Suolo e Salute

Anno: 2018

Etichetta di origine: c’è l’approvazione della UE, possibili conflitti con le norme italiane

Etichetta di origine: c’è l’approvazione della UE, possibili conflitti con le norme italiane

L’origine dell’ingrediente principale degli alimenti, come il grano per la pasta o il latte per i prodotti derivati, dovrà essere indicata sull’etichetta della confezione.

Lo hanno stabilito, ieri, i Paesi membri della Ue, inclusa l’Italia (mentre Germania e Lussemburgo si sono astenuti) – che hanno approvato, a larga maggioranza, il regolamento esecutivo che si applicherà da aprile 2020.

Le nuove norme specificano le modalità con cui i produttori saranno obbligati a fornire in etichetta le informazioni sull’origine, soprattutto quando il luogo di provenienza dell’alimento è indicato – o anche semplicemente evocato – e non è lo stesso di quello del suo ingrediente primario. Ad esempio: un pacco di pasta lavorata in Italia dovrà indicare anche l’origine del grano, se questo proviene da altro Paese o un salume dovrà specificare se la materia prima proviene dalla Germania o dal Belgio.

In ogni caso, le norme non si applicheranno ai prodotti Dop, Igp e Stg, né a quelli a marchio registrato che, a parole o con segnali grafici, indicano già di per sé la provenienza del prodotto. In questo modo, però, potrebbero trovare una facile esenzione dall’obbligo anche le aziende che praticano l’Italian Sounding (il falso cibo italiano). Perchè hanno un marchio registrato e, spesso, un vago richiamo all’Italia (anche se italiani non sono).

Inoltre, il regolamento Ue, che entrerà in vigore dopo 3 giorni dalla pubblicazione sulla Gazzetta Ue e si applicherà tra un anno, lascia molta flessibilità sulla portata geografica del riferimento all’origine (da «Ue/non Ue», fino all’indicazione del Paese o della regione). Non solo. Resta da valutare l’impatto che la sua approvazione avrà sui decreti sull’origine degli alimenti già in vigore in alcuni Paesi Ue, come Francia e Italia.

La reazione di Coldiretti non si fa attendere
Promessa dalla Coldiretti una raccolta di firme contro il nuovo regolamento: secondo la Confederazione dei coltivatori diretti, infatti, la Ue «ha perso l’occasione per combattere il fake a tavola con un’etichetta trasparente che indichi obbligatoriamente l’origine degli ingredienti impiegati in tutti gli alimenti». Il provvedimento, aggiunge Coldiretti, «lascia spazio a margini di incertezza interpretativa costituendo l’occasione per promuovere molteplici contenziosi».

Norme nazionali
Paesi come Italia, Francia, Portogallo, Grecia, Finlandia, Lituania e Romania e Spagna hanno, in questi anni, adottato norme nazionali per garantire la
trasparenza dell’informazione in etichetta. Nel 2017, l’Italia ha introdotto l’obbligo di indicare in etichetta l’origine di pasta, riso, latte, formaggi e pomodoro e prevede multe da 2 mila a 16 mila euro in caso di mancata indicazione dell’origine.

Fonte: http://www.ilsole24ore.com/art/impresa-e-territori/2018-04-16/la-ue-approva-l-etichetta-origine-e-mette-rischio-norme-italiane-195619.shtml?uuid=AESNKWZE&refresh_ce=1

Nuova nota del MIPAAF sulle etichette dei prodotti bio a marchio

Nuova nota del MIPAAF sulle etichette dei prodotti bio a marchio

Lo scorso 10 aprile il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha emanato una nota in cui chiarisce che sull’etichetta dei prodotti biologici a marchio del distributore, o private label deve comparire il codice dell’Ente di controllo e certificazione dell’operatore assoggettato che ha eseguito l’ultima operazione sul prodotto.

Nel caso specifico il codice dell’azienda che in ultimo ha materialmente confezionato ed etichettato il prodotto. La nota scaturisce da una specifica richiesta che il Ministero ha inviato alla Commissione UE lo scorso ottobre a cui è seguita la risposta del 7 febbraio 2018.

Riguardo a tale nota (scaricabile – notaallegato 1 – allegato 2), l’Ufficio Approvazione Etichette di Suolo e Salute è disponibile per fornire agli operatori controllati tutti i chiarimenti ritenuti necessari.

 

Certificazioni di qualità per le mense scolastiche biologiche

Certificazioni di qualità per le mense scolastiche biologiche

Premiate le iniziative antispreco, filiera corta e materie prime. Arriva il marchio di qualità per le mense scolastiche biologiche.

Per la prima volta in Italia vengono definite regole precise, dando così maggiori informazioni agli studenti e alle famiglie. Il decreto è stato pubblicato lo scorso 5 aprile in Gazzetta Ufficiale, (Generale n. 79 del 5 aprile 2018). del ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali e definisce i criteri e i requisiti delle mense scolastiche biologiche.

