Suolo e Salute

Anno: 2018

Il Bio al centro della strategia francese, vantaggi anche per l’Italia

Il Bio al centro della strategia francese, vantaggi anche per l’Italia

Taglio dei costi della logistica (innanzitutto a livello nazionale), innovazione e, vero must 2018, riorganizzazione dei modelli produttivi e distributivi nazionali senza dimenticare però che una quota importante di prodotto, specie Bio, continua ad arrivare dall’estero.

Queste le linee guidaalla base della nuova strategia francese per il settore ortofrutticolo che sono emerse nel corso della prima giornata del Medfel, la fiera ortofrutticola che si tiene ormai da dieci anni nel capoluogo occitano di Perpignan.

Si tratta di progetti ambiziosi per i quali il comparto francese chiede sempre più a gran voce il supporto del governo (mai avuto fin’ora per il settore primario che rappresenta una piccola percentuale del Pil nazionale) e – più timidamente – del sistema distributivo francese che siede insieme a tutti gli altri attori nel tavolo interprofessionale più antico e consolidato d’Europa.

Progetti che puntano in alto l’asticella degli standard Bio proprio in tempi in cui l’Europa, per contro e non senza aspre polemiche, l’ha livellata al ribasso con l’ultimo regolamento in materia.

Nuovi risvolti di mercato che forse, dati gli alti trend di consumo francese di prodotti certificati, apre nuove opportunità per gli attori italiani per soddisfare tutta la domanda interna.

Oggi circa il 70% dei francesi è un acquirente di prodotti biologici almeno una volta a mese – ha spiegato Bruno De Moura Fernandes (nella foto), economista del centro di ricerca Coface – esattamente il doppio rispetto al 2003. Di questi, la metà li consuma quotidianamente o settimanalmente”.

I dati rivelano un segmento di mercato in forte crescita specie negli ultimi cinque anni anche in funzione del differenziale di prezzo su ortofrutta convenzionale che, dal 2009 al 2017, si è praticamente eroso passando dal +30% del 2009 al +5% del 2017.

La tendenza messa in luce dai dati Coface, evidenzia un costante incremento delle superfici coltivate a Bio. Dal 2001 al 2017 si è passati da poco più di 200 ettari a oltre 1.200 (+500%) con circa altri seicento in conversione che porteranno da qui a due anni un totale di 2mila ettari certificati.

La contro partita sarebbe l’aumento dell’esposizione al rischio di fitopatologie e, a tal proposito, Dominique Senecal di Biocoop, sottolinea l’importanza dell’innovazione anche in funzione di “prevenire l’insorgere delle malattie e intervenire adeguatamente”.

“Oltre a nuovi modelli produttivi – continua Senecal – servono nuovi schemi distributivi nazionali per consentire l’approvvigionamento dei retailer alle esigenze di questa tipologia di prodotti. Il discorso vale soprattutto per i supermercati che stanno facendo i conti con l’espansione di altri canali di vendita come, ad esempio, i discount stranieri, come quelli tedeschi, che stanno attaccando al cuore il sistema distributivo francese. Occorre lavorare sulla redditività dei produttori senza intaccare il potere di acquisto delle famiglie, in questo senso si può dire che l’industria Bio dipende dai finanziamenti statali e, in genere pubblici, ma vanno coinvolti anche gli attori della distribuzione per studiare nuovi schemi”.

In questo senso tra le novità premiate quest’anno nella sezione Fel’Innov, che promuove l’innovazione del settore, ce n’è anche una legata alla distribuzione e riguarda la piattaforma di 5AM market (www.5am-market.com) lanciata ufficialmente nel corso di quest’edizione del Medfel, che raggruppa tutti gli attori della filiera con progetti comunicativi e vetrine su misura, al fine di semplificare il loro approccio quotidiano al mercato. Offre sia servizi gratuiti come il catalogo e la pagina web dell’azienda, che a pagamento (a prezzi modici) come consulenza e servizi di comunicazione altamente professionali.

