Suolo e Salute

Anno: 2020

IL BIOLOGICO FA BENE ALLA SALUTE

IL BIOLOGICO FA BENE ALLA SALUTE

Uno dei lati positivi del lockdown, a parte il contrasto al coronavirus, è sicuramente l’aumento di sensibilità dei consumatori verso cibi più salutari. Durante la quarantena, infatti, i consumi del biologico è aumentato sensibilmente, si stima tra il 19,6 e il 23,6 per cento.

I dati diffusi da Assobio in collaborazione con Nielsen su 500 attività rilevano un forte aumento nella grande distribuzione e nei discount, con un totale incremento negli acquisti del 28,8%.

Una riprova della maggiore attenzione dei consumatori alla salute, alla qualità e alla sicurezza dei prodotti che acquistano, ma anche un cambio di paradigma verso un rapporto qualità-prezzo più soddisfacente.
Passata l’emergenza, molti consumatori che hanno apprezzato gli alimenti biologici potrebbero continuare ad acquistarli, consolidando le quote di mercato acquisite dal comparto bio.

E se ci fossero dubbi riguardo il fatto che il cibo biologico sia più salutare, ci viene in aiuto una ricerca pubblicata nel 2019 su Environmental Research. Dei ricercatori dell’università della California hanno sottoposto quattro famiglie ad una dieta composta in alcuni giorni da alimenti d’agricoltura convenzionale e in altri con alimenti d’agricoltura biologica.

I risultati nei giorni in cui mangiavano biologico sono stati sorprendenti, riscontrando una forte diminuzione o azzeramento di tracce di pesticidi nelle urine quali:

  • Organofosfati;
  • Erbicidi;
  • Insetticidi e acaricidi.

 

Dati che lasciano pochi spazi ai dubbi sulla veridicità del metodo biologico.

 

Fonte: lifegate
Foto di Pexels da Pixabay

IL POLLO BIOLOGICO VA A SCUOLA: IL PROGETTO TIPIBIO

IL POLLO BIOLOGICO VA A SCUOLA: IL PROGETTO TIPIBIO

Vi sottoponiamo una splendida attività che ha coinvolto il CREA (Centro di Zootecnia e Acquacoltura, finanziato dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali) con l’Istituto tecnico Agrario E. SERENI di Roma. All’interno del progetto TIPIBIO è stato deciso di ideare e produrre un video che raccontasse le capacità di adattamento di linee genetiche di pollo all’allevamento bio. Purtroppo la prima fase del progetto è coincisa con l’inizio dell’epidemia da Covid e la chiusura delle scuole, inoltre con l’espandersi del contagio da COVID 19 ed il successivo lockdown, l’idea iniziale non era più realizzabile. Il CREA-Zootecnia e Acquacoltura insieme al SERENI hanno deciso di produrre comunque un video utilizzando la DAD (didattica a distanza).

Qui di seguito il video: https://www.youtube.com/watch?v=rf8V7zy4DJo

 

Fonte: Sinab
Foto di Pexels da Pixabay

PASTA BIOLOGICA E ITALIANA: LA MIGLIORE PER LA NOSTRA SALUTE

PASTA BIOLOGICA E ITALIANA: LA MIGLIORE PER LA NOSTRA SALUTE

Rinunciare alla pasta è una follia! Grazie ad uno studio degli esperti di dietapersonalizzata.it, lo si può affermare con certezza. Questa affermazione però è soggetta ad alcune specifiche, innanzitutto stiamo parlando di grano italiano e biologico. Le coltivazioni italiane di questo tipo sono in assoluto le migliori perché non presentano tracce di glifosato e prediligono processi di lavorazione votate al mantenimento dei nutrienti essenziali per la nostra dieta mediterranea.
Il grano è presente sin dagli albori dell’evoluzione umana ed è un caposaldo della nostra dieta. L’utilizzo di questo alimento è precedente persino agli egizi, e l’apporto nutritivo secondo l’EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) varia tra il 40 e il 60% delle kcal quotidiane. Il frumento, in particolare, è una delle fonti di glucosio essenziale per le nostre cellule. La pasta, il pane e gli altri derivati permettono al nostro corpo d’immagazzinare energie essenziali nello svolgimento dei nostri compiti giornalieri senza cedere alla stanchezza.
Da non dimenticare che quest’alimento è:

  • un perfetto antietà (in quanto le sostanze di cui è formato sono nemiche dei radicali liberi);
  • ricco di sostanze antitumorali e di calcio per le nostre ossa.

