Suolo e Salute

Anno: 2015

Sempre più prodotti biologici nelle mense scolastiche italiane

Il biologico approda nelle mense scolastiche italiane. Secondo alcuni dati elaborati da Fedagri-Confcooperative, mentre dieci anni fa erano solo 838 le mense in cui venivano serviti prodotti biologici, nel 2014 il numero è salito a 1.249, registrando un incremento del 43% in quattro anni.

I dati sono stati presentati lo scorso 30 settembre all’Expo, in occasione del convegno “Il bio nel piatto. Cooperazione biologica e ristorazione collettiva” a cui ha partecipato, tra gli altri, il viceministro delle Politiche Agricole Andrea Olivero.

Nel dettaglio, la prima regione italiana per numero di mense scolastiche che scelgono prodotti biologici è la Lombardia, con 224 sedi, seguita dal Veneto, 192, e dall’Emilia Romagna, con 172 mense.

Giornalmente sono serviti fino a 1,2 milioni di pasti e in 290 delle mense biologiche, pari al 23% del totale, viene utilizzata una percentuale di almeno il 70% di materie prime bio.

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Dati positivi che, però, devono fungere da stimolo a raggiungere standard ancora più elevati. Questo il concetto espresso da Andrea Bertoldi, Coordinatore del settore biologico dell’Alleanza delle cooperative agroalimentari: “Il trend è senz’altro positivo, ma molto si può ancora fare per incrementare l’impiego di prodotti bio nelle mense scolastiche e in genere nella ristorazione collettiva“.

Come spiega Bertoldi, allo sviluppo dell’agricoltura biologica e di qualità fu dato un primo importante contributo con la legge finanziaria 2000, che all’art. 59 prevedeva per le “istituzioni pubbliche che gestiscono mense scolastiche ed ospedaliere (…) l’utilizzazione nelle diete giornaliere di prodotti biologici tipici e tradizionali”. Così, le Regioni hanno recepito la norma e lavorato progressivamente per metterla in atto, attraverso linee guida, leggi regionali e programmi per l’orientamento dei consumi e l’educazione alimentare.

Il lavoro progressivo ha portato, nel 2011, alla pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale dei Criteri ambientali minimi per il servizio di ristorazione collettiva e la fornitura di derrate alimentari, che fanno parte del Piano d’azione per la sostenibilità ambientale dei consumi nel settore della Pubblica Amministrazione (ovvero Piano d’Azione Nazionale sul Green Public Procurement) sviluppato dal ministero dell’Ambiente. Un Piano che prevede che la quota della ristorazione pubblica debba essere ricoperta almeno per il 40% da alimenti di origine biologica.

Scelte importanti, dettate soprattutto dalla necessità di tutelare la salute dei consumatori più piccoli: “Se si considera infatti che oltre 10 milioni di italiani, la gran parte dei quali sono bambini e ragazzi, pranza regolarmente fuori casa ogni giorno, si può ben comprendere quanto è importante garantire cibi sani e di qualità anche fuori casa“, conclude Bertoldi.

Fonti:

http://www.confcooperative.it/LInformazione/Notizie-Quotidiano/expo-fedagri-mense-scolastiche-sempre-pi249-bio-43-negli-ultimi-4-anni

http://www.agrapress.it/index.php/expo

Psr 2014-2020: boom di domande per il biologico in Toscana

Agricoltura biologica: la regione Toscana spinge il piede sull’acceleratore. Durante la riunione di insediamento del Comitato di Sorveglianza del programma di Sviluppo Rurale 2014-2020, Marco Remaschi, assessore all’agricoltura della Regione, ha espresso la sua soddisfazione per le richieste di finanziamento presentate dagli operatori del settore: “Il bando emanato dalla Regione Toscana per l’agricoltura biologica ha riscosso un grandissimo successo. A fronte di una dotazione prevista di 17 milioni di euro, sono arrivate domande per 21-22 milioni di euro“.

