Suolo e Salute

Anno: 2018

La storia di successo di Giosuè, un agricoltore biologico

La storia di successo di Giosuè, un agricoltore biologico

Da Mc Donald’s a Sanpellegrino, anche le mutinazionali scelgono la qualità del biologico per la loro produzione

Giosuè Arcoria, 38 anni, con la moglie Maria, è a capo dell’azienda agricola bio Arcoria, dove il padre lo ha cresciuto in mezzo alle piantagioni, nel cuore della piana di Catania, trasmettendogli il sapere.

Qui, da ormai tre generazioni è tramandata la lavorazione della terra su oltre 100 ettari di agrumeti. “Che nel 2000 ammontavano, però, a 30 – precisa subito Giosuè – poi io e mio fratello Vincenzo siamo riusciti ad ampliare il terreno di produzione”.

La varietà di arance e limoni ad Arcoria sono 23 in tutto, con un ciclo che va da ottobre a giugno. Quali ad esempio: myogawa, clemenruby, newhall, fukomoto, tarocco nucellare e moro, navel Powell, e, infine, valencia. Una varietà necessaria a cui Giosuè si è adattato per restare competitivo sul mercato.

Nel 2015 arriva la “svolta”. <<Partecipo al bando “Fattore futuro” della Mc Donald’s che cercava fra i suoi fornitori degli imprenditori agricoli Under 40 votati alla sostenibilità aziendale. L’ho vinto e sono diventato fornitore ufficiale delle arance in tutti i Mc Cafè d’Italia>>.

Arcoria è inoltre il fornitore del colosso Bibite Sanpellegrino, per un totale di 200mila kg di arance rosse e una buona parte dei suoi limoni, utilizzati nelle bibite dell’azienda del gruppo Nestlè. Bibite che contengono il 20 per cento di succo di arancia, segno, questo, che la multinazionale punta sulla qualità delle sue materie prime.

Sempre nel 2015, il giovane Arcoria ha adottato un innovativo sistema d’irrigazione automatico arrivando ad ottenere un risparmio del consumo idrico di 25mila euro l’anno.

Non solo, <<Grazie a un software aziendale riesco a dosare la giusta quantità di concime per il terreno>> aggiunge. Giosuè al momento produce da ottobre a giugno circa un milione di chili di agrumi (300mila vanno nel loro punto vendita diretto a Treviso, in Veneto; 500mila sul territorio e 200mila sono destinati alle bibite Sanpellegrino).

<<L’obiettivo è produrre 3 milioni di kg di agrumi entro il 2020 e vendere solo all’estero per il 2021>>.

Una storia di successo quindi, che è una delle tante dimostrazioni della qualità e della forza del biologico Italiano.

Fonte: http://nuvola.corriere.it/2018/06/27/giosue-lagricoltore-bio-che-riduce-i-consumi/

La risposta di Roberto Pinton Segretario AssoBio, alle fake news relative al mondo del biologico

La risposta di Roberto Pinton Segretario AssoBio, alle fake news relative al mondo del biologico

“abbiamo fatto un po’ di fact checking sugli scandali nel mondo bio, in risposta ai tanti giornalisti che rilanciano comunicati con troppa facilità senza incrociare le fonti”

Il 13 giugno Il Fatto Quotidiano ha pubblicato un articolo dal titolo “Falso biologico: operazioni e sequestri dei carabinieri in tutta Italia. Coldiretti: A rischio sei consumatori su dieci”, oltre il titolo sensazionalistico, l’articolo sulle nefandezze dei prodotti biologici, descrive una frode che interessa a 15 tonnellate di alimenti bio in tutta Italia, ma ci sono parecchie inesattezze su cui è giusto far luce. L’appello di Roberto Pinto ai giornalisti è quello di prestare maggiore attenzione alle fonti e verificare sempre le notizie. Ne riportiamo qua un estratto.

La prima parte della notizia, che apparentemente informa su di una maxi operazione per la tutela agroalimentare nella filiera del biologico, è relativa alla contestazione fatta dai carabinieri in due negozi di Carpi e Forlì, di 22 confezioni di baccalà mantecato e di sardine marinate, che rispettavano tutti i requisiti del biologico ma erano etichettate male, cioè con errori nella denominazione. Una non conformità, come suggerisce L’articolo 23 del regolamento 834/2007, ma puramente formale, dato che la regolarità della ricetta resta comunque fuori discussione: tutti gli ingredienti erano biologici e i prodotti erano regolarmente certificati.

L’articolo del quotidiano continua con un punto vendita di Napoli dove sono stati sequestrati 100 kg di ortofrutta bio perché le etichette sulle sette non erano a norma. A Caserta sono stati sequestrati 16 kg in tutto di prosciutto cotto, salumi vari e formaggi, anche in questo caso per mancanza di tracciabilità. Va ricordato innanzitutto che per l’articolo 31 del regolamento 889/2008, le informazioni su nome e indirizzo del produttore e le indicazioni sul metodo biologico, possono figurare anche solo nei documenti di accompagnamento, come nei due casi segnalati. E cosa più importante, in entrambi i casi, si può parlare di una gestione operativa dell’attività decisamente approssimativa, ma non si tratta affatto di “falso bio”.

