Suolo e Salute

Mese: Aprile 2017

Fs 17: scoperta una nuova cultivar di olivo resistente a Xylella

La soluzione contro la Xylella Fastidiosa c’è e si chiama FS 17. I ricercatori del Cnr hanno individuato una nuova cultivar di olivo tollerante al batterio. Una nuova speranza, ma con qualche riserva.

L’epidemia che ha messo in ginocchio la Puglia

L’epidemia di Xylella fastidiosa, in atto da qualche anno, ha assestato un duro colpo al settore oleario pugliese. Secondo Coldiretti, l’annata 2016 ha registrato un calo del 28% della produzione di olive da olio nella provincia di Lecce. Il numero di frantoi per la produzione di olio extravergine è passato da 400 a 319 unità. E le stime per la prossima annata non sono delle più rosee. Numeri importanti, considerato il peso che il settore ha per la Regione: l’olio è il terzo prodotto pugliese più esportato, le imprese olivicole sono 270mila, il 22% del totale.

Secondo recenti stime, il batterio avrebbe causato alla regione un danno di oltre un miliardo di euro.

In questo contesto si inserisce uno studio portato avanti dai ricercatori dell’Istituto per la protezione sostenibile delle piante del Consiglio nazionale delle ricerche (Ipsp-Cnr), condotto assieme all’Università di Bari e al Centro di ricerca Basile Caramia. I risultati danno un po’ di speranza agli operatori di settore.

FS 17, la cultivar che potrebbe sconfiggere Xylella

Nei giorni scorsi, i ricercatori hanno reso nota l’esistenza di una speciale cultivar, la FS 17, nota all’estero anche come “Favolosa”, capace di resistere al batterio.

Si tratta di una selezione di semenzali della cv Frantoio ottenuta dal professor Giuseppe Fontanazza e brevettata dall’Istituto per i sistemi agricoli e forestali del Mediterraneo del Cnr (Isafom-Cnr).

A giugno dello scorso anno, lo stesso team di ricerca aveva scoperto un’altra cultivar resistente a Xylella: Leccino.

Secondo il presidente del Cnr Massimo Inguscio, quest’ultimo risultato ottenuto dagli studiosi «rafforza le speranze di salvare l’olivicoltura, ora gravemente minacciata, nelle aree interessate dal batterio, ed è l’ulteriore dimostrazione del contributo che il Cnr, impegnato in prima linea sin dalla prima identificazione del patogeno, sta dando alla ricerca di soluzioni concrete e di grande impatto sull’economia, sull’occupazione, e sulla salvaguardia del territorio».

Come spiega ad AgronotizieFrancesco Loreto, direttore del Dipartimento di Scienze bio-agroalimentari del Cnr, più che di resistenza, nel caso dell’FS 17 si deve parlare di tolleranza al batterio.

Xylella, infatti, riesce ad attaccare la pianta, ma non ne determina la morte. La soluzione potrebbe essere, quindi, piantare questa nuova cultivar tollerante al batterio o, se possibile, innestarla sulle piante già esistenti. Quest’ultimapossibilità è attualmente al vaglio dei ricercatori.

Le polemiche sui prezzi della cultivar FS 17

«L’apertura dell’UE al reimpianto che speriamo divenga a breve una decisione definitiva dopo il rapporto dell’EFSA sta aprendo scenari speculativi che vanno immediatamente stroncati. La possibilità di reimpiantare la varietà FS-17 sta facendo schizzare i prezzi delle piantine, oggi vendute in regime di monopolio. Piantine di 12 mesi e altezza di 0,80 cm, usualmente vendute a 2 euro, stanno registrando prezzi da capogiro fino a euro 3,60+IVA a pianta». Questa la denuncia del Presidente di UNAPROL, David Granieri, durante il suo sopralluogo a Lecce su un campo sperimentale.

Denuncia confermata anche dal Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti: «È intollerabile che in un momento di grande difficoltà per gli olivicoltori ci sia chi voglia speculare, promuovendo contratti di fornitura di piante FS-17, addirittura con liste di prenotazione. Stiamo raccogliendo le denunce delle nostre imprese per procedere ad una segnalazione alle autorità competenti».