All’incontro, che si è svolto nella sala Pegaso di Palazzo Strozzi Sacrati lo scorso 25 settembre, hanno preso parte i rappresentanti dei soggetti che fanno parte del Comitato di Sorveglianza e funzionari della Commissione Europea.

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Durante l’evento, Remaschi ha sottolineato l’importanza strategica di una corretta programmazione per gli anni 2014-2020 “non solo per le risorse che mette a disposizione, pari a 961 milioni, 90 milioni in più del precedente Programma di Sviluppo rurale 2007-2013” ma anche per la necessità di spendere bene questi soldi, confermando il valore che la regione attribuisce all’agricoltura, soprattutto a quella sostenibile.

Come ha sottolineato l’assessore: “In Toscana l’agricoltura rappresenta un modello territoriale e paesaggistico di grande pregio, è un’agricoltura sostenibile, rispettosa dell’ambiente e della biodiversità“.

La regione conta infatti: 70 mila aziende agricole e 5 mila aziende di trasformazione agroalimentare, 86 fra DOP (denominazioni di origine protetta) e IGP (Indicazione di origine protetta), che sono “il segno distintivo dell’eccellenza toscana in campo agroalimentare“.

Remaschi ha ricordato le somme che la Regione Toscana ha già stanziato a valere sul PSR 2014-2020 grazie a 4 bandi che sono usciti “in anticipazione” per favorire gli investimenti.

Cifre importanti: oltre ai 17 milioni stanziati con il bando per l’agricoltura biologica, 9 milioni sono stati stanziati per le “misure compensative” destinate ai territori svantaggiati, a quelli collinari e montani, 40 milioni per il primo insediamento dei giovani in agricoltura e 90 milioni per i PIF, Programmi integrati di Filiera. Per questi ultimi, ha ricordato l’assessore, la scadenza è stata spostata a fine ottobre, per “dare maggiore agio alle aziende che intendono sfruttare questa forma innovativa di investimenti mettendo insieme più soggetti e sfruttando varie misure del PSR.

L’entusiasmo con cui gli operatori di settore hanno guardato all’agricoltura biologica è, per Remaschi, il segno chiaro di un allineamento del mercato con le scelte di sostenibilità effettuate dalla Regione.

Fonti:

http://www.adnkronos.com/fatti/pa-informa/economia/2015/09/26/agricoltura-remaschi-straordinario-successo-del-bando-sul-biologico-domande-per-oltre-milioni_0dKHeYykOBfDMQG3haLZhL.html?refresh_ce

http://www.adnkronos.com/fatti/pa-informa/economia/2015/09/26/agricoltura-remaschi-dal-psr-milioni-euro-risorsa-strategica-che-occorre-spendere-bene_uk7XXEcXmjFQT1oOelKuKJ.html?refresh_ce

http://www.askanews.it/regioni/toscana/agricoltura-boom-di-domande-a-regione-toscana-per-biologico_711612836.htm

Agroecologia per nutrire il mondo e salvare il Pianeta. Il rapporto IFOAM

Lo scorso 29 settembre, la rete Organic Can Feed The Planet, in occasione di uno dei vari appuntamenti tenutosi a Milano durante l’EXPO, ha pubblicato un manifesto e rilasciato una dichiarazione in cui afferma con forza che l’agricoltura biologica è il sistema alimentare e produttivo più adatto ad affrontare le sfide che si pongono di fronte all’umanità.

La rete, che comprende le organizzazioni rappresentative dell’agricoltura biologica e biodinamica a livello internazionale, europeo e nazionale, ha dato il suo contribuito all’EXPO di Milano, che quest’anno affronta il tema “Nutrire il Pianeta”, e alla realizzazione di un rapporto pubblicato da IFOAM UE dal titolo “Feeding the People: Agroecology for Nourishing the World and Transforming the Agri-Food System“.

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Nel rapporto, i curatori Angelika Hilbeck e Bernadette Oehen, scienziata presso il FiBL, Istituto di ricerca dell’agricoltura biologica, riuniscono i pareri di noti esperti, sostenitori della trasformazione dell’agricoltura dalla sua attuale forma distruttiva, a una più sostenibile. Per gli studiosi, questa è l’unica soluzione che può invertire il danno ambientale creato dai sistemi di produzione industriali e alimentare la popolazione mondiale. Gli esperti sottolineano inoltre come, sia a livello nazionale che internazionale, vi siano delle carenze dal punto di vista politico, normativo ed economico a sostegno dell’agricoltura sostenibile.

In occasione della presentazione del rapporto, Christopher Stopes, presidente IFOAM UE, ha dichiarato: “La questione dell’alimentazione del pianeta, purtroppo, è spesso affrontata dal punto di vista sbagliato. Concentrarsi esclusivamente sull’intensificazione della produzione è fuorviante e sostiene semplicemente la dipendenza collettiva ai sistemi di produzione e consumo agroalimentare industriali che non soddisfano le esigenze delle persone, mentre distruggono l’ambiente“.

Alimentazione e agricoltura biologica e agroecologia forniscono un approccio olistico al sistema produttivo di cibo e colture. Esse riescono a rispondere in maniera unica e al tempo stesso interconnessa ai grandi quesiti e alle sfide globali che si pongono dinanzi, tra cui, continua Stopes, “l’insicurezza alimentare e l’obesità, il cambiamento climatico, le condizioni ingiuste di lavoro e di mercato, il degrado del suolo, la perdita di biodiversità, lo scarso benessere degli animali, la deforestazione e la perdita dei terreni agricoli, solo per nominarne alcuni”.

Vi è l’urgente bisogno di una trasformazione dei sistemi agro-alimentari esistenti verso sistemi agroecologici sostenibili e la ricerca scientifica dimostra con maggior forza che è necessario un cambiamento a livello di sistema“, ha continuato Angelika Hilbeck, scienziata presso l’Istituto di Biologia dello Swiss Federal Institute of Technology e coautrice del rapporto.

L’Agroecologia è una forma innovativa di produzione alimentare che offre un potenziale enorme, non solo per dare cibi migliori, ma anche per porre rimedio al degrado ambientale che minaccia l’umanità. “Pertanto – conclude la Hilbeck – chiediamo un programma di ricerca UE che investa miliardi di euro nell’agroecologia e nella trasformazione dell’attuale sistema agroalimentare“.

Il rapporto è consultabile a questo link: http://www.ifoam-eu.org/sites/default/files/ifoameu_policy_ffe_feedingthepeople.pdf

Fonti:

http://www.ifoam-eu.org/en/news/2015/09/29/press-release-feeding-people-global-agri-food-system-needs-fundamental-change

http://www.ifoam-eu.org/sites/default/files/ifoameu_policy_ffe_feedingthepeople.pdf

http://www.diplomaticintelligence.eu/science/1038-feeding-the-people-global-agri-food-system-needs-fundamental-change

 

Al Parco della Biodiversità la Settimana del Biologico

Suolo e Salute sarà presente alla Festa del Biologico ad Expo 2015. Come già abbiamo avuto occasione di anticipare a coloro che erano presenti a Sana 2015, siamo lieti di informarvi che dal 26 settembre sino al 3 ottobre compresi sarà organizzata nel Parco della Biodiversità la *Settimana del Biologico *che avrà come suo momento centrale la *Festa del Biologico di Expo che si svolgerà il 29 settembre*. Uno dei momenti centrali della Settimana del Biologico sarà rappresentato dal *Mercato del Bio e del Naturale* che sarà organizzato nella piazza antistante il Padiglione del Biologico. Al *Mercato* potranno partecipare le aziende che sono nostre partner ed ospiti nel Parco della Biodiversità. Alle aziende interessate verrà messa a disposizione, a titolo gratuito, una bancarella che potrà essere utilizzata per la /*presentazione, dimostrazione e vendita*/ dei propri
prodotti biologici e naturali. Ogni bancarella sarà fornita di allaccio elettrico.

