Suolo e Salute

Anno: 2018

8 tavole rotonde per un viaggio nel biologico

8 tavole rotonde per un viaggio nel biologico

La Fondazione BioHabitat avvia da giugno,  nello specifico da lunedì 11 giugno a Bologna, presso la Galleria Cavour Green Lounge, un percorso di 8 tavole rotonde di avvicinamento ai grandi temi del Biologico e della Multifunzionalità in agricoltura, organizzate dall’Hub di giornalismo Biodiversity.bio.

Suolo e Salute sarà presente come socio di Ass.O.Cert.bio.

La centralità dei prodotti biologici nei comparti del Made in Italy, sarà argomento di confronto , con imprenditori e giornalisti di settore. Il tutto rigorosamente in diretta streaming e accompagnati da speciali televisivi nazionali e web.

Partner d’eccellenza dell’evento saranno Sana, Cersaie ed Eima-Mia, con la presentazione delle novità di settore.

I temi principali con filo conduttore il biologico, toccheranno l’agroalimentare, la cosmesi, design, materiali innovativi ed architettura. E ancora, focus sul dissesto idrogeologico, PSR, certificazioni nazionali e interazionali, agricoltura, verde pubblico e privato, senza dimenticare gli obiettivi internazionali del 2020 e 2050.

Si comincia con la tavola rotonda “Fatti, non parole: la Forza, le Risorse e i Valori del Biologico italiano”. Ad aprire le danze, le presidenze degli Organismi di Controllo e Certificazione del Biologico associate a Ass.O.Cert.Bio che con il loro operato certificano più del 90% del Biologico italiano, con un volume di affari intorno a 52 milioni di euro, 1.500 tra dipendenti e ispettori liberi professionisti.

I soci di Ass.O.Cert.bio certificano 72.000 operatori con 93.000 visite ispettive all’anno.

 

“Fatti, non parole: la Forza, le Risorse e i Valori del Biologico”
Prima Tavola rotonda e press conference Bologna
11 giugno 2018 – ore 14:00
Galleria Cavour Green Lounge

 

Patrocinio: Cosmoprof, Adi Emilia-Romagna, Accademia di Brera di Bologna, GBC Italia Team
Partners: Ass.O.Cert.Bio, CCPB, Ecogruppo Italia, Suolo e Salute, Bioagricert
Team Leader: Latifolia Group – MMMovieLive – Eventi di Cartone – 7Gold

C3A e Centro Ricerca e Innovazione FEM stanno sviluppando un’alternative al rame e agli insetticidi

C3A e Centro Ricerca e Innovazione FEM stanno sviluppando un’alternative al rame e agli insetticidi

Il progetto, finanziato con 4 milioni di euro nell’ambito del programma europeo Horizon 2020, punta a cercare alternative del rame e degli insetticidi, facilitando l’adozione di strumenti e tecnologie sicure per l’ambiente ed economicamente sostenibili per gli agricoltori.

C3A (Centro Agricoltura Alimenti Ambiente) in collaborazione con Fondazione Edmund Mach, Università di Trento e Centro Ricerca e Innovazione FEM, dopo la vittoria del bando europeo, hanno presentato in questi giorni, in anteprima al kick off meeting in Belgio, un importante studio sulla sostituzione degli input controversi, come ad esempio il rame, in agricoltura biologica.

Il presupposto dello studio è l’interesse crescente da parte del consumatore nei confronti dell’agricoltura biologica e dei prodotti alimentari coltivati con questo metodo. I ricercatori saranno quindi impegnati soprattutto nello sviluppo delle alternative al rame come fungicida, in particolare in viticoltura.

Nello specifico, si sta lavorando su un principio attivo naturale, che si trova in natura in quantità minimali ma che è ottenibile in grandi volumi su scala industriale mediante un processo enzimatico a partire da ingredienti alimentari. Il principio attivo inoltre è stato già testato in vigneto, su scala ridotta ma con evidenti soddisfazioni in termini di efficacia.

La ricerca verte inoltre sulla sostituzione degli insetticidi, soprattutto quelli a base di oli minerali, con metodi di confusione sessuale degli insetti. E sullo sviluppo di un nuovo prodotto derivato da una pianta (un lontano parente del fagiolo) in grado di inibire la digestione degli insetti.

Un importante studio della durata di quattro anni, che pone la ricerca trentina alla pari con altre istituzioni di levatura internazionale. Un progetto in cui «quasi un quarto del budget verrà destinato alla sperimentazione diretta nelle aziende biologiche.» Sottolinea Andrea Segrè, presidente FEM.

Fonte: https://www.ladigetto.it/economia-e-finanza/agricoltura/76335-la-fondazione-mach-e-le-alternative-al-rame-e-agli-insetticidi.html

 

46° Giornata Mondiale dell’Ambiente: biologico come risposta all’inquinamento di mari e oceani

46° Giornata Mondiale dell’Ambiente: biologico come risposta all’inquinamento di mari e oceani

L’inquinamento dei mari, non deriva solo dalla plastica, ma anche da pesticidi e fertilizzanti utilizzati in agricoltura. Le Marche a tutela dell’ambiente, Biologico da record. Suolo e Salute controlla e certifica oltre il 60% del totale delle aziende biologiche marchigiane.

