Suolo e Salute

Anno: 2021

UNGHERIA AL DECIMO POSTO TRA I PAESI CON IL MAGGIORE INCREMENTO NEL SETTORE BIOLOGICO AL MONDO

UNGHERIA AL DECIMO POSTO TRA I PAESI CON IL MAGGIORE INCREMENTO NEL SETTORE BIOLOGICO AL MONDO

Spetta all’Ungheria il decimo posto nella lista dei paesi con maggiore incremento nel settore biologico, a presentare i dati l’ultimo rapporto di FiBL e IFOAM dal titolo “The World of Organic Agricolture – Statistics and emerging trends 2021”.

Benché nella superficie totale, lo stato comprenda una quota di agricoltura biologica del 6%, non molto alta rispetto a quella degli stati limitrofi, il rapporto segnala nell’anno 2020 un incremento elevato inedito dalle proporzioni non scontate.

I dati restituiscono nell’anno 2019, 93.800 ettari di superficie destinata all’agricoltura biologica nel paese, dato che legittima il decimo posto tra i paesi con crescita maggiore nel mondo, subito successivo al Brasile.

Proporzionale è risultata la crescita del numero di imprese registrate a metodo bio nel corso dello stesso anno, per un totale di 5600 unità registrate alla fine del 2019.

Lo stato risulta inoltre al dodicesimo posto tra i maggiori produttori di frutta biologica. A predominare le noci, con il 40% della produzione totale, accanto a sambuco e susine con una percentuale che oscilla tra 20 e 15 %. Bacche di olivello spinoso, ciliegie e amarene, tra le altre produzioni locali.

Fonte: Sinab

DICASTERO PATUANELLI, NUOVE LINEE PROGRAMMATICHE PER UNA TRASFORMAZIONE DEL SISTEMA AGROALIMENTARE

DICASTERO PATUANELLI, NUOVE LINEE PROGRAMMATICHE PER UNA TRASFORMAZIONE DEL SISTEMA AGROALIMENTARE

Ha avuto luogo Martedì 9 Marzo, la comunicazione da parte del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali

Stefano Patuanelli, sulle decisioni alla base delle linee programmati che saranno parte del suo dicastero. Le scelte di politica agricola, alimentare e forestale, devono essere integrate tra loro, sottolinea nel suo discorso, per rispondere in chiave innovativa ed ecologica alle sfide che la transizione ecologica pone innanzi.

Al fine di indirizzare l’azione di Governo e tradurla in modo mirato, ha fornito alcune parole chiave: equa distribuzione del valore lungo l’intera filiera produttiva, transizione ecologica, innovazione e infine trasparenza.

Tra i principali obiettivi della crescita post pandemica, il ministro ne elenca sei:  primo su tutti, il Rafforzamento della competitività del sistema in ottica sostenibile, attraverso l’organizzazione delle filiere e il miglioramento della connessione produttore-consumatore, investendo sull’integrazione dei settori verso un’economia realmente circolare.

La seconda priorità riguarda il Miglioramento delle performance climatiche e ambientali dei sistemi produttivi, favorendo una maggiore assistenza agli operatori del settore verso una gestione più sostenibile del capitale naturale e salvaguardando i paesaggi agrari in linea con l’ equilibrio ecologico.

Il terzo obiettivo, mira a un rafforzamento e a una rigenerazione dei territori rurali al fine di generare occasioni di nuova imprenditoria, senza l’esclusione delle zone ad alta marginalizzazione.

Il quarto punto intende promuovere il lavoro nella sua qualità, sia di tipo agricolo che forestale, a tutela di tutti i diritti dei lavoratori e nella creazione di condizioni che favoriscano l’emersione del lavoro “nero”.

La capacità di attivare scambi di conoscenza e innovazioni, è contenuta nel quinto obiettivo in gioco. L’intenzione è quella di accrescere la consapevolezza collettiva sulle implicazioni legate alla sostenibilità del settore e favorire partecipazione attiva di operatori e cittadini.

