Suolo e Salute

Mese: Novembre 2017

Innovazione nel bio: conferenza TP Organics a Bruxelles dal 15 novembre

Innovazione nel bio: conferenza TP Organics a Bruxelles dal 15 novembre

TP Organics è la Piattaforma Tecnologica Europea che promuove l’innovazione e le nuove ricerche scientifiche nell’ambito dell’agroalimentare biologico.

L’obiettivo è quello di sensibilizzare i policy-maker verso le priorità della ricerca in ambito bio, così come verso le esigenze e i valori specifici della società civile in tale ottica.

Per favorire il confronto, TP organizza da 3 anni gli Organic InnovationDays, giornate dedicate all’innovazione bio. L’appuntamento di quest’anno è per il 15-17 novembre, a Bruxelles. L’evento, che si svolge anche con la partnership della regione Toscana, tra le altre, si terrà presso la sede della Regione presso le istituzioni europee, al numero 14 di Rond-pointSchuman.

Vediamo tutti i dettagli della kermesse.

Innovazione nel mondo del bio: il programma della tre giorni

Le attività degli OrganicInnovationDays cominceranno il 15 novembre a partire dalle ore 13:30, con la consueta registrazione e accoglienza dei partecipanti.

Il primo dei tre giorni dedicati all’appuntamento, sarà incentrato sulla piattaforma OK-Net Arable. Di che cosa si tratta? Lanciata nell’ottobre 2016, si tratta di una piattaforma digitale che consente e promuove uno scambio informativo tra gli attori della filiera agroalimentare in Europa. Agricoltori, ricercatori e associazioni possono qui scambiarsi dati e tecniche innovative riguardo l’agricoltura biologica. Durante questa prima giornata di eventi, saranno presentati i risultati conseguiti dalla piattaforma con relazioni ed esempi concreti da Belgio, Bulgaria e Francia. Dalle 16:40, tavola rotonda sul tema “Scambio di conoscenze e supporto all’innovazione in agricoltura biologica”.

Nel secondo giorno di lavori, giovedì 16 novembre, si entra nel vivo degli Organic Innovation Days. La giornata sarà suddivisa in due sessioni.

La prima, in mattinata a partire dalle 10, si intitola “Innovating for Organic, Innovating for Agriculture” e vedrà protagonisti i vincitori della Call per innovatori organizzata da TP Organics. I 3 premi saranno assegnati nelle categorie:

  • Miglioramento della qualità del suolo in agricoltura bio
  • Sistemi di allevamento appropriati e robusti
  • Innovazione per diete sostenibili

Seguiranno dibattiti e discussioni. Dopo pranzo, dalle 16, partirà la seconda sessione, intitolata “Looking Beyond Organics”, con uno sguardo alle tecniche bio oltre l’agricoltura. Al centro della discussione, sicurezza alimentare e allevamenti.

Il terzo e ultimo giorno, venerdì 17 novembre, sarà incentrato su Horizon 2020, programma di investimenti pubblico/privato dell’Unione europea, a tema innovazione. Nell’ambito dell’evento TP Organics, si discuterà di come l’agricoltura bio possa cogliere le opportunità offerte dal programma.

Innovazione bio: estesa la deadline per la registrazione

Nei giorni scorsi, TP Organics ha esteso la deadline per partecipare agli OrganicInnovationDays di Bruxelles. La nuova data limite per poter presentare la propria registrazione è il 6 novembre.

Per partecipare, è necessario compilare il form online disponibile sul sito web ufficiale della piattaforma, a questo link: https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLScpCXQYrpPiCWQT-r6bz_dbLSQnyR_6lOFVMy5wcOUuuQ-Sxw/viewform

FONTI:

http://www.ifoam-eu.org/en/news/2017/10/31/extension-deadline-registration-organic-innovation-days

http://tporganics.eu/organic-innovation-days/

http://tporganics.eu/wp-content/uploads/2017/10/TPOrganics_InnovationDays_2017_draft_agenda_20171027.pdf

Produzione biologica: arriva il sì della commissione Agricoltura in Senato

Produzione biologica: arriva il sì della commissione Agricoltura in Senato

La 9a Commissione permanente del Senato, “Agricoltura e produzione agroalimentare” ha approvato il disegno di legge sulla produzione biologica.