Si tratta di obiettivi che richiedono un maggiore sforzo sui controlli, alla luce della diversa velocità europea e della sempre più elevata presenza nei mercati comunitari dei Paesi del nord Africa, come il Marocco e la Tunisia, ad esempio, presenti anche in fiera, che, pur lavorando con flussi importanti di Frutta e verdura verso il nord del Mediterraneo, devono ancora fare molto per innovare le loro filiere.

A tal proposito, ha chiarito Dominique Senecal “i nostri fornitori stranieri di prodotti Bio ai quali ci rivolgiamo per completare la nostra offerta, dovranno soddisfare comunque i nostri standard che controlliamo con scrupolosità”.

 

Fonte: http://www.corriereortofrutticolo.it/2018/04/26/la-francia-punta-sul-bio-opportunita-anche-litalia/

 

Le nuove regole dell’Ue sul biologico. Gli italiani votano contro. A favore soltanto i Verdi.

Le nuove regole dell’Ue sul biologico. Gli italiani votano contro. A favore soltanto i Verdi.

Federbio conferma il giudizio negativo. Associazione biodinamica: gli italiani potranno mangiare prodotto bio contaminato

 Con 466 voti in favore, 124 voti contrari e 50 astensioni, il Parlamento europeo ha approvato ieri la nuova regolamentazione Ue sulla produzione e l’etichettatura dei prodotti biologici, già concordata nei negoziati fra Parlamento e ministri europei.

Secondo il relatore, il verde tedesco Martin Häusling , «“Il voto parlamentare darà più certezza e chiarezza sia ai produttori agricoli dell’Ue sia ai consumatori. Le nuove norme miglioreranno la qualità dei cibi biologici nell’Unione, ma serviranno anche a rispondere ai bisogni di un mercato in rapida espansione», dichiarazioni che non hanno convinto gli europarlamentari italiani che hanno votato tutti contro.

Il presidente di Federbio, Paolo Carnemolla, spiega che «Il Parlamento ha ratificato il testo su cui s’era raggiunto l’accordo di massima tra le tre istituzioni nel novembre scorso. Nonostante un giudizio che nel complesso confermiamo negativo, già allora avevamo riconosciuto lo sforzo compiuto dalle diverse parti in causa per migliorare il testo iniziale della Commissione. Sono state tenute in considerazione alcune delle richieste dei produttori biologici, tra queste la possibilità della certificazione di gruppo per le piccole aziende agricole riunite in cooperative e organizzazioni locali, strumenti per garantire un quadro di controllo e di garanzie anche sui prodotti importati dai Paesi extra europei. Lo sviluppo del settore biologico deve ora diventare una priorità delle politiche europee e nazionali, a partire dalle programmazioni regionali dei Piani di sviluppo rurale agli acquisti verdi della pubblica amministrazione».

In una nota l’Europarlamento riassume i punti salienti; «Controlli rigidie basati sul rischio di contaminazione lungo tutta la catena di approvvigionamento. Grazie all’insistenza del Parlamento, i controlli saranno effettuati in sede per tutti gli operatori, annualmente di regola o ogni due anni se nessuna irregolarità è stata riscontrata nel corso di tre anni. Tutti i prodotti importati da paesi extra Ue dovranno rispettare gli standard dell’Ue.Le attuali norme in materia di “equivalenza”, che impongono ai Paesi terzi di conformarsi a norme simili ma non identiche, saranno eliminate entro cinque anni dall’entrata in vigore».

La nuova regolamentazione punta anche ad aumentare la produzione biologica nell’Unione europea e in particolare «l’offerta di semi biologici per soddisfare i bisogni degli agricoltori:le deroghe che permettono l’utilizzo di semi convenzionali nella produzione biologica saranno eliminati entro il 2035. Aziende agricole miste per incoraggiare la produzione:le aziende agricole che producono sia prodotti convenzionali che biologici continuano a essere autorizzate, a condizione che le due attività agricole siano chiaramente ed efficacemente separate. Certificazioni più facili per i piccoli coltivatori:le certificazioni di gruppo permetterebbero ai piccoli coltivatori che si convertono al biologico di risparmiare soldi e tempo».

