Suolo e Salute

Mese: Novembre 2021

PIANO STRATEGICO NAZIONALE, CORSA CONTRO IL TEMPO

PIANO STRATEGICO NAZIONALE, CORSA CONTRO IL TEMPO

Il documento che definisce le linee nazionali per la prossima Pac 2023-2027 deve essere consegnato a Bruxelles entro la fine dell’anno. Angelo Frascarelli, presidente di Ismea, descrive su Terra e Vita le scelte strategiche da compiere per una politica agricola che dovrà tra l’altro portare l’agricoltura biologica italiana al 25% di superficie

Corsa contro il tempo per la definizione del Piano strategico nazionale (Psn). Il ministero delle Politiche agricole è infatti chiamato, in poche settimane, entro il 31 dicembre 2021, a redigere il documento di indirizzo della politica agricola dei prossimi 6 anni. Il neopresidente di Ismea Angelo Frascarelli, in un intervento sul settimanale Terra e Vita descrive la frenesia con cui le istituzioni nazionali, le Regioni, le rappresentanze agricole e agroalimentari e gli agricoltori sono chiamati a questo appuntamento fondamentale per definire le linee nazionali di una politica agricola, lo ricordiamo, che dovrà realizzare anche l’obiettivo del 25% di superficie agricola biologica a livello nazionale.

Nove obiettivi da raggiungere

Il Psn (piano strategico nazionale) dovrà specificare come raggiungere i 9 obiettivi chiave definiti da Bruxelles per la futura Pac, vale a dire:

  • garantire un reddito equo agli agricoltori;
  • aumentare la competitività;
  • riequilibrare la distribuzione del potere nella filiera alimentare;
  • agire per contrastare i cambiamenti climatici;
  • tutelare l’ambiente;
  • salvaguardare il paesaggio e la biodiversità;
  • sostenere il ricambio generazionale;
  • sviluppare aree rurali dinamiche;
  • proteggere la qualità dell’alimentazione e della salute.

Dotazione e scelte da compiere

La dotazione a disposizione del nostro Paese è di circa 35,5 miliardi di euro dal 2023 al 2027 (7,1 mld di € annui).

Tra le scelte più importanti da compiere vi è quella di definire l’architettura del sostegno nei pagamenti diretti, che dovrà basarsi su: un sostegno di base che potrà assorbire dal 41 al 65% del budget (pari a 3,658 miliardi l’anno), un numero variabile di ecoschemi, tra cui quello per l’agricoltura biologica (che si spartiranno almeno il 25% delle risorse), il pagamento redistributivo con un minimo del 10% e almeno il 3% ai giovani agricoltori.

Decisioni importanti sono anche quelle relative al pagamento accoppiato, con una percentuale di sostegno che può arrivare al 13% (quasi sicura la  destinazione di una percentuale rilevante di queste risorse alla zootecnia bovina da latte e da carne). Il Psn dovrà definire anche le Ocm (organizzazioni comuni di mercato), dove sono previsti interventi settoriali sui consueti ortofrutta, vitivinicolo, olio di oliva e apicoltura e forse anche zootecnia.

La decisione più difficile è però quella che riguarda la modalità di corresponsione degli aiuti del primo pilastro: se rimane il sistema dei titoli, allora occorrerà applicare obbligatoriamente la finora rimandata convergenza interna che scontenterà tutti quei settori finora beneficiari della quota maggiore di contributi.

I DATI SULLA RIDUZIONE DELL’IMPIEGO DI AGROFARMACI IN EUROPA SONO AFFIDABILI?

I DATI SULLA RIDUZIONE DELL’IMPIEGO DI AGROFARMACI IN EUROPA SONO AFFIDABILI?

Il Farm to Fork ha imposto il dimezzamento dell’agrochimica entro il 2030, ma le organizzazioni ambientaliste europee chiedono un’azione per affrontare i “punti ciechi” nella rilevazione dei consumi di agrofarmaci

Ventotto organizzazioni ambientali e sanitarie europee hanno inviato a Bruxelles una lettera aperta per contestare il modo con cui vengono rilevati in Europa i dati che riguardano l’agrochimica.

