Suolo e Salute

Anno: 2017

Psr Veneto: al via bando da 2,5 milioni per l’agricoltura bio

Psr Veneto: approvata la delibera che apre i termini per accedere alle risorse per l’agricoltura biologica. Interventi per 2,5 milioni di euro

Passo in avanti per il Psr veneto: la regione ha approvato la delibera che apre i termini per accedere alle risorse d’intervento 11.1.1 – Pagamenti per la conversione in pratiche e metodi di agricoltura biologica.

L’ultimo step per l’approvazione definitiva sarà il parere della terza Commissione del Consiglio Regionale. Una volta ricevuto il via libera, potranno essere aperti ufficialmente i termini per presentare le domande di aiuto.

Psr Veneto: beneficiari e risorse a disposizione

Le risorse complessive messe a disposizione dal bando ammontano a 2,5 milioni di euro. Obiettivo dell’intervento è la diffusione di pratiche agricole sostenibili, in grado di preservare e potenziare la fertilità del suolo, prevenendone l’erosione.

Il bando è rivolto principalmente ad agricoltori rispondenti a determinati requisiti. I beneficiari, infatti, si impegnano a mantenere intatta la fertilità del suolo e l’attività biologica attraverso la rotazione pluriennale delle colture. Tra gli impegni a carico degli agricoltori, anche l’utilizzo di concimi autorizzati per la produzione biologica, la scelta di una difesa fitoiatrica delle colture, che prevede l’impiego di antagonisti naturali, e la scelta di specie e varietà resistenti. Gli impegni dovranno essere mantenuti per cinque anni dalla data di presentazione delle domande.

L’entità degli aiuti disposti per i beneficiari, dipende dal tipo di coltura e dalla sua estensione. Si va dai 909 euro per ettaro delle colture orticole in serra, ai 221 per i pascoli.

Principi di incompatibilità

Le domande non possono essere presentate se, sulle stesse superfici, sono attivi i seguenti tipi di intervento del Psr Veneto 2014-2020:

  • 1.1 – Tecniche agronomiche a ridotto impatto ambientale;
  • 1.3 – Gestione attiva di infrastrutture verdi;
  • 1.4 – Gestione sostenibile di prati, prati seminaturali, pascoli e prati-pascoli;
  • 2.1 – Pagamenti per il mantenimento dell’agricoltura biologica.

L’incompatibilità si estende anche alle misure previste dal Psr 2007-2013.

La scadenza per la presentazione delle domande di aiuto è fissata al 15 maggio 2017.

Per avere maggiori informazioni a riguardo, è possibile rivolgersi agli Sportelli unici agricoli della propria provincia gestiti dall’organismo pagatore Avepa.

Fonte:

http://www.regione.veneto.it/web/guest/dettaglio-banner?_spp_detailId=3103205

 

Mais Ogm: nuova impasse sulle concessioni. L’Italia vota contro

Mais Ogm: l’Italia ritrova l’unità e vota contro. Confermata l’impasse dei Paesi europei in merito alle concessioni su tre tipologie di coltivazioni transgeniche.

Il Comitato d’Appello Ue non ha raggiunto la maggioranza qualificata necessaria per approvare o respingere la richiesta di autorizzazione per le coltivazioni di mais ogm. A gennaio, il Comitato permanente Ue per piante, animali, alimenti e mangimi (Paff) era giunto alla stessa conclusione. Ora, toccherà alla Commissione assumersi la responsabilità di decidere sull’approvazione o meno delle colture.

Italia ritrova l’unità contro i tre mais Ogm

Nonostante la consultazione abbia portato a un nulla di fatto, evidenziando nuovamente una spaccatura tra i Paesi membri, il voto dell’Italia è simbolo di una ritrovata unità sulla questione.