Secondo Paolo De Castro (PD), ex ministro dell’agricoltura italiano e vicepresidente della Commissione agricoltura del Parlamento europeo, «L’esito dei negoziati per dare nuove regole alla produzione biologica in Europa rappresenta un’occasione persa. Per noi, tuttavia, la sfida di replicare o avvicinare il più possibile il sistema europeo al modello biologico di alta qualità e sostenibilità italiano resta aperta. Il punto cruciale negativo è aver eliminato completamente le soglie per i residui di fitofarmaci. Che differenza c’è con l’agricoltura convenzionale?»

De Castro ha chiesto di «Seguire la legislazione più stringente in vigore in Italia al fine di garantire una concorrenza leale per i produttori e gli operatori del settore, di prevenire le frodi e migliorare la fiducia dei consumatori. L’accordo finale rappresenta un compromesso al ribasso. La palla è ora nel campo della prossima Commissione europea che ha la possibilità di proporre standard di produzione più elevati prima dell’entrata in applicazione del nuovo regolamento Ue nel 2021. Ricordo che l’Italia e’ prima tra i 28 Paesi in termini di produzione biologica e seconda per superficie coltivata: 1,8 milioni di ettari contro  2 milioni in Spagna. La produzione biologica è destinata a crescere».

Invece, per i Verdi/Ale europei, «Questa nuova regolamentazione è una buona notizia sia per gli agricoltori biologici che per i consumatori. Le regole attuali sono totalmente obsolete, proprio come lo sono le numerose derogazioni risalenti agli anni ’90. Il settore biologico, in effetti, si è sviluppato fortemente solo dopo, e ha conosciuto un’espansione assolutamente notevole. Questa nuova legislazione, semplificando le regole vigenti, permetterà di sostenere meglio la crescita continua di questo settore. Abbiamo provveduto affinché tutte le importazioni di prodotti biologici abbiano l’obbligo di conformarsi alle norme alimentari vigenti in Ue. Gli agricoltori europei non saranno quindi discriminati rispetto ai loro concorrenti internazionali, e ciò rafforzerà la fiducia dei consumatori riguardo la qualità dei prodotti.  Le nuove regole permetteranno anche di mettere sul mercato varietà di semi tradizionali, oltre che di stimolare le attività di allevamento biologico e incoraggiare gli agricoltori a lavorare con le proprie sementi, piuttosto che essere dipendenti dalle varietà industriali. Si tratta di cambiamenti rivoluzionari nelle regole di commercializzazione delle sementi. Ciò permetterà che emerga una nuova offerta di semi, più adatti ai bisogni ed ai vincoli specifici dell’agricoltura biologica, il tutto garantendo una maggiore conservazione della biodiversità, dalla quale i cittadini europei beneficeranno direttamente. La Commissione europea è stata inoltre incaricata di studiare le misure che permetterebbero di evitare che le aziende biologiche subiscano la contaminazione dai pesticidi. Attendiamo dunque i risultati di questa inchiesta, ed attendiamo delle misure forti al fine di proteggere i consumatori e ricompensare gli agricoltori».

Invece, il via libera del Parlamento Europeo lascia molto perplesso il presidente dell’Associazione per l’agricoltura biodinamica, Carlo Triarico, che ha sottolineato che la normativa approvata «permette teoricamente la vendita di prodotto biologico contaminato involontariamente da sostanze non ammesse, cosa che l’Italia ha sempre vietato e continuerà a vietare. In sostanza, le nuove norme permetterebbero importazioni di prodotti bio teoricamente meno controllati di quelli nazionali, danneggiando così sia i consumatori che i produttori italiani. L’agricoltura biodinamica, riconosciuta dal regolamento UE, continuerà ad applicare il regolamento europeo fedelmente, ma introducendo tutte le restrizioni necessarie a farne un caso esemplare di agro-ecologia e tenere alta la bandiera della qualità assieme a tutto il settore biologico»