Nell’agricoltura italiana è assolutamente vietato l’utilizzo di antiparassitari nocivi per l’ambiente nelle ultime settimane prima della raccolta, e nell’agricoltura biologica il processo è completamente privo di sostanze dannose per l’ambiente e per la coltivazione.

L’Italia è un faro di sviluppo e mantenimento di cereali di qualità in generale, ed è leader per la produzione di grano biologico, con cui viene prodotta la migliore pasta apprezzata in tutto il mondo.

 

Fonte: h24 notizie
Foto di Divily da Pixabay

LA RIVOLUZIONE VERDE: L’ITALIA DEVE RIPARTIRE DALL’AGRICOLTURA

LA RIVOLUZIONE VERDE: L’ITALIA DEVE RIPARTIRE DALL’AGRICOLTURA

La crisi derivata dal Coronavirus non ha intaccato la poca attenzione nei confronti della natura e dell’agricoltura. Una forma mentis instillata nella gran parte di noi che pensa che il nostro “patrimonio agricolo” si possa sfruttare a pieno piacimento, senza doverne rispondere in un prossimo futuro.
L’Italia ha ancora molto da imparare, nell’agricoltura convenzionale è uno dei maggiori utilizzatori di pesticidi chimici, che sta portando ad un degrado dei terreni.

Lo scenario è preoccupante, ma non bisogna disperare. L’Italia si trova ad un bivio importante e può tramutare questa crisi in opportunità. Con i fondi che arriveranno dal Recovery Fund si può avviare una seria riforma dell’agricoltura, che porti a un uso più consapevole delle nostre risorse ed a una maggiore propensione verso il biologico.
Il piano che ne deriverebbe porterebbe a un forte investimento che gioverebbe a tutto il comparto agricolo/ambientale:

  • preservando la biodiversità
  • migliorando le condizioni di lavoro
  • riqualificando le superfici agricole

Va calcolato però, che dietro ad un forte investimento, ci sarà un ritorno di redditività nel tempo incalcolabile grazie a:

  • lotta al degrado con la ripopolazione delle zone agricole
  • maggiore manutenzione del territorio che arginerebbe il dissesto idrogeologico
  • un reddito dignitoso per i lavoratori agricoli

Se negli anni 70 l’industrializzazione del paese portò all’uscita della crisi del petrolio, ora i Distretti Biologici potrebbero traghettare il nostro paese verso una nuova era, che porti maggiore consapevolezza in ambito ambientale e negli sprechi: una vera e propria rivoluzione verde.

 

Fonte: il manifesto
Foto di photoAC da Pixabay

ALLARME SULLA BIODIVERSITÀ: GLI INDICATORI PER MISURARLA

ALLARME SULLA BIODIVERSITÀ: GLI INDICATORI PER MISURARLA

Gli uccelli sono considerati uno degli indicatori più attendibili in materia di biodiversità.

I volatili, che si nutrono maggiormente d’insetti, sono degli animali capaci di spostarsi da un habitat all’altro in modo molto più semplice di altri gruppi di animali. L’abbandono di un luogo, prima popolato, ci indica che qualcosa è cambiato e che non è più ritenuto “accogliente”.
Secondo l’Eurostat gli uccelli sono tra i più attendibili indicatori della salute dell’ambiente che ci circonda. La loro popolazione è in continuo declino (-4% tra il 2018 e il 2020).
Gli scienziati sottolineano quanto i cambianti nell’agricoltura abbiano portato a questa diminuzione. Gli uccelli propri dell’agroecosistema si trovano a combattere con dei cambiamenti molto impattanti, come abbattimento di siepi e frangivento e utilizzo di pesticidi.
L’UE ha lanciato una linea strategica per portare entro il 2030 ad un aumento del 10% di superficie agricola ad alta diversità e al 25% del totale di superfice agricola in biologico.

