Suolo e Salute

Mese: Giugno 2017

Emergenza Xylella, l’UE: “Italia incapace di gestire il problema”

La Commissione Europea bacchetta l’Italia in merito alla gestione dell’emergenza Xylella.

È quanto emerge dalle raccomandazioni rivolte al nostro Paese, in seguito a un audit che si è tenuto in Puglia nel novembre del 2016. Ma non è tutto.

Anche il mondo scientifico dalle pagine della rivista Nature accusa il nostro Paese di non aver dato credito alle raccomandazioni dei ricercatori. Un comportamento, ribadiscono, che mette a rischio tutta l’Europa.

Emergenza Xylella: le raccomandazioni dell’UE

A seguito dell’audit, l’UE ha espresso una serie di raccomandazioni rivolte all’Italia in termini di gestione emergenza Xylella. Rendere più efficace il monitoraggio del batterio, attuare misure adeguate, ma soprattutto agire tempestivamente, espiantando gli alberi infetti dalla zona cuscinetto.

Nelle conclusioni della relazione si legge: «Dall’agosto 2016 si sono registrati progressi significativi nell’attuazione della decisione Ue ma sono necessari ulteriori sforzi per prevenire l’ulteriore diffusione della malattia». In particolare, al tempo dell’audit, alcuni alberi colpiti dal batterio e presenti all’interno della fascia di 20 km a Nord della provincia di Lecce (zona cuscinetto), erano stati rimossi in ritardo, o non rimossi affatto.

Secondo la Commissione, inoltre, le autorità nazionali e regionali avrebbero erogato poco più della metà dei 10 milioni di euro destinati alle misure di contenimento. La Regione Puglia, riporta Wired, avrebbe annunciato lo scorso settembre l’erogazione di 2,5 milioni di euro. I vincitori del bando non avrebbero però ancora ricevuto i fondi promessi.

La reazione di Coldiretti Puglia

Non si sono fatte attendere le prime reazioni. Gianni Cantele, presidente della Coldiretti Puglia, pur riconoscendo i ritardi accumulati dalla regione nella gestione dell’emergenza Xylella, ha posto l’accento sulle gravi responsabilità dell’Ue “circa la diffusione della malattia causata dalle frontiere colabrodo”.

Al tempo stesso, però, le reazioni del mondo accademico pongono l’accento sul fatto che l’attività dei ricercatori sarebbe stata rallentata continuamente dalle autorità e dagli ambientalisti. Conclusioni ampiamente contestate.

“La situazione è ridicola”, ha dichiarato a Nature Giovanni Martelli, fitopatologo dell’Università di Bari: “Le autorità si sono mosse sempre troppo lentamente, quando invece era necessario agire in modo tempestivo”.

FONTI:

http://www.informatoreagrario.it/ita/News/scheda.asp?ID=3365

http://www.ansa.it/canale_terraegusto/notizie/istituzioni/2017/06/07/xylella-commissione-ue-bacchetta-italia_b0682b19-ef2b-447e-8f3a-d06a48b484a9.html

http://bari.repubblica.it/cronaca/2017/06/07/news/xylella_commissione_ue_bacchetta_l_italia_-167497043/?refresh_ce

https://www.wired.it/attualita/ambiente/2017/06/09/xylella-fastidiosa-europa-accusa-italia/

Cooperazione biologica: a Isola del Piano il convegno BioEuropa 2017

Un appuntamento per stimolare e fare il punto della situazione sulla cooperazione biologica: è questo l’obiettivo di “BioEuropa”, convegno di due giorni sulla filiera biologica, organizzato dall’Alleanza delle Cooperative Italiane Agroalimentari, in collaborazione con il Consorzio Marche Biologiche. L’appuntamento è a Isola del Piano (PU), presso il Monastero di Montebello, il 9 e 10 giugno prossimi.

Ecco alcune indicazioni sugli argomenti e il programma della due giorni.

BioEuropa 2017: la cooperazione biologica al centro

L’evento sarà l’occasione, leggiamo in un comunicato diffuso dagli organizzatori, “per interrogarsi sulle strategie da mettere in campo per un’agricoltura più produttiva, più innovativa, aperta al cambiamento”. Al centro, la cooperazione. Si punta infatti a un’agricoltura biologica “con maggiore aggregazione, con filiere più organizzate, con più capacità tecniche e gestionali”. Il tutto, “nel rispetto dei principi che contraddistinguono [l’agricoltura biologica] e in un quadro generale in cui si ricerchi con determinazione la sostenibilità ambientale ed economica”.

Saranno presenti esperti del settore, operatori delle diverse fasi della filiera biologica e rappresentanti delle istituzioni nazionali ed europee.

Le due giornate saranno divise per aree tematiche. Si parte alle ore 16 di venerdì con una serie di interventi sul tema “Innovazione e ricerca nella cerealicoltura biologica”. Durante la giornata, sarà inoltre possibile visitare alcuni campi sperimentali. Sabato 10 giugno, invece, il dibattito verterà su “Agricoltura biologica tra mercato e sostenibilità. Quali strategie intraprendere per affrontare la crescita e dare un futuro alla nostra agricoltura”.

BioEuropa 2017: tutti i relatori

Venerdì 9 giugno, interverranno Francesco Torriani, del Consorzio Marche Biologiche, Pierfrancesco Fattori, della Coop Agricola Montebello, Antonella Petrini, del Cermis di Tolentino, Pasquale De Vito e Sergio Saia, del Crea-cer di Foggia, Sergio Urbinati del Servizio Agricoltura della Regione Marche.

A seguire, a partire dalle 17:30, è prevista una visita presso alcuni campi sperimentali di grano duro e di cereali antichi. Il focus qui sarà posto sui primi risultati di campo della prova sperimentale di SEMINIBIO, un’innovativa seminatrice che punta al contenimento delle infestanti sul grano. Il progetto rientra nell’ambito di “OK-Net Arable – Horizon 2020”, programma della Comunità Europea.

In serata, a partire dalle 20, cena a buffet presso la locanda Girolomoni.

Sabato 10 giugno, invece, introdurranno i lavori Giovanni Battista Girolomoni (Presidente della Coop Agricola “Gino Girolomoni”), Giuseppe Paolini (Sindaco di Isola del Piano) e Francesco Torriani (Vice Coordinatore del Settore Biologico dell’Alleanza delle Cooperative Italiane).

Seguiranno 3 relazioni:

  • Il mercato e la sostenibilità: l’evoluzione dei prodotti biologici”, di Silvia Zucconi (Nomisma)
  • La politica agricola e l’agricoltura biologica: cosa cambia rispetto al passato?”, di Ermanno Comegna (Esperto in economia e politica agraria)
  • Agricoltura biologica tra mercato e sostenibilità. Quali strategie per le imprese?, di Angelo Frascarelli (Università di Perugia)

Successivamente, gli intervenuti parteciperanno a una tavola rotonda moderata da Ilaria Vesentini del Sole 24 Ore.

Per partecipare a BioEuropa 2017, gli organizzatori invitano gli interessati a comunicare la propria adesione al numero di telefono 0721720221 oppure via mail a segreteria@conmarchebio.it

FONTI:

http://www.feder.bio/agenda.php?nid=1177

http://www.feder.bio/files/1996.pdf

Agricoltura bio: anche in serra aiuta l’ambiente. Lo studio

serraBuone notizie dalla Cina. La produzione agroalimentare che segue i dettami del metodo biologico offre importanti vantaggi ambientali, sempre.

Anche quando questa avviene in serra. Una ricerca, pubblicata sul Journal of Cleaner Production, mostra tutti i benefici. Scopriamoli insieme.

Agricoltura bio in serra: l’esperimento cinese

La massiccia urbanizzazione in corso negli ultimi anni nelle regioni settentrionali della Cina ha avuto un importante (e negativo) impatto ambientale su tutto l’ecosistema. Soprattutto, il massiccio ricorso alle tecniche di agricoltura intensiva in serra, e quindi a tutti i prodotti tradizionali impiegati, ha causato numerosi problemi ambientali. Le autorità locali hanno quindi promosso il consumo e la produzione di alimenti biologici, per ovviare al problema.

Un team di 4 ricercatori internazionali, provenienti da due università cinesi (Università Agricola Cinese e Accademia Cinese delle Scienze di Pechino), dall’Università di Manchester e dalla Humboldt di Berlino, hanno effettuato una valutazione del ciclo di vita (Life Cycle Assessment, LCA) delle colture in serra di pomodori a Pechino, sia con metodo convenzionale, che con metodo biologico. L’obiettivo? Valutarne l’impatto ambientale.