Il sesto e ultimo punto in evidenza, riguarda il miglioramento dell’efficienza del sistema di governance, a partire dalle strutture di gestione amministrativa (regionale e nazionale) per arrivare alla costruzione di un piano normativo adeguato alle nuove esigenze.

Questi punti, sono, secondo il Ministro, da perseguire all’interno del settore primario, strategico per lo stato italiano, in cui il valore dei prodotti agroalimentari nel mercato finale del consumo, ammonta al 13% del PIL totale.

Patuanelli sottolinea come la Pandemia abbia ancora più evidenziato la centralità di questo settore da un punto di vista geopolitico, registrando una crescita dell’export agroalimentare Made in Italy nell’anno 2020.

Ad aspettare il paese nei prossimi mesi quindi, scelte determinanti, per uno scenario completamente fuori dall’ordinario: la disponibilità di un pacchetto di risorse senza precedenti per il settore agricolo, chiamato a offrire un contributo centrale nella transizione verde dell’economia.

Circa 50 milioni di euro sono infatti i fondi stanziati per i prossimi sette anni da dedicare ad azioni finalizzate alla transizione ecologica, economia circolare, contrasto ai cambiamenti climatici e al dissesto idrogeologico. Nello specifico il Piano stanzia oltre 3 miliardi di Euro per progetti riguardanti il settore agricolo e agroalimentare e la gestione delle risorse irrigue. La linea d’azione “agricoltura sostenibile” invece ha una dotazione di 2,5 miliardi di Euro e si articola nei tre grandi progetti relativi a: contratti di filiera, parchi agrisolari, logistica.

Entrando più nel vivo in materia di sostenibilità, troviamo il tema del cambiamento climatico nella lotta per la sua mitigazione. Priorità trasversale, poiché le azioni correlate possono portare molteplici benefici.

Nella produzione di energia rinnovabile del settore agricolo e forestale, l’Italia compare al di sotto della media europea nonostante un potenziale significativo di produzione di biomassa, energia solare ed eolica non ancora sufficientemente sfruttato.

Secondo Patuanelli, lo sviluppo della funzione energetica dell’agricoltura è in grado di trainare il settore agricolo in un ciclo virtuoso, collegando le vantaggiose ricadute sociali, ecologiche ed agronomiche alle nuove opportunità economiche derivanti dalla valorizzazione dei sottoprodotti e residui organici; in questo modo verrà perseguita l’integrazione delle fonti di reddito del settore agricolo, protagonista nella nuova missione di fornitore di servizi energetici e agro-ambientali per la società.

Sarà necessario tutelare anche il patrimonio boschivo nazionale, con una corretta valorizzazione energetica delle biomasse da filiera corta e promuovere uno sviluppo del fotovoltaico sui tetti delle strutture agricole e dell’agro fotovoltaico, aggiunge.

Attraverso una strategia similare, le proposte del MIPAAF si sostanziano in una combinazione di progetti che si integrano tra loro, con lo sviluppo del biometano, secondo criteri di promozione dell’economia circolare (la proposta è stata presentata congiuntamente con il Ministero dello sviluppo economico), che consentirà di migliorare la gestione del letame e di ottenere il digestato, sottoprodotto da utilizzare in sostituzione degli input chimici.

La decarbonizzazione dell’economia dell’Unione europea è un’altra priorità in campo, che richiederà un intervento immediato per evitare le emissioni di metano, oltre che quelle di CO2. Le fonti antropiche rappresentano il 50-60% di tutte le emissioni di metano e comprendono anche l’agricoltura. Se intercettate, possono diventare fondamentali per la produzione di energia rinnovabile e per la diminuzione dei gas climalteranti.

Un’altra azione necessaria, è il contrasto e la prevenzione al dissesto idrogeologico, con interventi sul sistema irriguo e di gestione forestale sostenibile, riducendo i rischi idrogeologici e l’erosione del suolo.