Si è svolta il 5 giugno la 46° Giornata Mondiale dell’Ambiente. Un appuntamento che si rinnova ogni anno, promosso dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite per sensibilizzare governi, cittadini e aziende sulle tematiche ambientali, e in particolare su inquinamento, riscaldamento globale e sovrappopolazione.

Quest’anno la giornata dedicata all’ambiente pone l’accento sull’inquinamento di mari e oceani. La lotta alla plastica non è la sola sfida per preservare le acque. L’inquinamento dei mari, infatti, deriva anche dai pesticidi e fertilizzanti utilizzati in agricoltura. Sostanze che giungono in mare trasportate dai fiumi, dopo esservi state convogliate dall’acqua piovana.

Una questione primaria quindi, che pone l’accento sull’importanza della coltivazione biologica, che ad oggi rappresenta ancora l’unica pratica agricola che consente realmente la tutela del suolo, della biodiversità agraria e della salute umana. Come sottolineano i dati del report scientifico realizzato dal Parlamento europeo, pubblicati nel 2016, dove si evidenzia come il consumo di prodotti bio sia correlato alla riduzione del rischio di malattie allergiche e obesità, e degli effetti deleteri degli insetticidi sullo sviluppo cognitivo e neurologico dei bambini.

In questo scenario di necessità, si distinguono le Marche con un +20% nel settore del Bio, e che In base ai dati diffusi da Con Marche Bio, nel 2016 ha raggiunto il record italiano di superficie convertita a biologico (1.795.650 ettari) e di operatori impegnati in questo settore (72.154).

Il dato delle Marche, relativo al 2016, ha fatto registrare un 17,5% di superficie agricola coltivata con metodo biologico, pari a 75 mila ettari circa, e oltre 2700 operatori biologici, tra aziende agricole e trasformatori. Numeri importanti, per una tradizione, quella del bio, partita nei primi anni ’80 nella provincia di Ancona e che oggi conta oltre 100 aziende agricole, soprattutto di piccole dimensioni. Di cui oltre il 60% viene certificato da Suolo e Salute.

«Le Marche sono state avanguardia e culla del biologico in Italia, ed oggi rappresentano una delle realtà più importanti in questo settore nel panorama italiano, anche in termini di superficie agricola coltivata con metodo bio. Una regione che ha sempre creduto e scommesso sul biologico, regolamentandolo per prima con un’apposita legge regionale e attivando importanti cooperazioni per fornire risposte alle aziende agricole.» spiega Bruno Sebastianelli.

Con la sua grande tradizione e crescita il biologico marchigiano ha assunto quindi un ruolo centrale nella risposta al problema del cambiamento climatico, e alla salute umana.

Fonte: http://www.centropagina.it/attualita/giornata-mondiale-dellambiente-vola-bio-nelle-marche/

 

Siamo stati a “Valle Bio Festival”. Una festa dedicata all’agricoltura biologica, nella capitale del bio ligure: Varese Ligure

Siamo stati a “Valle Bio Festival”. Una festa dedicata all’agricoltura biologica, nella capitale del bio ligure: Varese Ligure

Si è svolta il 2 e 3 Giugno “Valle Bio Festival”, la manifestazione a base di prodotti bio, organizzata dal Biodistretto Val di Vara-Valle del Biologico e Comune di Varese Ligure, con il patrocinio della Regione Liguria

«È importante che manifestazioni come questa servano a divulgare la cultura del buon cibo, la valorizzazione delle produzioni locali e della tradizione contadina». Queste le parole dell’assessore regionale all’Agricoltura Stefano Mai, in merito a “Valle Bio Festival”.

Dove, laboratori, tavole rotonde, seminari, mercato bio con le aziende agricole locali, mostre di bestiame, street food e menu bio nei bar e ristornati, hanno animato Varese Ligure, il Borgo rotondo nel cuore della Val di Vara. Oltre agli eventi rivolti al grande pubblico e ai bambini la manifestazione è stata anche occasione di approfondimento su temi specifici come il Gal e la buona nutrizione degli animali.

A “Valle Bio Festival” erano presenti anche Riccardo Rotesi e Maria Cristina Fabbri in rappresentanza di Suolo e Salute. Organismo di controllo fortemente legato allo sviluppo del biologico nella Valle, fin dalla sua nascita. Infatti, da quasi vent’anni Suolo e Salute, grazie anche alla lungimiranza del sindaco Maurizio Caranza, opera con un propria sede a Varese Ligure per il controllo e la certificazione della quasi totalità delle aziende bio.

Il biodistretto Val di Vara è inoltre l’unico distretto del biologico presente in tutta la Liguria e comprende il Comune di Varese Ligure e l’Alta Val di Vara, dove insiste il 31% dei produttori della Liguria.

