A intervenire sul ddl bio, approvato dalla Camera e ora al vaglio del Senato, è Asso.Cert.Bio che puntualizza la differenza tra il biologico e il biodinamico.
Asso.Cert.Bio è l’Associazione nazionale che raggruppa i principali Organismi di Certificazione del biologico Italiano: ABCERT, BIOAGRICERT, BIOS, CCPB, ECOGRUPPO Italia, ICEA, SIDEL Italia e SUOLO E SALUTE.
«Si ritiene che il ddl sia un buon punto di partenza per lo sviluppo dell’agricoltura biologica del nostro Paese. È importante, infatti, avere un Testo Unico che definisca le linee strategiche di sviluppo del biologico in Italia, uno dei Paesi in cui il settore più e meglio si è sviluppato a livello produttivo. Riguardo all’art.1, relativo alle finalità della legge, si ritiene che andrebbe scritto in modo diverso il testo relativo all’equiparazione del metodo dell’agricoltura biodinamica al metodo dell’agricoltura biologica: per poter parlare di “equiparazione”, è fondamentale, infatti, che ci sia, alla base, una condivisione di regole da parte di entrambi i metodi, così come è già previsto dal Reg UE n.834/2007, nel quale si prevede che il “biodinamico” può essere considerato “biologico” solo se è conforme al Reg UE stesso. Per tale ragione, quindi, un disciplinare privato quale Demeter o altri disciplinari privati che si richiamano al biodinamico non possono essere equiparati “tout court” al biologico. Inoltre, riguardo a tale comunanza si trovano riferimenti più avanti solo nella composizione del “Tavolo tecnico”, a cui partecipano rappresentanti di entrambi i metodi. Non è chiaro, invece, se il Marchio nazionale, i distretti, le organizzazioni dei produttori, per citarne alcuni, si riferiscano solo al metodo biologico; è così oppure, per continuità con l’equiparazione suggellata all’inizio, si troveranno prodotti biologici e biodinamici insieme sotto lo stesso marchio e dentro gli stessi distretti? In entrambi i casi, si rischia di generare confusione e svalutazione delle singole peculiarità», spiega Domenico Corradetti, segretario ASSOCERTBIO.
«Al fine di rendere ancora più virtuosa la filiera del biologico italiano – continua il segretario – si ritiene che uno degli aspetti cruciali sia rappresentato dalla formazione, tema trattato nell’art. 4 del DDL: è importante che sia prevista una adeguata formazione sia per i consulenti tecnici che assistono le aziende sia per i CAA (Centri di Assistenza Agricola): in questo modo, con una migliore preparazione tecnica degli operatori e una migliore assistenza da parte di consulenti e CAA, tutto il sistema ne gioverebbe. Non andrebbe sottovalutata, inoltre, la rilevanza di una formazione specifica anche per il personale addetto alla pubblica vigilanza (es. delle Regioni e di ICQRF)».
Fonte: https://www.risoitaliano.eu/la-legge-non-confonda-bio-e-biodinamico/