Suolo e Salute

Anno: 2021

ACQUISTI LOCALI, ETICI E BUONI, CON LA PIATTAFORMA MARCHIGIANA: LA SPESA GIUSTA.IT

ACQUISTI LOCALI, ETICI E BUONI, CON LA PIATTAFORMA MARCHIGIANA: LA SPESA GIUSTA.IT

Cosa succede se anteponiamo il valore dell’Ecologia a quello dell’Economia?
Se al verde, spesso attribuito al denaro, privilegiamo quello della natura?
Queste le domande poste all’interno del territorio della media vallata del Metauro.

La risposta è stata la creazione di una piattaforma on line, un contenitore di servizi dal nome: la Spesa giusta.it. Un incubatore di attività, che ha permesso la convergenza di percorsi e professionalità, per cui il rispetto della persona e dell’ambiente viene prima di tutto.

L’iniziativa nasce a supporto di una rete di imprese del territorio e dalla stratificazione di esperienze di alcuni soggetti che di questo fanno parte.

La realizzazione del progetto è stata agevolata dalla preesistenza di una rete di relazioni di fiducia, punto di partenza per la messa in piedi della piattaforma.

Tra i molteplici servizi forniti, vi è la possibilità di acquisto online presso aziende biologiche che operano in modo etico e in possesso di una certificazione a garanzia del cliente. Quest’ultimo può ricevere la spesa a casa oppure decidere di entrare in contatto diretto con il produttore, andarlo a trovare e osservarne il lavoro; ciò permette di costruire un rapporto basata sul rispetto, oltre che sulla conoscenza diretta attraverso l’esperienza del cliente.

All’interno della fitta rete che sostiene la Spesagiusta.it, vi è la presenza di cooperative sociali, che investono l’azione dei servizi disponibili con risvolti in ambito socio sanitario. Articolo 32 Onlus, è una di queste, in qualità di capofila della rete di imprese all’interno del gruppo.

Con Art. 32 sono nate iniziative spontanee come la vendita del Cesto solidale, un dono natalizio acquistabile in un lasso di tempo definito. Parte del ricavato è infatti stato devoluto presso la Onlus, a vantaggio di famiglie con bambini colpiti da malattie irreversibili.

Una spesa che rispetta canoni sociali e ambientali, dunque, come la stagionalità dei prodotti, la rotazione delle coltivazioni e la collaborazione con cooperative sociali la cui esistenza non va trascurata ma sostenuta.

L’impresa agricola vicina, prima concorrente, diventa ora collaboratrice, realtà con cui fare squadra nella condivisione di una programmazione. Viene così tenuta viva l’economia, rispettando però la biodiversità.

Il progetto prevede inoltre percorsi di formazione in campo alimentare, ambientale e legate al benessere individuale: come le merende raccontate, rivolte alle scuole e altre iniziative pensate per informare e formare anche aziende e privati. Percorsi enogastronomici ed escursionistici immaginati per turisti e appassionati del territorio.

La Spesa giusta.it è anche una sorta di eco-sportello, al quale rivolgersi per scovare e proporre servizi e progetti che intendono coinvolgere privati cittadini, studenti, enti, associazioni, imprese, tutti gli strati di una comunità interessata a una maggiore consapevolezza su questi temi.

Un’agri-CULTURA per stimolare ad acquisti locali, etici e genuini e ripristinare l’equilibrio con tutto ciò che ci circonda e che inevitabilmente immagazziniamo.

Fonte: La spesa giusta

ALLEVAMENTI INTENSIVI: SOTTOSTIMATE LE EFFETTIVE EMISSIONI DI GAS METANO

ALLEVAMENTI INTENSIVI: SOTTOSTIMATE LE EFFETTIVE EMISSIONI DI GAS METANO

Un’analisi proveniente dai ricercatori della New York University, in collaborazione con il rinomato centro di ricerca della Jhon Hopkins University del Maryland, rivela che le emissioni di gas metano causate dalla produzione di carne e latte negli Stati Uniti, sono maggiori di quanto è stato regolarmente dichiarato.

