«Il riso può succedere a se stesso per un massimo di tre cicli, seguito da almeno due cicli di colture principali di specie differenti, uno dei quali destinato a leguminosa».
Il testo del DM del 18 luglio 2018 ha destato qualche perplessità perché non chiariva se gli anni da interporre tra riso e riso fossero 2 o 1, non considerando i sovesci come coltura principale. Per questo motivo, secondo Confagricoltura, il MIPAAF sta predisponendo una modifica al DM 18.
«Confagricoltura, in relazione a numerose segnalazioni ricevute dai propri soci, in particolare dal centro sud, ha ribadito con molte lettere, inviate sin dal novembre scorso al Mipaaft, che la regolamentazione europea autorizza l’uso di “colture fertilizzanti”, ovvero “manure crops” (tra cui il sovescio e le colture intercalari), senza specificarne il tipo e l’eventuale durata di coltivazione. Lo scopo della norma europea è quello di permettere all’azienda agricola di aumentare la fertilizzazione del suolo in modo naturale. In tal senso deve essere interpretata la norma uniformemente a quanto avviene nel resto della UE, considerando solo la capacità di raggiungere la fertilizzazione indipendentemente dal tipo di coltura e la loro durata di coltivazione. Solo recentemente il Mipaaf, in una nota diramata a seguito dell’ultima riunione del Tavolo nazionale dell’agricoltura biologica, ha posto l’accento e l’avvio di un iter di modifica del DM 18 luglio 2018, con la quale saranno specificate le caratteristiche di ammissibilità dei sovesci rispetto al requisito della rotazione colturale. DM che dovrà avere il parere della Conferenza Stato Regioni. Tale impostazione è sicuramente un passo in avanti per venire incontro alle esigenze del settore, ora andrà verificata la reale applicabilità del nuovo DM alle diverse colture, sempre nel rispetto dei principi di agricoltura biologica applicati in Europa», spiega il Direttore Area Ambiente ed Energia di Confagricoltura, Donato Rotundo.
Una modifica fondamentale per il settore agronomico, poiché eviterebbe una costrizione che sarebbe dannosa anche per la strutturazione di un piano aziendale sostenibile, sia ecologicamente sia economicamente.
“Abbiamo chiesto di modificare l’attuale Decreto Ministeriale ormai un anno fa, per questo motivo non possiamo che apprezzare il fatto che il Ministero abbia finalmente approvato la modifica, che era già stata concordata lo scorso giugno nell’ambito del tavolo tecnico agricoltura biologica – dichiara Paolo Carnemolla, Segretario Generale di FederBio – La pratica del sovescio è fondamentale per una corretta agricoltura biologica, anche in risicoltura; per questo è esplicitamente prevista nella normativa europea. Poterla finalmente considerare di nuovo per la valutazione di conformità del ciclo rotazionale di un’azienda biologica è un risultato importante. Il timore segnalato da Confagricoltura è, tuttavia, fondato. FederBio ha chiesto che i requisiti di ammissibilità tecnica dei sovesci, affinché possano essere considerati parte della rotazione (come ad esempio il tempo minimo di durata del ciclo della coltura), non siano precisati nel decreto, ma attraverso apposite circolari, così che vi sia maggiore flessibilità e tempestività per eventuali adeguamenti”.
Fonte: https://www.risoitaliano.eu/il-sovescio-sia-coltura-principale/