Suolo e Salute

Mese: Giugno 2017

Irrigazione: il Mipaaf stanzia 92 milioni di euro per modernizzare le infrastrutture

Il Ministero delle politiche agricole e forestali (Mipaaf) ha annunciato una serie di interventi sulle infrastrutture di irrigazione nazionali. Si tratta di 6 linee di intervento, che riguarderanno un investimento complessivo da 92 milioni di euro. Previsti stanziamenti anche per difesa del suolo, dissesto idrogeologico e bonifiche. I cantieri potrebbero partire già dal 2017. Ecco tutti i dettagli.

Irrigazione: più di 100 milioni per infrastrutture strategiche

Nell’ambito del decreto che ripartisce il Fondo istituito per assicurare il finanziamento degli investimenti e lo sviluppo infrastrutturale del Paese, al Mipaaf sono stati assegnati 107,65 milioni di euro complessivi. Il provvedimento deve ancora ricevere il parere positivo delle Commissioni parlamentari competenti. Un parere che arriverà entro la metà del prossimo mese.

Il Ministro per le Politiche Agricole, Maurizio Martina, ha già dichiarato come intende investire i fondi previsti. Sono due le linee di intervento principali. 92 milioni di euro riguarderanno le infrastrutture idriche, per sostenere le produzioni agricole. I restanti 15 milioni di euro saranno invece destinati a difesa del suolo, dissesto idrogeologico, risanamento ambientale e bonifiche.

Una volta approvato definitivamente il decreto, i cantieri potranno partire già entro la fine di quest’anno.

Con gli interventi previsti”, ha dichiarato Martina,“possiamo raggiungere due obiettivi fondamentali come il sostegno alle produzioni agricole e la messa in sicurezza dei territori interessati. Andiamo a intervenire anche su bacini dove in questi anni si sono verificate alluvioni o inefficienze di gestione. Le opere che abbiamo previsto sono strategiche, infatti, perché garantiscono una maggiore efficienza delle reti irrigue e un minore spreco d’acqua per le nostre produzioni alimentari. Sono felice che il Governo abbia confermato ancora una volta l’attenzione al settore primario, inserendo questi interventi nell’ampia strategia di sviluppo delle infrastrutture del Paese“.

Interventi per l’irrigazione e difesa del suolo: le 6 opere previste

Al momento, le opere che rientrano nel piano sono sei:

  • Consolidamento dell’argine del fiume Ombrone, nei pressi di Grosseto
  • Efficientamento del Sistema del Montegoglio, che riguarda Umbria e Toscana
  • Sistemazione idraulica, nel Gargano, del torrente Mattinatella
  • Regimazione, con relativa messa in sicurezza in agro del comune di Trebisacce in provincia di Cosenza, del torrente Fosso Fiorentino
  • Sistemazione idro-geologica degli argini del Valloncello, torrente che bagna il comune di Amendolara, in provincia di Cosenza
  • Ristrutturazione della Rilevata Dora del canale Cavour

In particolare, Martina pone l’attenzione sull’ultimo intervento, riguardante il canale Cavour. Un’opera del 1866 che il ministro definisce “colossale e che rappresenta ancora oggi un capolavoro di ingegneria che consente alle nostre produzioni, in particolare risicole, di esistere”.

Impianti di irrigazione: è allarme siccità in Italia

Quello delle infrastrutture idriche è un nodo essenziale per la filiera agroalimentare italiana. Proprio in questi giorni, a causa del forte caldo che ha colpito la penisola nel mese di giugno, da più fronti si richiama l’attenzione sull’allarme siccità.

Un esempio? Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia Romagna, ha chiesto al Governo di dichiarare lo stato di emergenza nazionale a causa del deficit idrico. La situazione è al limite in molte regioni.

In Veneto, gli invasi montani sono a una capacità del 20-22%; in Toscana, nel grossetano, sono stati appena 50 i millimetri di pioggia caduti dal primo dicembre ad oggi; nel Lazio, il 2017 è stato l’anno con meno precipitazioni dal 2009.