La sottostima, evidenzia la ricerca, oscillerebbe dal 39 al 90% in più di quanto calcolato fino ad ora; lo studio è stato pubblicato sulla rivista di settore: Environmental Research Letters.

L’analisi preleva i dati dell’EPA – Environmental Protection Agency, ente che riporta annualmente all’interno di un inventario, le emissioni di gas serra rilevate.

Nell’ultimo decennio sono stati messi in verifica molti degli studi effettuati e il livello di metano emesso, è stato monitorato proprio nell’aria sopra gli allevamenti: il risultato della quantità di metano esalata dal bestiame è stato maggiore di quello stimato in precedenza; un dato che mette in forte discussione i riscontri registrati nel passato.

A causare questa percentuale di gas metano è la digestione e conseguente defecazione di mucche e pecore e di tutti gli animali da allevamento.

In America e in Canada il bestiame è ammassato in capannoni più che affollati e le mucche in sale di mungitura dove risiedono stipate, all’interno di stabilimenti intensivi non salubri per il loro mantenimento e alimentazione. Il risultato è la produzione di quantitativi di letame piuttosto significativi.

La cifra di emissioni raggiunta nel 2017 è di 596 milioni di tonnellate, un record senza precedenti. Nel 2020 invece, la concentrazione di metano nell’atmosfera ha raggiunto i 1.875 ppb.

Metthew Hayek, scienziato ambientale della New York University, racconta come le emissioni di metano provenienti dallo stile di vita dei bovini, sia cresciuto drasticamente negli ultimi 15 anni. Hayek si occupa infatti di approfondire l’impatto che i sistemi alimentari hanno sull’ambiente.

A partire dal 2009 è stato stimato che circa due terzi dell’aumento delle emissioni antropogeniche, proviene dall’agricoltura e dalla produzione di carne rossa e latticini. Il rimanente deriva dalle emissioni derivanti dalla produzione e consumo di combustibili fossili.

Il Programma delle Nazioni Unite, è dell’opinione che ridurre questo tipo di emissioni, sarebbe un modo efficace per contrastare in tempi brevi il riscaldamento globale.

Gli scienziati del Global Carbon Project, sottolineano la necessità di regolamenti rapidi per mitigarle, poiché l’effetto di riscaldamento del gas metano è molto forte, più di quello dell’anidride carbonica.

Le banche e le agenzie governative, conclude Hayek, stanno assumendo più rischi climatici di quanto immaginano, nel finanziare gli allevamenti intensivi e la loro crescita. Dovrebbero seriamente prendere in considerazione le conseguenze di queste iniziative, tra cui vi è inoltre, l’inquinamento delle acque, le epidemie di malattie infettive di origine animale e molto altro.

Lo scopo finale deve essere quello di un reindirizzamento delle politiche e dei valori alla base del sistema alimentare, che proseguendo invece sulla traiettoria ora in atto, potrebbe determinare non solo un aumento della temperatura media globale di 3-4 gradi in questo secolo, ma l’imbocco di una china seriamente pericolosa per l’intero pianeta.

Fonte: Cambia la terra

LA TERRA SANA AL CENTRO, UNA PIANIFICAZIONE A PARTIRE DALLA GIORNATA PER LA LOTTA ALLA DESERTIFICAZIONE E ALLA SICCITÀ

LA TERRA SANA AL CENTRO, UNA PIANIFICAZIONE A PARTIRE DALLA GIORNATA PER LA LOTTA ALLA DESERTIFICAZIONE E ALLA SICCITÀ

Con l’intento di rispondere alla domanda sempre più incalzante di cibo, beni materiali, abitazioni e strade su cui costruire, l’essere umano ha finito per trasformare in qualcosa di molto diverso dalla natura originaria, quasi tre quarti della superficie terrestre.

A ricordarlo è il segretario generale dell’Onu, António Guterres, in occasione del 17 giugno, giornata scelta per onorare la Lotta alla desertificazione e alla siccità nel mondo.