Secondo Francesco Loreto, invece, le accuse sarebbero prive di fondamento: «Abbiamo contattato i vivai che hanno in licenza dal Cnr la cultivar FS 17. In questo momento ci sono 200mila piantine pronte per essere vendute. Sono prive di fondamento dunque le polemiche apparse su alcuni media sulla scarsità di piante o sull’aumento dei prezzi».

Fonti:

http://agronotizie.imagelinenetwork.com/vivaismo-e-sementi/2017/04/26/xylella-scoperta-una-nuova-cultuvar-di-olivo-tollerante/53790

http://www.adnkronos.com/soldi/economia/2017/04/18/xylella-olivo-favoloso-resiste-batterio_vuicXKSwJVCVD2C184GW6L.html?refresh_ce

http://www.puglia.coldiretti.it/promozione.aspx?KeyPub=GP_CD_PUGLIA_HOME%7CCD_PUGLIA_HOME&Cod_Oggetto=104190425&subskintype=Detail

 

6 maggio, Festa del biologico: tutti gli incontri e le iniziative a Milano

Il 6 maggio 2017, a Milano, va in scena la Festa del biologico. Piazza Duomo ospiterà incontri con esperti, progetti di coinvolgimento per giovani e tante altre iniziative formative.

Un’occasione per incontrarsi e confrontarsi su tematiche che partono dal rispetto dell’ambiente e dalla tutela della salute.

Festa del biologico: l’iniziativa

Produttori, aziende, protagonisti del settore bio italiano avranno la possibilità di parlare, all’Italia innanzitutto, e al Mondo, di un’altra forma di agricoltura, quella che permette all’umanità di nutrirsi, rispettando l’ambiente, la biodiversità e il territorio.

 La Festa del Biologico si inserisce all’interno di WEEK&FOOD, la settimana del food di Milano che si svolge parallelamente a TUTTOFOOD.

L’evento è organizzato da FederBio ed è aperto a produttori, aziende, consumatori, giornalisti, blogger, millennials, studenti, bambini, adulti e chiunque sia interessato a conoscere ilmondo bio da vicino.

L’intento di FederBio è di offrire ai partecipanti uno spazio aperto di confronto sperimentazione e arricchimento tra soggetti pubblici, privati e cittadini.

 Gli appuntamenti

Tante le iniziative messe in campo. A partire dai TALK, che si terranno a Palazzo Giureconsulti in via dei Mercanti dalle ore 10:15.

I momenti di confronto saranno 4, così suddivisi:

  • Il biologico Made in Italy. Un successo mondiale. Il talk, il primo della giornata, tratterà dei prodotti bio fiore all’occhiello del nostro Paese. Si analizzeranno allo stesso tempo le motivazioni del successo del settore, delineandone le opportunità;
  • Bio e comunicazione. Previsto per le 12:15, durante l’incontro sarà presentato il Project “PARLOCONBIO” in collaborazione con Economia e Gestione della Comunicazione Pubblicitaria, LiMed, e i corsi UCSC International, Università Cattolica del Sacro Cuore, con il coinvolgimento di 20 gruppi di millennials;
  • Nutrizione e benessere. Sono quello che mangio. Il pomeriggio, alle 14:45, è previsto invece un talk in cui verrà trattata la nutrizione per tutte le età. Nutrizionisti ed esperti spiegheranno perché scegliere bio per stare bene;
  • Agricoltura biologica: senza pesticidi per la salute dell’ambiente. Il ciclo di Talk si concluderà alle 16:15 con un dibattito sui pesticidi e sui loro rischi per la salute.

Festa del biologico: le aree espositive

Accanto alle iniziative di approfondimento, in via Mercanti, le aziende biologiche avranno la possibilità di esporre i loro prodotti e far conoscere la propria storia e le proprie attività.