Ne dà notizia Maria Teresa Bertuzzi, capogruppo del Partito Democratico in Commissione, attraverso una nota.

Il testo unico, spiega la senatrice, “contiene la cassetta degli attrezzi per strutturare il settore”.L’ok dalla Commissione apre la strada all’approvazione definitiva della legge, che dovrebbe ora arrivare entro la conclusione della legislatura attuale.

Ddl produzione biologica, Federbio: “Legge approvata entro la fine della legislatura”

La senatrice Bertuzzi ha sottolineato alcuni degli elementi presenti all’interno della nuova normativa per il comparto biologico:

«Una governance forte del comparto attraverso un tavolo permanente per il Piano d’azione e un Fondo stabile per la ricerca. Sostegno alle aggregazioni tra le imprese in Op e OI, in filiere e distretti. Interventi di sostegno alla formazione degli operatori».

Quello appena arrivato dalla Commissione è un passaggio importante. Il voto, infatti, consentirà di portare la discussione direttamente in Senato e di giungere quindi alla conclusione dell’iter legislativo entro la fine della legislatura. Nel giro di pochi mesi, il testo unico sulla produzione biologica potrebbe vedere definitivamente la luce. Un obiettivo centrato, come sottolinea Paolo Carnemolla, presidente di FederBio:

«Ringrazio la relatrice Bertuzzi per un risultato per nulla scontato e tutti i gruppi che hanno contribuito, con senso di responsabilità, a favorire un’approvazione che consente di acquisire l’esito del voto della Camera e quindi di poter votare il testo anche in aula al Senato entro il termine della legislatura. Un risultato che si deve anche all’impegno che il Ministro Martina ha preso con tutto il settore nel corso della sua visita a SANA lo scorso settembre e di cui gli va dato atto».

Ddl produzione biologica: un incontro per scoprire le nuove norme

Per discutere sulla normativa italiana in via di approvazione, è previsto in calendario un evento a Feltre, in provincia di Belluno. Organizzato dal Gruppo di Cooperazione S.I.T.I.A.B.B. (Sistemi Innovativi di Trasferimento dell’Innovazione per l’Agricoltura Biologica Bellunese), l’appuntamento è finanziato dal Programma di sviluppo rurale del Veneto 2014-2020 e patrocinato dalla Regione.

L’appuntamento prende il titolo di “La nuova legge quadro sull’agricoltura biologica in Italia. I biodistretti e le ecoregioni nel contesto europeo”, e sarà il convegno di apertura dell’Antica Fiera di San Matteo a Feltre.

Interverranno, tra gli altri, l’onorevole Massimo Fiorio, vicepresidente della Commissione permanente Agricoltura della Camera dei Deputati, e Salvatore Basile, Presidente della Rete Internazionale delle Ecoregioni. Previsti inoltre i contributi dei rappresentati istituzionali di: Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi, Istituto d’istruzione superiore “A. Della Lucia”, Università di Padova, A.VE.PRO.BI. (Associazione Veneta Produttori Biologici), Coldiretti.

Coordina le attività Valter Bonan, Assessore all’ambiente e ai beni comuni della città di Feltre. Appuntamento sabato 4 novembre, a partire dalle ore 16, presso l’ Aula magna Campus “Tina Merlin”, nel Borgo Ruga a Feltre.

FONTI:

http://www.mariateresabertuzzi.eu/agricoltura-bertuzzi-pd-in-commissione-senato-ok-a-testo-unico-su-biologico/

http://www.sinab.it/bionovita/senato-prosegue-il-cammino-del-ddl-sul-biologico

http://www.feder.bio/comunicati-stampa.php?nid=1245

http://www.feder.bio/agenda.php?nid=1246

Ue, nuovo rinvio per il glifosato: ora si lavora a un rinnovo quinquennale

Ue, nuovo rinvio per il glifosato: ora si lavora a un rinnovo quinquennale

Il glifosato ancora al centro del dibattito europeo. Dopo il rinvio della votazione sulla ri-autorizzazione della sostanza, prevista per il 25 ottobre scorso, proseguono le trattative tra i Paesi membri per arrivare a una soluzione definitiva.

Due le principali proposte sul tavolo.Ad oggi, la strada più probabile sembra essere quella di una nuova approvazione dell’autorizzazione, ma per un periodo di tempo piuttosto limitato.