L’obiettivo è quello di ridurre i costi a carico degli studenti e realizzare iniziative di informazione e promozione nelle scuole.

La certificazione si divide in marchio oro se la percentuale di ingredienti da agricoltura e allevamenti in mare e in stalla provengono da aziende biologiche almeno nel 50% dei casi; marchio argento se la quota bio è di almeno il 30%.

I criteri di classificazione, precisa il Mipaaf, sono stati individuati e concordati con il Ministero dell’Istruzione, le Regioni e i Comuni.

È anche istituito un fondo stabile gestito dal Ministero delle politiche agricole con le Regioni. Nei bandi di gara sono previste premialità per ridurre lo spreco alimentare e l’impatto ambientale.

La norma prevede che le scuole che vorranno utilizzare il marchio volontario dovranno inserire delle percentuali minime di utilizzo di prodotti biologici, dei requisiti e delle specifiche tecniche fissate.

I criteri di classificazione.

 

Fonte: http://www.repubblica.it/economia/rapporti/osserva-italia/osservacibo/2018/04/13/news/mense_scolastiche_biologiche_arriva_la_certificazione_di_qualita_-193760438/

 

 

 

EXPO DEL SANO VIVERE

EXPO DEL SANO VIVERE

CamBIOvita | Una fiera total green, una full immersion nel mondo del naturale e del vivere consapevole

27/28/29 Aprile 2018
Le Ciminiere – Centro fieristico (Catania)

CAMBIOVITA EXPO è una fiera tutta da vivere, dove trovare le risposte ai sempre più ricercati bisogni di benessere psico-fisico. E’ una full immersion nel mondo del naturale, delle pratiche non convenzionali, della bioarchitettura, della sana e consapevole alimentazione.

E’ una vetrina selezionata, sia di brand consolidati che emergenti. E’ un percorso esperenziale completo: non solo conoscenza e aggiornamento sul meglio che la produzione della nostra terra offre, ma anche occasione per assaggiare i prodotti, toccarne con mano la qualità ed entrare nella rete di relazione di questo mercato, stringere nuovi rapporti. Per scoprire ed acquistare consapevolmente, oltre che per conoscere punti di vista, idee e progetti di tanti attori: aziende e singoli, soggetti pubblici e privati, che credono nel valore del vivere sano e del biologico.

CAMBIOVITA EXPO è occasione di incontro, tra pubblico di consumatori finali attento e sensibile ai suoi valori, ed il variegato universo di imprenditori, buyer e responsabili commerciali.

http://www.cambiovitaexpo.com/#1456333466709-863133a6-1a3f

Convegno – Vini Bio, questione di etichetta. Quali garanzie per un’informazione chiara e trasparente al consumatore.

Convegno – Vini Bio, questione di etichetta. Quali garanzie per un’informazione chiara e trasparente al consumatore.

Lunedì 16 aprile 2018
Verona, 52° Vinitaly – Salone internazionale dei vini e dei distillati
Sala Puccini – Centrocongressi Arena – h. 15.00 16.30

Cresce la richiesta di sostenibilità dei winelover italiani e internazionali e cresce, con la riforma della normativa europea sull’etichettatura, anche l’attenzione al ruolo di ingredienti come i solfiti e alla naturalità del metodo di produzione in vigneto e in cantina. Tra marchi privati e nomi di fantasia il vino biologico ribadisce il suo ruolo come unico metodo di produzione attento all’ambiente regolamentato e certificato a livello Ue.

PROGRAMMA 

  • 45 – Registrazione dei partecipanti
  • 00 – Saluti e introduzione i lavori

          Referente Verona Fiere

          Maria Grazia Mammuccini – FederBio

  • 10 – Vini sostenibili, cresce la domanda mondiale e serve chiarezza

           Silvia Zucconi – Nomisma Wine Monitor 

  • 20 – La sostenibilità non è una gara

          Ruenza Santandrea – Alleanza Cooperative

  • 30 – Presentazione dell’indagine sul tenore in solfiti usato dalle aziende partecipanti a Vinitalybio

          Lorenzo Tosi – giornalista VVQ Edagricol

  • 40 – Solfiti, la dose giusta

          Fulvio Mattivi – Università Di Trento

  • 50 – Nuove pratiche ammesse, nuovi approcci nei controlli (e la risorsa autocontrollo)

          Stefano Sequino – ICQRF

  • 00 – La risorsa certificazione

          Cristina Baia – Responsabile Schema di Certificazione – ICEA

  • 10 – ViniVeri, le indicazioni in etichetta

          Gianpiero Bea – ViniVeri

  • 20 – Vini bio, questione d’etichetta. Le proposte FederBio

          Roberto Pinton – consigliere delegato – FederBio

 

