Suolo e Salute

Anno: 2018

Nutrire correttamente l’umanità, salvaguardando il pianeta

Nutrire correttamente l’umanità, salvaguardando il pianeta

Il sistema alimentare globale ha importanti impatti sull’ambiente, attraverso emissioni di gas terra, estrazione di acqua, inquinamento del suolo, dell’acqua e dell’aria, cambiamento dell’uso del suolo, perdita di biodiversità, minacciando così la sicurezza alimentare e la sostenibilità.

Il concetto su cui prende sviluppo il lavoro di alcuni ricercatori dell’Università di Lancaster, “Current global food production is sufficient to meet human nutritional needs in 2050 provided there is radical societal adaptation”.

La ricerca vuole concentrarsi sulla corretta nutrizione dell’umanità, salvaguardando il pianeta: una strada difficile.

Obiettivo per il 2030? Assicurare cibo sufficiente.

Tale obiettivo è raggiungibile, però, solo con un incremento produttivo che generi un forte impatto ambientale in termini di consumo e inquinamento di acqua, aria e suolo, con una riduzione della biodiversità.

  1. Fabbisogno calorico: in media, il consumo di alimenti da parte della popolazione misura un “eccesso” di 178 Kcal al giorno e a persona, considerando che, per una vita sana, in media sono ammesse 2353 Kcal a persona. A fronte di questi dati è opportuno valutare che una buona percentuale delle calorie, contenuta nei prodotti vegetali raccolti e disponibili per le popolazioni umane e che assomma a 3116 kcal a persona e al giorno, viene persa per varie ragioni per cui si rendono disponibili solo 2531 Kcal, segnando esattamente un eccesso di 178 Kcal come poco sopra riportato;
  2. Le proteine: ogni persona consuma 81 gr di proteine al giorno, mentre la quantità minima consigliata è di 44 gr;
  3. La vitamina A: ogni persona non riesce a raggiungere i 721µg al giorno. n molte aree del mondo si è quindi costretti ad arricchire la dieta con questa vitamina, ma alcune popolazioni rimangono, comunque, sottonutrite.
  4. Ferro: la quantità di ferro necessaria è assicurata dalla dieta media. C’è però una notevole diversità tra l’assorbimento del ferro da parte di alimenti di origine animali da quelli di origine vegetale.

Tali analisi sono state condotte in base alla distribuzione di queste risorse nei vasti ambiti regionali:

  • In Nord America e Oceania hanno osservato che hanno la più elevata quantità di calorie disponibili, in quanto producono, tramite le coltivazioni, 18766 kcal per persona al giorno. Questo determina un elevato livello di obesità nella popolazione;
  • In Africa Sub-Sahariana, Nord Africa, Asia Occidentale e Centrale devono avere una forte importazione di calorie alimentari.

Così spiega il prof. Amedeo Alpi, professore di Fisiologia Vegetale all’Università di Pisa.

Un cambiamento dello stile di vita della popolazione umana è da ritenere necessaria, ma davvero non mangiare carne potrebbe aiutare a salvare il pianeta?

Di veduta diversa è invece il professore Giuseppe Bertoni, professore di Zootecnia presso la Facoltà di Agraria, Produzione Alimentare e Ambiente dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza.

Il professore Bertoni ritiene che la ricerca dell’Università di Lancaster sia approssimativa basata su scarse basi scientifiche, volta solo ad incrementare l’ostilità nei confronti degli alimenti di origine animale. Sostiene, invece, che i prodotti di origine animale sono indispensabili per evitare i problemi di malnutrizione, soprattutto nei Paesi poveri, anche se è opportuno usarne in maniera adeguata.

 

Fonte:

http://www.georgofili.info/detail.aspx?id=9044

http://www.georgofili.info/detail.aspx?id=10157#

Biologico: approvata la proposta per la tutela del settore

Biologico: approvata la proposta per la tutela del settore

“Da anni il settore agricolo aspetta una legge a tutela del settore biologico. Finalmente abbiamo approvato in commissione, e con il contributo di tutti i gruppi parlamentari, un testo unificato della proposta per la tutela e lo sviluppo della produzione e dei prodotti biologici e che a breve arriverà in aula.”

