Aziende biologiche: il 73% dichiara di essere in crisi a causa del Covid 19
Quanto ha inciso l’effetto della pandemia da Covid 19 sul biologico? Al quesito ha risposto la Fondazione italiana per la ricerca in agricoltura biologica e biodinamica (FIRAB). La Fondazione – insieme ad AIAB, Assobiodinamica e Federbio – ha analizzato i dati di una consultazione on-line, promossa anche da Suolo e Salute, per rilevare l’impatto della pandemia da Covid 19 sulle aziende biologiche italiane. Dai dati è emerso che due aziende bio su tre sono in difficoltà. Al sondaggio, iniziato il 25 marzo e durato per tutto il lockdown, hanno partecipato quasi 400 produttori biologici. Dall’analisi è emerso che il 73% delle aziende sono state investite dalla crisi. In termini di liquidità, il 65% delle aziende ha dichiarato di poter resistere al massimo tre mesi, senza una concreta ripresa, e poco meno del 10%, grazie alla vendita online, ha dichiarato di poter resistere ancora un anno.
I produttori dichiarano che la maggior difficoltà riscontrata è legata ai canali di distribuzione che prevedono maggior mobilità rispetto ad altre soluzioni. Ha inciso molto il fatto di doversi recare dal produttore per la vendita diretta o la chiusura di ristoranti e locali o l’impedimento di tenere mercatini e fiere in diverse Regioni, “vetrine” fondamentali per il 24% degli intervistati. Tutto ciò considerato che il 66,3% delle aziende ha operato in passato anche in vendita diretta, il 27% tramite cooperativa/consorzio, attraverso i gruppi di acquisto solidale (GAS) il 22% dei rispondenti.
“Le nostre aziende – dichiarano le associazioni di categoria del biologico – hanno in primo luogo bisogno di ascolto, come testimonia l’ampia adesione a questo sondaggio. Le esigenze dei produttori biologici vanno comprese e servono misure adeguate, se si vuole salvare un comparto fondamentale per una fase 2 ‘green’. Chiediamo, dunque, che venga snellita la procedura burocratica per garantire la fruizione dei fondi messi a disposizione per l’uscita dall’emergenza economica e sociale. Abbiamo infine una proposta concreta, oltre alla liquidità necessaria subito, che comporta solo un’azione di snellimento burocratico e organizzativo: si renda immediatamente efficace l’erogazione di risorse della Politica Agricola Comunitaria (PAC) e del Programma di sviluppo rurale (PSR) già a bilancio, che non derivano da prestiti o debiti per Stato o Regioni”.