Discussione col pubblico

Moderatore: Lorenzo Tosi – giornalista VVQ Edagricole

 

Fonte: http://feder.bio/convegno-vini-bio-questione-etichetta-quali-garanzie-uninformazione-chiara-trasparente-al-consumatore-verona-lunedi-16-aprile-2018/

La Fao evidenza un passaggio storico evidente nell’agricoltura e lancia l’agroecologia

La Fao evidenza un passaggio storico evidente nell’agricoltura e lancia l’agroecologia

“Fertilizzanti chimici e pesticidi hanno contribuito a deteriorare la terra e a contaminare l’acqua. E’ tempo di innovare”. E poi:  “Il modello della rivoluzione verde, iniziata dopo la seconda guerra mondiale, è esaurito”. Questa frase del direttore della Fao José Graziano da Silva, pronunciata durante l’incontro internazionale sull’agroecologia racchiude un secolo di storia.

 

“Bisogna riconoscere il giusto prezzo agli agricoltori per il cibo di qualità e per rigenerare la vita attraverso l’agricoltura biologica e biodinamica”, aggiunge Fabio Brescacin, presidente di NaturaSì

 

La lunga lotta contro la fame.La speranza alimentata dai successi degli anni Sessanta. La disponibilità di cibo pro capite aumentata del 40% in mezzo secolo. E poi la doccia fredda: la scoperta che l’eccesso di chimica di sintesi ha dopato l’agricoltura e indebolito gli ecosistemi che la sostengono.

 

“Uno dei due motivi per cui il modello della rivoluzione verde può considerarsi esaurito è l’enorme costo ambientale che questo aumento di produzione e produttività ha avuto”, ha detto da Silva. “L’uso diffuso di fertilizzanti chimici e pesticidi ha contribuito al deterioramento della terra, alla contaminazione dell’acqua e alla perdita di biodiversità”. Abbiamo impoverito la terra senza risolvere il problema della fame. Nel 2016 l’hanno sofferta 815 milioni di persone. Mentre un altro miliardo e 900 milioni (di cui 650 milioni obesi) lottavano contro il problema del sovrappeso. Non tiene più il modello della produzione, non tiene più il modello del consumo.

 

Cibo accessibile e sano per tutti.Per questo la Fao ora lancia il modello dell’agroecologia come risposta non solo ai problemi del domani ma a quelli dell’oggi. “È tempo di innovare di nuovo”, assicura da Silva. “E questa volta innovare significa aumentare la resilienza e la sostenibilità dei nostri sistemi alimentari, con un occhio ai cambiamenti climatici. Dobbiamo offrire cibo sano, nutriente e accessibile a tutti, servizi ecosistemici sani e stabilità climatica”.

 

Gli esperimenti a Trinidad e Tobago.I vantaggi resi possibili dall’agroecologia sono stati già sperimentati. A Trinidad e Tobago, il degrado e l’acidificazione del suolo provocati dalla coltivazione intensiva della canna da zucchero sono stati contrastati dall’uso una specie di mantello di citronella per raffreddare il terreno e prevenire l’erosione. Nella Cina occidentale, gli agricoltori hanno sviluppato nuovi ecosistemi agricoli con elaborate reti di dighe di cespugli di more e stagni da pesca per canalizzare l’acqua.

 

I paradossi alimentari nei luoghi ad alto reddito.Ma l’agroecologia non è un approccio produttivo legato solo ai Paesi a basso reddito. Anzi, i paradossi alimentari sono particolarmente evidenti nei luoghi in cui il tasso di consumo è più alto.

 

Cresce la consapevolezza.“Da parte dei consumatori”, ha dichiarato Brascacin, “osserviamo un’aumentata consapevolezza non solamente verso un cibo sano ma anche verso una crescente responsabilità sociale ed ecologica. Occorre un ulteriore passo in avanti, per riconoscere il giusto prezzo da pagare agli agricoltori del Sud e del Nord del mondo non solo per avere un cibo di qualità ma anche per l’obiettivo comune di rigenerare la vita attraverso l’agricoltura biologica e biodinamica”.

 

I vantaggi delle coltivazioni “Bio”.

I terreni coltivati con l’agricoltura bio, sono in grado di trattenere mediamente

il 55% in più di acqua. Una straordinaria proprietà che dipende dalla ricchezza (fino a +70%) di humus, la componente organica del suolo, che assorbe acqua fino a 20 volte il suo peso, secondo i dati di uno studio del Fibl (Istituto elvetico di ricerca sull’agricoltura biologica).

 

 

fonte: http://www.repubblica.it/solidarieta/cibo-e-ambiente/2018/04/05/news/la_fao_lancia_l_agroecologia_il_vecchio_modello_e_esaurito_-193033810/?refresh_ce