“Dobbiamo fare pace con la natura  a partire da oggi, in cui mettiamo la terra sana al centro della nostra pianificazione”, è questo il messaggio fondamentale di Guterres, che racconta come sia il degrado del suolo, causato dall’agricoltura intensiva  e dall’espansione delle città, a minare il benessere di 3,2 miliardi di persone nel mondo e a favorire l’insorgere delle zoonosi: quelle malattie che passano dagli animali all’uomo e che tanto ci stanno condizionando; provocate soprattutto dall’alterazione della biodiversità originaria.

Fenomeni come desertificazione e siccità aumentano anche la scarsità d’acqua, effetto che potrebbe provocare la migrazione di 135 milioni di persone nel mondo, entro il 2030. Un evento non privo di sollecitazioni di conflitto e di instabilità; per questa ragione, mettere al centro la terra sana per evitare la desertificazione, è un’azione che ha a che fare con la ricostituzione di un assetto di pace oltre che di salvaguardia ambientale del pianeta.

In occasione de l’High level Dialogue on Desertification, Land Degradation and Drought, sono state definite alcune priorità per quello che riguarda il prossimo decennio: tra queste, l’obiettivo di porre fine al fenomeno della deforestazione illegale, affrontare la crisi climatica e rafforzare le soluzioni di recupero dalla pandemia da Covid-19.

L’approccio che sottende la risoluzione di queste problematiche, è quello incentrato sulla terra e sulle risorse territoriali pensate come capitale naturale.

16 trilioni di dollari sono stati finora investiti nei programmi di ripresa dalla pandemia: se la collettività investisse annualmente anche solo un quinto di tale importo, si potrebbero trasformare entro dieci anni le economie globali in economie verdi – che pongano come valore di base, la sostenibilità – , creando 400 milioni di nuovi posti di lavoro green e oltre 10 trilioni di dollari di valore aziendale annuo.

L’abitudine ormai acquisita ad un consumo e a una produzione alterati, va modificata, le conseguenze potrebbero altrimenti condurre ad un aumento della produzione agricola nell’Africa subsahariana e in America centrale e meridionale, in risposta a un incremento della crescente richiesta alimentare.

Ciò comporterebbe 300 milioni di ettari di terra da disboscare entro 30 anni e un declino della biodiversità globale del 6%; un’emissione di 32 gigatoni di carbonio nell’atmosfera e un declino della salute del suolo con conseguenze climatiche importanti.

A sostenere questa visione è il rapporto The global potential for land restoration: Scenarios for the Global Land Outlook 2”, realizzato dalla PBL Netherlands Environmental Assessment Agency, che tuttavia fornisce un piano di risoluzione e recupero.

Il rapporto sottolinea infatti che un miglioramento della gestione del territorio consentirebbe il ripristino di più di 5 miliardi di ettari di terreno; questa operazione condurrebbe a un aumento del 9% dei raccolti, a una buona capacità di ritenzione idrica del suolo e a una riduzione importante di rilascio di gas serra e maggiore stoccaggio del carbonio.

Il piano proposto, potrebbe ridurre la perdita di biodiversità di quasi un terzo, ma la sua realizzabilità potrà verificarsi solo attraverso una incisiva azione e coesione da parte dei principali leader mondiali.

Fonte: Green report

PAC 2021: PROLUNGATI I TEMPI PER LA PRESENTAZIONE DELLA DOMANDA

PAC 2021: PROLUNGATI I TEMPI PER LA PRESENTAZIONE DELLA DOMANDA

È slittata al 25 giugno la scadenza per la presentazione della domanda di aiuto della Pac 2021.

Il D.M. n. 264094 emesso in data 8 giugno 2021, ne rettifica i termini, in origine previsti per il 10 maggio 2021 e prorogati in un primo momento al 15 giugno, con il fine di assicurare agli agricoltori la possibilità di accedere agli aiuti della politica agricola comune.