L’Associazione per l’agricoltura biodinamica chiede «ora una campagna di comunicazione e una ferma posizione italiana, perché i regolamenti attuativi che seguiranno sostengano gli agricoltori dell’agricoltura biologica e biodinamica, sempre esente da sostanze non ammesse, affermando la sua qualità nel made in Italy». Triarico aggiunge: «Poiché le condizioni di importazione dei prodotti bio da Paesi terzi dovranno sottostare alle stesse condizioni, a questo punto si apre la questione ancora più grave della possibilità di importazione di prodotti extra Ue parimenti contaminati involontariamente. Visti i bassi standard di alcuni Paesi, i cittadini italiani potranno mangiare prodotto bio contaminato in concorrenza col prodotto italiano, che invece dovrà avere zero residui».

Il presidente dell’Associazione per l’agricoltura biodinamica conclude: «L’agricoltura biologica e biodinamica vedono  sempre al centro gli agricoltori, ma bisogna vigilare perché questi restino centrali, rispetto ad altri interessi che, è evidente da questo nuovo regolamento, tendono a diventare egemonici».

Fonte: http://www.greenreport.it/news/agricoltura/prodotti-biologici-le-nuove-regole-ue-gli-italiani-votano-verdi-favore/

Approvata in via definitiva la nuova normativa Ue sul biologico

Approvata in via definitiva la nuova normativa Ue sul biologico

Il testo approvato dal Parlamento Ue, che dovrebbe entrare in vigore dal primo gennaio 2021, vuole garantire che vengano importati solo prodotti biologici di alta qualità. Ma l’Italia ha votato contro perché chiedeva norme più restrittive.

Il Parlamento europeo ha approvato in via definitiva il pacchetto di nuove norme Ue sul biologico con 466 voti a favore, 124 contrari e 50 astenuti. L’obiettivo di questo nuovo quadro normativo è quello di garantire che vengano importati in Ue solo prodotti biologici di alta qualità.
Il testo concordato verrà approvato dal Consiglio dell’Unione europea ed entrerà in vigore dal 1° gennaio 2021.

Questi i punti salienti:

1) Alta qualità dei prodotti biologici
• Controlli rigidi e basati sul rischio di contaminazione lungo tutta la catena di approvvigionamento.
• Tutti i prodotti importati da paesi extra UE dovranno rispettare gli standard dell’UE.

2) Aumentare la produzione biologica nell’UE
• Aumentare l’offerta di semi biologici per soddisfare i bisogni degli agricoltori.
• Aziende agricole miste per incoraggiare la produzione: le aziende agricole che producono sia prodotti convenzionali che biologici continuano a essere autorizzate
• Certificazioni più facili per i piccoli coltivatori

3) Evitare la contaminazione da pesticidi chimici o fertilizzanti sintetici
• Misure precauzionali: i coltivatori e altri operatori nella catena di approvvigionamento saranno obbligati ad applicare una serie di misure per evitare la contaminazione;
• Gli Stati membri che al momento applicano soglie massime per le sostanze non autorizzate nei cibi biologici, come pesticidi, potranno continuare a farlo, a condizione che permettano ai prodotti biologici provenienti da altri paesi UE e che rispettano le regole dell’Unione, di entrare nel loro mercato.

La definizione di ‘prodotto biologico’
Un prodotto ottiene la certificazione come bio solamente se non viene sottoposto ad agrofarmaci, fertilizzanti chimici e antibiotici; vietati anche gli Organismi geneticamente modificati (Ogm), mentre invece verrà incoraggiata la rotazione delle colture.

Per quanto riguarda i prodotti alimentari lavorati, il logo bio certifica che almeno il 95% degli ingredienti provengono da materie prime biologiche.

