Suolo e Salute

Anno: 2018

Più arance, più buona l’aranciata

Più arance, più buona l’aranciata

Da oggi sale dal 12 al 20% il contenuto di succo d’arancia nelle aranciate a seguito della legge 161/2014. Si tratta di un provvedimento che tutela la salute di tutti ma anche la produzione italiana di un settore, quello agrumicolo, che sta attraversando un  momento difficile.

Secondo il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo «si va a migliorare la qualità dell’alimentazione e a ridurre le spese sanitarie dovute alle malattie connesse all’obesità in forte aumento; il prossimo passo verso la trasparenza è quello di rendere obbligatoria l’indicazione di origine in etichetta della frutta utilizzata nelle bevande per impedire di spacciare succhi concentrati importati da Paesi lontani come Made in Italy».

«L’innalzamento del contenuto di succo d’arancia – si legge in una nota di Coldiretti – modifica dopo 60 anni una norma del 1958 e mira, in primo luogo, a tutelare la salute dei consumatori adeguandosi ad un contesto programmatico europeo che tende a promuovere una alimentazione più sana ed a diffondere corretti stili alimentari. In tale ambito, alcuni studi hanno posto in evidenza che una bevanda con il 20% di succo di arancia aiuti a soddisfare il fabbisogno giornaliero di vitamina C raccomandato dalle diverse Accademie scientifiche e la sua assunzione veicola un variegato mix di sostanze fitochimiche che possono incidere positivamente sulle difese del sistema immunitario. Con la nuova norma si contribuisce, inoltre, ad offrire il giusto riconoscimento alle bevande di maggior qualità riducendo l’utilizzo di aromi artificiali e soprattutto di zucchero la cui elevata concentrazione potrebbe essere utilizzata per sopperire alla minore qualità dei prodotti».

«Non va dimenticato – continua la Coldiretti – l’impatto economico sulle imprese agricole poiché l’aumento della percentuale di frutta nelle bibite andrà a salvare oltre diecimila ettari di agrumeti italiani con una estensione equivalente a circa ventimila campi da calcio, situati soprattutto in regioni come la Sicilia e la Calabria. Ad oggi per ogni aranciata venduta sugli scaffali a 1,3 euro al litro agli agricoltori vengono riconosciuti solo 3 centesimi per le arance contenute, del tutto insufficienti a coprire i costi di produzione e di raccolta. Una situazione che alimenta una intollerabile catena dello sfruttamento che colpisce lavoratori, agricoltori e i trasformatori attenti al rispetto delle regole».

Fonte: https://terraevita.edagricole.it/ortofrutta/oggi-stop-alle-aranciate-senza-arancia/

 

IFOAM UE e sviluppo del biologico post 2020

IFOAM UE e sviluppo del biologico post 2020

In una lettera aperta al Presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, l’IFOAM UE sottolinea che il prossimo QFP (quadro finanziario pluriennale) deve consegnare un’ Europa più prospera e sostenibile che garantisca un’attuazione ambiziosa degli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite.

La lettera sottolinea il ruolo che l’agricoltura e il cibo biologici possono svolgere nel raggiungimento di sistemi alimentari più sostenibili, evidenziando il fatto che il mercato biologico sta crescendo rapidamente ed è la prova che i cittadini europei richiedono cibo di alta qualità che offre anche una serie di benefici sociali. Tuttavia, per sfruttare appieno il potenziale dell’alimentazione e dell’agricoltura biologica, l’IFOAM UE afferma che è essenziale dare la priorità allo sviluppo del settore biologico nel prossimo bilancio UE:

Fare il miglior uso dell’agricoltura biologica, nell’ambito di una politica agricola comune riformata, per attuare pienamente il principio del denaro a beneficio pubblico e sviluppare così la superficie agricola biologica in Europa;

Investire in PMI biologiche e imprenditorialità attraverso l’uso intelligente della politica di coesione dell’UE per consentire alle imprese urbane e rurali di prosperare e stimolare lo sviluppo di una varietà di canali di commercializzazione che promuovano una più equa distribuzione del valore;

Dedicare almeno il 10% del budget totale a ricerca e innovazione agroalimentare agli organismi biologici per mantenere un forte know-how agronomico ed ecologico a livello di azienda agricola e stimolare lo sviluppo di filiere più sostenibili.

 

Fonte: http://www.ifoam-eu.org/en/news/2018/02/22/ifoam-eu-calls-organic-food-and-farming-be-prioritised-under-mff-post-2020

Progetto BRESOV: metodo e innovazione in agricoltura biologico

Progetto BRESOV: metodo e innovazione in agricoltura biologico

BRESOV è l’acronimo per ‘Breeding for Resilient Efficient and Sustainable Organic Vegetable Production‘, un progetto che vede la collaborazione fra le più autorevoli realtà accademiche e scientifiche pubbliche e private del panorama internazionale.

Nell’ambito della Call SFS07-2017 della UE, il progetto è promosso dall’Università di Catania quale capofila e coordinato dal Prof. Ferdinando Branca, professore associato di Orticoltura e Floricoltura del Dipartimento di Agricoltura, Alimentazione e Ambiente (Di3A) dell’Ateneo medesimo.

Il progetto ha per obiettivo principale il miglioramento genetico di broccolo, fagiolino e pomodoro coltivati con metodi di agricoltura biologica, adottando protocolli di produzione con l’ausilio di microrganismi, di nutrienti naturali, di prodotti naturali bioattivi, di sostanza organica da integrare/reintegrare nel terreno agrario e di avvicendamenti tra le tre colture.