Il 27 gennaio scorso, erano emerse delle difformità tra le posizioni dei Ministeri della Salute e dell’ambiente, da una parte, e il dicastero delle politiche agricole dall’altra. In quell’occasione, aveva fatto molto discutere il parere favorevole dell’Italia, visto che la coltivazione di mais ogm è comunque vietata sul territorio nazionale.

Greenpeace Italia aveva giudicato il voto italiano a favore delle coltivazioni transgeniche come un autogol, a discapito dell’ambiente e nettamente contrario al volere dei cittadini.

Ora, i ministri della Salute, delle Politiche Agricole e dell’Ambiente sono riusciti a concordare una posizione univoca, in linea con gli umori del Paese. Secondo Coldiretti, infatti, il no dell’Italia risponderebbe al volere di quasi otto cittadini su dieci (76%) che si oppongono all’introduzione di colture Ogm nei campi.

«Per l’Italia gli Ogm in agricoltura non pongono solo seri problemi di sicurezza ambientale ma, soprattutto, perseguono un modello di sviluppo che è il grande alleato dell’omologazione e il grande nemico del Made in Italy». Queste le parole di Roberto Moncalvo, presidente Coldiretti.

Cnr di Napoli: parere dell’Italia è una sconfitta

Nettamente opposto, invece, il parere di Roberto Defez, dell’Istituto di bioscienze e biorisorse del Cnr di Napoli.

Secondo Defez, con la sua posizione, l’Italia starebbe impedendo non solo agli agricoltori, ma anche agli scienziati di fare il loro lavoro: «Sperimentare gli Ogm in campo aperto per capire, conoscere e magari salvare le nostre piante in via di estinzione». Una decisione, secondo l’esperto, che metterebbe in ginocchio anche l’economia del Paese.
Fonti:

http://www.informatoreagrario.it/ita/News/scheda.asp?ID=3266

http://www.ansa.it/canale_ambiente/notizie/istituzioni/2017/03/27/ogm-ue-divisa-non-decide-su-autorizzazione-3-mais_cab155b1-6586-45d4-9d12-8b6381654ca0.html

http://www.italiafruit.net/DettaglioNews/38787/lapprofondimento/ogm-litalia-ridice-no-al-comitato-dappello-ue

http://www.repubblica.it/ambiente/2017/01/27/news/ogm_ue_si_spacca_e_non_decide_su_tre_mais_transgenici-157020391/

SEE: tornano sul mercato i prodotti biologici da Norvegia e Islanda

SEE
Via libera all’importazione nell’Unione Europea dei prodotti biologici provenienti dalla Norvegia e dall’Islanda. La decisione adottata dal comitato misto SEE rimuove un divieto durato 8 anni.

Lo scorso 17 marzo, il comitato misto SEE ha posto fine al divieto di importazione nell’Unione Europea di prodotti biologici provenienti da Norvegia e Islanda. Via libera che comprende anche il salmone biologico norvegese.

I prodotti potranno essere debitamente commercializzati come conformi alle norme dell’UE sulla produzione biologica, a seguito dell’integrazione dei pertinenti regolamenti previsti nell’accordo sullo Spazio economico europeo (SEE).

La decisione pone fine a un blocco durato ben 8 anni e dovuto al fatto che i produttori biologici di Norvegia e Islanda si conformavano a norme obsolete, non più applicate all’interno del mercato europeo.

L’accordo SEE

La prima adozione da parte dell’Ue delle norme relative alla produzione e all’etichettatura dei prodotti biologici risale al 1991. I testi sono stati aggiornati successivamente nel 2007, diventando in molti casi più rigorosi.

Nel corso degli anni sono state effettuate ulteriori modifiche, introducendo norme di produzione supplementari, come quella relativa alla produzione dell’acquacoltura biologica, nel 2009.

Nel gennaio 2015, è scattato l’obbligo per i produttori dell’UE di seguire le indicazioni presenti nei testi. Purtroppo, il ritardo nell’inserimento dei nuovi regolamenti nell’accordo SEE ha creato una situazione di disparità di trattamento dei produttori e degli operatori. Come il caso del salmone biologico, per cui il ritardo ha fatto sì che i prodotti provenienti dai Paesi citati non potessero essere importati e venduti come prodotti biologici nell’UE.