Pur sottolineando il ruolo centrale dello stato italiano in Europa, per quanto riguarda la produzione biologica, il Ministro si concentra su una prospettiva futura e prospetta necessarie azioni di cura, quali rafforzare i controlli sul prodotto estero, favorire lo sviluppo dei rivoluzionari distretti biologici, incrementare il numero delle imprese. A tale fine il Mipaaf interverrà per agevolare l’approvazione della proposta di legge attualmente in discussione al Senato.

Sul fronte delle strutture di ricerca agricole, mette l’accento sul loro potenziamento. A partire dal CREA – il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria, al fine di assicurare competitività al sistema agroalimentare, e innovazione e digitalizzazione nell’agricoltura e nelle aree rurali. Sempre in questo senso, andando inoltre incontro alla richiesta della Commissione europea di migliorare il sistema amministrativo e burocratico, è stata elaborata la proposta finalizzata alla digitalizzazione del SIAN – Sistema Informativo Agricolo Nazionale, per supportare in modo funzionale gli agricoltori italiani e gli abitanti delle aree rurali.

Nella consapevolezza che la Politica Agricola Comune resta un asse portante, sarà necessario accelerare i lavori per la predisposizione del Piano strategico nazionale da presentare alla Commissione europea entro fine 2021, dice, predisposizione che richiederà la più ampia partecipazione da parte di tutti i soggetti interessati. Il nuovo modello di attuazione infatti, intende riequilibrare le responsabilità tra Unione europea e Stati membri e prevede linsediamento del Tavolo di partenariato nazionale per il mese di marzo già in corso.

Per sbloccare il negoziato tra regioni invece, sul riparto dei FONDI FEASR 2021/27, è già stato avviato un contatto con l’Assessore Pentassuglia, aggiunge, coordinatore agricoltura della conferenza stato-regioni.

Un altro punto centrale delle linee programmatiche, riguarda l’attività anti frode e di prevenzione alle pratiche sleali del Made in Italy. Fondamentale è il recepimento della Direttiva UE n. 2019/633 sulle Pratiche Sleali, a danneggiamento dei consumatori come dei produttori. Altrettanto urgente è operare la riforma del quadro penale dei Reati Agroalimentari, ancora fermo alle norme del 1930 e alla legge sull’igiene degli alimenti risalente al 1962.

In tema di Etichettatura invece, deciso è il rifiuto del Nutriscore e dei modelli di etichettatura nutrizionale che distorcono le informazioni al consumatore. L’Italia si è fatta promotrice di un modello chiamato schema a batteria, più vantaggioso per quest’ultimo. In ogni caso tali schemi, devono restare – secondo il Ministro –volontari, non obbligatori.

Passando in rassegna il tema della Pesca, il Ministro manifesta di voler scommettere sull’economia del mare nell’assunzione di un ruolo centrale della pesca marittima come strumento politico di coesione con realtà economiche e politiche del Mediterraneo. In questo senso, sostenibilità, processi produttivi, innovazione tecnologica e formazione degli operatori sono i pilastri della strategia da perseguire nelle annualità 2021/27, indirizzata alla crescita blu.

Passando poi in rassegna l’importanza dei Tavoli di filiera, si è soffermato su quello relativo alla Canapa industriale, ancora molto giovane, ma di rilevante importanza considerando i molteplici utilizzi anche ambientali di questa coltura.

La lotta agli sprechi alimentari e la necessaria revisione del piano olivicolo nazionale nell’ambito del settore olivicolo oleario, sono stati altri due punti fondamentali passati in rassegna da Patuanelli. Seguiti dall’esigenza di riforma del settore ippico, cui deve essere dedicato un progetto di risanamento e rilancio.

Molteplici sono i punti evidenziati e forte lo slancio propositivo, reattivo nella ricerca di integrazioni e interconnessioni tra i vari strati del settore. Non resta che dare inizio alla trasformazione.