I protocolli colturali adottati per la selezione e la coltivazione di nuove linee inbred costituite nell’ambito del progetto BRESOV, che avrà durata quadriennale, prevede la partnership dell’Università di Catania con Itaka Solution SRL, azienda italiana specializzata nella ricerca di soluzioni innovative per la protezione delle colture di interesse agrario, con l’obiettivo di ottenere un prodotto a ‘residuo zero’.

Il perché di questo progetto

Si stima che la popolazione mondiale raggiungerà i 9 miliardi entro il 2050 e l’umanità dovrà affrontare sfide quali quelle dell’aumento della produzione di cibo e di energia di almeno il 70%, per sostenere l’aumento della popolazione mondiale. Ciò dovrà avvenire praticando un’agricoltura più sostenibile.

L’agricoltura biologica deve innovarsi

“Il bio cresce, ma siamo in ritardo rispetto al mercato, specialmente in Sicilia, nonostante la grandissima richiesta internazionale – dice Branca – non vi è una qualificazione della filiera biologica, a partire dalle varietà coltivate che non sono costituite per il bio ma per l’agricoltura convenzionale, salvo poi essere utilizzate anche per le coltivazioni biologiche.

Il progetto BRESOV incarna la vision di un’agricoltura compatibile con l’ambiente che migliori la resilienza, l’efficienza e la sostenibilità dei processi produttivi e dei corrispondenti prodotti”.

 

Fonte: http://www.freshplaza.it/article/97130/Progetto-BRESOV-linnovazione-in-agricoltura-biologica

Approvato il Decreto Legislativo sui controlli nel biologico

Approvato il Decreto Legislativo sui controlli nel biologico

Via libera del Consiglio dei Ministri al decreto legislativo sui controlli nelle produzioni agricole e agroalimentari biologiche.

Il provvedimento vuole garantire una maggiore tutela del consumatore, del commercio e della concorrenza, ma anche semplificare e unificare in un solo testo di legge la materia dei controlli e rendere il sistema più efficace.

“Con questo provvedimento – afferma il ministro Maurizio Martina – rendiamo più forte e trasparente il biologico italiano, compiendo un ulteriore salto di qualità sul fronte dei controlli, per garantire maggiore sicurezza ai consumatori e tutelare i produttori onesti in un comparto dove siamo leader in Europa con oltre 70 mila operatori e un aumento delle superfici coltivate bio del 20% in un anno”.

Il decreto, conferma che il ministero delle Politiche agricole è l’autorità competente per l’organizzazione dei controlli e che delega tali compiti ad organismi di controllo privati e autorizzati.

 

Fonte: http://www.ansa.it/canale_terraegusto/notizie/istituzioni/2018/02/22/mipaaf-approvato-decreto-su-controlli-agricoltura-biologica_ee6de75d-b7a4-4b7f-916a-457dea8f7208.html

“Prodotto di montagna” marchio di qualità

“Prodotto di montagna” marchio di qualità

I consumatori potranno così riconoscere più facilmente dalle etichette le produzioni e supportare queste attività e il loro valore non solo economico, ma sociale e ambientale.

Il Ministro Maurizio Martina ha presentato oggi a Sondrio il marchio identificativo del regime di qualità ‘prodotto di montagna’ «Il nostro obiettivo – ha dichiarato – è valorizzare meglio il lavoro dei produttori delle zone montane. Parliamo del 17% del totale delle imprese agricole italiane e di un terzo degli allevamenti.

Con il regime di qualità e questo nuovo marchio i consumatori potranno riconoscere più facilmente dalle etichette le produzioni e supportare queste attività e il loro valore non solo economico, ma sociale e ambientale. In questi anni abbiamo messo in campo una serie di interventi utili per supportare le aziende agricole di montagna.

Ora è cruciale dare continuità a questo lavoro, perché il futuro delle nostre montagne è il futuro di una parte importante della nostra identità».

Fonte: https://terraevita.edagricole.it/featured/al-via-marchio-qualita-prodotto-montagna/

 

 

La Corte dei Conti europea passa al vaglio il sistema di controllo degli alimenti biologici

La Corte dei Conti europea passa al vaglio il sistema di controllo degli alimenti biologici

Il biologico cresce. Crescono le vendite al dettaglio, la superficie coltivata a bio, le importazioni di prodotti biologici; di pari passo cresce anche la necessità di controllare tali produzioni.

La Corte dei Conti europea sta infatti realizzando un audit sulle verifiche che vengono eseguite nell’Unione europea sui cibi biologici.

Sarà esaminato il sistema di controllo che regola la produzione, la trasformazione, la distribuzione e l’importazione di prodotti biologici. “L’intento – spiega la Corte dei Conti europea – è di appurare se i consumatori possano nutrire oggi maggiore fiducia nel fatto che i prodotti siano effettivamente biologici rispetto a quanto non avvenisse nel 2012, anno dell’ultimo audit di questo settore”.

Questo però comporta il rischio del falso bio. “Sebbene i prodotti biologici siano più costosi rispetto ai prodotti ottenuti con tecniche convenzionali, il mercato stenta a soddisfare la domanda e il sovrapprezzo che i consumatori sono disposti a pagare potrebbe incoraggiare la vendita di prodotti biologici fraudolenti”. Dice la Corte dei Conti.

Sostiene il responsabile dell’audit Nikolaos Milionis: “La sfida cui è confrontato il settore biologico consiste nell’assicurare una costante crescita della domanda e dell’offerta, preservando al contempo la fiducia dei consumatori”.

Fonte: http://www.helpconsumatori.it/alimentazione/bio__nuove_tendenze/biologico-corte-dei-conti-europea-esaminera-il-sistema-di-controllo-degli-alimenti-bio/120459