Quanto alla vicenda delle 11 tonnellate di arance egiziane proposte come agrumi siciliani e spacciate per biologiche, va ricordato come lo stesso Oreste Gerini, della Direzione generale della prevenzione e del contrasto alle frodi agro-alimentari del ministero delle Politiche agricole, ha chiarito che non si trattava di arance convenzionali spacciate per biologiche, ma di arance egiziane spacciate per arance italiane, nessuna frode biologica quindi.

In merito invece ai 6.480 barattoli di finta passata di pomodoro bio in Campania, che secondo il giornalista del quotidiano corrispondono a “oltre 300 tonnellate”, Stiamo ancora cercando di sapere qualcosa di più. Ma se si trattasse davvero di 300 tonnellate ogni “vasetto” peserebbe stranamente 46 chili!

Premesso che bisogna sempre essere al fianco del comando carabinieri per la Tutela Agroalimentare che lavora per controllare la produzione agricola e alimentare, sarebbe altrettanto che il Comando trattenesse l’esuberanza dell’ufficio stampa, per evitare di trasformare 2,5 kg di fagioli, 22 scatolette di sardine e 6.500 vasi di passata in notizie tali da destare allarme sociale, gettando ombre su 70 mila innocenti operatori del biologico che immettono sul mercato prodotti per un valore di miliardi di euro. Alcune non conformità formali sembrano solo la conseguenza di un’infelice gestione dei documenti, e non hanno costituito alcuna frode né alcun rischio per i consumatori.

Fonte: https://ilfattoalimentare.it/frode-biologico-fact-checking-pinton.html

 

 

 

Il biologico Italiano è tra le nostre eccellenze più sicure

Il biologico Italiano è tra le nostre eccellenze più sicure

Un altro record positivo come ha spiegato la fondazione Biohabitat, nella seconda tavola rotonda al Green Lounge di Galleria Cavour

Quello dei prodotti biologici non è più un mercato di nicchia, ma un giro d’affari da 5,4 miliardi di euro, un settore agroalimentare da oltre un milione e mezzo di ettari di superficie coltivati e con 72.154 aziende certificate. Un mercato, che ingiustamente è spesso al centro delle cronache solamente per i maxi sequestri e le tonnellate di ‘falsi bio’ tolti dal mercato. A onor del vero, però, secondo i dati registrati nel 2017, il livello d’irregolarità dei prodotti biologici italiani è stato del 5,6%, molto al di sotto delle altre nostre eccellenze come i prodotti tipici (17,2%) e i vini (22,2%).

Un record positivo quindi anche nel sistema di controllo del bio italiano, uno fra i più avanzati e apprezzati a livello globale, come ha cercato di spiegare la fondazione Biohabitat, nel secondo di un ciclo di otto incontri nel Green Lounge di Galleria Cavour a Bologna.

La storia degli organismi di controllo del biologico nostrano, oggi raggruppati principalmente nell’associazione nazionale Assocertbio, risale, mediamente, a oltre 30 anni fa. E dagli inizi sono stati fatti grossi passi in avanti, dalle norme sull’etichettatura al codice dell’organismo di controllo, dal luogo di produzione al confezionamento. Un processo di verifica, stesura di relazioni tecniche e certificazioni di conformità, per un totale di oltre 93.000 visite ispettive all’anno.

Il biologico Italiano è un enorme successo, merito del lavoro di un numero sempre maggiore di produttori, della sicurezza della certificazione e in primo luogo della grande biodiversità del nostro Stivale.

Fonte: https://www.ilrestodelcarlino.it/bologna/economia/prodotti-biologici-1.4000707

Seconda tavola rotonda sul biologico italiano “Fatti non parole”

Seconda tavola rotonda sul biologico italiano “Fatti non parole”

Torna l’appuntamento con le otto tavole rotonde realizzate da Fondazione BioHabitat con Biodiversity.Bio e con la partecipazione degli Organismi di Controllo e Certificazioni associati in Ass.O.Cert.Bio

Nel settembre 2017 è stata fondata Ass.O.Cert.Bio che, rappresentando i principali Organismi di Certificazione del biologico italiani, intende mostrare come l’Italia del bio sia in grado di offrire professionalità, garanzie e qualità.

L’evento esclusivo risponde a domande di cronaca ed economia intercettando Organismi di Controllo e certificazione del Biologico, Istituzioni, aziende ed operatori del settore. Per la prima volta insieme ai media, e con l’obiettivo di creare un informazione chiara, completa e trasparente su un comparto del Made In Italy che è diventato fiore all’occhiello.