Ecco le ultime novità.

Il glifosato sarà bandito dai campi europei?

Sull’acceso dibattito europeo intorno al glifosato c’è un’unica certezza: un rinnovo decennale all’autorizzazione dell’erbicida non arriverà. È questo il risultato delle trattative degli ultimi mesi, che hanno portato a un rinvio del provvedimento nelle ultime 5 riunioni del Paff, il comitato tecnico permanente veterinario e fitosanitario dell’Ue, che deve decidere sulla questione.

Già nell’ultima riunione, la Commissione europea aveva provato a mediare per giungere a un’approvazione limitata nel tempo: 7 anni la proposta di Bruxelles. Una proposta respinta al mittente.

Per giungere a una conclusione della vicenda, ora le ipotesi in campo sono due.

Alcune fonti parlano di un possibile compromesso sui 3 anni di proroga dell’autorizzazione. Un’ipotesi a cui potrebbero aderire persino alcuni dei Paesi che si sono finora detti contrari. La Commissione, invece, propone una prosecuzione dell’autorizzazione per il glifosato fino al 2022, con un periodo di transizione di 5 anni.

La prossima data utile per trovare un accordo è stata ora fissata al 9 novembre. Data in cui i tecnici degli Stati membri si ritroveranno per individuare una maggioranza qualificata, che in Ue significa il 55% dei Paesi membri, per un totale del 65% della popolazione comunitaria.

Confagricoltura ribadisce il proprio sì all’erbicida

Diverse le posizioni in campo, anche in Italia. Confagricoltura ribadisce il proprio sì al glifosato e propone un rinnovo dell’autorizzazione di lungo termine. A esprimere la posizione dell’associazione, il presidente Massimiliano Giansanti:

«La nostra posizione è sempre stata a favore di un’agricoltura competitiva in un mercato sempre più globale. Detto questo, in Italia il glifosato è sempre stato utilizzato in maniera diversa. Noi lo usiamo soprattutto nei periodi autunnali, e con la massima precauzione, per preparare i letti di semina. Altrove impiegano il prodotto al momento del raccolto, come in Canada. Questo ci consente di abbattere i costi di produzione e di preparare terreni altamente rispettosi dell’ambiente. Insomma, quell’agricoltura conservativa che, tra l’altro, impedisce lo smottamento dei terreni nelle zone collinari. In ultima analisi, per gli agricoltori italiani il glifosato è uno strumento eccezionale in quanto consente di evitare il ricorso ad altri diserbanti davvero pericolosi. Ma noi ci battiamo da sempre sulla base di evidenze scientifiche certe».

In occasione dell’inchiesta di Report sull’argomento, andata in onda il 30 ottobre, la Coalizione #StopGlifosato ha ribadito la propria posizione contraria, attraverso un post sulla pagina Facebook ufficiale:

«La Coalizione italiana #StopGlifosato ribadisce il suo NO ad ogni ipotesi di rinnovo che consenta l’utilizzo nei campi coltivati europei del glifosato oltre il 2020 e chiede al Governo italiano di farsi parte attiva verso gli altri Stati membri della UE per bocciare questa ennesima proposta insostenibile rilanciata anche dalla Commissione Europea dopo la bocciatura della sua proposta di rinnovo a 10 anni.

Con il voto sul glifosato l’Unione Europea mette in gioco la sua credibilità e fiducia per milioni di cittadini europei che chiedono una rapida uscita dall’uso del diserbante che inquina le nostre acque, uccide la biodiversità dei fiumi e mette a rischio la salute umana».

FONTI:

http://www.informatoreagrario.it/ita/News/scheda.asp?ID=3554

https://www.agi.it/cronaca/glifosato_erbicida_monsanto_europa_slitta_accordo-2299902/news/2017-10-29/

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ue-sul-glifosato-scontro-commissione-parlamento-1457816.html

https://www.facebook.com/StopGlifosato/posts/734175326782552

I pesticidi in agricoltura: dossier di Legambiente sull’Emilia Romagna

I pesticidi in agricoltura: dossier di Legambiente sull’Emilia Romagna

Infuria il dibattito in Europa sul rinnovo all’autorizzazione per l’impiego del glifosato. E nel frattempo sempre più cittadini scelgono il bio per la propria alimentazione. Malgrado ciò, i pesticidi in agricoltura sono ancora oggi considerati imprescindibili per un sistema produttivo efficiente.