FONTI:

https://www.politicheagricole.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/11383

http://www.informatoreagrario.it/ita/News/scheda.asp?ID=3373

EFA: ribadito il no UE ai pesticidi nelle aree di interesse ecologico

Il 14 giugno, il Parlamento Europeo ha ‘rinnovato’ il divieto di utilizzo di pesticidi nelle cosiddette aree EFA. Anche se, tecnicamente, si tratta di un risultato a metà: gli europarlamentari, infatti, hanno votato a favore dell’impiego di fitofarmaci, ma non è stato raggiunto il quorum necessario per l’approvazione. Le Ecological focus area (EFA), aree di interesse ecologico, sono particolari aree previste nelle aziende agricole, con un focus specifico sul mantenimento della biodiversità.

Per Maria Grazia Mammuccini, portavoce della Coalizione #StopGlifosato, si tratta di un “risultato in chiaroscuro”.

Pesticidi nelle EFA: la proposta della Commissione

Come abbiamo accennato, le EFA sono delle aree specifiche che hanno l’obiettivo di “salvaguardare e migliorare la biodiversità naturale nelle aziende agricole. Le aziende con una superficie agricola superiore a 15 ettari hanno l’obbligo di stabilirne una sul 5% dei terreni a seminativo.

In Italia, tale obbligo riguarda appena il 5% delle imprese del settore. Questo perché la dimensione media delle aziende nostrane è pari a 8 ettari.

In queste aree speciali, vige il divieto di utilizzo di pesticidi. La Commissione Agricoltura ha, il 30 maggio scorso, dato parere favorevole per l’utilizzo di fitofarmaci nelle EFA. Un voto che avrebbe potuto minacciare lo scopo stesso delle aree in questione.

Il 14 giugno, però, il Parlamento Europeo non ha confermato il parere della Commissione. Non tanto perché i rappresentanti dei Paesi membri abbiano votato no alla proposta. Quanto perché non è stato raggiunto il quorum necessario per cancellare il divieto.

Se vorranno accedere ai cosiddetti“pagamenti ecologici” (anche noto come greening), che rientrano nel primo pilastro della PAC, gli agricoltori dovranno quindi continuare a non usare prodotti chimici nelle aree di interesse ecologico.

Stop ai pesticidi nelle EFA: una vittoria a metà

Il risultato è stato commentato favorevolmente, ma con riserva, dalle associazioni che difendono natura e ambiente, contrastando l’impiego di agrofarmaci in agricoltura.

Maria Grazia Mammuccini portavoce della Coalizione #StopGlifosato, che raccoglie 45 associazioni impegnate nella battaglia contro l’erbicida più diffuso al mondo, parla di “un risultato in chiaroscuro”:

«Abbiamo portato a casa il risultato di sottrarre una parte della superficie agricola alla diffusione incontrollata di veleni nei campi. Ma il voto di oggi ha anche rappresentato un segnale di disinteresse per la salute dei cittadini e la tutela dell’ambiente da parte del Parlamento Europeo».

Mammuccini sottolinea che “dall’Europa continuiamo ad aspettarci di più”. E prosegue ricordando che tra poco “si deciderà del rinnovo o meno dell’autorizzazione del glifosato”:

«Gli organismi scientifici sono divisi sulla cancerogenicità, ma non sulla sua dannosità per la salute umana e quella ambientale. Gli interessi della Monsanto – continua Mammuccini – sono molto forti, come abbiamo visto anche nelle istruttorie degli studi sul glifosato».

La portavoce invita quindi tutti a firmare la petizione ICE (Iniziativa dei Cittadini Europei) per vietare definitivamente l’uso del diserbante nel continente. Una petizione che ha raggiunto, il 15 giugno, un milione di sottoscrittori e che si chiuderà alla fine di questo mese.

Serve un ultimo sforzo: i cittadini hanno la possibilità di dire la loro e possono utilizzarla”, conclude Mammuccini.

FONTI:

http://www.feder.bio/comunicati-stampa.php?nid=1184

http://www.feder.bio/comunicati-stampa.php?nid=1186

http://www.wwf.eu/?302650/WWF-applauds-EU-Parliaments-vote-on-pesticide-ban-for-Ecological-Focus-Areas

Sana, la crescita non si ferma

Da venerdì 8 a lunedì 11 settembre 2017 tornerà SANA, la fiera italiana di riferimento per il mondo del biologico e del naturale.