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Sono a carico delle aziende i costi per la logistica e l’approvvigionamento dei prodotti necessari per l’allestimento delle bancarelle nel Mercato, i costi del personale che dovrà essere presente per tutto il periodo di apertura del mercato – che osserverà gli orari di apertura del sito di Expo- e tutti i relativi costi assicurativi. Per quanto riguarda la *Festa del Biologico di Expo* – che avrà luogo il *29 settembre*, per le aziende che desiderassero organizzare delegazioni di visitatori per partecipare alla parata ed agli incontri che avranno luogo nel Teatro della Terra in tale occasione, abbiamo la possibilità di mettere a disposizione, concordandone prima la disponibilità, alcuni biglietti di ingresso omaggio, oltre alla possibilità di offrire un contributo per l’eventuale organizzazione di pullman. Per prenotare le bancarelle per il *Mercato del Biologico e del Naturale* potrete contattare *entro e non oltre il 23 settembre* : _- Paola Cestari – tel. 051/282351 ; e-mail paola.cestari@bolognafiere.it
Per informazioni sulla logistica e spedizione dei prodotti: _- Stefano Castignani – cell. 335.7785324 _Per ogni informazione sui *biglietti omaggio* e sui *contributi per i pullman per la giornata del 29 settembre* potete contattare *entro e non oltre il 26 settembre*_: –

Luana Patricelli cell. 335 7591346 e-mail luana.patricelli@bolognafiere.it
Mariaelena Schiavo cell. 335 8705751 e-mail mariaelena.schiavo@bolognafiere.it
Beatrice Monetti  cell.335 8229819 e-mail beatrice.monetti@bolognafiere.it
Meri Mirandola cell.335 6049650 e-mail meri.mirandola@bolognafiere.it

Lo spazio a disposizione per la realizzazione del *Mercato* è limitato; pertanto si procederà ad assegnare le bancarelle sulla base  dell’ordine cronologico nel quale riceveremo le richieste. Allo stesso modo procederemo relativamente alle richieste di biglietti e contributi per i pullman. Augurandoci di poter avere la Vostra adesione a questa grande opportunità di promozione, cogliamo l’occasione per porgervi i nostri più cordiali saluti.

Norma nazionale per la produzione, preparazione, commercializzazione ed etichettatura di alimenti biologici per animali da compagnia.

Fatto salvo quanto previsto dalla normativa vigente in materia di prodotti biologici, la presente norma disciplina la produzione, preparazione, commercializzazione ed etichettatura di alimenti biologici per animali da compagnia (art. 95, par. 5 del Reg. (CE) n. 889/08) Ai fini della presente norma, per alimento biologico per animali da compagnia si intende qualsiasi alimento biologico destinato all’alimentazione di animali da compagnia, cosi come definiti dall’art. 3, paragrafo 2, lettere d) ed f) del Reg. (CE) n. 767/2009 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 13 luglio 2009, quali animali appartenenti ad una specie normalmente non destinata al consumo umano nell’Unione Europea.

L ‘operatore che intende produrre, preparare, commercializzare ed etichettare alimenti biologici per animali da compagnia in conformità al metodo di produzione biologico oltre al rispel10 delle disposizioni generali sull’immissione sul mercato e sull’uso dei mangimi e degli additivi in essi contenuti.

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Deve conformare la sua attività a quanto previsto dal Reg. (CE) n. 834/2007 e dal Reg. (CE) n.88g/2008 e dalla vigente normativa nazionale e regionale in materia di:

  • definizioni, principi e obiettivi della produzione biologica;
  • norme di produzione, trasformazione, imballaggio, trasporto, magazzinaggio, commercializzazione e

importazione di prodotti biologici;

  • etichettatura dei prodotti biologici;
  • controlli e certificazione della produzione biologica.

Gli alimenti biologici per animali da compagnia possono contenere tutti i prodotti e gli ingredienti ottenuti in conformità alla produzione biologica e le materie prime, gli additivi, i prodotti. le sostanze e gli ingredienti di cui agli Allegati V, VI, VIII e IX del Reg. (CE) n. 889/2008 in conformità con le disposizioni contenute nel Reg. (CE) n. 1831/2003 del Parlamento europeo e del Consiglio del 22 settembre 2003 e nel Reg. (CE) n. 767/2009 della Commissione del 13 luglio 2009.