 

SECONDA TAVOLA ROTONDA
“FATTI NON PAROLE: LA FORZA, LE RISORSE, I VALORI DEL BIOLOGICO ITALIANO”

Il successo di un metodo che certifica garanzia e qualità

 

Bologna – 25 giugno 2018 – ore 14:00

Galleria Cavour Green Lounge (piano ammezzato)

 

Saranno presenti:

Gianluca Cristoni – Presidente Fondazione Biohabitat
Dr Riccardo Cozzo – Ass.O.Cert.Bio – Bioagricert
Cavalier Lino Nori – Consorzio Il Biologico
Dr Angelo Maugeri – Ecogruppo Italia Sidel
Dr Vincenzo Vizioli – AIAB
Dr Luigi Tozzi – Confagricoltura
Dr Maurizio Bergonzoni – 7Gold Emilia Romagna

modera
Marcella Marzari – Biodiversity.Bio – Fondazione BioHabitat

All’evento partecipano aziende selezionate a testimonianza imprenditoriale e giornalisti invitati all’evento.

 

 

Sikkim: Oltre la rivoluzione del Bio anche la guerra alla plastica

Sikkim: Oltre la rivoluzione del Bio anche la guerra alla plastica

Avevamo già parlato del lungo iter legislativo iniziato nel 2003 per riconvertire il territorio indiano. Ora l’attenzione del primo ministro si rivolge anche agli sprechi e all’inquinamento da plastica.

Un percorso ecologico iniziato già quindici anni fa dall’attuale primo ministro, ancora in carica, Pawan Kumar Chamling. Il quale oltre ad aver vietato l’utilizzo dei fertilizzanti sintetici e dei pesticidi, di recente ha anche proibito l’utilizzo di oggetti monouso. Per ridurre gli sprechi e l’impatto ambientale della plastica, un problema, che in India e non solo, ha assunto dimensioni preoccupanti.

Lo stato del Sikkim, con il suo 25% di crescita annua, in termini di domanda di prodotti biologici è un modello tuttavia non privo di criticità. Di recente infatti il blocco delle importazioni di prodotti non biologici ha fatto triplicare il prezzo degli ortaggi. Un problema a cui il governo però sta già ponendo rimedio, introducendo dei tetti di prezzo alle verdure biologiche e favorendo la vendita diretta dai contadini, grazie al potenziamento dei trasporti pubblici.

Una rivoluzione graduale, quella del Sikkim, iniziata nel 2003 e che oggi prevede di riconvertire ben quattordicimila ettari ad agricoltura biologica, nei quattro distretti dello stato e coinvolgendo altrettanti agricoltori. Un percorso non privo di difficoltà, soprattutto nei rapporti con gli altri stati, ma che vuole trasformare il Sikkim in uno stato al 100% sostenibile e a ridotto impatto ambientale.

Fonte:
http://www.greenplanet.net/le-sfide-del-sikkim-dal-bio-al-divieto-della-plastica

Biofertilizzanti, resa e qualità anche sui pomodori da industria biologica

Biofertilizzanti, resa e qualità anche sui pomodori da industria biologica

Una sfida di economia circolare a base di concimi organici e organo-minerali, perseguita dall’Università di Modena e Reggio-Emilia: “risultati incoraggianti”.

“Il primo anno di sperimentazione dei nostri nuovi fertilizzanti, in fase di brevettazione, ha dato risultati incoraggianti. Sono due gli aspetti più significativi. Le rese per ettaro da una parte sono aumentate del 30-40% rispetto alla medie di produttività, arrivando a circa 120-130 tonnellate/ha, e, dall’altra, non abbiamo riscontrato una riduzione della concentrazione zuccherina dei frutti così come di altri parametri di qualità”.
Questo, il commento di Domenico Ronga, ricercatore dell’Università di Modena e Reggio-Emilia al lavoro sulla sperimentazione di fertilizzanti a base di digestato solido proveniente da impianti da biogas, sulle coltivazioni biologiche del Nord Italia.

Risultati eccezionali seconda Ronga, che sottolinea come i biofertilizzanti siano riusciti a sincronizzare la mineralizzazione degli elementi nutritivi con la richiesta di sostanze da parte delle piante e ha migliorare la ritenzione idrica dei suoli. Risultati che ora l’Unimore deve sperimentare ancora, in modo da valutare la risposta dei due prodotti in condizioni spaziali e climatiche differenti.

“Per poter disporre di risultati concreti è necessario fare almeno un altro anno di prove.” Conclude il ricercatore. Sarà quindi necessario attendere, ancora per una risposta definitiva. Ma ci sono già tutte le carte in regolare per ben sperare.

Fonte:
http://www.italiafruit.net/dettaglionews/44997/dal-biologico/pomodoro-da-industria-resa-e-qualita-con-i-biofertilizzanti