Biologico in serra: i risultati del test

In breve, i ricercatori hanno concluso che il biologico ha dimostrato significativi vantaggi ambientali. Nello specifico, il team di studiosi ha stabilito che le produzioni bio hanno un indice di impatto ambientale più basso del 54,87%.

I risultati migliori sono stati ottenuti riguardo l’ecotossicità acquatica, l’eutrofizzazione – la modificazione dell’equilibrio ecologico di un ambiente acquatico – e l’ecotossicità del suolo.

Sul primo parametro considerato, il bio ha ottenuto un indice migliore (più basso, quindi) del 56,39% rispetto all’agricoltura convenzionale. Sul secondo criterio, si è attestato invece al 37,87%. Sul terzo, infine, il livello è stato ancora più basso: -59,45% del bio in serra rispetto ai metodi intensivi.

«I risultati dell’analisi dell’LCA suggeriscono una valutazione ambientale positiva del trend di produzione e consumo bio attualmente in atto nella Cina urbana», spiegano i ricercatori. «Tuttavia, occorre ancora considerare le implicazioni che accompagnano il nuovo trend riguardo la catena di distribuzione, così come la più grande domanda di terreni implicita al sistema bio. Maggiori sforzi andrebbero inoltre implementati per aiutare gli agricoltori biologici a ridurre l’eco-tossicità dei terreni provocata dall’utilizzo del letame».

FONTI:

http://www.sinab.it/bionovita/cina-vantaggi-ambientali-del-biologico-anche-quando-serra

http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0959652615018156

Riforma bio: ancora rinviata l’approvazione della norma UE

Nuova fumata nera per la riforma del settore biologico europeo.

Il voto era atteso per il 31 maggio scorso, a poco più di un mese dalla scadenza della presidenza di turno maltese che molto aveva puntato sull’approvazione del testo. Ma non c’è stato niente da fare.

Dopo i fallimentari semestri olandese e slovacco, la riforma del settore bio vede ancora una volta allontanarsi la conclusione definitiva.

Il problema nascerebbe dalla enorme vastità della materia. Come ha spiegato Stephen Meredith, membro del ramo belga di IFOAM, a EUObserver, la regolamentazione proposta prova ad armonizzare delle regole che riguardano tutto, “dai campi alla forchetta”:

«Il mondo bio copre praticamente qualsiasi aspetto della produzione alimentare: dai raccolti, ai sistemi di controllo, alle importazioni, fino all’acquacoltura. Riguarda aspetti come l’etichettatura, la rivendita, tutto! È una regolamentazione molto complessa».

“Riforma rinviata senza nessuna spiegazione”

I parlamentari europei hanno espresso tutto il proprio disappunto sul rinvio in una missiva, inviata al Consiglio dei ministri europeo. La presidenza maltese avrebbe infatti annullato la votazione “senza dare nessuna spiegazione”. Gli eurodeputati chiedono quindi “una risposta chiara sulle ragioni del rinvio, perché si torni quanto prima alle trattative”.

Martin Hausling, relatore per la riforma del biologico del Parlamento di Bruxelles, chiede alla Commissione Ue che “si prenda una nuova iniziativa in occasione del Consiglio dei ministri dell’agricoltura dell’Ue in programma per il prossimo 12 giugno a Lussemburgo”.

Anche se è molto difficile che questo avvenga, i parlamentari europei spingono affinché le nuove norme vengano approvate entro il 30 giugno prossimo, termine ultimo prima della scadenza del mandato maltese.

Riforma biologico: disattese le speranze della vigilia

A pochi giorni dalla decisione della Presidenza di turno, il commissario europeo all’agricoltura, Phil Hogan, mostrava ottimismo. Al termine della riunione dei ministri dell’Agricoltura dei Paesi membri, svoltasi a Malta il 23 maggio, dichiarava: “C’è un accordo al 95%. Il 5% restante è un po’ difficile”.

La difficoltà principale riscontrata? Trovare un compromesso sulle soglie per il ricorso ai pesticidi, quali sementi utilizzare, la produzione bio in serra e il complesso rapporto tra produzione e sfruttamento del suolo.