Ma quali sono i loro effetti, sulla salute umana e sui suoli agricoli? Esistono delle alternative e quali sono?

A queste domande risponde un seminario di Legambiente.

I pesticidi in agricoltura: il dossier Legambiente

Si è svolto ieri mattina nella Sala Silentium di vicolo Bolognetti a Bologna il seminario di Legambiente intitolato “Pesticidi nell’ambiente, quali effetti, quali sistemi di monitoraggio, quali pratiche agricole”. Durante l’evento sono intervenuti esperti in materia, azienda agricole che mettono in atto best practice sostenibili e senza pesticidi, rappresentanti istituzionali che hanno deciso di mettere al bando sostanze come il glifosato, tra cui Guido Spinelli e Michelle Mazzetti dell’ARPA Toscana, regione dove l’erbicida è stato di recente messo al bando.

Tra gli interventi più interessanti, anche se poco confortanti, la presentazione da parte di Legambiente Emilia Romagna del dossier che mette in luce la presenza e gli effetti dei pesticidi nella regione.

L’indagine ha raccolto i dati ufficiali 2015-2016 sulla qualità delle acque superficialie sul consumo di pesticidi in agricoltura. Legambiente conclude che “la presenza dei pesticidi nelle acque è ubiquitaria, con mix di decine di sostanze contemporaneamente che permangono molto a lungo nell’ambiente”.

In particolare, nel dossier vengono individuate criticità in specifiche località: Bologna, Parma, Piacenza, Ravenna e Ferrara le aree più colpite. Legambiente passa quindi a elencare i corsi d’acqua dove sono stati registrati superamenti dei limiti di legge della media annua di concentrazione dei pesticidi totali: Torrente Sillaro (BO), il Cavo Sissa Abate (PR) e Po di Primaro (FE). Anomalie sono state riscontrate anche al Torrente Arda (PC), al Canale Destra Reno (RA) e in altri corsi d’acqua a Ferrara e Ravenna. Questo se prendiamo in esame il 2016.

Per il 2015, invece, i punti di attenzione sono:

  • Canale Emissario (MO)
  • Cavo Parmigiana-Moglia (MO)
  • Torrente Samoggia (BO)
  • Canale circondariale gramigne Fosse a Comacchio (FE)
  • Canale Lorganaad Argenta (FE).

I pesticidi in agricoltura impiegati in Emilia Romagna

L’analisi di Legambiente si sofferma poi sulla quantità di pesticidi impiegati in agricoltura, nella Regione. Se la media nazionale delle vendite di sostanze per ettaro di SAU (Superficie Agricola Utilizzata) è pari a 4,6 kg/ettaro, in Emilia Romagna si registrano dati nettamente al di sopra: 7,6 kg/ettaro (annualità 2014).

La buona notizia è che l’utilizzo della chimica in agricoltura è comunque in calo. La sostanza attiva, a livello regionale, è diminuita di circa il 20% dai primi anni 2000, in concomitanza con una riduzione nazionale. Crescono al contempo le superfici bio, in aumento del 44% tra il 2013 e il 2017, per un totale di 11,3% sulla SAU.

Il report è stato inoltre incentrato sulla quantità di sostanze rilevate. Nel biennio considerato, sono stati più di 60 i principi chimici individuati nelle analisi. Almeno una di tali sostanze è stata rilevata, almeno una volta, nel 90% delle centraline di monitoraggio. Sui due anni analizzati, i campioni in cui si riscontrano prodotti fitosanitari sono stati tra il 53 e il 56% del totale.

Malgrado il dato sia preoccupante di per sé, fa riflettere che non tutti gli erbicidi e i pesticidi usati in agricoltura siano monitorati. Manca, per esempio, “un’indagine sistematica sul Glifosato”, scrive Legambiente.

Le centraline hanno individuato anche sostanze proibite da diversi anni: nel 2016, per esempio, sono state rinvenute tracce di Atrazina (bandita dal 2004) e di Diuron (proibito nel 2007). Dato che “richiederebbe una forte attenzione rispetto agli effetti che l’uso di queste sostanze possono avere nel lungo termine: segnala che le sostanze in uso oggi potrebbero avere effetti anche a lungo termine sulla salute”.