Le associazioni firmatarie hanno chiesto un’azione sui “punti ciechi” che minano gli obiettivi verdi stabiliti dal Green Deal. Nella missiva si afferma, a causa della mancanza di un organismo di supervisione, i dati forniti dai Paesi membri sull’uso dei pesticidi a Eurostat sono incompleti.

La riforma delle statistiche agricole

L’intervento avviene nel contesto della riforma Ue delle statistiche agricole. «Una riforma di grande importanza» secondo i firmatari della lettera.

 

«Garantire che ci siano dati pertinenti, affidabili e pubblici è cruciale per monitorare i progressi verso l’obiettivo della riduzione del 50% dell’utilizzo di agrofarmaci entro il 2030 definito dalla strategia Farm To Fork».

Vaghi set di dati aggregati

Attualmente l’ufficio statistico di Eurostat riceve, secondo la denuncia delle associazioni green, solo vaghi set di dati aggregati sulle vendite e l’uso di agrofarmaci dagli Stati membri a causa dell’attuale debolezza del quadro giuridico.

 

«In mancanza di precision sarà impossibile misurare l’evoluzione dell’efficienza dell’attuazione delle politiche e rimarremo ciechi di fronte alla reale situazione sul campo». «L’Europa – denunciano le associazioni -è in grave ritardo su questi punti».

 

Rispondendo alla lettera, Croplife Europe, che rappresenta l’industria europea della protezione delle colture, ha affermato che disporre di informazioni più precise su ciò che viene utilizzato e dove consentirà una «migliore comprensione della situazione sul campo e di come vengono realmente applicati i principi della difesa integrata».

GRANO BIOLOGICO ITALIANO, VIA A UN NUOVO PROGETTO DI FILIERA

GRANO BIOLOGICO ITALIANO, VIA A UN NUOVO PROGETTO DI FILIERA

Un’iniziativa di Cia-Agricoltori italiani insieme ad Alleanza Cooperative e a Italmopa

Al via il progetto di “Filiera del grano biologico italiano” per iniziativa di Cia-Agricoltori Italiani con Alleanza delle Cooperative e Italmopa.

Origine italiana interamente tracciata

L’impegno delle associazioni dei produttori e di quella dei trasformatori è quella di garantire l’approvvigionamento delle materie prime italiane e la loro tracciabilità a tutela dei cittadini-consumatori, consentendo loro di risalire alle diverse fasi della filiera produttiva, dalla coltivazione alla prima trasformazione del prodotto finale per la sua commercializzazione.

Contratti triennali

Numerosi i punti sul tavolo del confronto che sono alla base del progetto in fase di sviluppo. Le tre associazioni sono infatti concordi sulla necessità di sottoscrivere veri contratti di filiera con almeno durata triennale e contenenti gli strumenti e le modalità per determinare il prezzo, la programmazione delle semine e la definizione degli standard di qualità dei prodotti e, inoltre, di intervenire sui prezzi per una giusta remunerazione dei produttori agricoli e fidelizzare i clienti.

I sostegni del Pnrr

Strategico all’intesa anche il riconoscimento nel PNRR del sostegno in favore dei patti di filiera, riconosciuto dalle organizzazioni uno strumento utile a elevare gli standard qualitativi del frumento biologico. Il progetto, avviato da Cia con Alleanza Cooperative e Italmopa, è aperto al coinvolgimento anche di altri partner interessati a valorizzare le produzioni destinate alla mangimistica e agli oli vegetali.

(ANSA).

CRESCE UN BIO-ORTO SULLA TERRAZZA DELLA FAO

CRESCE UN BIO-ORTO SULLA TERRAZZA DELLA FAO

Le specie selezionate provengono dai campi catalogo della Fondazione Seminare il Futuro e si prefiggono di studiare sistemi pensili adatti a garantire la sicurezza alimentare di popolazioni di alta quota.

È stato inaugurato recentemente a Roma, sul tetto della Fao, un bio-orto. L’obiettivo è quello di  esplorare la possibilità di replicare giardini pensili biologici dove il suolo è scarso o poco produttivo per alleviare la carenza di cibo nei sistemi più fragili come le montagne e le zone urbane.

Varietà autoctone

«La terrazza dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura- informa una nota- ospita antiche varietà biologiche, tra cui – per citarne alcune relative a questa stagione invernale-: il peperoncino Papecchia, il cavolfiore violetto catanese, la cicoria catalogna di Brindisi, il sedano nostrale di Francavilla Fontana e il peperone Sweet Julie».

I partner del progetto

Le specie di piante selezionate per la coltivazione provengono dai campi catalogo della Fondazione Seminare il Futuro, da anni impegnata in ricerca e selezione di varietà specifiche per l’agricoltura biologica. L’orto biologico, accreditato come primo nel suo genere su un edificio delle Nazioni Unite, è realizzato da NaturaSì con l’Università La Sapienza – Orto botanico di Roma, dalla startup Ecobubble e da Slow Food in qualità di membri della Mountain Partnership, alleanza delle Nazioni Unite che si prefigge di migliorare la vita delle popolazioni di montagna e proteggere gli ambienti montani, salvaguardando la biodiversità e l’agricoltura di alta quota.

Tra tre anni il trasloco all’orto botanico

Il Bio-Orto potrà essere oggetto di visite guidate e tra tre anni verrà restituito a NaturaSì per la sua istallazione presso l’Orto Botanico di Roma. L’inaugurazione è avvenuta alla presenza del direttore generale della Fao Qu Dongyu e del vicedirettore Maurizio Martina.

(ADN Kronos).

VERSO UN’AZIONE DI PROMOZIONE PER GLI ALIMENTI BIO

VERSO UN’AZIONE DI PROMOZIONE PER GLI ALIMENTI BIO

Il sottosegretario Mipaaf Francesco Battistoni annuncia che si sta predisponendo una campagna in favore del consumo di cibi biologici e biodinamici

«Stiamo lavorando ad una campagna di promozione nazionale che punti a sensibilizzare i cittadini al consumo di prodotti biologici».

L’apertura del tavolo sul bio

Lo ha riferito il sottosegretario al Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali, Francesco Battistoni, all’apertura del tavolo sul biologico coordinato dal ministero.

«Il biologico ed il biodinamico – ha continuato – sono segmenti produttivi sempre più presenti sul mercato agroalimentare italiano e mondiale».

«Abbiamo la necessità di stimolare le persone al mangiar sano e rendere la superficie agricola fertile e produttiva. Da questo punto di vista il biologico offre le migliori garanzie salutari».

La necessità di garantire l’equilibrio di mercato

L’intervento del ministero segue la raccomandazione, in vista dell’aumento della superficie produttiva biologica italiana indicata dalla strategia Farm To Fork, di garantire l’equilibrio tra domanda e offerta di prodotti ottenuti con questo virtuoso modello produttivo.

(Ansa)

B/OPEN, UN’IDEA CORAGGIOSA CHE MERITA PIÙ FIDUCIA

B/OPEN, UN’IDEA CORAGGIOSA CHE MERITA PIÙ FIDUCIA

Si è conclusa a Verona la seconda edizione dell’unica fiera riservata esclusivamente agli operatori professionali del biologico, la prima in presenza. Un appuntamento che ha risentito dello strascico degli effetti della pandemia sulla limitazione degli spostamenti e delle presenze. D’Elia (Suolo e Salute): «Siamo in momento chiave per ribadire il ruolo del biologico nelle sfide della transizione ecologica e della neutralità climatica. Ringraziamo VeronaFiere per l’impegno e siamo disponibili, in ambito Assocertbio, a studiare insieme nuove formule che favoriscano un maggiore coinvolgimento di operatori e consumatori»

Verona 10 novembre 2021

«Biologico vuol dire fiducia, e la certificazione da enti terzi è una componente fondamentale di questa fiducia».

«Bene ha fatto quindi la Fiera di Verona a stringere un patto di collaborazione con Assocertbio per la seconda edizione della Fiera B/OPEN per portare e rappresentare nella rassegna veronese la voce degli Enti di controllo e certificazione del biologico.  Per garantire e rafforzare la fiducia dei consumatori è importante che i prodotti biologici siano certificati e sottoposti a controlli rigorosi lungo tutta la filiera in applicazione della normativa di settore, che dall’anno prossimo sarà del tutto rinnovata con l’entrata in vigore del Reg. UE 848/2018». Così si è espresso Alessandro D’Elia, direttore generale di Suolo e Salute alla chiusura della due giorni della kermesse veronese. «Quindi è imprescindibile – continua D’Elia –  il valore della certificazione, anche se è sempre utile ricordare che la tutela del consumatore passa non solo dall’attività degli enti di certificazione ma dalla virtuosa sinergia tra: il controllo (e certificazione), l’attività della pubblica vigilanza e la correttezza degli operatori e del mercato».

Una formula mista

La seconda edizione di B/OPEN, manifestazione esclusivamente b2b dedicata al food biologico certificato che si è tenuta il 9 e il 10 novembre nel padiglione 12 delle Gallerie Mercatali di Verona, patrimonio storico di architettura industriale, adiacente Veronafiere, è stata la prima in presenza, confermando al contempo anche la formula digitale che ha caratterizzato la B/Open Digital Edition del 2020.

Una formula mista che ha rafforzato uno schema basato sulle sinergie tra eventi e convegni diffusi anche in diretta streaming e spazi espositivi in presenza. Suolo e Salute ha sostenuto l’iniziativa partecipando con un suo proprio stand visitato da operatori e buyers internazionali. Non molti, a dire il vero, quelli presenti nel corso della rassegna veronese.

«Quella affrontata da VeronaFiere – ha commentato D’Elia – è stata una sfida coraggiosa, che ha voluto lanciare un forte segnale di ripartenza con incontri business riservati rigorosamente a buyer e operatori commerciali per contribuire ad una maggiore valorizzazione e promozione del bio Made in Italy sui mercati esteri nel periodo post pandemia».

«Nel forzato lockdown dei mesi scorsi – ha aggiunto- gli operatori hanno però imparato a fare ricorso a nuovi mezzi di comunicazione da remoto per ottimizzare il proprio tempo di lavoro, limitando gli spostamenti, e questo ha finito per condizionare la formula scelta per B/OPEN».

«Siamo disponibili, in ambito Assocertbio, a individuare, assieme a VeronaFiere, nuove formule che portino ad un maggiore coinvolgimento di operatori e consumatori».

Il ruolo leader di Suolo e Salute

A Verona Suolo e Salute ha potuto ribadire il suo ruolo leader di primo organismo di controllo e certificazione del biologico in Italia. «Crediamo con tenacia nel metodo biologico fin dal principio, siamo stati pionieri della sua promozione fin dagli anni ’60 e oggi attraversiamo il comparto come organismo di controllo e certificazione e sentiamo la responsabilità di portare la nostra testimonianza e il nostro ottimismo in appuntamenti come quello con B/Open».

Webinar e convegni

L’evento è stato preceduto da una serie di webinar organizzati anche con il contributo decisivo di Assocertbio, l’associazione di riferimento per gli organismi di certificazione del biologico, dedicati a:

  • Operatori e superfici: i trend del biologico italiano. Le sfide del presente e le opportunità del futuro.
  • Il nuovo regolamento europeo sul bio in applicazione dal 2022: novità e opportunità per gli operatori
  • Lo scenario e-commerce: modelli e fattori critici per competere, ecc

Nella due giorni di rassegna si sono svolti alcuni convegni particolarmente seguiti incentrati su:

  • “PNRR, e biologico: politiche e strategie di sviluppo»,
  • La nuova Gamma di prodotti certificabili bio,
  • Gdo e biologico tra prezzo e qualità, ecc

Il ruolo del bio in scelte chiave per il futuro

«Il comparto del biologico e dell’agricoltura sostenibile – conclude D’Elia – vive un periodo chiave con le decisioni su Ddl bio, sulla nuova legge europea sul settore e le programmazioni strategiche del Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) e Psn (Piano strategico nazionale per la prossima Pac)». «Conviene quindi incrementare l’attenzione pubblica verso eventi come B/OPEN per ribadire il ruolo chiave dell’agricoltura biologica negli obiettivi di transizione ecologica e neutralità climatica fissati dal Green Deal dell’Unione Europea».