Suolo e Salute

Anno: 2019

B/Open: da aprile 2020 una nuova fiera sul biologico

B/Open: da aprile 2020 una nuova fiera sul biologico

Lo scorso aprile, durante la 53° edizione del Vinitaly è stata ufficializzata la nascita di una nuova fiera del biologico a VeronaFiere: B/Open, che si terrà il prossimo aprile 2020, da mercoledì 1 a venerdì 3 aprile.

B/Open è uno spazio riservato alle aziende più significative del settore biologico. Nasce per rispondere alle esigenze degli operatori professionali e per soddisfare le loro necessità: è la prima fiera italiana b2b aperta solo alle figure professionali dell’agricoltura e dell’alimentazione bio.

Sarà incentrata soprattutto sul food certificato bio, ma non mancheranno aree dedicate alle materie prime, packaging sostenibile e prodotti naturali con diversa finalità.

“Riteniamo che oggi si senta la necessità di discutere queste tematiche, alla vigilia del trentennale del Regolamento Europeo che introdusse il biologico, attraverso un approccio serio e scientifico che consenta di sfatare una serie di falsi miti sul settore. Questo anche per dare una risposta a un consumatore che, sempre di più, oggi vuole sapere che cosa c’è dietro a un prodotto, anche relativamente agli aspetti legati all’ambiente, alla salute e al benessere. Il biologico ha ancora ampie prospettive di sviluppo nel nostro Paese, dove rappresenta ancora solo il 5% del mercato”, spiega Flavio Innocenzi, direttore commerciale di VeronaFiere.

Suolo e Salute ha recentemente incontrato gli organizzatori di B/Open e vede positivamente questo nuovo evento in quanto creerà nuove opportunità d’incontro della domanda e dell’offerta dei prodotti biologici e quindi maggiore visibilità ed opportunità per le imprese bio. Per maggiori informazioni: https://www.b-opentrade.com/

 

Fonte: https://www.iltempo.it/italpress/2019/06/04/news/agricoltura-bio-ad-aprile-2020-la-prima-edizione-della-fiera-b-open-1167121/

Biologico, alla filiera servono OP più forti

Biologico, alla filiera servono OP più forti

Secondo Anabio, l’Associazione per il biologico di Cia-Agricoltori Italiani, per far crescere ancora di più le filiere biologiche occorrono Organizzazioni di Produttori (OP) più forti.

Il settore del biologico in Italia ha un peso consistente: 76mila aziende per una superficie coltivata che sfiora 2 milioni di ettari, incidendo per più del 15% sulla SAU totale, ed un mercato che vale quasi 5 miliardi euro.

Le filiere e le Organizzazioni devono imparare a camminare di pari passo. In questo modo si ottiene un sistema che vede da una parte la centralità delle aziende agricole che promuovono la sostenibilità ambientale e sociale, garantiscono la qualità delle produzioni, integrano l’innovazione tecnologica e tutelano la tracciabilità delle materie prime; dall’altra ci sono i nuovi margini di incertezza cui i produttori bio sono esposti, con il rischio di riduzione del reddito che induce alla cooperazione tra agricoltori in una logica di filiere produttive.

Per ottenere la completa tutela del biologico occorre quindi concentrarsi sul rafforzare le OP in organizzazioni più affidabili, efficaci nei servizi e in grado di garantire la giusta ricompensa agli agricoltori associati. Inoltre, va rafforzato anche il ruolo economico di queste organizzazioni, in maniera da garantire aggregazione e creare condizioni più solide di accesso ai mercati.

“Il processo di sviluppo del settore come delle Op rende responsabili tutti i protagonisti della filiera, dai produttori alle istituzioni che in primo luogo devono intervenire con norme adeguate. Resta però ancora fermo in Senato – ha ricordato Marchini – il disegno di legge sul biologico di cui chiediamo rapida approvazione. Va nella giusta direzione, fornisce importanti strumenti organizzativi e interviene puntualmente anche sulle Op”, ha commentato il presidente di Anabio-Cia, Federico Marchini.

 

Fonte: http://www.italiafruit.net/DettaglioNews/49789/mercati-e-imprese/biologico-anabio-cia-alla-filiera-servono-op-piu-forti

Giornata Mondiale dell’Ambiente

Giornata Mondiale dell’Ambiente

Lo scorso 5 giugno si è celebrata la Giornata mondiale dell’ambiente, con tema centrale: l’inquinamento atmosferico.

La Giornata mondiale dell’ambiente è stata istituita dalle Nazioni Unite nel 1972, e viene festeggiata ogni anno il 5 giugno a ricordo della Conferenza di Stoccolma sull’Ambiente. Tale Conferenza è stato un momento storico, in quanto è stato il primo grande vertice internazionale dove è stato affrontato il tema ambientale a livello globale.

L’inquinamento atmosferico rappresenta una delle principali minacce per la nostra salute. Infatti, si stimano ogni anno circa 7 milioni di decessi: una vera e propria emergenza sanitaria ed ambientale. Oltre a minacciare la nostra salute, l’inquinamento determina cambiamenti climatici, perdita di biodiversità, desertificazione e l’acidificazione degli oceani.

“Sconfiggere l’inquinamento atmosferico”, lo slogan adottato in occasione di questa giornata, vuole esortare l’umanità a trovare una soluzione per affrontare il problema dell’inquinamento.

La causa è riconducibile alle fonti di rilascio in atmosfera di una serie di sostanze dannose tra cui il monossido di carbonio, il biossido di azoto, l’ossido di azoto e particolato. I principali responsabili dell’immissione di gas inquinanti sono l’agricoltura e gli allevamenti intensivi, seguiti poi dalle utenze domestiche, dalle industrie, dai trasporti e dai rifiuti.