Le conseguenze dei pesticidi su terreni e api

Ultimi dati rivelati, non per importanza: gli effetti a lungo termine che i pesticidi in agricoltura hanno sui terreni e sulla popolazione degli insetti impollinatori. Nel dossier, infatti, apprendiamo che il 50% dei terreni pianeggianti regionali “ha un contenuto di sostanza organica inferiore al 2%” e sono quindi a rischio desertificazione. Conseguenza, spiegano da Legambiente, di “un modello agricolo fortemente legato alla chimica di sintesi e poco attento alla conservazione delle caratteristiche biofisiche del terreno”.

Per quanto riguarda le api, i dati rivelati sinora sono ancora parziali. Le analisi condotte da CONAPI e riportati nel dossier riguardano un primo stralcio, che sarà ampliato successivamente.

In ogni caso, le notizie non sono ottimiste:

«Le analisi – leggiamo –evidenzianoconcentrazioni di pesticidi elevati sui campioni di api, con valori Imidacloprid fino a 0,77 mg/kg riscontrate a Carpi».

Imidacloprid, uno degli insetticidi nicotinoidi, considerati tra i più pericolosi per gli insetti impollinatori.

I pesticidi in agricoltura: quali alternative

Alla luce dei dati raccolti, Legambiente propone anche una serie di misure per fronteggiare la crisi ambientale in corso. “È necessario – scrivono dall’associazione – puntare sempre più su pratiche agricole meno impattanti”.

Durante l’evento sono state indicate due linee d’azione:

  • Diffusione di pratiche agricole e di gestione del verde alternative e sostenibili;
  • Applicazione di un sistema di monitoraggio sempre più puntuale di tali sostanze nell’ambiente e approfondimentodei loro effetti reali.

In particolare, Legambiente propone l’aumento della quota di superficie coltivata con metodo biologico. “O comunque promuovendo forme locali di agricoltura che non impoveriscono il suolo e fanno a meno della chimica”, spiegano gli attivisti.

Per l’Emilia Romagna, tale strategia deve tradursi nel “100% di agricoltura biologica nel medio periodo, con un passaggio intermedio al 20% entro il 2020”. Uno sforzo che, oltre a essere agito dalle istituzioni regionali, dovrebbe partire “anche dal mondo dell’agroalimentare e in particolare dalle filiere di qualità”.

Un ruolo centrale, in questo senso, è affidato al Psr, che per l’Emilia Romagna può contare su 1,2 miliardi di euro. Fondi che serviranno per contribuire direttamente agli agricoltori bio, ma anche per offrire loro assistenza tecnica e formazione sui metodi di agricoltura biologica.

Legambiente chiede infine una stretta sull’erbicida glifosato:

«Per quanto riguarda il Glifosato è necessario arrivare ad una sospensione del pesticida a tutti i livelli come misura cautelativa per la salute pubblica, ed evitare di incentivarne l’uso attraverso i PSR.Chiediamo inoltre un’analisi specifica sul Glifosato».

FONTI:

https://www.legambiente.emiliaromagna.it/2017/11/02/dossier-pesticidi-emilia-romagna/

http://www.feder.bio/agenda.php?nid=1244

http://www.feder.bio/files/2055.pdf

http://www.suoloesalute.it/anche-la-toscana-verso-lo-stop-al-glifosato/

Horizon 2020: pronto un miliardo di euro per l’agricoltura

Horizon 2020: pronto un miliardo di euro per l’agricoltura

Uno sforzo senza precedenti per mettere gli agricoltori alla guida dell’innovazione”. Con queste parole, il commissario all’agricoltura Phil Hogan ha descritto le nuove call di Horizon 2020 che prevedono uno stanziamento complessivo di circa un miliardo di euro.

L’obiettivo della misura è di promuovere l’innovazione del comparto agricolo, in direzione di una maggiore sostenibilità ambientale, coinvolgendo in particolar modo gli imprenditori più giovani. Ecco in cosa consistono le nuove call.