Fonte: Ruminantia

VERSO LA TRANSIZIONE ECOLOGICA CON UN CIBO BUONO, PULITO E GIUSTO, PER TUTTI

VERSO LA TRANSIZIONE ECOLOGICA CON UN CIBO BUONO, PULITO E GIUSTO, PER TUTTI

Ripartire da una narrazione nel tentativo di sfatare una bugia e scoprire così verità diverse. La bugia? Quella che con il cibo biologico, non si può alimentare tutti, ma solo un èlite.

Questo uno dei punti di partenza alla base de Il Grande trasloco. Progetto narrativo di prima nascita – promosso da Fa la cosa giusta e Terre di mezzo Editorecon l’ambiziosa finalità di aprire, per esplorare meglio, quegli ambiti della nostra vita che oggi abbiamo la preziosa possibilità di ripensare.

L’idea è quella di canalizzare questo ripensamento dentro parole scelte bene, nell’ambito di capitoli inseriti all’interno di un romanzo-evento on line che avrà vita di qui all’autunno 2021. Perché dentro le parole? Forse perché il linguaggio, come uno specchio, se scelto con cura può investire di nuova forma gli interstizi della società in cui viviamo.

Ad alimentare e contribuire al progetto con parole e pensieri accurati è il fondatore di Slow Food e Terra Madre Carlo Petrini, che il 10 marzo ha aperto Il Grande Trasloco con il primo di cinque capitoli dal titolo: Nutrire. Il prologo di questo è andato in onda il 3 marzo accompagnato da Michele Serra, che ha messo in luce una riflessione legata proprio alle parole e al loro potere.

La strada verso una Transizione legata all’agricoltura di tipo sostenibile, secondo Petrini, si apre dentro una scommessa dai presupposti limpidi: l’impostazione di nuovi paradigmi su cui appoggiarla. Il rispetto dell’ambiente e uno sguardo lucido nei confronti di una disuguaglianza tra gli esseri non più accettabile e di cui bisogna prendere in mano le cause, sono i principali.

Disuguaglianza nell’accesso al cibo dunque, ma come fare per aprire l’immaginario a un cibo buono, pulito e giusto che possa essere alla portata di tutti?

Il Grande Trasloco è diviso in cinque capitoli, racconta Petrini, che sono: Nutrire, Abitare, Viaggiare, Curare e Lavorare. Di queste parole chiave esalta la connessione e in particolare lo strettissimo rapporto tra Nutrizione e Cura. Cura è la conditio sine qua non di un’alimentazione sostenibile, perché non solo significa difesa della biodiversità dei suoli, ma la scelta di un pensiero legato alla coltivazione che possa essere connesso al giusto allevamento abbinato a un territorio piuttosto che a un altro. Poiché l’obiettivo al primo posto dell’umanità, secondo il gastronomo, è rendere veramente forte la produzione locale, in ogni angolo del Pianeta.

Ciascun territorio dovrebbe realizzare una propria, cospicua, sovranità alimentare compatibile nella produzione con l’ambiente circostante. Difatti l’intero sistema alimentare incide al 24% sulla produzione globale di gas climalteranti.

Lo sguardo di Petrini disvela senz’altro smarriti i valori della società e cultura contadina, ma non persi del tutto. La sua esperienza, infatti, affonda le radici a partire dalla Langa di Nuto Revelli, la fine di una società contadina di fine anni ’70, denunciata anche da Pierpaolo Pasolini. Queste importanti figure segnalavano come superficiale l’abbandono di determinati valori e principi; abbandono che si è verificato, ma che – sottolinea Petrini – non è perso.

Solo ricostruendo, riconoscendo e restituendo dignità al legame con i 500 milioni di aziende a conduzione familiare che partecipano significativamente al nutrimento del 75% dell’umanità, possiamo recuperare e ridisegnare veramente le geografie alimentari.

L’identikit del contadino del futuro? Un o una giovane che sappia valorizzare l’alleanza tra il proprio lavoro e quello del cittadino che lo consuma, affinché nasca un modello di Co-produzione dove il consumatore sia complice partecipe e consapevole del processo.

È rafforzando le economie locali della produzione alimentare che ci riapproprieremo della nostra capacità di favorire un’alimentazione sana diffusa. Senza contare che i nuovi ristoratori, possono fare molto in questo senso: difatti il mantenimento della memoria viva di una cucina distintiva locale, va di pari passo con la trasformazione e il mantenimento di materie prime di qualità. Per un cibo buono, pulito e giusto, dall’impronta caratteristica, ma destinato a tutti.

Fonte: Il Manifesto

SI TERRÀ DAL 16 AL 18 GIUGNO LA NUOVA EDIZIONE DELL’EUROPEAN ORGANIC CONGRESS

SI TERRÀ DAL 16 AL 18 GIUGNO LA NUOVA EDIZIONE DELL’EUROPEAN ORGANIC CONGRESS

Torna dal 16 al 18 giugno l’edizione 2021 dell’European Organic Congress, resa possibile dall’organizzione di IFOAM Organics Europe e dal partner portoghese Agrobio.

Il congresso riunirà, come nelle precedenti edizioni, stakeholder dell’agricoltura biologica provenienti da tutta Europa e offrirà ai partecipanti la possibilità di prendere parte a sessioni ed incontri e interagire con esperti su temi di rilievo relativi all’alimentazione e agricoltura bio.

Giunto alla quindicesima edizione, l’evento vedrà la partecipazione di relatori e moderatori che metteranno in campo competenze di alto livello, aggiornando i partecipanti sugli ultimi sviluppi in atto nel settore.

Ulteriori informazioni in merito e un programma più dettagliato seguiranno sulle piattaforme dedicate alla manifestazione: il sito web europeanorganiccongress.bio e i canali Twitter, Facebook e LinkedIn.

Suolo e Salute, oltre ad essere membro di Ifoam Europe, sarà sponsor del congresso.

Fonte: Organics Europe

RISCALDAMENTO GLOBALE, ANCORA LUNGA LA STRADA VERSO L’ACCORDO DI PARIGI

RISCALDAMENTO GLOBALE, ANCORA LUNGA LA STRADA VERSO L’ACCORDO DI PARIGI

Secondo il dossier “Running hot: accelerating Europe’s path to Paris” stilato attraverso una ricerca condotta da Cdp Europe – organizzazione no profit finanziata dall’Unione Europea – e Oliver Wyman – società di consulenza strategica globale controllata dal gruppo Marsh & McLennan – , meno di un’azienda europea su 10 ha obiettivi di riduzione dell’emissione di gas serra, tali da rispettare l’impegno preso dagli Stati Membri dell’Ue nell’accordo di Parigi, ovvero sotto i 2 °C.

La ricerca si basa sui dati forniti da un campione di 974 imprese europee. Più della metà di queste (56%) dichiara di avere già in atto un piano di transizione ecologica. Di questa porzione, il 75% delle imprese fa parte del settore energetico. Le aziende più avanti nel processo e più virtuose dal punto di vista della decarbonizzazione, hanno riportato riduzioni del 15% rispetto allo scorso anno.

Ma, uno dei perni centrali relativi alla questione, riguarda il fronte economico e in particolare il rapporto tra le banche, gli istituti finanziari e le imprese in oggetto.

La ricerca stima che il 95% di tutti i prestiti alle imprese in Europa provengono da istituti finanziari che intendono allinearsi all’Accordo di Parigi.

È tuttavia stato registrato un divario di 4 trilioni di euro tra i finanziamenti che le banche e le società finanziarie hanno stimato di emettere in linea con l’accordo di Parigi (offerta) e la richiesta reale di finanziamenti da parte delle aziende (domanda).