Il ritardo delle autorità SEE sarebbe stato causato dalle numerose deroghe riguardanti determinati particolari aspetti tecnici. Richieste adesso ritirate.

Pari condizioni tra tutti gli attori del biologico

Phil Hogan, commissario per l’Agricoltura e lo sviluppo rurale, ha accolto con favore la decisione: «Sono lieto di constatare che i nostri partner See hanno compreso l’importanza degli standard comuni, oltre che i benefici per i produttori e i consumatori di entrambe le parti. Le norme garantiscono parità di condizioni tra i produttori biologici dell’Ue e del See, a loro reciproco vantaggio. La Commissione non accetterà mai che i nostri elevati standard di produzione, importazione e commercializzazione dei prodotti biologici vengano abbassati. È nostro compito assicurare la fiducia dei consumatori e garantire la credibilità del logo di produzione biologica dell’UE».

Fonti:

http://italiafruit.net/DettaglioNews/38695/mercati-e-imprese/lue-riapre-le-porte-al-bio-di-norvegia-e-islanda

http://europa.eu/rapid/press-release_IP-17-627_it.htm

Vini biologici: aperte le iscrizioni all’ottava edizione del concorso internazionale

Aperte le iscrizioni a una delle manifestazioni più in vista e prestigiose riservata ai vini biologici.

Sono aperte le iscrizioni al Premio internazionale riservato ai vini biologici. L’evento, arrivato alla sua ottava edizione, è ormai considerato una delle più importanti degustazioni del settore.

Al concorso possono partecipare solo i vini di qualità ottenuti dalla lavorazione di uve coltivate con metodo biologico, approvato dall’UE con metodo di valutazione PAR. Il sistema tiene conto dell’effetto complessivo sensoriale e differenzia i vini biodinamici dai vini provenienti da varietà resistenti ai funghi (PIWI).

La valutazione dei prodotti avverrà sotto la guida dell’enologo sensoriale e creatore del sistema di valutazione PAR, Martin Darting.

I punteggi più alti, compresi tra i 96 e i 100 punti, definiscono l’eccellenza assoluta. I vini biologici “oro” sono quelli con un punteggio attribuito da 90 a 95, da 83 a 89 quelli “argento” e tra i 75 e gli 82 i vini che comunque meritano una raccomandazione.

Una manifestazione che garantisce ampia visibilità

Prendere parte alla manifestazione significa garantire al proprio vino biologico grandissima visibilità.

Nell’edizione del 2016, hanno partecipato al Concorso Interazione dei Vini Biologici, Produttori e Commercianti provenienti da 23 Paesi diversi, per un totale di 1063 Vini.

La giuria, formata da professionisti del settore, fornisce una valutazione oggettiva dei vini selezionati, generalmente riconosciuta. I risultati raccolti durante la manifestazione saranno utili a produttori e consumatori come guida di orientamento alla scelta e al perfezionamento del vino biologico.

I viticoltori avranno infatti l’opportunità di confrontarsi, a livello internazionale, con altri professionisti del settore, potenziando i prodotti e il processo di creazione.

Il termine per l’iscrizione al Premio è fissato al 9 giugno e le degustazioni avverranno dal 30 giugno al 3 luglio. Maggiori informazioni sul sito ufficiale dell’evento: https://www.bioweinpreis.de/it/

Vini biologici: un trend che non smette di crescere

Negli ultimi anni, il settore del vino biologico è cresciuto molto, arrivando a occupare quote di mercato sempre più rilevanti. Un trend che sembra avere ancora molti margini di miglioramento.

Eppure, il regolamento europeo di settore è entrato in vigore solo di recente, nel 2012. La normativa di riferimento ha gettato le basi per la produzione di un prodotto di qualità, sempre più apprezzato tra i consumatori.

