La Germania punta tutto sul bio: presto SAU dedicata al 20%
Il ministro dell’Agricoltura nel governo di tedesco, ritiene che la SAU (Superficie Agricola Utilizzata) in regime biologico debba arrivare nei prossimi anni almeno al 20%.
Christian Schimdt ha le idee molto chiare sulla direzione da imprimere al mondo agricolo tedesco. Per rispondere alle esigenze di un mercato in crescita e alle esigenze dei consumatori, sempre più attenti alla qualità e alla salubrità di ciò che mangiano.
Biologico agroalimentare: cresce la richiesta dei consumatori
Il 24 settembre si terranno in Germania le elezioni per il rinnovo dei 630 seggi del Parlamento federale. Durante la campagna elettorale in corso, si discuterà delle politiche da attuare da qui ai prossimi 5 anni di legislatura. Anche la direzione da imprimere al comparto agricolo sarà oggetto di dibattito.
L’attuale ministro dell’Agricoltura, Christian Scmidt della CSU (Unione Cristiano Sociale in Baviera), ha le idee molto chiare sul futuro del settore: la direzione giusta è il biologico.
«Èda diverso tempo ormai che i prodotti biologici stanno avendo successo anche al di fuori della propria nicchia di consumatori di riferimento», spiega in un’intervista Schmidt. «Lo scorso anno, le vendite di prodotti bio in Germania sono arrivate a 10 miliardi di euro. Un aumento di quasi il 10% rispetto all’anno precedente».
Da qui la necessità di dare un’ulteriore spinta al settore, attraverso investimenti ad hoc. Secondo un recente sondaggio, il 25% dei consumatori tedeschi ha già scelto o è interessato a scegliere un prodotto biologico del settore agroalimentare.
SAU biologica al 20%: l’obiettivo
Un trend che, però, secondo il Ministro non sarebbe sufficientemente perseguito dai coltivatori locali.
«Al momentola SAU in regime biologico è intorno al 6-7%, ma sono convinto che l’obiettivo del 20% sia utile e a portata di mano. Un obiettivo che introdurrò nella mia futura strategia per l’agricoltura bio».
Attualmente, spiega Schimdt, il mercato è alimentato dalle importazioni. «Una necessità per soddisfare la domanda interna». L’idea però è di arrivare, se non a coprire interamente, quantomeno a incrementare la quota di prodotti destinati al mercato interno: «Non succederà nel giro di poco tempo, ovviamente. Anche perché altrimenti sarebbe difficile mantenere la qualità dei prodotti. Realisticamente, credo si possa ipotizzare un periodo di transizione di circa 10/15 anni».
La conversione al modello di produzione deve avere impulso innanzitutto nelle scelte degli operatori di settore:
«L’obiettivo del 20% di SAU agricola coltivata a biologico è raggiungibilese gli agricoltori decidono di convertire i propri terreni. Su questo non si può legiferare, ma si possono applicare azioni di incoraggiamento», conclude Schmidt.
FONTE: