Suolo e Salute

Anno: 2020

IL 16 OTTOBRE È STATA LA 75.ma GIORNATA MONDIALE DELL’ALIMENTAZIONE

IL 16 OTTOBRE È STATA LA 75.ma GIORNATA MONDIALE DELL’ALIMENTAZIONE

Il 16 ottobre è stata la 75.ma Giornata Mondiale dell’Alimentazione e come ogni evento del 2020 è stato condizionato dall’emergenza pandemica da Covid-19.

 

La lotta allo spreco: uno degli argomenti principali

L’utilizzo delle risorse alimentari ed ambientali è sempre un argomento molto caldo e d’interesse comune. Durante l’evento virtuale organizzato dalla FAO, che nel contempo ha festeggiato i suoi 75 anni dalla fondazione, sono stati esaminati i grandi passi in avanti in materia di spreco alimentare e di depauperamento ambientale. Inoltre si è discusso anche dei circa 2 miliardi di persone che ancora non hanno accesso ad una regolare disponibilità di cibo e di quanto l’emergenza Covid-19 possa aumentare il rischio di disuguaglianza su questo tema.

 

La legge “Antispreco”

Nella stessa giornata, ma in diverso contesto, l’On. Maria Chiara Gadda ha parlato della legge 166/2016 cosidetta “Antispreco”. L’Onorevole ha sottolineato quanto, in questi quattro anni, il recupero delle eccedenze alimentari sia aumentato del 20-25%, registrando sempre un trend positivo. Il suo intervento ha anche sottolineato quanto il processo di recupero debba essere portato anche alla raccolta dell’ortofrutta in campo. Proprio in quelle fasi si manifesta il primo grande spreco di prodotto disponibile ma non a disposizione dei più bisognosi.

 

La data di scadenza

Molta attenzione viene dato alla lettura della data di scadenza, cercando di far capire al consumatore che la data di scadenza, presenta la data in cui il prodotto potrebbe cominciare a perdere le sue proprietà organolettiche. Tali prodotti invece di essere spesso smaltiti potrebbero essere consumati nell’ambito della lodevole fornitura pasti per i più bisognosi messa in atto dagli enti caritatevoli.

Un sistema alimentare sostenibile

L’agricoltura biologica è la chiave per uno sviluppo alimentare sostenibile, riuscendo a dare una maggiore sicurezza alimentare, e maggiore lotta alla fame nel mondo garantendo un prodotto più sano e sostenibile. Inoltre permette, soprattutto ai piccoli agricoltori delle aree meno sviluppate del pianeta, di avere più redditività ed indipendenza dalle multinazionali del cibo.

 

Fonte: greenplanet.net

SEMI LIBERI PER AIUTARE IL BIO EUROPEO

SEMI LIBERI PER AIUTARE IL BIO EUROPEO

Anche se in forma ridotta torna “ Seminare il futuro”

L’iniziativa alla sua decima edizione apre i battenti con solo una decina di aziende biologiche e biodinamiche pronte ad “aprire le porte” dei loro campi ai cittadini per festeggiare la semina.
Proprio su questo punto si concentra il tema di questa edizione; infatti, è necessario sensibilizzare il più possibile il consumatore verso la provenienza del cibo e del futuro dell’agricoltura e soprattutto dei semi.

C’è bisogno di semente dedicata al biologico

La selezione e produzione di semente, in questo momento, è molto ragionata per gli usi in agricoltura convenzionale. Mentre, alla luce della “Farm to Fork”, che ha l’obiettivo di portare la superficie bio europea al 25% entro il 2030, è necessario investire su semi molto più idonei alle coltivazioni bio.

Il bio ha bisogno di più ricerca, a cominciare da quella sulla selezione di semi adatti – afferma Fausto Jori, amministratore delegato di NaturaSì – È per questo che la Fondazione Seminare il futuro ha cominciato assieme all’Università di Pisa ed alla fondazione svizzera Peter Kunz una sperimentazione su 250 varietà tradizionali di grano duro provenienti dall’Italia e dal Mediterraneo. Ma non basta, ci aspettiamo che il mondo della ricerca nel suo complesso faccia la sua parte per selezionare varietà che rispondano alle diverse esigenze agricole e nutrizionali delle nostre società, rispettando la pianta, il suolo e la biodiversità naturale”. “Oggi nei campi si utilizzano prevalentemente sementi selezionate per l’agricoltura convenzionale – spiega la nota – Una buona parte degli agricoltori biologici utilizza gli stessi semi, che non si adattano al sistema bio perché selezionati per produrre piante adatte all’uso di concimi chimici: grano più basso, con radici superficiali che non sono in grado di andarsi a trovare il nutrimento naturale fornito da un suolo fertile“.

Il sostegno alla biodiversità

Interessante l’intervento dell’epidemiologo Franco Berrino all’incontro “Storie di semi. Dal Campo alla tavola” che sostiene: “Abbiamo quasi sempre potuto accedere ad un’amplissima varietà di cibi, che si è poi impoverita con lo sviluppo dell’agricoltura e drammaticamente ridotta con l’agricoltura industriale, che ha privilegiato solo poche varietà molto produttive. Gli studi epidemiologici stanno dimostrando che la biodiversità del cibo è importante per la salute – rileva Berrino – Il consumo di frutta e verdura, ad esempio, riduce il rischio di diabete e di cancro, ma la varietà della verdura consumata conferisce un’ulteriore protezione. La varietà di frutta e verdura nei primi anni di vita, inoltre, protegge dallo sviluppo di allergie alimentari. Le fibre vegetali sono il principale nutrimento dei batteri intestinali benefici, e la biodiversità del cibo vegetale garantisce un buon funzionamento del microbiota, la nostra difesa contro le malattie infettive e le malattie autoimmuni. Mangiamo dunque tutto quello che il Padre eterno ha messo a disposizione nelle varie stagioni – conclude l’oncologo – e diffidiamo della finta diversità degli innumerevoli prodotti industriali.

Proprio per i motivi sopra citati da Berrino, la fondazione Seminare il Futuro promuove la ricerca e la produzione di sementi 100% biologiche (Organic Breeding), per permettere all’Europa di poter credere davvero agli obiettivi dei prossimi anni.

 

Fonte: ansa.it

8 MILIARDI DAL RECOVERY FUND PER UN’AGRICOLTURA SOSTENIBILE

8 MILIARDI DAL RECOVERY FUND PER UN’AGRICOLTURA SOSTENIBILE

Il coordinatore per il gruppo dei Socialisti e Democratici nel parlamento europeo ha commentato i nuovi fondi del Recovery Fund destinati al comparto agricolo: «Una misura senza precedenti per circostanze senza precedenti. Tradotto: fondi freschi aggiuntivi per il settore agro-alimentare e le aree rurali europee». Dopo il via libera dei deputati della Commissione Agricoltura di anticipare lo stanziamento di 8 miliardi di euro all’1 gennaio 2021, che saranno subordinati all’ingresso della nuova PAC nel 2023: «Questi fondi – a cui si aggiunge un anticipo da 2,6 miliardi previsto dall’accordo sul Bilancio Ue, per un pacchetto complessivo che supera i 10 miliardi, di cui 1,22 destinati all’Italia – dovranno rappresentare uno stimolo economico verso un’agricoltura più resiliente, sostenibile e digitale, in linea con gli obiettivi del Green Deal europeo»», afferma De Castro.
L’eurodeputato inoltre approfondisce dichiarando: «questa decisione tempestiva – approvata con 46 voti favorevoli e solo 2 astensioni – costituirà la base del nostro mandato negoziale e ci consentirà di avviare immediatamente i negoziati inter-istituzionali con la Commissione e il Consiglio. Siamo particolarmente orgogliosi che i fondi siano destinati ad aumentare la resilienza, la sostenibilità e la digitalizzazione del settore, e non solo a finanziare il business as usual».

Almeno il 37% dei fondi sarà destinato a pratiche mirate alla salvaguardia ambientale, mentre il 55% dei fondi dovrà incentivare gli investimenti per lo sviluppo sociale ed economico delle zone rurali, promuovendo:

  • L’agricoltura di precisione
  • La modernizzazione dei macchinari
  • La sicurezza sul lavoro
  • I giovani agricoltori
  • Le filiere corte e i mercati locali
  • Le energie rinnovabili
  • L’economia circolare

«Siamo orgogliosi – conclude De Castro – di aver spinto l’Unione a mostrare concreta solidarietà a uno dei settori che, anche nei giorni più bui della pandemia, non si è mai tirato indietro dalle proprie responsabilità e doveri verso i cittadini dell’Ue».

 

Fonte: agricultura.it

LA NUOVA PAC METTE A RISCHIO IL GREEN DEAL

LA NUOVA PAC METTE A RISCHIO IL GREEN DEAL

Un comunicato stampa del WWF per conto della Coalizione #CambiamoAgricoltura sottolinea quanto la nuova PAC potrebbe mettere a rischio le strategia europee del Green Deal.