FONTI:

https://euobserver.com/economic/138057

http://www.informatoreagrario.it/ita/News/scheda.asp?ID=3355

http://www.ansa.it/europa/notizie/rubriche/altrenews/2017/05/24/agricoltura-hogan-su-riforma-bio-accordo-ue-al-95_610a008f-da8d-424c-8069-9b96a7e2943a.html

Import selvaggio di riso asiatico: pressing italiano in UE per bloccarlo

La crisi del riso italiano è nota. Nelle ultime 5 campagne, i prezzi si sono praticamente dimezzati. Un disastro, se consideriamo che l’Italia è la principale produttrice europea del cereale: 1,8 milioni di tonnellate ogni anno, 4mila aziende, 234mila ettari coltivati.

La responsabilità sarebbe da attribuire all’import dai Paesi extra-Ue.

Il problema sarebbe nato con l’Eba, l’accordo “EverythingButArms” che l’Unione Europea ha siglato nel 2009 con 49 Paesi cosiddetti Pma (Paesi meno avanzati). L’abbattimento dei dazi ha consentito quindi un import selvaggio in tutto il continente. Nel 2016, sarebbero arrivati dai Pma, circa 1,4 milioni di tonnellate di riso.

Per porre un freno a questo afflusso massiccio, il governo italiano ha chiesto all’Unione Europea di applicare la clausola di salvaguardia. L’obiettivo? Fermare le importazioni a dazio zero, soprattutto dalla Cambogia.

“Stop all’import selvaggio”: la proposta italiana all’UE

Per correre ai ripari, il Ministero dello Sviluppo Economico, insieme al Ministero delle Politiche Agricole, si è mosso sia a livello nazionale che comunitario. Il 23 maggio scorso, si è tenuto un incontro presso il MISE con una rappresentanza della filiera risicola nazionale, guidata da Paolo Carrà, presidente dell’Ente risi. In quell’occasione, i rappresentanti del dicastero avevano confermato la propria disponibilità a chiedere all’UE l’attivazione della clausola di salvaguardia, per fermare l’import a dazio zero dalla Cambogia.

Una risolutezza confermata anche dal Ministro per le Politiche Agricole, Maurizio Martina. Quest’ultimo, in una nota diffusa ad aprile, si diceva pronto “a integrare il dossier già aperto con la Commissione per rinnovare la richiesta di attivazione della clausola di salvaguardia”.

In una nota dei giorni scorsi, l’Ente Risi conferma la richiesta italiana all’UE:

«Alla riunione del 23 maggio al Ministero dello sviluppo economico – leggiamo – abbiamo avuto la conferma della determinazione con cui il Governo italiano pone la questione e della serietà con cui Bruxelles la prenderà in esame. È ormai certo che si attiverà la procedura della richiesta, anche se la questione non è destinata a risolversi in poche settimane, perché si tratta di un iter complesso sotto il profilo tecnico».

La domanda ora è: la richiesta sarà accolta? Secondo quanto rivela La Stampa, la Commissione sembra intenzionata ad andare avanti con la politica “Everything but Arms”. Una valutazione che si basa sul fatto che nell’ultima campagna agricola, l’import dai Pma si sarebbe ridotto del 6%. Per l’Ente Risi, però, la flessione è dovuta esclusivamente al rialzo dei prezzi internazionali, che ridurrebbe la convenienza di esportare in UE.

FONTI:

http://www.informatoreagrario.it/ita/News/scheda.asp?ID=3352

http://www.lastampa.it/2017/05/23/italia/cronache/agricoltura/crisi-del-riso-europeo-vertice-a-roma-sulle-importazioni-a-dazio-zero-LXUNtYNmmJ8NkZ9eWLtueJ/pagina.html

Riso, il Ministro Martina annuncia: “Introdurremo obbligo per l’indicazione di origine in etichetta”

Giornata mondiale dell’Ambiente, FederBio: “Tuteliamo la natura con il bio”

Giornata mondiale dell’Ambiente, FederBio: “Tuteliamo la natura con il bio”

Nel 1972, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite proclamava la Giornata Mondiale dell’Ambiente. Un appuntamento, che cade ogni anno il 5 giugno, per sensibilizzare governi, aziende e cittadini sulle tematiche ambientali. In particolar modo, il focus è incentrato sull’inquinamento, sul problema della sovrappopolazione e sul riscaldamento globale.