Le materie prime di cui all’Allegato Degli ingredienti non biologici di origine agricola di cui all’Allegato IX del Reg. (CE) n. 889/2008 possono anche essere utilizzati nella relativa forma idrolizzata in conformità al Reg. (UE) n. 68/2013 della Commissione del 16 gennaio 2013 a condizione che il processo di idrolisi non comporti modifiche chimiche (trattamento con acidi/alcali) e che gli enzimi, eventualmente utilizzati, non siano prodotti con microrganismi geneticamente modificati.

Sono sempre e comunque vietati l’uso di organismi geneticamente modificati e/o prodotti derivali o ottenuti da organismi geneticamente modificati e l’uso di radiazioni ionizzanti.

Identificazione e tracciabilità

L’identificazione degli alimenti biologici per animali da compagnia deve essere garantita per tutto il suo ciclo di produzione, preparazione, trasporto e commercializzazione e la tracciabilità deve essere gestita per lotti.

L’operatore, ai sensi degli art. 66 e 89 del Reg. (CE) n. 889/2008 della Commissione, tiene una contabilità di magazzino che, oltre alle informazioni obbligatorie, riporta i seguenti dati:

  1. a) il fornitore e, se diverso, il venditore o l’esportatore dei prodotti;
  2. b) la natura e i quantitalivi dei prodotti biologici consegnati all’unità e, se del caso, di tutti i materiali

acquistati, nonché l’uso fatto di tali materiali e, se del caso, la formulazione degli alimenti biologici per animali da compagnia composti:

  1. c) la natura e i quantitativi dei prodotti biologici immagazzinati in loco;
  2. d) la natura, i quantitativi, i destinatari e, se diversi da questi ultimi, gli acquirenti – diversi dai consumatori

finali – di tutti i prodotti che hanno lasciato l’unità o le strutture o i magazzini del primo destinatario:

  1. e) nel caso di operatori che non provvedono al magazzinaggio o alla movimentazione fisica dei prodotti biologici in questione, la natura e i quantitativi dei prodotti biologici acquistati e venduti, nonché i fornitori e, se diversi, i venditori o gli esportatori e gli acquirenti e, se diversi, i destinatari.
  1. 2. La documentazione contabile comprende anche i risultati delle verifiche effettuate al momento del

ricevimento dei prodotti biologici e qualsiasi altra informazione utile all’organismo di controllo ai fini di un corretto controllo delle operazioni. I dati che figurano nella contabilità devono essere documentati con gli opportuni giustificativi. Nella contabilità deve sussistere corrispondenza tra i quantitativi in entrata e in uscita.

Ai fini di un corretto controllo delle operazioni, i documenti contabili comprendono dati relativi all’origine, alla natura e ai quantitativi delle materie prime e degli additivi, nonché alle vendite e ai prodotti finiti di alimenti biologici per animali da compagnia.

Oltre agli obblighi previsti dal decreto ministeriale n. 16321 del 9 agosto 2012, il certificato di conformità consente l’identificazione del tipo o della gamma di alimenti biologici per animali da compagnia nonché del relativo periodo di validità.

Etichettatura

Ai fini dell’etichettatura degli alimenti biologici per animali da compagnia, oltre alle disposizioni previste dalle leggi vigenti in materia degli analoghi prodotti convenzionali, sono riportate le indicazioni previste dalla normativa europea e nazionale in materia di etichettatura dei prodotti biologici. Il termine “bio” o “biologico· può essere utilizzato nella denominazione di vendita degli alimenti biologici per animali da compagnia purché gli stessi siano conformi alla presente norma e che almeno il 95% in peso degli ingredienti di origine agricola sia biologico in conformità al Reg.(CE) 834/2007.