Contaminazione fortuita
I produttori dovranno munirsi di tutti gli strumenti possibili per evitare la contaminazione delle colture biologiche. Un prodotto bio perde la certificazione solamente se la contaminazione avvenuta è di natura fraudolenta e non volontaria. Gli Stati membri – come l’Italia – che hanno delle regole più ferree in materia, con l’entrata in vigore di queste modifiche non potranno impedire l’entrata nel proprio mercato di prodotti biologici provenienti da altri paesi Ue.

L’Italia ha votato contro
Gli eurodeputati italiani hanno votato contro questa riforma. Secondo i nostri parlamentari, l’aver eliminato le soglie per i residui dei fitofarmaci è stato un grande errore poiché può creare confusione rispetto all’agricoltura convenzionale. I parlamentari italiani chiedevano norme più restrittive con meno deroghe in caso di accordi bilaterali e soglie massime anche in caso di contaminazione fortuita.

De Castro: “Un’occasione persa sul biologico, ma la sfida resta aperta”
Il vicepresidente della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo, Paolo De Castro (Pd), propone di replicare in futuro il modello di alta qualità italiano sul biologico a quello europeo. “La prossima Commissione europea avrà la possibilità di proporre standard di produzione più elevati prima dell’entrata in applicazione del nuovo regolamento Ue nel 2021. Ricordo che l’Italia è prima tra i 28 paesi in termini di produzione biologica e seconda per superficie coltivata – 1,8 milioni di ettari, dopo la Spagna – 2 milioni di ettari: la produzione biologica è destinata a crescere. La sfida però resta aperta anche perché la Commissione europea valuterà le regole relative all’anti-contaminazione entro il 2025”, conclude De Castro.

Il biologico in Europa
Circa 30,7 miliardi di euro all’anno vale il mercato europeo del biologico, cifra destinata a crescere nei prossimi anni. Il 7% dei terreni in Ue coltivabili sono dedicati all’agricoltura biologica, mentre in Italia la percentuale sale al doppio (14%). Le importazioni in questo contesto servono a rispondere alla domanda di mercato del biologico che i suoli europei da soli non potrebbero soddisfare.

Coldiretti contro le nuove modifiche
“Le nuove regole, consentendo agli Stati di mantenere in vigore soglie meno restrittive per i residui di fitofarmaci, recano un grave danno di immagine per il settore del biologico, soprattutto nei paesi come l’Italia che hanno standard molto elevati” hanno ribadito i membri dell’associazione. Sarà necessario, secondo la Coldiretti, “accelerare sul marchio nazionale per le produzioni biologiche italiane”.

L’IFOAM soddisfatta dello sforzo compiuto, ma non basta
L’IFOAM dell’UE accoglie con favore l’enorme sforzo compiuto dalle istituzioni per migliorare la proposta legislativa del 2014 e riconosce che sono stati apportati diversi miglioramenti. Tuttavia, è necessario chiarire alcuni punti per rimuovere gli ostacoli alla futura attuazione pratica della nuova regolamentazione organica. Un forte impegno delle istituzioni dell’UE e degli Stati membri a collaborare con il settore biologico è necessario per affrontare i difetti esistenti, prima che il regolamento entri in vigore nel 2021. “L’impressionante crescita dei prodotti organici è già una storia di successo, ma la produzione biologica ha il potenziale per innescare una trasformazione più profonda dell’alimentazione e dell’agricoltura europea e apportare molti più benefici alla società, ai produttori e all’ambiente”, ha affermato Eduardo Cuoco, Direttore IFOAM UE. “Lo sviluppo dell’alimentazione e dell’agricoltura biologica dovrebbe ora essere considerato prioritario nel quadro finanziario pluriennale dell’UE”

Il testo approvato dal Parlamento europeo dovrà essere formalmente approvato dal Consiglio Ue prima che possa essere applicato. Dovrebbe entrare in vigore dal 1° gennaio 2021.

