Le aziende che producono con metodo biologico presentano una maggiore diversità di microbi e insetti del suolo che potrebbero aiutare a combattere la minaccia dei agenti patogeni mortali.
Questo lo afferma lo studio “ Organic farming promotes biotic resistance to foodborne human pathogens”, condotto da un team di ricercatori della Washington State University. In questo studio si spiega la “la diffusione di agenti patogeni, come i batteri fecali Escherichia coli, nei terreni agricoli ha causato migliaia di morti e milioni di malati a livello globale. Questo ha spinto gli agricoltori a rimuovere gli habitat naturali come siepi e stagni dai loro terreni, perché si pensa che attirino animali selvatici e domestici che causano il problema spargendo nelle colture vicine le loro feci patogene”.
Lo studio dimostra che nel momento in cui vengono persi gli habitat selvaggi, si perdono anche i microbi e gli insetti, necessari allo sradicamento degli agenti patogeni dal terreno.
In analisi sono stati presi 70 campi coltivati a verdure sensibili agli agenti patogeni di origine alimentare perché crescono vicino al suolo, confrontando le fattorie convenzionali e quelle biologiche. Hanno sparso feci di maiale in questi campi per richiamare i coleotteri che si nutrono di feci: i campi coltivati a bio hanno ospitato un maggior numero di insetti e gli scarabei stercorari hanno ripulito il 90% delle feci in pochi giorni, molto più rapidamente che nelle fattorie convenzionali.
«Le specie di scarabei stercorari e gli assemblaggi batterici biodiversi tipici delle fattorie biologiche erano significativamente più efficaci nel sopprimere i patogeni-umani Escherichia coli O157: H7, rispetto alle comunità dei coprofagi associate alle fattorie convenzionali. Ciò suggerisce che le pratiche di gestione delle fattorie, la conservazione dei coprofagi e la soppressione dei patogeni umani potrebbero essere collegate». Come scrive Emma Bryce su Anthropocene, «Nessuno sa per certo perché anche gli scarabei stercorari hanno questo effetto, ma altri studi suggeriscono che è possibile che contengano proprietà antimicrobiche che spazzano via i batteri presenti nelle feci mentre le processano».
“Lo studio traccia un forte legame tra la biodiversità dei terreni agricoli e la nostra salute. Quindi, forse, quando pensiamo ai benefici derivanti dal preservare l’habitat naturale nelle fattorie, dovremmo andare oltre gli impollinatori. Complessivamente, i nostri risultati indicano che insetti e microbi possono rimuovere rapidamente le feci, con la possibilità di ridurre anche la persistenza dei patogeni umani. A sua volta, ciò suggerisce che il miglioramento della sicurezza alimentare può essere un servizio ecosistemico importante e forse sottovalutato, potenziato dalla biodiversità in fattoria. Raccomandiamo che i manager e le autorità di regolamentazione agricola prendano in considerazione i rischi e i benefici dei coprofagi quando prendono decisioni di gestione relative alla sicurezza alimentare” concludono i ricercatori.
Fonte: http://www.greenreport.it/news/agricoltura/lagricoltura-biologica-puo-ridurre-la-diffusione-dei-patogeni-alimentari/