Lo slogan di quest’anno è stato “I’m With Nature” e, attraverso i social media e i canali online, le persone di tutto il mondo sono state invitate a condividere foto e video dei propri luoghi preferiti immersi nella natura, utilizzando gli hashtag #WithNature e #WorldEnvironmentDay.

In occasione dell’edizione 2017, FederBio – la Federazione Italiana Agricoltura Biologica e Biodinamica – ha lanciato un appello per fare del biologico l’agricoltura del futuro. Si tratta, infatti, della sola tecnica agricola che consente tutela del suolo, della biodiversità e del benessere umano.

Bio “alleato dell’ambiente”

FederBio mette in luce la necessità di un’agricoltura attenta alla preservazione dell’ambiente e propone l’agricoltura biologica come valido alleato per la tutela dell’ambiente e della sicurezza alimentare degli italiani”.

Da questo presupposto parte l’appello di FederBio. La federazione sottolinea quali sono i benefici del modello di produzione agricola senza agenti chimici:

  • Qualità dell’ambiente
  • Incremento della produttività a medio e lungo termine
  • Riduzione dell’irrigazione necessaria e quindi del consumo d’acqua
  • Diminuzione dell’inquinamento nelle acque
  • Riduzione potenziale di gas serra pari a 5.1-6.1 GT (miliardi di tonnellate)

Una conversione globale ai metodi di gestione biologica trasformerebbe l’agricoltura da principale fattore di cambiamento climatico ad attività a impatto climatico zero”.

I limiti del modello industriale

Accanto ai benefici del modello bio, la nota elenca i rischi correlati ai metodi di coltivazione tradizionali, o industriali.

224 sono i pesticidi ritrovati dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale in oltre il 60% delle acque superficiali e in oltre il 30% di quelle profonde”, leggiamo. “Dalle rilevazioni condotte nel 2015 da ARPA, ASL e Istituti Zooprofilattici, è emersa la presenza di pesticidi nel 66.1% della frutta e nel 30,9% degli ortaggi”.

Al centro del dibattito, anche il tanto temuto glifosato, potente erbicida “sulla cui cancerogenicità le autorità competenti hanno espresso pareri discordi, che è stato riscontrato nelle urine del 100% delle 14 donne incinte”.

L’agricoltura industriale sarebbe inoltre la prima responsabile dell’inquinamento atmosferico del pianeta.

Carnemolla: “Il bio come unica alternativa in difesa dell’ambiente”

Oltre i benefici ambientali, la nota sottolinea anche i benefici per la salute dei consumatori. Un report scientifico del Parlamento europeo, pubblicato lo scorso anno, ha evidenziato che il consumo di prodotti bio è correlato alla riduzione del rischio di malattie allergiche e obesità, nonché a una diminuzione degli effetti negativi degli insetticidi sullo sviluppo cognitivo e neurologico dei bambini. Gli alimenti biologici presentano inoltre un quantitativo inferiore di cadmio rispetto a quelli convenzionali e una maggiore quantità di acidi grassi omega3, benefici per l’organismo. Il ricorso alle tecniche bio permetterebbe infine la riduzione del grave problema della somministrazione di antibiotici agli animali, causa dell’antibiotico-resistenza, vera e propria emergenza per la salute.

Vogliamo cogliere l’occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente per evidenziare come l’agricoltura biologica rappresenti la vera alternativa all’agricoltura industriale e per sottolineare come il nostro Paese sia sempre più cosciente delle potenzialità e dei benefici associati al metodo bio. L’Italia è il sesto Paese al mondo per superficie sottratta all’uso dissennato della chimica in agricoltura, il nono per incidenza dell’agricoltura biologica rispetto a quella complessiva e per tasso d’incremento delle superfici biologiche. Una consapevolezza e un’attenzione che passa anche attraverso le scelte dei consumatori, nell’ultimo anno l’83% delle famiglie italiane ha acquistato almeno un prodotto bio (AssoBio/Nielsen)”, conclude Paolo Carnemolla, presidente FederBio.

FONTE:

http://www.feder.bio/comunicati-stampa.php?nid=1179

http://www.ilpost.it/2017/06/05/giornata-mondiale-dell-ambiente/