Horizon 2020 e agricoltura: gli obiettivi

Gli obiettivi del programma Horizon si rifanno all’approccio strategico di lungo periodo, approvato dall’Ue nel 2016, nell’ambito della ricerca e dell’innovazione in agricoltura. Tra le priorità qui indicate, troviamo:

  • Protezione dell’ecosistema
  • Nutrimento del suolo
  • Valorizzazione delle risorse genetiche
  • Adattamento al climate change

I progetti finanziati avranno inoltre il fine di lanciare la prossima generazione di attori rurali, affinché siano meglio connessi, più green e più predisposti alla circolarità dell’economia.Attraverso i finanziamenti, l’Ue intende rendereil settore agricolo più smart, più resiliente e maggiormente sostenibile dal punto di vista ambientale.

Horizon 2020: sostenibilità e trasformazione digitale

Come accennato, il programma europeo Horizon 2020 mette sul tavolo circa un miliardo di euro per agricoltura e aree rurali nel triennio 2018-2020. I fondi sono ripartiti in due macro-aree.

La maggior parte, circa 753 milioni, arriveranno nell’ambito della call su Food security e sostenibilità ambientale. Le principali linee di intervento in tal senso saranno costituite da:

  • 112 milioni per interventi dedicati alla cooperazione internazionale con Cina e Africa, sempre nell’ambito agricolo;
  • 75 milioni per progetti di ricerca per la gestione dei suoli;
  • 45 milioni per progetti riguardanti la mitigazione dei cambiamenti climatici.

La seconda macro-area d’interesse riguarderà invece gli investimenti per rendere le aree rurali più giovani, più smart, più green e maggiormente inclini alla circolarità. Per tale ambito, che prende il nome di RUR (ruralrenaissance, rinascimento rurale), il programma Horizon 2020 prevede uno stanziamento di 263 milioni di euro, di cui 100 da dirottare sulla sperimentazione nelle filiere innovative basate sull’economia circolare.

Un evento per saperne di più sulle call di Horizon 2020

A Bruxelles, dal 14 al 17 novembre 2017, si terrà una Infoweek sul Societal Challenge 2 del programma Horizon. In tale sede, sarà possibile ottenere maggiori informazioni sulle opportunità di ricerca e innovazione messe a disposizione per agricoltura e sviluppo rurale.

Sul sito della comunità europea, è inoltre disponibile il Programma di lavoro 2018-2020 di Horizon. In particolare, il Capitolo 9 – dedicato agli ambiti food, agricoltura, silvicoltura, bioeconomia – è disponibile a questo link: http://ec.europa.eu/research/participants/data/ref/h2020/wp/2018-2020/main/h2020-wp1820-food_en.pdf

Per partecipare al programma, infine, è possibile visitare il Portale dedicato: http://ec.europa.eu/research/participants/portal/desktop/en/home.html

FONTI:

http://www.freshplaza.it/article/94710/UE-dal-programma-Horizon-2020-un-miliardo-di-euro-per-la-ricerca-in-agricoltura

https://ec.europa.eu/info/news/european-commission-announces-eu1-billion-funding-more-sustainable-agriculture-food-and-rural-development_en

 

Fertilizzanti organici: il Parlamento Ue favorevole alla diffusione

Fertilizzanti organici: il Parlamento Ue favorevole alla diffusione

343 voti favorevoli, 252 contrari e 59 astensioni. Con questi numeri il Parlamento europeo ha approvato un progetto per una nuova regolamentazione dell’utilizzo dei fertilizzanti organici.

Non solo. Rivisti anche i limiti all’utilizzo del cadmio e l’impiego di materiali riciclati per produrre fertilizzanti.

Ora il Parlamento dovrà trovare un’intesa con i Paesi membri per l’approvazione definitiva.

Fertilizzanti organici: alternativa green ma poco utilizzata

Ad oggi, appena il 5% dei rifiuti organici è riciclato come fertilizzante. Una percentuale che, secondo l’Ue, potrebbe arrivare almeno al 30%, in modo da sostituire i concimi materiali esistenti. Si tratta di un obiettivo ambizioso, ma che nasce dalla volontà di offrire un’alternativa più sostenibile e pulita agli agricoltori.