Il termine “bio” o “biologico” può essere utilizzato soltanto nell’elenco degli ingredienti degli alimenti biologici per animali da compagnia purché gli stessi ingredienti siano conformi alla presente norma nazionale. In questo caso l’elenco degli ingredienti include un’indicazione della percentuale totale di ingredienti biologici in proporzione alla quantità totale di ingredienti di origine agricola. I termini e l’indicazione della percentuale di ingredienti biologici non devono essere posti in maggiore risalto rispetto alla descrizione o al nome del prodotto e quindi devono comparire con colore, dimensioni e tipo di caratteri identici a quelli degli altri ingredienti non biologici.

 

per informazioni in merito: sviluppo@suoloesalute.it

Il biologico invade l’Emilia-Romagna: è la prima regione per numero di imprese di trasformazione

Il bio invade l’Emilia Romagna. Questo quanto emerso dagli ultimi dati snocciolati da Simona Caselli, assessore regionale all’Agricoltura, durante il Salone internazionale del Biologico che si è tenuto dal 12 al 15 settembre a Bologna.

Complice un mercato in crescita dal 2006 e una maggiore attenzione da parte dei consumatori alla qualità degli alimenti consumati, sono sempre di più gli agricoltori che decidono di convertire le proprie aziende in realtà biologiche.

Così, nel giro di pochi anni, l’Emilia-Romagna si è trovata a essere la prima regione per numero di imprese di trasformazione e/o vendita di prodotti biologici: delle 3.876 imprese biologiche dell’Emilia-Romagna, ben 867 sono di trasformazione, una porzione che rappresenta il 4,1% delle aziende emiliano-romagnole che operano su 85.000 ettari, pari all’8% della superficie coltivata regionale. La Regione si aggiudica invece il quinto posto per quantità di imprese agricole dedite a questo genere di produzione.

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Durante la presentazione, Caselli ha spiegato che si tratta di un settore, quello della trasformazione, cui la Regione guarda con interesse e su cui si vuol investire dato che “se ci sono imprese di trasformazione si favorisce la creazione di una filiera“.

Lo sanno bene i diversi protagonisti del settore che hanno partecipato al SANA: produttori locali che fanno biologico da anni e oggi sono diventati colossi del settore, ma anche aziende piccole che hanno iniziato da poco, introducendosi all’interno di un mercato che sembra non sentire la crisi. Sebbene, infatti, i consumi alimentari italiani si siano ridotti dello 0,2%, il consumo del biologico non si è invece arrestato, tanto che il valore della sua spesa è cresciuto in Italia dell’11%. Mentre in regione, rispetto al 2013, la produzione lorda vendibile è aumentata del 14%.

E chi decide di passare al biologico può ricorrere ai diversi incentivi messi a disposizione per il settore. Secondo i dati di marzo 2015 diffusi dalla Regione, infatti, circa il 30% dei contributi concessi dal Programma di sviluppo rurale dell’Emilia-Romagna 2007-2013 sono andati ad imprese biologiche per un totale di 268 milioni assegnati alle sole aziende agricole.

Come spiega Caselli: “Nel nuovo piano prevediamo altri 100 milioni da destinare a chi fa bio ma sarebbe bello riuscire a fare ancora di più, come raddoppiare la superficie dedicata al settore, anche se siamo già la prima regione con più ettari destinati a questo tipo di produzione“.

Per poter sostenere questo mercato in crescita però, spiega l’assessore, è necessario attuare una semplificazione normativa del settore: “Come Emilia-Romagna stiamo cercando di proporre una certificazione di qualità dei prodotti di gruppo per le imprese più piccole, coprendone i costi per cinque anni. Resta inoltre la necessità di riorganizzare l’intera filiera, dalla produzione primaria fino al rapporto con la distribuzione e i consumatori“.

Fonti:

http://www.ansa.it/emiliaromagna/notizie/madeiner/2015/09/08/e-r-prima-per-aziende-bio-trasformazione_87da121a-4cf9-4f3c-ae7b-117bba870e38.html

http://corrieredibologna.corriere.it/bologna/notizie/economia/2015/22-settembre-2015/biologico-boom-regione-2301953734341.shtml