Lo ha dichiarato Paolo Parentela, deputato del Movimento 5 Stelle e capogruppo della commissione Agricoltura alla Camera dei deputati.

Vogliamo favorire la conversione al metodo biologico delle imprese agricole e agroalimentari del nostro Paese perché – osserva – riteniamo doveroso dover intervenire al più presto per promuovere questo settore in costante crescita. Riteniamo importante sostenere in primis la ricerca e la sostenibilità, promuovendo l’utilizzo di prodotti ottenuti con questo metodo e rimuovendo tutti gli ostacoli che ne impediscono il completo sviluppo.”

La proposta presentata vuole anche mettere a disposizione un fondo per finanziare il piano nazionale per lo sviluppo del metodo biologico e sostenere la ricerca.

“Introduciamo anche un marchio italiano per contraddistinguere tutti i prodotti ottenuti con il metodo biologico, realizzati con materie prime coltivate e allevate in Italia. È fondamentale per i cittadini la massima trasparenza sull’origine e la filiera dei prodotti che troviamo sulle tavole degli italiani e per questo istituiremo anche un tavolo tecnico che possa offrire soluzioni alle problematiche che ruotano intorno al settore della produzione biologica. Vogliamo riconoscere il giusto valore a tutti gli attori che operano nei tanti distretti biologici italiani, per questo saremo i primi al mondo a riconoscere per legge i bio-distretti, sostenendo lo sviluppo e la crescita di questi virtuosi sistemi produttivi locali.”

Fonte: https://www.agrifoodtoday.it/filiera/biologico-legge-vicini.html

La Spagna investe sul biologico

La Spagna investe sul biologico

Dagli ultimi dati trasmessi dal ministero dell’Agricoltura spagnolo, le vendite bio hanno raggiunto quota 1 miliardo e 962 milioni di euro. Frutta e verdura fanno da padrone.

L’Italia è subito dietro alla Spagna come produzione, presentando ad oggi circa 1 milione e 800 mila ettari adibiti a bio contro gli oltre due milioni di ettari investiti dalla Spagna.

Ma la Spagna, una delle maggiori produttrici di prodotti bio in Europa,  punta a diventare anche un grande mercato di alimenti biologici: presenterà nel 2019 il suo primo evento legato al commercio biologico internazionale, l’Organic Food Iberia.

“La produzione biologica è una delle maggiori opportunità per l’economia spagnola in questo momento. Queste nuove cifre mostrano chiaramente che gli spagnoli apprezzano sempre più il biologico e molti di loro lo acquistano più regolarmente”, ha dichiarato il direttore dell’ evento Organic Food Iberia, Susana Andrés Omella.

Ma il mercato del biologico italiano, secondo Nomisma, fattura più di 5 miliardi di euro superando quello spagnolo.

 

Fonte: https://www.freshpointmagazine.it/featured/corrono-spagna-bio-italia-fattura-doppio/?utm_term=350511+-+https%3A%2F%2Fwww.freshpointmagazine.it%2Ffeatured%2Fcorrono-spagna-bio-italia-fattura-doppio%2F&utm_campaign=Campagne+B-NBM+Fresh+Point+Magazine+-+Fresh_Point_Magazine_newsletter_20181205&utm_medium=email&utm_source=MagNews&utm_content=73100+-+35101+%282018-12-05%29

L’olio di oliva extravergine diventa “farmaco” negli USA

L’olio di oliva extravergine diventa “farmaco” negli USA

Negli Stati Uniti l’extravergine di oliva verrà promosso a “farmaco” per prevenire l’infarto e le altre malattie del cuore, smentendo quanti vorrebbero tassarlo e marchiarlo con bollini e semafori.