Conclude Stefano Mai – «Sul fronte del biologico, come assessorato regionale, siamo ben consapevoli delle grandi potenzialità che rappresenta per i nostri produttori: le nuove linee guida sulle produzioni biologiche, di recente varate, hanno come obiettivo, attraverso i biodistretti, la promozione e la valorizzazione di quelle produzioni di qualità certificate, caratterizzate da un forte legame con il territorio, un elevato contenuto di tipicità e di cultura locale, puntando soprattutto sullo sviluppo delle filiere».

Fonte: http://liguria.bizjournal.it/2018/05/varese-ligure-arriva-valle-bio-festival-2-giornate-dedicate-al-biologico/

 

 

La proposta di nuova Pac presentata dalla Commissione Europea è un’occasione mancata per agire sulle emissioni inquinanti e climalteranti

La proposta di nuova Pac presentata dalla Commissione Europea è un’occasione mancata per agire sulle emissioni inquinanti e climalteranti

Angelo Gentili, responsabile agricoltura Legambiente: la proposta di nuova Pac non risponde alle esigenze di un’agricoltura rispettosa degli ecosistemi naturali.

Contrariamente alle esigenze dei cittadini europei che chiedono con forza prodotti agricoli più sani ed un’agricoltura maggiormente rispettosa degli ecosistemi naturali. La proposta di nuova Pac dopo il 2020 presentata dalla Commissione europea, appare invece piegata agli interessi dell’agroindustria, fatta di grandi monocolture, con limitata manodopera ma altamente dipendente dai fertilizzanti, dai macchinari e dalla fornitura di sementi industriali. Con il solo fine di abbassare i costi all’industria della trasformazione e alla grande distribuzione.

Occasione mancata quindi per diminuire l’utilizzo di fitofarmaci e l’abbattimento degli input chimici, idrici ed energetici, per agire sulle emissioni inquinanti e climalteranti, di cui l’agricoltura e la zootecnia intensiva condividono una parte delle responsabilità, e per favorire invece, fortemente e significativamente, l’agricoltura biologica, le pratiche sostenibili e le aree interne e marginali.

Fortemente critica anche la posizione delle Associazioni della Coalizione italiana #CambiamoAgricoltura (Lipu, Wwf, Legambiente, Fai, Federbio, Isde, Associazione agricoltura biodinamica, Pro Natura e Aiab), sostenute dalla Fondazione Cariplo, secondo le quali: «La proposta di Regolamento della Pac post 2020, presentata oggi dalla Commissione Ue, non è solo una occasione persa per un utilizzo migliore dei fondi comunitari sull’agricoltura ma rappresenta una promessa non mantenuta. La proposta delude le aspettative di centinaia di migliaia di cittadini europei che hanno chiesto una radicale riforma della Pac, una riforma che premi l’agricoltura sana, pulita ed equa. La natura e i paesaggi rurali non potranno sopravvivere a un altro decennio di agricoltura intensiva. È ora di cambiare rotta e fare della Pac uno dei motivi per cui i cittadini possano continuare a credere nel progetto politico dell’Unione Europea».

Se questa proposta (che al momento prevede tagli ai sussidi sul primo e sul secondo pilastro, lasciando libera scelta agli Stati membri di definire un proprio quadro di sostegno, senza però vincolarvi quote di risorse) non verrà modificata in modo incisivo dal Parlamento e dall’intervento degli Stati Membri, l’agricoltura europea nel prossimo decennio è a rischio arretratezza sui temi della conversione ecologica e climatica. Quando invece potrebbe, grazie anche al proprio ruolo territoriale nella gestione del 47% dell’intero territorio dell’Unione, trasformare questo settore economico nel principale alleato nella lotta al cambiamento climatico.

Fonte: http://www.greenreport.it/news/agricoltura/gentili-la-proposta-di-nuova-pac-non-risponde-alle-esigenze-di-unagricoltura-rispettosa-degli-ecosistemi-naturali/

http://www.greenreport.it/news/agricoltura/politica-agricola-comune-gli-ambientalisti-delusi-dal-nuovo-regolamento/

Parte la campagna informativa del CREA: “Fish&Chicken” biologico

Parte la campagna informativa del CREA: “Fish&Chicken” biologico

Il CREA, il Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’Analisi dell’Economia Agraria evidenzia la scarsa consapevolezza che c’è su queste produzioni da parte dei consumatori ed ha promosso la campagna informativa ‘Fish&Chicken’.

Allevare con metodi biologici significa dare agli animali spazi più larghi nelle gabbie dove il pesce in mare e il pollo in terra possono sviluppare una muscolatura più soda; e ciò produce carni più sane, compatte e quindi ‘diverse’ e saporite.

I numeri della produzione di pesci bio sono ancora esigui, 5 mila tonnellate per i mitili, 910 tonnellate per la trota e 100 tonnellate tra spigola e orate, mentre per il pollo il fronte è più avanzato con circa 4 milioni su un totale di 520 milioni; numeri destinati a crescere, visto che la grande distribuzione stima che tra il 2016 e il 2018 i consumi di questa carne cresceranno del 30%.

Fonte: http://www.greenplanet.net/fishchicken-campagna-pro-bio-del-crea