Nel contesto agricolo, l’agricoltura biologica può vantare un forte potenziale nella mitigazione dei cambiamenti climatici, poiché è in grado di sequestrare grosse quantità di carbonio nei suoli e di ridurre l’emissioni dei gas serra, grazie all’esclusione di prodotti chimici di sintesi e all’uso ottimale di pratiche agronomiche quali: i sovesci, le rotazioni, colture intercalari, colture di copertura e uso di tecniche compostaggio ecc. La FAO, infatti, considera la diffusione dell’agricoltura biologica come una promettente strategia per la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici.

Per sconfiggere questo avanzamento precoce dell’inquinamento e salvare noi e il pianeta in cui abitiamo, L’Onu invita ad adottare una serie di buone pratiche che siano in grado di generare un importante impatto positivo sul pianeta:

  • Ridurre o eliminare il consumo di carne;
  • Diminuire gli allevamenti intesivi ed approcciare tecniche produttive sostenibili in campo agricolo e zootecnico;
  • Abbandonare i combustibili fossili e adottare l’uso di energie rinnovabili;
  • Ridurre le emissioni dei veicoli;
  • Migliorare la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti.

 

Fonte: https://www.lifegate.it/persone/news/giornata-mondiale-ambiente-2019-inquinamento-atmosferico

13th European Organic Congress 2019

13th European Organic Congress 2019

Il prossimo 20 e 21 giugno 2019 si svolgerà a Bucarest (Romania) il 13° congresso europeo di IFOAM.

L’innovazione e la tecnologia sono i temi sul quale è sviluppato l’evento: come il biologico migliora, ispira e offre ed offre opportunità di futuro. Il Congresso vuole alimentare la discussione sulla riforma della politica agricola e spiegare come questa possa contribuire a dare risposte a un nuovo modello di agricoltura, soprattutto più etica sia per i lavoratori sia per i consumatori europei.

Suolo e Salute, sponsor del congresso e socio Ifoam Ue, sarà presente all’evento.

Programma

 

Fonte: https://www.ifoam-eu.org/en/news/2019/03/25/2019-european-organic-congress-early-bird-registration-open

 

Vallebio Festival: il festival del Biodistretto Val di Vara

Vallebio Festival: il festival del Biodistretto Val di Vara

Nei giorni 1 e 2 giugno 2019, si svolgerà a Varese Ligure la seconda edizione del Vallebio Festival.

Il Festival vuole promuovere il Biodistretto Val di Vara – Valle del Biologico. Al Biodistretto appartengono 7 comuni dell’Alta Val di Vara: Varese Ligure, Zignago, Rocchetta Vara, Carrodano, Maissana, Carro e Sesta Godano. La Val di Vara conta 98 produttori certificati ed il 60% della superficie dell’Alta Valle è certificata, con 190 addetti al settore bio.

“In un mercato nazionale in cui il bio è diffuso e riconosciuto da tutti gli italiani, è importante identificare il biologico di territorio. Il bio oltre a fornire prodotti sani, difende il territorio e garantisce sviluppo”, spiega il presidente del Biodistretto, Alessandro Triantafyllidis.

Il Festival ospiterà molti produttori che vogliono far conoscere i loro prodotti bio, oltre a laboratori, incontri e seminari. È aperto anche ai settori dell’energia pulita e a produttori non certificati bio, ma di carattere strettamente rurale che seguono criteri di naturalezza, che non hanno ricorso a un modello di agricoltura chimica.

Suolo e Salute ha sempre creduto nello sviluppo del territorio attraverso lo strumento della certificazione biologica. Proprio a Varese Ligure ha impiantato il proprio ufficio per gestire le aziende controllate in Liguria ed opera in Val di Vara fin dal 1998 contribuendo, per l’attività di competenza, insieme alle amministrazioni locali, alla creazione della prima esperienza europea di sviluppo del biologico su base territoriale, sancito, solo successivamente, nella creazione del Biodistretto. Oggi Suolo e Salute certifica la quasi totalità delle aziende bio, per lo più zootecniche, del Biodistretto della Val di Vara.

 

Fonte: http://www.sinab.it/bionovita/vallebio-festival-2019

La filiera del legno e dell’agricoltura biologica: no agli imballaggi di plastica

La filiera del legno e dell’agricoltura biologica: no agli imballaggi di plastica

Lo scorso 22 maggio, AIAB (Associazione Italina Agricoltura Biologica) e PEFC Italia, organismo normatore per la gestione sostenibile delle foreste e per l tracciabilità dei prodotti che da esse derivano, hanno siglato un accordo per mettere al bando tutti i materiali inquinanti, tra i quali anche la plastica, promuovendo l’agricoltura biologica e difendendo i sistemi agro-forestali.

Tra i vari obiettivi prefissati c’è la volontà di migliorare l’immagine della selvicoltura e della filiera foresta-legno. L’intento è quello di creare uno strumento di mercato che commercializzi l’uso del  legno, della carta e altri prodotti derivanti da impianti di arboricoltura da legno gestiti in maniera sostenibile.

Basta confezionare i prodotti alimentari con la plastica, ma piuttosto promuovere l’uso di legno e carta certificati al contatto con il cibo. In questo modo si va ad offrire al consumatore un prodotto alimentare etico e sostenibile, che è in grado di presentarsi in maniera coerente con i principi delle produzioni biologiche con un contenitore che non può non essere sostenibile e, quindi, facilmente gestibile dal punto di vista ambientale dopo l’utilizzo.

 

Fonte: http://www.italiaambiente.it/2019/05/23/la-filiera-del-legno-e-quella-dellagricoltura-insieme-contro-gli-imballaggi-in-plastica/