BIO-DESIGN: UN’INSTALLAZIONE PER MILANO – Durante la Festa del Biologico sarà inaugurata un’installazione realizzata da giovani architetti laureatisi al Politecnico di Milano con materiali recuperati da aziende bio. L’opera rappresenterà il mondo biologico in movimento e in interazione con tutti noi. Un gioco di specchi e materiali di recupero.

Per i Millennials

Le giovani generazioni saranno coinvolte attraverso il contest #Vivoilbio. L’iniziativa ha l’obiettivo di spingere i giovani nella produzione di video, audio, foto inerenti l’agricoltura biologica. I 10 video migliori scelti da una giuria di 10 giornalisti, saranno proiettati durante la FESTA DEL BIO.

Per i bambini e le famiglie

Per i più piccoli, tante iniziative, giochi, attività volte a scoprire il bio.

Fonti:

http://www.feder.bio/comunicati-stampa.php?nid=1151

http://www.feder.bio/Festa_del_Bio_BIODESIGN.php

http://www.feder.bio/FestadelBio.php

Bayer e Monsanto: le preoccupazioni del mondo bio. Tavola rotonda a Colonia per protestare contro la fusione

Il 27 aprile, presso l’Università di Colonia, si terrà una tavola rotonda per fare il punto sulla fusione tra Bayer e Monsanto. L’iniziativa è un atto di protesta contro la fusione delle due società.

IFOAM – Organics International, Navdanya Foundation and Coordination against BAYER Dangers, ASTA of the University of Cologne hanno organizzato, insieme, una serie di attività per mostrare disappunto e preoccupazioneper la fusione tra Bayer e Monsanto. Le iniziative si svolgeranno nella stessa settimana in cui si svolgerà la prima assemblea degli azionisti della multinazionale, fissata per il 28 aprile a Bonn, in Germania.

Gli ospiti della tavola rotonda contro Bayer e Monsanto

L’evento vedrà la partecipazione di esperti internazionali che illustreranno gli effetti catastrofici del connubio tra le due società. Ecco un primo elenco delle personalità di rilievo che prenderanno parte alla tavola rotonda.

Miguel Lovera, scienziato esperto in biodiversità e propagazione delle piante, responsabile dell’Ufficio di protezione delle Piante e dei Semi durante il governo di Fernando Lugo, in Paraguay, condividerà la sua opinione di come il connubio Bayer e Monsanto potrebbe influenzare l’America Latina. Lovera è stato anche uno dei testimoni più importanti intervenuti durante il Tribunale Monsanto.

Nnimmo Bassey, vincitore del Right Livelihood Award (Premio al corretto sostentamento) o comunemente definito “Il premio Nobel alternativo” è uno degli ambasciatori del Tribunale Monsanto, da sempre attivo nella battaglia per un mondo libero da OGM.

Andre Leu, presidente IFOAM – Organics International è un pioniere e un agricoltore bio attivo in Australia. Per anni ha combattuto contro il monopolio delle aziende di agro-chimica. Durante la tavola rotonda esporrà le sue motivazioni contro le strutture monopolistiche del settore agricolo, messo sotto pressione dai poteri forti delle sementi, dei fertilizzanti e dei prodotti fitosanitari. Strutture che rendono difficile dare una risposta concreta alla fame, alla povertà e ai cambiamenti climatici.

Johannes Remmel, ministro per la protezione climatica della Renania Settentrionale-Vestfalia, è uno dei personaggi più attesi dell’evento. Lui, tra gli altri, valuterà politicamente il progetto di acquisizione della Monsanto.

Axel Köhler-Schnura, portavoce per il Coordinamento contro i pericoli derivanti dalla Bayer, che interverràsui numerosi reati societari commessi da Bayer e non solo.

Marie Bauer, dal Sindacato ambientale di Colonia, rappresenterà i giovani, evidenziando la necessità di una collaborazione tra i lavoratori e i movimenti ambientalisti, che dovrebbero condividere questa battaglia.