Le regole di produzione che determinano se un vino più essere definito effettivamente biologico sono state approvate dallo Standing Committee on OrganicFarming (SCOF), il Comitato permanente per l’agricoltura biologica. Le aziende certificate possono infatti riportare in etichetta il logo europeo.

Fonti:

http://quifinanza.it/soldi/premio-internazionale-dei-vini-biologici-al-via-ottava-edizione/111877/

https://www.bioweinpreis.de/it/

Federbio: appuntamento il 6 maggio a Milano per la Festa del Bio

Milano apre le porte alla Festa del Bio. L’evento, pensato e organizzato da FederBio ha come obiettivo quello di dare visibilità ai valori e agli attori del settore, favorendo un confronto aperto tra professionisti e appassionati.

Torna la Festa del Bio. Dopo il successo dell’“edizione zero” realizzata in occasione del Biodiversity Park di Expo 2015, la Federazione Italiana Agricoltura Biologica e Biodinamica (FederBio), ha deciso di dare il via a un evento annuale, pubblico, dedicato al settore.

L’evento, previsto per il 6 maggio 2017, si svolgerà a Milano nell’ambito della Week&Food, la settimana del food&beverage di qualità che raccoglie professionisti e appassionati del settore.

Non è ancora stata definita la location che accoglierà l’iniziativa, ma gli organizzatori hanno già dichiarato che si tratterà di un luogo di prestigio, altamente rappresentativo. Tra le ipotesi opzionate:

  • Palazzo Giureconsulti/Piazza dei Mercanti
  • Dazi all’Arco della Pace.

La Festa del Bio si prospetta come un evento di alto livello, che abbraccia in maniera trasversale tutto il mondo del biologico, con talk, dibattiti, focus group e incontri con i media, le istituzioni e il mondo della ricerca.

Negli spazi adiacenti alla location saranno allestiti degli spazi espositivi, in cui i partner avranno l’opportunità di esporre prodotti, servizi e progetti.

Gli obiettivi di FederBio

Gli obiettivi che hanno portato alla realizzazione dell’evento sono molteplici.La necessità di dare visibilità ai valori legati al mondo del bio, innanzitutto, ma anche ai partner che ne prenderanno parte. Si avverte inoltre il bisogno di rispondere alle esigenze del pubblico, coinvolgendo coloro che sono già consumatori di prodotti biologici.

L’intento di FederBio è organizzare degli incontri di altissimo livello e grande contenuto, condivisi tra tutti gli attori protagonisti del settore. I dibattiti daranno comunque la possibilità di avere uno spazio aperto di confronto, sperimentazione ed esplorazione.

La manifestazione sarà anticipata da incontri didattici rivolti a docenti e studenti delle università di Milano, da contest sui social e sul web e da iniziative che prevedono il coinvolgimento dei supermercati specializzati nella vendita dei prodotti bio e la GDO della città di Milano.

Festa del bio: gli approfondimenti

La giornata prevede momenti di approfondimento alternati ad azioni di street marketing e di intrattenimento all’aperto.

Le tematiche trattate verteranno su:

  • Il biologico Made in Italy. Sarà realizzato un seminario che analizzerà le motivazioni del successo del bio e le opportunità del settore, evidenziando però sempre l’opinione del consumatore;
  • Nutrizione e benessere. Neonati, bambini, adulti e anziani, ogni fase della vita richiede un’alimentazione attenta e particolare. Nutrizionisti ed esperti spiegheranno perché scegliere il bio per favorire il benessere dell’organismo;
  • Bio e ambiente. Agricoltura biologica per proteggere la terra, la biodiversità e mantenere inalterata la fertilità del suolo;
  • Bio e comunicazione. Sarà presentato il Project «COMUNICAZIONE FEDERBIO» in collaborazione con l’Università Cattolica di Milano con il coinvolgimento di 12 gruppi di Millenial.