Quanto pubblica la food and drugs administration statunitense indicando sulle confezioni degli oli contenenti almeno il 70% di acido oleico che porta benefici cardiovascolari quando sostituisce il grasso saturo dannoso per il cuore. In particolare l’agenzia per la salute alimentare degli USA suggerisce di scrivere sulle bottiglie che il consumo di circa mezzo cucchiaio di olio garantisce un importante effetto di prevenzione per la salute. La promozione negli USA è un ulteriore riconoscimento degli effetti positivi sulla salute associati al consumo di extravergine che ha determinato negli ultimi 25 anni degli acquisti, con una crescita a livello mondiale del 49%.

da Agrapress n.6972, 26/11/2018

La Rivoluzione Verde del ‘900 è finita: il futuro è nel biologico

La Rivoluzione Verde del ‘900 è finita: il futuro è nel biologico

Il Rapporto Cambia la Terra 2018, presentato il 27 novembre scorso alla Camera dei Deputati, evidenzia come l’agricoltura biologica può dare un forte contributo nel fermare i cambiamenti climatici.

L’obiettivo da raggiungere entro il 2027 è di portare al 40% la SAU coltivata a biologico, aumentando gli sforzi politici e gli incentivi alla conversione delle produzioni nel segno di “Chi non inquina, non paghi”.

 

Oggi, gli incentivi (circa il 97%) vengono destinati ancora ad un modello agricolo basato sull’uso di agrofarmaci e concimi di sintesi e solo il 3% delle risorse è invece destinato a chi coltiva in biologico. Bisogna invertire la rotta se vogliamo dare ancora più impulso ad un sistema che produce cibo più sano, esternalità positive e strumenti per mitigare il cambiamento climatico.

 

La FAO (l’Organizzazione delle Nazioni Unite) sostiene che il modello agricolo nato nel secondo dopoguerra, con largo uso della agrochimica di sintesi, ormai è giunto al termine; è un modello non più sostenibile a causa dell’impatto ambientale che ha causato negli ultimi decenni.

Il Rapporto Cambia la Terra propone di sostenere chi combatte il cambiamento climatico e mantiene la fertilità dei suoli. Occorre investire con decisione in un’agricoltura pulita, che salvaguardi l’ambiente, il paesaggio e offra occupazione; premesso anche che nel biologico il lavoro incide per circa il 30% in più sulla produzione lorda vendibile rispetto al convenzionale

 

“Occorrono scelte coraggiose, lo stato del pianeta impone con urgenza di lasciare alle spalle metodi di produzione a forte impatto sull’agroecosistema. Per questo è necessario puntare ad aumentare le superfici coltivate con il metodo biologico; per garantire il contrasto al cambiamento climatico, la tutela del suolo, della biodiversità e della salute dei cittadini. Ma puntare sull’agricoltura biologica è anche una opportunità strategica di sviluppo per le aziende agricole e di occupazione per i giovani”, dice Maria Grazia Mammuccini, presentando le proposte di Cambia la terra alla politica.

 

Comunicato Stampa

 

Fonte: https://www.lifegate.it/persone/news/agricoltura-bio-contro-cambiamenti-climatici

http://www.puregreenmag.it/apertura/cambia-la-terra-no-ai-pesticidi-si-al-biologico-e-chi-non-inquina-non-paghi/

https://www.cambialaterra.it/

Suolo e Salute certifica il primo Alkekengi coltivato in Italia

Suolo e Salute certifica il primo Alkekengi coltivato in Italia

L’ Azienda Agricola Giallograno, in provincia di Mantova, ha sviluppato un progetto innovativo sulla coltivazione del frutto dell’Alkekengi, un prodotto tipico del Perù e della Colombia.

Il progetto è iniziato nel 2014 piantando circa 12000 piante di alkekengi. Oggi l’azienda coltiva circa 90.000 piante tra Lombardia, Toscana e Puglia. Suolo e Salute, al termine dell’iter previsto, ha emesso la certificazione GlobalGAP per la produzione del primo alkekengi coltivato in Italia.ù

“La coltivazione dell’alkekengi in Italia è sicuramente stata una bella sfida vinta” spiega Pierpaolo Cavaglieri, titolare dell’Azienda Agricola Giallograno. “Adesso, grazie all’ottenimento della Certificazione GlobalGAP, abbiamo la possibilità di vendere il nostro prodotto alle catene della GD e GDO che ce lo richiedono”.

Fonte: https://www.freshplaza.it/article/9048804/ottenuta-la-certificazione-globalgap-per-il-primo-alkekengi-coltivato-in-italia/