L’evento, infine, sarà moderato da Bernward Geier, Consigliere di Amministrazione presso Navdanya International Foundation e Ambasciatore di IFOAM – Organics International. La tavola rotonda è sostenuta dalla Fondazione Heinrich Böll, dalla Rosa Luxemburg Foundation e sponsorizzato da Rapunzel.

Fonte:

https://www.ifoam.bio/en/news/2017/04/24/bayer-monsanto-keep-your-fingers-our-food

Appello a Juncker dalle associazioni ambientaliste: “Stop al Mais OGM, rispetti la democrazia”

Mais OGM: associazioni ambientaliste e ong del mondo bio si sono riunite per inviare una lettera indirizzata al Presidente della Commissione Europea, Jean-Claude Juncker.

Nella missiva, le organizzazioni invitano l’esponente politico lussemburghese a ritirare alcune proposte di autorizzazione di mais OGM. Sia gli Stati Membri che l’Europarlamento si sono infatti espressi a sfavore dell’autorizzazione. Se la Commissione dovesse comunque procedere con il consenso, saremmo di fronte a una grave violazione dei principi democratici, sostengono.

Due voti europei per dire stop agli OGM

I firmatari hanno ricordato a Juncker il voto del 27 marzo scorso. In quell’occasione, gli Stati Membri dell’Ue avevano espresso parere negativo all’autorizzazione di due nuove varietà di mais geneticamente modificato, la Bt11 e la 1507, così come sul rinnovo di una concessione precedentemente garantita per la MON810.

Successivamente, su Bt11, 1507 e altre 3 tipologie di prodotti OGM (59122, MIR604 e GA21) si erano espressi sfavorevolmente anche gli eurodeputati, con una risoluzione, approvata a maggioranza.

Per assicurareil rispetto delle due votazioni, espressione delle istituzioni elette democraticamente dai rispettivi Paesi membri, le associazioni ambientaliste europee hanno quindi redatto una lettera aperta destinata a Juncker.

L’appello a Juncker: “Ritiri le proposte sugli OGM”

Sono 6 le sigle che hanno deciso di firmare l’appello al presidente della Commissione UE: Ifoam, Friends of the Earth Europe, Greenpeace, SafeFoodAdvocacy Europe, Slow Food e Testbiotech. La richiesta principale? Il ritiro delle proposte di approvazione da parte della Commissione per le varietà di mais OGM Bt11, 1507 e MON810.

«I risultati del voto del 27 marzo mostrano che buona parte degli stati membri dell’Unione si oppongono all’autorizzazione della coltivazione» dei 3 prodotti, scrivono le sigle ambientaliste nella missiva. «Anche se non è stata raggiunta una maggioranza qualificata [16 su 28 voti contrari nella votazione su Bt11 e 1507; 14 su 28, con 6 astensioni, sono stati sfavorevoli al rinnovo del MON810, ndr], gli Stati non hanno conferito alla Commissione un mandato chiaro per autorizzare questi Organismi Geneticamente Modificati. Se la Commissione dovesse autorizzarli, imporrebbe una decisione che va contro la maggioranza degli Stati Membri dell’Ue. Una scelta che contrasterebbe con i suoi sforzi di rendere l’Europa più democratica. Dimostrando quindi disprezzo per i principi democratici».

IFOAM, in particolare, con un comunicato sottolinea la «mancanza di un background politico, legale e scientifico dietro le proposte» di autorizzazione. Invitando ulteriormente Juncker a desistere, la federazione ricorda che «la coltivazione di OGM eleva il rischio di contaminazione dei raccolti biologici, incrementando i costi per agricoltori e addetti alla trasformazione che vogliono commercializzare prodotti OGM-free».

FONTI:

http://www.ifoam-eu.org/

http://www.ifoam-eu.org/

http://www.suoloesalute.it/

Testo Unico sul biologico a un passo dall’approvazione


Martedì 18 aprile, il Testo Unico sul biologico è arrivato nell’Aula di Montecitorio. Il provvedimento era stato approvato dalla Commissione Agricoltura della Camera il 16 marzo scorso.