La variazione tiene conto delle circostanze specifiche dello stato italiano, in linea con le modifiche al regolamento di esecuzione (UE) n. 809/2014 della Commissione, del 17 luglio 2014 introdotte dal regolamento di esecuzione UE 2021/540 del 26 marzo 2021, che concedono maggiore flessibilità agli Stati membri nella fissazione del termine ultimo per la presentazione delle domande, con lo scopo di tenere conto delle circostanze specifiche di ogni stato.

La nuova scadenza riguarda la presentazione di alcuni specifici documenti: la domanda unica; le domande di sostegno; le domande di pagamento per gli aiuti a superficie e misure connesse agli animali nell’ambito del sostegno allo sviluppo rurale, se le rispettive autorità di gestione legiferino in materia (per la proroga è necessaria la delibera regionale).

Per quanto riguarda i ritardi e le eventuali modifiche, le domande iniziali possono essere presentate fino a 25 giorni successivi alla scadenza del 25 giugno, con una riduzione dell’1% per ogni giorno lavorativo di ritardo. Il termine ultimo in questi termini, slitterebbe quindi al 20 luglio 2021.

Una domanda presentata entro la normale scadenza al 25 giugno, può essere oggetto di domanda di modifica fino al 12 luglio senza incorrere in penalità.

Le modifiche invece, per quanto riguarda la domanda di pagamento, in precedenza comunicabili all’autorità competente fino al 30 giugno, potranno ora essere effettuate entro il 12 luglio 2021.

Fonte: Terra e vita

NASCE GRAZIE A BIO: LA START UP CHE UNISCE SOSTENIBILITÀ, INNOVAZIONE E SOLIDARIETÀ

NASCE GRAZIE A BIO: LA START UP CHE UNISCE SOSTENIBILITÀ, INNOVAZIONE E SOLIDARIETÀ

Una start up in cui già il nome, – nella storpiatura della nota locuzione Grazie a Dio -, è evocativo della buona riuscita di qualcosa e in questo qualcosa c’entra il biologico.

L’idea è venuta a tre giovani di Firenze, tre amici, in tempo di Pandemia da Covid-19, che una volta riscontrate le difficoltà di buona metà delle imprese locali (48,5%) nel mettere in atto azioni strategiche per affrontare la crisi, (soprattutto in campo agricolo, dove il crollo dell’industria è stato del 6%), si sono interrogati su come intervenire.

La soluzione è stata l’invenzione di una start up pensata a sostegno dei piccoli produttori e delle realtà non-profit del territorio, le altre fortemente danneggiate dalla Pandemia – ben il 79% infatti, ha riscontrato una significativa riduzione delle entrate – .

Grazie a Bio è composta da pochi “ingredienti”, ben integrati tra loro: innovazione, sostenibilità e solidarietà. Mette in campo l’utilizzo del digitale, anche sul fronte tradizionale dei prodotti locali; creando le condizioni per ordinare la spesa online, con consegna a domicilio di prodotti naturali che vanno dalla frutta e verdura a prodotti per la cura del corpo e della casa.

Ma perché solidarietà? L’ingrediente è integrato dai tre fondatori in diversi modi: gli utenti possono decidere di donare “spese solidali” per una realtà del territorio a rotazione e inoltre il 5% di tutti gli acquisti effettuati, viene devoluto alla Fondazione per vittime di incidenti stradali Claudio Ciai.

Vi è infine una linea di prodotti acquistabili, realizzata da organizzazioni non-profit: i biscotti Dynamo Camp a Pistoia sono un esempio, il primo Camp in Italia di Terapia Ricreativa per bambini ammalati.

Per quanto riguarda il funzionamento: la realtà lavora su Firenze e vede i suoi prodotti cambiare in base alle proposte della stagione. Le consegne sono attive dal lunedì al venerdì e la spesa giunge a casa entro 24 ore dall’elaborazione dell’ordine. L’alternativa è ritirarla personalmente presso il magazzino sito nel quartiere de’ Le Cure all’interno della città.