Tante le novità della prossima edizione, dal più ampio layout alla riorganizzazione del settore Green Lifestyle che si presenterà in una formula arricchita di sette sotto-categorie espositive. Confermati gli appuntamenti divenuti ormai tradizionali come SANA Novità, SANA Academy, SANA Shop e il VeganFest. L’edizione 2016 di SANA ha registrato 47.221 visitatori, 833 aziende, 50.000 mq di rassegna espositiva, più di 60 tra eventi e workshop (con 4.800 partecipanti) e 2.300 incontri con buyer provenienti da 27 Paesi.

Numeri che testimoniano la grande crescita del settore che non accenna a rallentare e, con esso, del SANA, da anni piattaforma espositiva di riferimento per operatori e appassionati del biologico e del naturale in tutte le sue declinazioni. Fra le novità di quest’anno da segnalare il nuovo, più funzionale e ampio layout. Ai padiglioni 25 e 26, riservati all’Alimentazione biologica, si aggiungeranno infatti due padiglioni – 21 e 22 – che ospiteranno il settore Cura del corpo naturale e bio, in crescita in termini di presenze di aziende del settore.

Il padiglione 16, con ingresso Nord dedicato, sarà destinato al Green lifestyle, con l’introduzione di specifiche sotto-categorie espositive per meglio declinarne l’offerta: Home&Office con soluzioni green per la casa e l’ambiente di lavoro; Mom&Kids con prodotti ecologici e naturali per la crescita, il gioco, la cura e l’abbigliamento di neonati, bambini e mamme; Mobility con veicoli ibridi, elettrici e novità sulla mobilità sostenibile; Clothing&Textiles con abiti, calzature e accessori eco-friendly; Pet&Garden con prodotti e servizi naturali ed ecocompatibili per la cura di animali domestici, giardini, terrazzi, piante e piscine private; Hobby&Sport con soluzioni per il tempo libero, lo sport e i passatempi in chiave green; Travel&Wellness con offerte di viaggio, soggiorno e trattamenti per il benessere psicofisico e la remise en forme all’insegna della naturalità e dell’attenzione all’ambiente.

Il settore Green Lifestyle sarà in questo modo potenziato e riorganizzato, per rispondere alla sempre maggiore attenzione del consumatore alle tematiche green e del biologico e a come integrarle in tutti gli ambiti della quotidianità. I 5 padiglioni, ubicati al piano terra, saranno collegati tra loro da percorsi e resi facilmente accessibili dagli ingressi Nord e Ovest della Fiera di Bologna. SANA 2017 – Il nuovo layout Novità importanti, ma anche importanti conferme e ritorni: molte le aziende di spicco del comparto che, tornate a SANA nel 2016, parteciperanno ugualmente nel 2017; numeri significativi sul fronte delle conferme “storiche” e delle aziende che per la prima volta saranno presenti a SANA. Si svolgeranno al padiglione 16 SANA Shop, dove i visitatori potranno acquistare direttamente i prodotti esposti, e il VeganFest, l’iniziativa più importante a livello nazionale sul mondo vegan, organizzata in collaborazione con VEGANOK. Al Centro Servizi si terrà SANA Novità, lo spazio-vetrina di grande interesse per i visitatori, che potranno scoprire i nuovi prodotti, e le novità su quelli esistenti, presentati in Fiera dalle aziende; confermata anche in questa edizione la possibilità di votare i prodotti preferiti. SANA Academy, grazie al contributo di docenti e ricercatori universitari e di professionisti del settore, si concentrerà sugli argomenti di maggiore attualità; fra gli incontri in programma si segnala l’appuntamento sugli oli essenziali trattati in funzione della loro composizione e attività biologica e delle prospettive d’uso e il seminario sull’evoluzione del microbiota intestinale in rapporto alla sua interazione con la nutrizione, dal concepimento alla vecchiaia. In programma anche una sessione di incontri sulla fitoterapia in ambito veterinario e sulle diverse fasi della vita della donna, per fornire indicazioni sulla dieta più adeguata e sul possibile uso di integratori alimentari. Torneranno SANA City con 10 giorni di appuntamenti “green”, organizzati in collaborazione con Eco-Bio Confesercenti, e le altre iniziative in città promosse insieme a Confcommercio-Ascom Bologna. Contribuiranno a fare di SANA il terreno ideale su cui coltivare le occasioni di sviluppo e networking che possono nascere da una realtà, quella del biologico e del naturale, in continua espansione, un’agenda ricca di appuntamenti B2B, workshop e seminari, inclusi l’Osservatorio SANA (quest’anno con un focus sui prodotti pensati per i consumi di vegetariani e vegani) e l’opportunità di incontrare buyer, produttori e professionisti del settore di caratura internazionale.