Il testo, che prende il nome di “Disposizioni per lo sviluppo e la competitività della produzione agricola e agroalimentare con metodo biologico”, propone norme innovative finalizzate a supportare un settore che ha superato nel 2016 i 4,8 miliardi di euro, di cui 1,6 legati all’export. Numeri importanti, ma comunque attualmente inferiori ai mercati di Francia e Germania.

Cosa prevede il Testo Unico

«Con questa legge, che riconosce il valore economico e sociale del settore prevedendo incentivi per le organizzazioni interprofessionali e le intese di filiera vogliamo portare il mercato nazionale del biologico ai livelli di Germania e Francia». Ha spiegato il deputato Pd Massimo Fiorio, primo firmatario della proposta di legge.

Tra le novità più importanti introdotte dal Testo Unico, il riordino degli strumenti di governance amministrativa, attraverso un Tavolo tecnico finanziato dal Fondo per lo sviluppo dell’agricoltura biologica; l’incremento della ricerca nel settore; l’attuazione di misure che incentivino la conversione delle aziende al biologico e l’avvio di campagne educative; l’istituzione di distretti biologici e un disciplinare per le organizzazioni di produttori e interprofessionali.

«Il provvedimento, per il quale ringrazio il Governo per la collaborazione, è un altro tassello del Parlamento nell’opera di riforma del nostro sistema agroalimentare. Penso alla legge sulla biodiversità agraria, sull’agricoltura sociale, sul contrasto ai fenomeni del caporalato, sugli sprechi alimentari, sul testo unico sul vino, e i numerosi interventi di carattere fiscale e organizzativo». Questo l’intervento in aula di Nicodemo Oliverio, capogruppo Pd in commissione Agricoltura, durante l’esame della pdl sull’agricoltura e l’agroalimentare biologico.

Bio sempre più forte in Italia

L’esame del Testo Unificato è iniziato nel 2013. La speranza è che, a breve, l’Italia possa finalmente avere un provvedimento organico in grado di disciplinare e sostenere un settore in continua crescita.

Gli operatori presenti nel nostro Paese sono 59.959 (dati SINAB 2015). La superficie coltivata con metodo biologico occupa 1.492.579 ettari, più del 7,5% dell’anno precedente. Sono invece oltre 104.000 gli ettari convertiti. In percentuale sul totale della superficie coltivata in Italia, il biologico arriva quindi ad interessare il 12% della SAU nazionale (ISTAT SPA 2013), dato che cresce, rispetto allo scorso anno, quasi di un punto percentuale. Infine, le vendite del settore (dati Ismea-Nielsel) sono aumentate del 20% rispetto al 2014.

Fonti:

http://www.informatoreagrario.it/ita/News/scheda.asp?ID=3293

http://www.agi.it/economia/2017/04/18/news/agricoltura_bio_oliverio_pd_non_e_nicchia_bene_provvedimento-1694233/

http://www.sinab.it/sites/default/files/share/ANTICIPAZIONI%20SINAB%202015_01%208def_0.pdf

http://www.ansa.it/canale_terraegusto/notizie/mondo_agricolo/2017/03/16/agricoltura-comagri-approva-testo-unico-su-biologico_5752f6c8-93b5-4feb-ad9e-230927bf2efc.html

Vino biologico sempre più apprezzato dai consumatori italiani

Il vino biologico sarebbe più buono di quello realizzato con tecniche di coltivazione tradizionali.

È questo quanto emerso dal corso del convegno “Il successo del vino biologico in Europa e nel mondo” tenuto da Federbio in occasione di Vinitalybio.

La certificazione biologica, quindi, sarebbe collegata a un incremento significativo della qualità.

Vino biologico interprete autentico del terroir

La superiorità qualitativa del vino biologico sarebbe emersa grazie all’analisi di oltre 74 mila rating di vini di diverse vendemmie, varietà e regioni di produzione, pubblicati da the Wine Advocate, Wine Enthusiast e Wine Spectator.