Questi 4 trilioni comprendono le aziende che non raggiungono i requisiti di emissione minimi per accedere ai finanziamenti, quelle che probabilmente li raggiungono ma non dichiarano i dati realivi è infatti un grosso problema di trasparenza all’interno del settore – e altre ancora, che ottengono i finanziamenti attraverso vie alternative, più vantaggiose rispetto ai tassi di interesse previsti dall’accordo di Parigi.

La questione è complessa, ma in uno scenario di accelerazione e raggiungimento degli obiettivi previsti dall’Accordo di Parigi entro il 2030, è necessario mutare il passo in uno più adeguato alle tempistiche ed eventualmente rendere accessibili i finanziamenti a tasso agevolato. Quest’ultima azione al fine di indurre le aziende europee ad incentivare il cambiamento green, condizionato a un livello di trasparenza relativo ai dati di emissione all’interno del settore.

 

Fonte: Cambia la terra

AGROECOLOGY FOR EUROPE (AE4EU): AZIONI CONGIUNTE PER SISTEMI PIU’ SOSTENIBILI

AGROECOLOGY FOR EUROPE (AE4EU): AZIONI CONGIUNTE PER SISTEMI PIU’ SOSTENIBILI

Un progetto di durata triennale, AE4EU, mirato a una transizione incisiva che unisca le forze verso una svolta agroecologica e la modifica dei sistemi che la abbracciano.

Azioni congiunte nell’ambito di ricerca, innovazione e formazione, verso modelli di agricoltura e alimentazione maggiormente compatibili con l’ambiente e la salvaguardia della biodiversità. Obiettivo di AE4EU è affrontare temi strategici per il Millenio, come: il degrado del suolo, il fenomeno dell’erosione, la qualità dell’acqua, il cambiamento climatico e la sicurezza alimentare.

Sovvenzionato dai finanziamenti del programma europeo Horizon 2020, i partner del progetto sono dodici, tra istituti di alta formazione internazionale in tema agricolo e alimentare: ISARA (FR), University of Gastronomic Sciences (IT), Agroecology Europe (BE), Coventry University (UK), THÜNEN-INSTITUT (DE), Wageningen University & R. (NL), Agroecologiki (GR), CREA (IT), University of Santiago de Compostela (SP), Eco Ruralis (RO), Swedish University of Agricultural Sciences (SE), European Coordination Via Campesina (BE).

Il progetto, pensato con un approccio multidisciplinare e traslato su più settori, consentirà la costruzione di una rete europea sul tema agroecologico. Si intende partire dalla costruzione di un Hub, piattaforma in grado di mettere in comunicazione i diversi stakeholder e attraverso una più approfondita analisi degli scenari politici, fornire indicazioni al fine di abbinare a intervento politico, contesto territoriale specifico di esercizio – tutto questo tenendo presente gli obiettivi del Green Deal europeo, di Farm To Fork e della PAC – .

A partecipare alla realizzazione delle diverse azioni previste, sarà il già citato CREA (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria) che vedrà le basi della costruzione dei Living Labs e delle Infrastrutture di Ricerca per l’agroecologia, sintetizzate nell’European Joint Partnership – Accelerating farming system transition: agroecology living labs and research infrastructures –, il cui lancio è previsto alla fine del 2022.

Conservare le qualità del suolo con lavorazioni meno intense o nulle del terreno, per preservarne la fertilità organica e il risparmio di combustibili fossili; allevare razze di animali autoctone introducendo solo varietà locali, al fine di conservare la biodiversità; migliorare la qualità del cibo e il legame tra produzioni agricole e territorio, questi, solo alcuni esempi di ciò che significa fare agroecologia.

L’idea è quindi quella di moltiplicare e rinforzarne le esperienze in corso all’interno dell’Unione europea, così da accelerare la trasformazione dei sistemi che ne fanno parte, da un punto di vista più sostenibile sul piano ambientale, sociale ed economico.

Fonte: Sinab