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Absolut eventi&comunicazione Mariagrazia Lioce – Sara Telaro ufficiostampa@absolutgroup.it

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Vignaiolo toscano ripulisce 100 mq di sterpi: condannato a 11 giorni di carcere e multa da 8.000€

Francesco Romano Carfagna, vignaiolo: così si firma il fondatore dell’azienda agricola ALTURA, in un’accorata lettera in cui racconta la sua disavventura.

Carfagna ha deciso, un giorno, di ripulire dalle sterpaglie un terreno di sua proprietà, di circa 100 metri quadrati. Per questa ragione, gli è stata recapitata una multa da 8.000 euro, insieme a una condanna a 11 giorni di carcere.

La vicenda ha dell’assurdo. E pur ammettendo di non aver richiesto tutte le autorizzazioni necessarie, Carfagna ha deciso di scrivere una lettera per esporre le proprie ragioni.

Il vignaiolo “eroico” sull’Isola del Giglio

Francesco Carfagna è uno dei vignaioli a cui Slow Wine è più affezionato (Chiocciola sulla guida per alcuni anni e Vino Slow spesso e volentieri). Vignaiolo autodidatta, ha fatto la pazzia di creare un’azienda agricola sull’isola del Giglio, Parco Nazionale (Arcipelago Toscano), con terreni in fortissima pendenza e tutti terrazzati. Insomma, una fatica boia”, così lo descrive Slow Food, che ha riportato per intero la missiva.

Carfagna ha deciso alcuni anni fa di creare il suo Ansonaco e lo fa, come leggiamo, sull’Isola del Giglio. Un territorio che, quando non coltivato, si riempie di arbusti e rovi. Se non curati, tra l’altro, i terrazzamenti franano, aumentando il rischio di incendi e smottamenti. Perché dunque il suo tentativo di salvaguardare un terreno (che è suo) viene così pesantemente penalizzato?

Secondo lo stesso vignaiolo, la questione nasce a causa dell’eccezionalità di questi territori:

I paesaggi agricoli eccezionali, praticamente sempre terrazzati, difficili e situati spesso in località marginali e di straordinaria bellezza, non meccanizzabili e non fagocitabili dalle multinazionali del cibo globalizzato, degli ogm e dell’agroindustria sono considerati ovunque di altissimo valore e importanza, non solo ambientale, ma anche economica e sociale, come fonte di lavoro e rimedio contro lo spopolamento”, scrive.

L’UNESCO ha inserito questi territori tra i patrimoni dell’umanità. Ma anche le normative nazionali e regionali li tutelano. Per questa ragione, però, diventa difficile coltivarli: alcune leggi italiane, citate da Carfagna e riportate come allegati nella missiva, equiparano addirittura la coltivazione a reati di tipo edilizio.

Da un lato, dunque, si auspica il recupero di questi paesaggi agricoli eccezionali. D’altro canto se ne rende quasi impossibile l’utilizzo. Questo è il punto dirimente, secondo Carfagna.

Il “torto” del vignaiolo (e dei suoi vicini)

Noi (famiglia Carfagna, vignaioli) e altri come noi, proprietari di terreni coltivati e lavorati in precedenza per centinaia di anni siamo in torto per aver ripulito dai rovi e dagli arbusti senza chiedere l’autorizzazione:

  • a noi un fosso di scorrimento acque di superficie e una piccola fascia di rispetto.
  • a altri l’orto storico di famiglia.

Poche decine di metri quadri rispettivamente”.

Delle pene comminate alla famiglia Carfagna abbiamo detto in apertura. Il suo ‘vicino’ di cui parla nella missiva, si è visto addirittura l’orto sottoposto a sequestro giudiziario penale. Il crimine? Zapparlo, piantandoci fave e piselli.