Fonti:

http://www.ifoam-eu.org/en/news/2018/04/19/press-release-european-parliaments-plenary-adopts-new-eu-organic-regulation

http://www.sinab.it/bionovita/parlamento-europeo-libera-al-nuovo-regolamento-del-biologico

https://agronotizie.imagelinenetwork.com/agricoltura-economia-politica/2018/04/26/biologico-la-qualita-prima-di-tutto/58481?utm_campaign=newsletter&utm_medium=email&utm_source=kANSettimanale&utm_term=625&utm_content=3542

http://www.ilsole24ore.com/art/impresa-e-territori/2018-04-19/biologico-ue-approva-riforma-ma-l-italia-vota-contro-153844.shtml?uuid=AES6CObE

“Bio: crescita del settore e la nuova normativa delle sementi”, un convegno a Bologna

“Bio: crescita del settore e la nuova normativa delle sementi”, un convegno a Bologna

Si svolgerà nel pomeriggio del 3 maggio a Bologna, presso l’Aula Magna del plesso di agraria dell’università,il convegno dal titolo: “BIO: la crescita del settore e la nuova normativa per le sementi”, organizzato e promosso da FederBio e Assosementi.

Tra i temi previsti, quello della valorizzazione delle produzioni attraverso l’impiego di seme bio certificato, nuove esperienze nel trattamento dei semi biologici, l’applicazione del DM 24 febbraio 2017 n. 15130 sulla Banca dati delle sementi bio e la gestione delle deroghe.

La pre-registrazione è obbligatoria.
Per ogni ulteriore informazione è possibile contattare la segreteria Assosementi : tel. 051-503881, e-mail: info@sementi.it

QUI è possibile scaricare il programma completo

Fonte: http://www.sinab.it/bionovita/“bio-crescita-del-settore-e-la-nuova-normativa-delle-sementi”-un-convegno-bologna

Centro Sperimentale di Laimburg: confronto sul contenimento della “deriva”

Centro Sperimentale di Laimburg: confronto sul contenimento della “deriva”

Oltre 50 tra ricercatori, consulenti, rappresentati di associazioni bio e produttori di atomizzatori si sono dati appuntamento al Centro di sperimentazione

Lo scorso 6 aprile 2018 si è svolto al Centro di sperimentazione Laimburg un workshop sul contenimento della deriva. Oltre 50 tra rappresentanti del settore della ricerca, della consulenza, cooperative di produttori, associazioni bio e produttori di atomizzatori hanno condiviso esperienze e scambiato opinioni sulle tecniche di contenimento della deriva.

L’obiettivo ultimo della difesa delle piante è quello di garantire la produzione agricola attraverso un’applicazione di pesticidi ottimale, assicurando, contemporaneamente, laprotezione dell’ambiente. Allo stesso tempo, in Alto Adige devono poter coesistere diverse forme di produzione e diverse colture. È quindi necessario evitare che i pesticidi durante l’applicazione sulle piante vengano involontariamente trasportati nelle aree adiacenti (deriva).

Un modo per ridurre la derivaè la tecnica di applicazione a bassa deriva, la cui implementazione nella pratica, tuttavia, è finora ancora difficile. Durante la mattina, gli esperti hanno presentato lo stato dell’arte riguardo alle tecniche esistenti e hanno illustrato i risultati delle loro sperimentazioni in merito alle tecniche di applicazione.

Nel pomeriggio si è tenuta una discussione su quali approcci potrebbero essere utilizzati per risolvere i problemi esistenti con le tecniche di applicazione e i limiti di efficacia, specialmente nell’agricoltura biologica.

 

Sviluppare soluzioni insieme

La moderna difesa delle piante ha permesso stabilità e alta qualità nella produzione agricola in Alto Adige, ha sottolineato l’assessore all’Agricoltura Arnold Schuler.

Il programma Agriosdi produzione integrata è diventato un modello all’avanguardia in Europa. Inoltre, grazie alla forte tendenza verso il biologico negli ultimi tempi, ora una mela biologica su due in Europa proviene dall’Alto Adige. Tuttavia, una coesistenza di diversi metodi di produzione porta anche a sfide e problemi, ha osservato l’assessore, soprattutto quando si tratta di residui di pesticidi. Senza l’uso di pesticidi, non sarebbe possibilegarantire la quantità di produzione richiesta, ha spiegato Schuler, ma l’applicazione dei pesticidi deve essere ridotta il più possibile e limitata alle aree target.