Una forte penalizzazione del Farm to Fork e di Biodiversità 2030 potrebbe arrivare dal nuovo Piano di Agricoltura Comune che penalizza tutte le pratiche fino ad ora messe in atto in ambito di sostenibilità e biodiversità. La nuova PAC, infatti, porterebbe grandi vantaggi all’agricoltura intensiva e alle grandi lobby del settore.

Un accordo fra i maggiori partiti europei trapelato da poche ore e denunciato dalla Coalizione Cambiamo l’Agricoltura, che sostiene: “Il parlamento europeo rischia di fermare il processo del Green Deal europeo ed i suoi obiettivi contenuti nelle recenti Strategie approvate pochi mesi fa, quelle sulla Biodiversità 2030 e la Farm to fork”. Tra le proposte più svantaggiose concordate dai partiti SDE, PPE e Renew Europe ci sarebbe quella di non concedere spazio alla natura nelle aziende agricole, rendendo così una chimera l’obiettivo di raggiungere il 10% di aree a tutela della biodiversità. Così si continuerebbero a drenare le torbiere, che sono una delle cause di aumento di gas serra nell’atmosfera. Inoltre si vorrebbe togliere il divieto di arare e convertire i prati permanenti nei siti Natura 2000; aree protette ai sensi delle direttive comunitarie.
Queste proposte, miste ad altre, rischiano di affossare completamente il Green Deal.

Anche l’equità fra le aziende sembrerebbe a rischio, in quanto il nuovo accordo porterebbe le nuove risorse verso le grandi aziende, lasciando ai margini le piccole realtà territoriali che tanto si battono per preservare i loro territori: “Questa proposta –afferma la Coalizione Cambiamo Agricoltura -è una dichiarazione di resa alle lobby dell’agricoltura intensiva. Ci appelliamo in particolare ai membri del Parlamento europeo, soprattutto quelli dei gruppi socialisti e democratici e dei Renew, che avevano promesso un’azione sulle emergenze climatiche e sulla biodiversità: ritirino questo disastroso accordo, che non farebbe che affossare il processo del Green new deal, fortemente voluto dalla Commissione Europea e appoggiato da larghi strati della politica e della società civile”.

In questo momento quasi 60 miliardi di euro della Comunità Europea vengono spesi per sussidi alla PAC, che finanziano pe la maggior parte aziende agricole e allevamenti intensivi. Ormai diversi studi hanno evidenziato quanto queste pratiche stiano danneggiando il nostro pianeta, facendo sparire la nostra biodiversità e portando verso l’estinzione diverse specie animali. La protezione della natura passa attraverso la salvaguardia di quegli agricoltori che si battono per un equilibrio fra le pratiche agricole e di allevamento con la natura che le circonda.

Fonte: WWF

SANA 2020 UN’EDIZIONE CORAGGIOSA CHE HA PUNTATO AL RILANCIO

SANA 2020 UN’EDIZIONE CORAGGIOSA CHE HA PUNTATO AL RILANCIO

La tre giorni del Sana 2020, conclusasi domenica 11 ottobre, ha dato un forte segnale al settore biologico.

Nonostante la kermesse, a causa del Covid, abbia contato una defezione di due terzi dei partecipanti confrontandola con il 2019, ha avuto comunque un buon flusso di pubblico, contando più di 10.000 visitatori.

Numeri al ribasso a causa del Covid

Se i partecipanti di questo Sana sono stati al ribasso, il morale degli espositori era alto, grazie ai numeri in aumento nel comparto bio. A tal proposito vi riportiamo il commento di Giampiero Calzolari, presidente di Bologna Fiere:

“Ci siamo interrogati sull’opportunità di confermare questo appuntamento, ritenendo strategicamente corretto far ripartire il calendario degli appuntamenti fieristici da SANA, momento principe per confrontarsi su temi cruciali, ancor di più oggi, come la sostenibilità, la salute, il futuro del pianeta. Siamo orgogliosi della risposta che, nonostante le inevitabili difficoltà, la business community del biologico e del naturale ha dato scegliendo di partecipare all’evento, a dimostrazione che l’incontro in presenza resta per molti imprescindibile”.

Gli approfondimenti dei temi cardine

La manifestazione è stata l’occasione per approfondire diversi temi tra cui il Farm to Fork e il Green Deal, sottolineando sempre di più la strategia della comunità europea di puntare sullo sviluppo del biologico e della sostenibilità ambientale.