Il perché è stato spiegato durante il convegno negli interventi tecnici di Enzo Mescalchin della Fondazione Mach di San Michele all’Adige e di Leonardo Valenti dell’università di Milano. Dati a conferma delle ricerche effettuate dall’Università della California e di Bordeaux.

All’interno di un vigneto coltivato senza l’ausilio di pesticidi chimici, i microrganismi aumentano di vigore. Il mancato uso di fertilizzanti comporta anche un contenimento della resa e un conseguente profilo organolettico migliore. Le uve che crescono in contesti del genere rappresentano così le interpreti più autentiche del terroir.

Trend in crescita

Sono sempre di più i produttori vitivinicoli che scelgono di abbracciare il biologico. Un trend che ha portato a una crescita a tre cifre del settore: +295% in Europa e +280% nel mondo, nel periodo compreso tra il 2004 e il 2015 (analisi Wine Monitor Nomisma su dati FIBL).

A detenere il primato come maggiore superficie (293mila ettari) vitata bio nel mondo è l’Europa, con l’88% della superficie globale. Primato europeo anche per l’incidenza delle coltivazioni bio sul totale: nel 2015 hanno superato il 7% (mentre la quota mondiale si fermava al 5%).

Primo tra tutti i Paesi per incidenza sul totale della vite coltivata con tecniche bio è l’Italia, con l’11,9%. Seguono l’Austria, con l’11,7%, e la Spagna, con il 10,2%.

«Nel nostro Paese da 52mila ettari nel 2010, si è raggiunta quota 83mila ettari nel 2015 sui 332.000 totali a livello mondiale, e si prevede di superare la soglia dei 90 mila per il 2016. In Sicilia gli ettari sono oltre 32.000, in Toscana sono 11.500, quasi 11mila in Puglia, più di 4mila nelle Marche e nel Veneto e più di 3.500 in Abruzzo: non c’è una denominazione d’origine per la quale non ci sia un’offerta di vino biologico da parte di qualcuna delle 1.500 cantine». Spiega Paolo Carnemolla, presidente Federbio.

Tra le regioni italiane con una conversione maggiore troviamo la Lombardia. Qui, le superfici destinate a vino biologico sono salite a 2.570 ettari, quasi tre volte in più il numero di 10 anni fa.

Vendite del settore e preferenze dei consumatori

Rispetto al 2015, le vendite di vino biologico hanno registrato una crescita del 53%. Decisamente meglio rispetto a un contenuto +1% delle vendite di vino in generale. I mercati più forti ed esigenti si confermano quelli esteri.

Secondo l’indagine Nomisma –ICE, il 25% della popolazione compresa tra i 18 e i 65 anni (circa 12 milioni di persone) ha avuto almeno un’occasione di consumare vino biologico nell’ultimo anno.

Ma cosa scelgono i consumatori?

Le preferenze vanno per il 69% al vino bio venduto in GDO. Il comparto ha fatto registrare una crescita del 42% rispetto al 2015. A registrare il margine di crescita maggiore sono i vini bianchi (+93%) e i vini spumanti e frizzanti (+162%).

I vini più apprezzati sono il Montepulciano d’Abruzzo, seguito dal Nero d’Avola e dalle diverse tipologie di Chianti.

Naturalità (24%), salubrità (20%) e qualità (17%) sono le tre proprietà distintive che i consumatori associano al vino biologico e per le quali sono disposti a pagare di più.

I mercati che offrono maggiori prospettive di crescita per il nostro Paese sono Germania e Regno Unito. Il 42% dei consumatori inglesi e il 40% di quelli tedeschi considerano il vino biologico italiano mediamente superiore rispetto a quello di altri Paesi.

Fonti:

http://www.feder.bio/comunicati-stampa.php?nid=1148

http://www.ilvelino.it/it/article/2017/04/10/vino-1-su-4-consuma-vino-bio–1-mln-user-rispetto-al-2015/582c572a-e236-407d-9f71-cea29179bfc7/

https://www.politicheagricole.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/11188

http://www.meteoweb.eu/2017/04/vino-il-biologico-allunga-il-passo-la-lombardia-triplica-i-vigneti/884535/