Per evitare l’effetto deriva, la tecnica di applicazione è fondamentale. L’obiettivo del workshop è stato quello di sviluppare congiuntamente ai partecipanti soluzioni utili a risolvere i problemi esistenti con le tecniche di applicazione e identificare i limiti del grado di efficacia, ha spiegato il direttore del Centro di sperimentazione Laimburg, Michael Oberhuber. Il compito del Centro di sperimentazione Laimburg è quello di portare l’innovazione nell’agricolturasulla base di dati scientifici solidi, e questo compito si può realizzare solo se poi in campo viene implementato ciò che viene sviluppato scientificamente.

 

I risultati delle sperimentazioni

Frutticoltura biologica
Markus Kelderer, responsabile del settore frutticoltura al Centro Laimburg ha presentato i risultati delle sperimentazioni pratiche svolte dal 2015 e al 2017. In presenza di ticchiolatura e oidio, sono state rilevate differenze tra le tecniche di applicazione, specialmente nella cima della pianta.
Una tecnica di applicazione adatta, un’applicazione ottimale così come sistemi di allevamento adeguatisono un prerequisito, questa la conclusione dell’esperto.

Coltivazione integrata
La tecnologia di applicazione a bassa deriva nella coltivazione integrata è stata oggetto della presentazione di Werner Rizzollidel gruppo di lavoro “Valutazione fitofarmaci” del Centro.

Le esperienze

Viticoltura svizzera
Michael Gölles dell’istituzione di ricerca svizzera Agroscope ha raccontato delle esperienze con tecniche di applicazione per il contenimento della deriva nella viticoltura svizzera. Vari esperimenti effettuati tra il 2012 e il 2014con diversi tipi di ugelli e modelli di atomizzatori hanno dimostrato che gli ugelli compatti ad iniezione d’aria si sono dimostrati validi nella manipolazione e nell’uso pratico nella viticoltura svizzera. Gölles ha riportato effetti molto buoni contro l’oidio, la peronospora e la botrite. Gli ugelli a cono da anni non vengono più usati nella viticoltura Svizzera.

Altes Land
Karsten Klopp, responsabile del Centro di Competenza per la Frutticoltura in Germania settentrionale Esteburg, Hinrich Holthusen (Esteburg) eJörg Quast(Esteburg e produttore biologico) hanno raccontato le esperienze con le tecniche di applicazione per il contenimento della deriva nell’Altes Land.

 

Come si possono risolvere i problemi esistenti con tecniche di applicazione?
Nella discussione che ha seguito gli interventi iniziali sono state individuate quattro macro questioni da affrontare nel futuro: in primo luogo, sono necessarie innovazioni tecniche che consentano una difesa delle piante più efficace e con effetto deriva più contenuto, come degli sviluppi nella tecnologia di ventilazione.

In secondo luogo, sono state sollevate diversedomande riguardo alle sperimentazioni, in particolare in agricoltura biologica.

Il terzo argomento ha affrontato la questione di come ci si potrebbe riorientare verso una tecnica di applicazione con effetto deriva più contenuto.

Il quarto argomento affrontato ha riguardato le misure, le norme, le certificazioni e la formazioneche sarebbe necessaria in merito. L’obiettivo a breve termine, ha detto, riassumendo i risultati della giornata, il direttore del Centro di sperimentazione Laimburg Michael Oberhuberche ha moderato la discussione, dovrebbe essere quello di risolvere i rimanenti problemi con la tecnologia di applicazione a bassa deriva, mentre, a medio termine, deve essere ripensata la difesa delle piante.