Siamo comunque in torto”, precisa Carfagna. “Ma ha ragione una legge che equipara il taglio della frasca a una lottizzazione abusiva a scopo edilizio?”.

Il vignaiolo arriva, in conclusione, a porsi una domanda dirimente: quale tipo di patrimonio vuole tutelare lo Stato? Quando le istituzioni, locali e nazionali, puntano a salvaguardare l’ambiente, intendono la crescita incontrollata di arbusti e rovi oppure la coltivazione attenta e sostenibile di vigne, orti e frutteti?

Carfagna fa l’esempio della legge 238 del 2016, che tutela (almeno sulla carta) le iniziative di ripristino, recupero e manutenzione dei vigneti cosiddetti “eroici o storici”. E si chiede:

«Ci dicono che lo Stato, oltre che manutenzione e salvaguardia, promuove interventi di RIPRISTINO e RECUPERO… dei vigneti “eroici o storici”. Ma la Guardia Forestale proprio su di essi si accanisce con denunce PENALI a tutto spiano. Vero è che sia necessaria una autorizzazione o una dichiarazione. Ma è necessario tanto rigore?», scrive.

Le richieste del vignaiolo toscano

A fronte della sua vicenda, Carfagna precisa di non pretendere alcun tipo di aiuto economico pubblico. Semplicemente, chiede di poter continuare a mandare avanti la propria azienda vinicola con serenità. Pone quindi una serie di richieste ai legislatori, in modo da salvaguardare maggiormente il suo e altrui lavoro sui vigneti eroici.

  • Innanzitutto, la legge dovrebbe prevedere norme specifiche per i terreni agricoli eccezionali, in deroga a quelle previste per i territori ordinari. Una specificità che dovrebbe valere anche per i terreni che ricadono all’interno del perimetro dei parchi nazionali.
  • Quando su un determinato territorio sono presenti dei terrazzamenti, questo dovrebbe essere considerato sempre come paesaggio agricolo storico. Riguardo i terrazzamenti, la legge dovrebbe inoltre prevedere autorizzazioni speciali o assegnazioni privilegiate per chi vuole recuperarli, ripiantando la vigna.
  • Occorre ovviamente mantenere determinati criteri di salvaguardia e i territori eccezionali non devono essere snaturati da interventi successivi, ma l’attenzione del legislatore dovrebbe essere posta maggiormente sul ripristino, sul recupero e sul ritorno “all’antico splendore” di tali terreni agricoli.
  • Fatta salva la vigilanza “doverosa e giustissima”, è necessario però scoraggiare le abnormi sanzioni oggi previste, che possono contrastare, invece di favorire, il recupero dei territori.

FONTE:

http://www.slowfood.it/slowine/11-giorni-carcere-8-000-euro-un-vignaiolo-multa-aver-pulito-100-mq-sterpi/

 

Intesa Sanpaolo: 10 miliardi per sostenere la filiera produttiva in agricoltura

Il Mipaaf e Intesa Sanpaolo rafforzano un accordo già sottoscritto, ampliando il plafond a disposizione per lo sviluppo della filiera produttiva.

La nuova collaborazione, a sostegno dell’agricoltura e dell’agroalimentare, aumenta a 10 miliardi i fondi messi a disposizione delle imprese di settore, nel periodo 2017-2019.

Il consigliere delegato di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, spiega che il plafond è finalizzato a valorizzare la filiera produttiva italiana, favorire l’internazionalizzazione, semplificare il ricorso agli strumenti incentivanti messi a disposizione dell’Ue, a sostenere gli investimenti per la ricerca, l’innovazione e la digitalizzazione delle imprese e ad agevolare gli investimenti destinati al ricambio generazionale.

La collaborazione tra la banca e il Mipaaf, secondo i calcoli di Intesa Sanpaolo, potrebbe generare fino a 70mila nuovi posti di lavoro e 10 miliardi di nuovi investimenti.

Intesa Sanpaolo: le iniziative per sostenere la filiera produttiva

Come spiega chiaramente Carlo Messina, le iniziative messe in atto dalla banca per agevolare il settore non si fermano a questo.

