15 maggio le domande per le misure del nuovo Psr

Interessano anche l’agricoltura biologica i bandi riguardanti misure del nuovo Psr che la Regione Umbria si appresta ad emanare. Come dichiarato dall’assessore all’Agricoltura della Regione Umbria, Fernanda Cecchini, la Giunta regionale ha infatti dato il via alle procedure per l’emanazione dei bandi riferiti a tre distinte misure, ovvero “Pagamenti agro-climatico-ambientali”, “Agricoltura biologica” e “Indennità a favore delle zone soggette a vincoli naturali o ad altri vincoli specifici”.

La presentazione delle domande di aiuto e pagamento delle misure agro ambientali del nuovo PSR andranno presentate entro il 15 maggio prossimo. L’assessore Cecchini ha motivato la scelta della Giunta di procedere in questa direzione: “In attesa dell’approvazione del Programma di sviluppo rurale 2014-2020 dell’Umbria da parte della Commissione Europea, che contiamo possa avvenire entro maggio – ha dichiarato – abbiamo voluto dare continuità ai finanziamenti per le imprese che si impegnano per l’uso efficiente delle risorse idriche ed energetiche, la riduzione degli effetti che alterano il clima, l’impiego di energia da fonti rinnovabili, che contribuiscono allo sviluppo ecocompatibile delle aree rurali. Per questo stiamo già completando la predisposizione dei tre bandi”.

“Nel nuovo Psr – ha sottolineato l’assessore – la sostenibilità ambientale riveste particolare importanza proprio per l’attenzione che riserviamo alle azioni per preservare, ripristinare e valorizzare gli ecosistemi dipendenti dall’agricoltura, con significativi investimenti per l’agroambiente, per l’introduzione o il mantenimento dell’agricoltura biologica”.

Nel caso in cui la Commissione Europea approvasse il Psr dopo il 15 maggio la Giunta ha fatto si che nei bandi esista una specifica clausola di salvaguardia che subordina l’accoglimento delle domande stesse alle prescrizioni del Programma così come approvato dalla Commissione, assicurandosi in questo modo la piena efficacia delle tre misure”.

La stessa Giunta regionale dell’Umbria ha inoltre approvato l’avvio delle procedure per la costituzione del Comitato di sorveglianza del Psr 2014-2020 dell’Umbria.

Fonte: umbriadomani.it

Publicata su G.U. UE direttiva su OGM

E’ stata pubblicata il 13 marzo u.s. Sulla G.U. Dell’UE la Direttiva UE 2015/412 del Parlamento Europeo e del Consiglio dell’11 marzo 2015 che modifica la direttiva 2001/18/CE in merito alla possibilità per gli stati membri di limitare o vietare la coltivazione di OGM sul proprio territorio. Per il Presidente Coldiretti Moncalvo “ora tocca al parlamento italiano mettere a punto una normativa nazionale che possa dare continuità alla lungimirante scelta fatta dall’Italia di vietare gli OGM”. “Siamo di fronte – ha proseguito Moncalvo – ad un importante e atteso riconoscimento della sovranità degli stati nonostante il pressing e le ripetute provocazioni delle multinazionali del biotech”. “Per l’Italia gli OGM in agricoltura non pongono solo seri problemi di sicurezza ambientale, ma soprattutto perseguono un modello di sviluppo che e’ il grande alleato dell’omologazione e il grande nemico del made in italy”.

Più critico invece il presidente Confeuro Tiso, secondo il quale “la direttiva (…) fa segnare un passo indietro rispetto agli obiettivi della ricerca e della conoscenza: è incomprensibile come si possa festeggiare una scelta che da una parte rappresenta una sconfitta politica per via della mancata unitaà di intenti dei paesi europei e dall’altra espone il nostro paese ad una forte concorrenza internazionale”.

Fonte: Agrapress