Secondo le stime della Commissione, in Europa i produttori sono oggi costretti a importare più di 6 milioni di tonnellate di fosfati naturali. Almeno un terzo di tale quota – 2 milioni di tonnellate – potrebbero invece essere recuperati da fanghi di depurazione, rifiuti biodegradabili, farine animali o letame. La strada verso il riciclo di tali sostanze è in questo caso ostacolata dalla disomogeneità delle norme tra i diversi Paesi dell’Unione: per i produttori è infatti complicato vendere e utilizzare i fertilizzanti organici nel mercato unico, perché per farlo dovrebbero adeguarsi di volta in volta alle norme previste nei singoli paesi.

Attualmente, infatti, le regole comunitarie sui fertilizzanti riguardano quasi esclusivamente quelli convenzionali, che hanno un’origine minerale o chimica. Basti pensare che solo la metà dei concimi attualmente commercializzati in Ue rientrano nelle previsioni del regolamento in vigore.

Fertilizzanti organici: il nuovo regolamento Ue

In attesa dell’entrata in vigore definitiva, proviamo a capire cosa prevede il nuovo regolamento Ue in materia. Una volta stabilito il consenso tra i Paesi membri, le istituzioni comunitarie si impegneranno a:

  • Promuovere l’impiego di materiali riciclati per produrre nuovi fertilizzanti. Si ridurrà così la quota importata dai Paesi terzi, stimolando inoltre la cosiddetta economia circolare;
  • Si faciliterà l’accesso al mercato dei fertilizzanti organici, dando ad agricoltori e consumatori una più vasta possibilità di scelta, in modo da promuovere l’innovazione green;
  • Saranno stabiliti nuovi criteri per i concimi a marchio CE, per garantire qualità, sicurezza e rispetto dell’ambiente;
  • Nuovi obblighi di etichettatura saranno previsti per informare gli utilizzatori sul tipo di sostanze impiegate;
  • Ai produttori che non intendono conformarsi alle nuove direttive europee, sarà comunque garantito l’accesso ai propri mercati nazionali di appartenenza.

Nella discussione presso il parlamento di Bruxelles sono infine emerse nuove possibili restrizioni per l’utilizzo del cadmio, metallo pesante contenuto nei concimi a base di fosfati minerali. Dal momento che la sostanza può rappresentare un pericolo per l’ambiente e la salute, potrebbero essere presto introdotti dei limiti più stringenti.

Da qui a 6 anni, il contenuto del metallo nei fertilizzanti potrebbe essere ridotto dai 60 a 40mg/kg.Nel giro di 16 anni, invece, la limitazione dovrebbe arrivare a 20 mg/kg. La Commissione aveva in realtà proposto rispettivamente 3 e 12 anni per l’introduzione dei nuovi limiti, ma il Parlamento ha deciso di prevedere un periodo di adeguamento più lungo.

Le reazioni

Soddisfatto il principale relatore del nuovo regolamento,Mihai Ţurcanu, membro rumeno del PPE:

«Questa proposta fa parte del pacchetto sull’economia circolare e amplia la gamma di fertilizzanti che possono essere ottenuti da prodotti secondari. Contribuirà inoltre a migliorare l’etichettatura e a ridurre gli oneri amministrativi per i produttori e gli agricoltori. Vogliamo avere prodotti più sicuri e ridurre la quantità di metalli pesanti nei nostri fertilizzanti. Il nostro dovere è fornire ai cittadini prodotti sicuri ad un prezzo accessibile».

Dall’Italia si levano invece voci critiche. In particolare, Assofertilizzanti ritiene “eccessivamente restrittivi” i nuovi limiti per il cadmio, al punto che potrebbero “fortemente ledere gli equilibri all’interno del settore”. Francesco Caterini, presidente dell’associazione, ha commentato:

«Fin dall’inizio dell’iter legislativo del nuovo regolamento, Assofertilizzanti ha sempre invitato le istituzioni europee ad adottare nelle proprie scelte un approccio basato sulle evidenze scientifiche».

FONTI:

http://agronotizie.imagelinenetwork.com/fertilizzanti/2017/10/30/fertilizzanti-le-novita-del-regolamento-ue/56179

http://www.europarl.europa.eu/news/it/agenda/briefing/2017-10-23/8/aumentare-l-uso-di-fertilizzanti-organici-nell-ue

http://www.cna.it/cna/unioni/agroalimentare/notizie/parlamento-europeo-vota-promuovere-luso-di-fertilizzanti-organici#.Wfhl8GjWy1s