Quella effettuata attraverso Grazie a Bio, è una spesa che fa bene a tutti, afferma Francesco Ciai, Presidente della Fondazione Claudio Ciai. È rispettosa dell’ambiente e salutare per chi la consuma, è calata nel contesto locale, cercando di essere utile attraverso il sostegno alle realtà agricole e non-profit del territorio, e infine, tiene conto dei più fragili, devolvendo loro una percentuale fissa attraverso ogni singolo acquisto.

Un approccio creativo dunque, elaborato da tre giovani menti, aventi a cuore la tutela del territorio, che hanno saputo fare sintesi efficace tra gli strumenti innovativi dell’epoca e valori senza tempo, quali il rispetto per l’ambiente, l’uomo e la sua salute e salvaguardia.

Fonte: Comunicati stampa

MDRO E CAMPIONI DI CARNE AL DETTAGLIO: UN’ANALISI DEI DATI RILEVA UN GRADO DI CONTAMINAZIONE PIU’ BASSA PER IL BIO

MDRO E CAMPIONI DI CARNE AL DETTAGLIO: UN’ANALISI DEI DATI RILEVA UN GRADO DI CONTAMINAZIONE PIU’ BASSA PER IL BIO

All’interno dei processi di produzione di alimenti per animali, le specie coinvolte sono spesso esposte, può quindi accadere vengano colonizzate o infettate da batteri che ne determinano la contaminazione con microrganismi multiresistenti: i cosiddetti MDRO.

La Organic Foods Production Act americana, ha ottenuto una riduzione dell’uso di antibiotici in alcune operazioni parte del processo di produzione degli alimenti, sono seguiti alcuni studi, con lo scopo di indagare le correlazioni dei metodi di produzione e lavorazione della carne con gli MDRO e la contaminazione batterica complessiva della carne al dettaglio.

Gli approfondimenti hanno confermato che la riduzione dell’uso di antibiotici è associata a una riduzione di MDRO nelle carni suddette.

Il Sistema di monitoraggio della resistenza antimicrobica, ha fornito i dati necessari per lo studio sulla contaminazione batterica relativa alle annualità comprese tra il 2012 e il 2017 per petto di pollo, carne di manzo, carne di tacchino e costolette di maiale.

Questi dati sono stati poi conteggiati attraverso modelli di regressione di Poisson con varianza robusta, per stimare le associazioni con la contaminazione da MDRO e qualsiasi contaminazione, rilevata per anno, per tipo di carne e in base al genere di batteri (Salmonella, Campylobacter, Enterococcus, Escherichia coli).

I campioni di carne totali al dettaglio sono risultati 39.349, di questi una parte è stata lavorata in 216 impianti di produzione convenzionale di carne; un’altra più piccola in 123 impianti suddivisi tra metodo di produzione convenzionale e biologico. E un’ultima parte, è stata lavorata in 3 impianti utilizzando la sola metodologia di lavorazione biologica.

La contaminazione da MDRO era più o meno similare o talvolta superiore, nelle carni prodotte convenzionalmente e negli impianti suddivisi tra i due metodi, cambiava nettamente invece nelle carni lavorate e prodotte biologicamente, riportando una contaminazione di molto inferiore.

La carne lavorata con impianti suddivisi, presentava una contaminazione da MDRO similare a quella lavorata convenzionalmente, per tutti i generi batterici testati eccetto Campylobacter.

La prevalenza di qualsiasi contaminazione è risultata inferiore nei campioni trattati in strutture suddivise rispetto a strutture convenzionali per campioni aggregati e per tutti i tipi di carne e generi batterici.

Tirando le somme, i campioni di carne al dettaglio prodotta e lavorata biologicamente avevano una prevalenza significativamente inferiore di MDRO rispetto ai campioni prodotti e lavorati convenzionalmente; mentre la carne proveniente da trasformatori suddivisi tra le due metodologie, aveva una prevalenza inferiore di contaminazione rispetto ai campioni provenienti da trasformatori convenzionali.

Al fine di indagare al meglio la questione, saranno necessari ulteriori studi di approfondimento a conferma dei risultati, per chiarificare le specifiche pratiche di produzione che potrebbero aggiungere elementi significativi all’indagine.

 

Fonte: EHP