Ogni tematica sarà affrontata con la formula del talk, coinvolgendo nomi di rilievo nazionale del settore e dando spazio ad aziende e organizzazioni legate al core business della propria realtà, ma non necessariamente al prodotto.

 

Fonte:

http://www.feder.bio/files/1906.pdf

Etichette: torna l’obbligo di indicare lo stabilimento di produzione

Etichette: reintrodotto l’obbligo di indicare lo stabilimento di produzione. Più tutele per i consumatori o passo indietro della politica italiana?

Venerdì 17 marzo, il Consiglio dei Ministri ha approvato lo schema di decreto attuativo che reintroduce l’obbligo di indicare lo stabilimento di produzione o confezionamento nelle etichette. A renderlo noto, il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali.

L’obbligo era stato già sancito dalla legge italiana. Era stato però abrogato in seguito al riordino della normativa europea in materia di etichettatura alimentare. Oggiviene reintrodotto per “garantire, oltre che una corretta e completa informazione al consumatore, una migliore e immediata rintracciabilità degli alimenti da parte degli organi di controllo e, di conseguenza, una più efficace tutela della salute”.

Lo stabilimento in etichetta per proteggere i consumatori

Oltre a prevedere il reinserimento dello stabilimento di produzione in etichetta, la norma affida il controllo e l’applicazione di eventuali sanzioni all’Ispettorato repressione frodi (Icqrf). Le aziende avranno 180 giorni di tempo per smaltire le etichette già stampate, e comunque fino a esaurimento dei prodotti già etichettati e immessi sul mercato prima dell’entrata in vigore del provvedimento.

Secondo il Ministro Martina, il decreto è solo una delle strategie messe in campo per assicurare la massima informazione ai cittadini sugli alimenti consumati. E offre, inoltre,una risposta concreta a quelle aziende che hanno continuato a dichiarare lo stabilimento di produzione nelle proprie etichette. Malgrado la caduta dell’obbligo.

«Il nostro lavoro non si ferma qui», afferma Martina. «Porteremo avanti la nostra battaglia anche in Europa, perché l’etichettatura sia sempre più completa. La valorizzazione della distintività del nostro modello agroalimentare passa anche da qui».

Lo schema di decreto dovrà ora essere inviato alle Commissioni agricoltura di Camera e Senato per i pareri.

La reazione di Federalimentare

Nettamente opposta la reazione di Federalimentare (Federazione Italiana dell’Industria alimentare), secondo cui il provvedimento sarebbe “un grosso passo indietro”, penalizzante per produttori e consumatori italiani.

Queste le parole di Luigi Scordamaglia, presidente della Federazione: «Come sosteniamo da sempre queste battaglie di trasparenza più che legittime vanno vinte a Bruxelles, altrimenti un qualsiasi imprenditore tedesco o francese con una semplice ragione sociale a qualsiasi titolo nel nostro paese può spacciarsi per italiano (senza obbligo di indicare la sede di produzione) con gravi danni per tutto il nostro sistema».

Secondo Scordamaglia, il provvedimento non garantirebbe alcuna tutela contro i prodotti alimentari fabbricati fuori Italia e introdotti sul nostro mercato, essendo una legge esclusivamente nazionale e non valida a livello comunitario. «Ancora una volta– conclude –assistiamoa scorciatoie nazionali che finiscono con l’assecondare l’operato di una commissione europea pavida e inadempiente e responsabile della frammentazione del mercato unico».

Fonti:

https://www.politicheagricole.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/11082

http://www.ansa.it/canale_terraegusto/notizie/istituzioni/2017/03/17/etichetta-federalimentareobbligo-stabilimento-ci-penalizza_531b6267-c5b7-4a3a-b20e-f04fe29ce6c8.html

http://agronotizie.imagelinenetwork.com/agricoltura-economia-politica/2017/03/20/etichetta-ok-dal-governo-alla-reintroduzione-dell-indicazione-dello-stabilimento/53368