Gli appuntamenti di questa edizione e le promesse per il 2021

Questa edizione ha visto diversi appuntamenti:

  • Rivoluzione Bio – gli stati generali del biologico
  • Free from Hub, per promuovere le nuove tendenze nel segmento free from
  • Bio Consumi Awards
  • Bio Wine Festival, alla sua prima edizione

Ma probabilmente l’appuntamento più importante sarà quello di riavere a settembre 2021 un Sana che possa tornare al suo meglio.

 

Fonte: greenplanet.net

AL SANA SI E’ DISCUSSO IL FUTURO DEL BIO ITALIANO

AL SANA SI E’ DISCUSSO IL FUTURO DEL BIO ITALIANO

I numeri del biologico in Italia sono tutti in miglioramento, il comparto ha ottime prospettive di crescita, ma nonostante tutto ciò stiamo rischiando di essere surclassati da altre nazioni.

Durante l’incontro che si è tenuto, la scorsa settimana, al SANA Restart dal titolo “Osservatorio Sana 2020. Filiera bio: numeri chiave, prospettive di mercato, ruolo per il Made in Italy” è emerso un quadro molto complesso, che ha dato da riflettere a tutto il comparto e alle istituzioni che sono impegnate nello sviluppo del biologico.

L’Italia non cresce abbastanza

 Uni dei dati più allarmanti è che nonostante il nostro paese sia quinto al mondo per i consumi e sul podio per le superfici dedicate, vediamo la nostra crescita molto più bassa a confronto di paesi come Francia (+200% e +10% di superfici bio) e Romania, che in due anni ha visto aumentare le sue superfici del 26,2%. A questo proposito Roberta Cafiero, dirigente del ministero delle Politiche agricole afferma: “Cresciamo, ma nell’ultimo anno altri Paesi sono cresciuti molto di più. A iniziare da Francia, Germania e Spagna che, rispettivamente, nel 2019 hanno visto crescere le superfici del 10,1%, 6,6% e 4,8% mentre l’Italia si è fermata al +1,8%. I numeri spiegano bene il fenomeno”.

Gdo e discount dominano il mercato bio

Come ormai è noto da tempo, i dati di vendita del comparto biologico trovano uno sviluppo costante nella Gdo, che ha registrato un incremento nello scorso anno del 5,7%, che viene superato dal 10,7% dei discount. Nel carrello bio degli italiani è l’ortofrutta a fare da apripista con aumenti nel settore degli ortaggi del 7,2% e del 2,1% nella frutta (dati Ismea).

“Serve più consumo e il prezzo giusto”

Questa affermazione di Marco Pedroni di ADM ci trova assolutamente d’accordo. Il biologico deve discostarsi da quell’idea di nicchia in cui il suo prezzo può raggiungere un aumento dell’80% rispetto ad uno convenzionale. Secondo Pedroni è importante tenere conto dell’elemento culturale e reddituale del cliente, in modo da invogliare il consumatore alla scelta migliore sul lato della salute e della sostenibilità.

Export e Recovery Fund

Questi due temi sono stati affrontati in più interventi al Sana. I produttori devono sviluppare ancora di più l’export dei prodotti italiani, che può vantare il “made in Italy” come motore psicologico e qualitativo per il consumatore. Inoltre l’occasione del Recovery Fund può portare la svolta green che tanto il nostro paese sta attendendo.

Suolo e Salute, primo organismo di controllo e certificazione del biologico in Italia, per numero di operatori certificati e superfici bio controllate, non poteva mancare a questa edizione di SANA 2020. “Bisognava sostenere lo spirito della manifestazione – commenta Alessandro D’Elia, direttore generale – che con coraggio ha saputo dimostrare la resilienza del settore ed affermare l’importante ruolo del biologico nella crescita e nello sviluppo, non solo economica, delle aziende agricole ed agroalimentari del nostro Paese. Infatti, nonostante le difficoltà e le incertezze dettate dalla pandemia, il biologico si è presentato all’appuntamento con dati ulteriormente in crescita e con importanti prospettive per il futuro. Suolo e Salute, nonostante le premesse non rosee in termini di partecipazione, con piacere ha dato il suo contributo, garantendo gli stessi spazi espositivi degli altri anni. Che dire, SANA 2020 è andata ben oltre ogni aspettativa e sarà ricordata per essere stata speciale”.

Fonte: myfruit.it