Fonte: https://agronotizie.imagelinenetwork.com/difesa-e-diserbo/2018/04/11/difesa-delle-piante-a-laimburg-le-tecniche-di-contenimento-della-deriva/58274

 

I sondaggi del Vinitaly parlano chiaro: vino bio e sostenibili sempre più di tendenza

I sondaggi del Vinitaly parlano chiaro: vino bio e sostenibili sempre più di tendenza

Presentati sondaggi e indagini in Fiera a Verona, i principali gruppi vitivinicoli italiani confermano la crescita della domanda “green”. E nel mercato interno buone le vendite attraverso la grande distribuzione.

Il successo commerciale del vino nei prossimi 5 anni sarà determinato in buona parte dai prodotti bio o sostenibili. A dirlo è un sondaggio di Vinitaly e Nomisma Wine Monitor svolto tra i manager di 12 tra i principali gruppi vitivinicoli italiani; sondaggio presentato in Fiera a Verona.

Nei primi due mesi del 2018, le vendite di vino biologico hanno raggiunto 21,6 milioni di euro (26,6 milioni di dollari USA) in termini di valore solo nella grande catena di vendite al dettaglio del paese, secondo la ricerca. La cifra ha segnato un aumento dell’88% rispetto allo stesso periodo del 2017 (mentre le vendite di vino non organiche sono cresciute complessivamente del 3% in valore).  Inoltre, i dati hanno mostrato “un balzo in avanti nella quota di mercato del vino biologico, che oggi rappresenta l’1,2% contro lo 0,7% dello scorso anno”.  L’indagine – svolta da Nomisma Wine Monitor sui dati raccolti dalla società di ricerche di mercato Nielsen – ha coinvolto 1.200 italiani di età compresa tra i 18 ei 65 anni.  Circa il 41% di loro ha dichiarato di aver bevuto vino biologico almeno una volta negli ultimi due mesi, a casa o fuori casa.

Solo cinque anni fa, nel 2013, la percentuale di italiani che bevevano vini biologici era stata stimata al 2%. “Il crescente interesse degli italiani per il benessere, la sostenibilità ambientale e l’autenticità è un fattore chiave alla base di tale crescita”, ha detto a Xinhua Silvia Zucconi, a capo del Nomisma Market Intelligence che ha supervisionato il sondaggio.

Secondo i capitani d’impresa intervistati, saranno soprattutto i prodotti biologici e quelli premium gli artefici del successo del vino mondiale. Con la tendenza “green” predominante nei mercati storici (Germania, Usa, Regno Unito e Giappone), e la fascia premium (oltre i 20 dollari a bottiglia) che contagerà ulteriormente gli Usa e gli emergenti Russia e Cina. Buoni presentimenti anche sugli autoctoni, indicati trend del futuro specialmente in Giappone e in seconda battuta in Russia e Stati Uniti, mentre a sorpresa è previsto un ritorno di fiamma per i rossi fermi, la seconda tipologia più promettente, dietro agli immancabili frizzanti.

Un’attenzione particolare è riservata ai prodotti di origine locale: in un vigneto sempre più globale questi saranno tra i primi ad approfittare un po’ ovunque della febbre da vino, prendendo sempre più piede specie tra i consumatori tedeschi e statunitensi.

Un Vinitaly che guarda molto alle esportazioni, ma che non manca di analizzare anche il mercato interno. È stata infatti presentata unaricerca sul mercato del vino nella grande distribuzione, dove i consumatori utilizzano come principali criteri di scelta per i loro acquisti il formato, il colore e la denominazione di origine del vino. Gli acquisti di vino nella grande distribuzione sono stati rilevanti nel 2017. Si stima che siano stati comprati 8 milioni di ettolitri nelle grandi strutture di vendita, per un fatturato di 2,5 miliardi di euro. I più acquistati sono i vini a denominazione d’origine e i vini tipici regionali, mentre avanzano i vini biologici. Il formato preferito dai consumatori è la bottiglia da 0,75 litri mentre il brik è in flessione e sono sempre più graditi nuovi formati come la mezza bottiglia e il bag in box.

Fonte: http://www.veronasera.it/economia/terzo-giorno-vinitaly-17-aprile-2018.html
http://www.xinhuanet.com/english/2018-04/18/c_137118435.htm