«Quest’anno – dichiara il consigliere delegato – lanceremo ulteriori iniziative per accompagnare le aziende del Made in Italy». Si parla, ad esempio, di progetti mirati all’anticipazione dei fondi Pac e all’estensione dell’offerta assicurativa. Che si traduce con tre polizze innovative: Tutela business agricoltura, Tutela reddito raccolto protetto, Mancato ricavo.

Continuare a investire per favorire la ripresa economica del Paese

«Il sistema agroalimentare italiano è sempre più motore della ripresa economica e del rilancio dell’occupazione nel nostro Paese. È fondamentale supportare il settore attraverso un accesso al credito migliore per le imprese che vogliono continuare a investire. Aver superato le previsioni di investimento del 2016 e vedere un aumento importante fino al 2019 sono segnali positivi sui quali dobbiamo continuare a lavorare concretamente».Queste le parole del Ministro Maurizio Martina a margine dell’accordo con Intesa Sanpaolo.

In conclusione, il ministro ha anche posto l’accento sulla necessità di lavorare su elementi qualitativi per consentire un salto in avanti nel fare impresa in agricoltura. A tal proposito, secondo Martina, le polizze potrebbero essere l’architrave di un nuovo modello di agricoltura, derivato da contesti come la volatilità dei prezzi e i cambiamenti climatici.

FONTI:

http://www.italiafruit.net/DettaglioNews/39847/in-evidenza/dieci-miliardi-per-le-aziende-agricole-e-agroalimentari

http://www.ansa.it/canale_terraegusto/notizie/mondo_agricolo/2017/05/30/nuovo-accordo-intesa-sanpaolo-mipaaf-su-credito-sale-a-8-mld_d751d6c4-876a-402f-a5da-dad6a956cf6f.html

http://agronotizie.imagelinenetwork.com/agricoltura-economia-politica/2017/05/31/agroalimentare-punta-di-diamante-del-made-in-italy/54336

Corso di perfezionamento in conversione al bio: scadenza iscrizioni 15 luglio

Il Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali dell’Università Politecnica delle Marche dà il via al corso di perfezionamento in “Esperto in gestione della conversione alle produzioni biologiche”.

Il corso, attivo a partire dall’Anno accademico 2016-17 ha lo scopo di formare tecnici in grado di fornire servizi alle aziende desiderose di attuare e mantenere la conversione al bio.

Obiettivi del Corso di perfezionamento

Il Corso di perfezionamento sarà finalizzato a creare tecnici esperti, in grado di supportare le aziende agricole e agroalimentari in materia di gestione, conversione e mantenimento della certificazione prevista dal regolamento CE834/07, relativo alla produzione biologica e all’etichettatura dei prodotti biologici e biodinamici.

Il corso si svolgerà presso le strutture del dipartimento D3A. La durata è di circa 6 mesi e le lezioni saranno distribuite in 20 fine settimana (formula weekend), in un periodo che va dal 1 settembre 2017 al 17 febbraio 2018.

L’attività didattica complessiva consta di 440 ore di formazione. Di queste, 160 saranno di didattica frontale e 20 di tirocinio pratico presso aziende agricole.

Il Corso di perfezionamento è suddiviso in tre moduli. Il primo modulo sarà finalizzato a fornire gli strumenti generali necessari a formare la figura del professionista che opera nel contesto delle produzioni agroalimentari biologiche e biodinamiche (durata 40 ore).Il secondo modulo verterà sulla produzione vegetale secondo il metodo biologico e biodinamico (durata 80 ore).Infine, il terzo modulo riguarderà l’integrazione della filiera (40 ore).

Al termine del corso saranno previsti un esame scritto e una prova pratica.

A chi si rivolge?

Possono partecipare al bando di ammissione: imprenditori agricoli e dipendenti di aziende agricole; dipendenti di aziende agroalimentari; laureandi o laureati in discipline scientifiche inerenti al settore, come ad esempio Tecnologie Alimentari, Scienze e Tecnologie agrarie; Scienze delle produzioni animali…; periti agrari e consulenti.

Le iscrizioni si chiuderanno il 15 luglio 2017.

FONTI:

http://www.feder.bio/agenda.php?nid=1182

http://www.univpm.it/Entra/Corsi_di_perfezionamento_1