L’Italia, che detiene uno dei più grandi patrimoni di biodiversità con il più alto numero di endemismo (specie esclusive del nostro territorio), sta subendo le minacce del costante aumento di specie esotiche introdotte, dal degrado, dall’inquinamento e dalla frammentazione del territorio.
Lo studio sul clima sviluppato da German Watch, descrive un quadro allarmante che tiene conto di 4 fattori:

• vittime attribuibili a fattori atmosferici
• lo stesso numero riparametrato su centomila abitanti
• l’ammontare delle perdite in potere di acquisto
• le perdite relazionate al prodotto interno lordo

Porta l’Italia in una delle posizioni peggiori in Europa (insieme alla Francia), delineando un quadro a rischio per la nostra biodiversità.
Fonte: il sole 24 ore
Foto di Domenic Hoffmann da Pixabay

QUANDO IL CANTO DI UNA RANA TI CAMBIA LA VITA: IL RITRATTO DI GIULIA MARIA CRESPI

QUANDO IL CANTO DI UNA RANA TI CAMBIA LA VITA: IL RITRATTO DI GIULIA MARIA CRESPI

Due settimane fa si è spenta all’età di 97 anni Giulia Maria Crespi, una pioniera nel mondo della biologico e della biodiversità.

Nata in una delle famiglie lombarde più importanti, ha avuto sin dall’infanzia una forte propensione verso la cultura e la scienza. Da bambina constatò che intorno alle risaie il gracidare delle rane s’interrompeva bruscamente ogni maggio; colpita da questo fenomeno iniziò a studiarne le cause.

Grazie ad un viaggio in Svizzera si avvicinò al metodo biologico e biodinamico, ai loro grandi pregi a livello ambientale e nutritivo e al fatto che queste tecniche di produzione avrebbero permesso un ritorno di biodiversità negli agroecosistemi e quindi, salvare anche le rane delle sue risaie. Nel 1974 iniziò la sua grande scommessa investendo sul biologico e sul biodinamico, e portò, in poco tempo, i suoi marchi ad avere il favore dei consumatori che iniziava a sensibilizzarsi sul tema.

La Crespi continuò la sua battaglia in modo trasversale, studiando e denunciando le tecniche agricole invasive e pericolose per l’ambiente. Fu tra le prime a sollevare il problema delle sementi geneticamente modificate e dei rischi che ne sarebbero scaturiti.
Una donna da una tempra fuori dal comune che ha sicuramente cambiato in meglio il modo d’intendere l’agricoltura e l’ambiente.

Il pensiero di Giulia Maria Crespi era affine e vicino allo spirito che, fin dal 1969, aveva animato l’Associazione Suolo e Salute, in particolare il suo fondatore, il prof. Francesco Garofalo. Cinquanta anni fa, infatti, esattamente il 31 marzo 1969, nasceva, la prima associazione italiana – col nome esplicativo di Suolo e Salute – impegnata nella divulgazione e nella promozione del metodo organico-minerale in agricoltura, dal quale il biologico ha tratto le sue origini.

Una vera è propria “cattedra ambulante” per diffondere tra gli agricoltori questo metodo di coltivazione che all’epoca, sembrava un’idea di visionari, almeno in Italia, e che oggi rappresenta non solo un metodo di coltivazione, regolamentato ed affermato, ma uno stile di vita ed un orientamento anche culturale per una larga parte di consumatori che riconoscono il biologico come “la giusta visione” che guarda alla sostenibilità ambientale e ad un’alternativa produttiva valida per le aziende agricole e le comunità rurali.

Per la vicinanza e nel fervido ricordo di Giulia Maria Crespi vi invitiamo a leggere un suo articolo riproposto da Repubblica in cui parla di questi argomenti, buona lettura: Quel silenzio delle rane sterminate dai pesticidi, da lì è iniziata la “rivoluzione” dell’agricoltura biologica

Foto di Frank Winkler da Pixabay