Suolo e Salute

Mese: Settembre 2022

CRESCONO SUPERFICI E OPERATORI, FRENA IL CONSUMO

CRESCONO SUPERFICI E OPERATORI, FRENA IL CONSUMO

I dati Sinab relativi al 2021 presentati al Sana mostrano un aumento del 4,4% delle superfici e del 5,4 degli operatori. La crisi inflattiva innesca però la frenata dei consumi soprattutto nei negozi specializzati. In crescita mercatini e hard discount

Escono i dati ufficiali del bio aggiornati al 31 dicembre 2021 elaborati dal Sinab. Li ha presentati Pietro Gasparri, dirigente Mipaaf dell’Ufficio per l’Agricoltura biologica e sistemi di qualità alimentare nazionale e affari generali, in occasione della 34a edizione del Sana di Bologna.

Arrivano così a 86mila gli operatori e a 2.186.570 gli ettari del biologico italiano (17,4% della Sau italiana). Pari a una crescita annuale del +4,4% (+96,3% in 11 anni) per le superfici e +5,4% (+80,7) per gli operatori.

Il confronto europeo

Un ritmo che non tiene però il passo della crescita registrata in Germania e Francia dove le superfici crescono rispettivamente del 9 e 5,9%. Riguardo al numero di operatori fa meglio solo la Francia (+9,7). I dati strutturali premiano il biologico, visto che la superficie media di un’azienda biologica italiana è di 28,8 ha (poco più di 11 ha nel convenzionale). Ancora più estese le realtà bio europee: (Spagna 54,8 ha; Germania 49,6; Francia 47,5).

Le regioni più biologiche sono Sicilia, Puglia, Toscana, Calabria ed Emilia-Romagna che nel loro insieme contano per il 55,3% delle superfici bio nazionali.

Mandrie bio

Riguardo alla zootecnia bio l’aggiornamento Sinab registra una crescita del 20,6% del settore avicolo; +13% per l’apicoltura, +3% per i bovini; mentre gli ovicaprini scendono del 6% circa. L’incidenza degli animali bio sul totale della zootecnia vede in testa i caprini (9,4%) seguiti da ovini (8,6%), bovini (7%), pollame (4,8%) e suini (0,7%).

Produzione ed import

Il valore alla produzione complessivo del biologico nazionale è di 3,96 miliardi di euro, in crescita dell’11% rispetto al 2020 e del, 7,3% rispetto al 2019. Vite e seminativi biologici crescono in maniera continuativa da oltre un triennio. Le colture permanenti perdono invece valore nonostante l’aumento delle superfici in conseguenza delle basse rese produttive del 2020 e 2021. A fronte di questi dati le importazioni di biologico in Italia si sono concentrate su cereali (54.113 tonnellate), frutta fresca e secca (40.940) e colture industriali (35.518).

Consumi in frenata

Le note più negative, e si sapeva, vengono dal mercato interno. La crisi inflattiva colpisce infatti anche la domanda agroalimentare e i prodotti più colpiti sono quelli di alta qualità. Per questo il consumo di biologico  si attesta nel 2021 di 3,38 miliardi di euro, in flessione del 4,6% rispetto al 2020 (ma la crescita è del 4,5% se facciamo il confronto col 2019, anno prepandemico). Purtroppo nel periodo gennaio-maggio di quest’anno si è assistito a un ulteriore calo dei consumi dell’1,9% mentre da giugno si registra una ripresa.

Il carrello della spesa

La composizione del carrello della spesa è rimasta inalterata rispetto al 2020. L’ortofrutta bio si attesta sul 9,3% del totale. Nel carrello la spesa dell’ortofrutta è quella merceologicamente più rappresentata  (46,1% nel bio contro il 20% del convenzionale). Crescono i vini (+5,7%) e le carni (+13%) che però hanno una bassa incidenza rispetto alle corrispettive categorie dell’agroalimentare convenzionale.

La crescita dell’hard discount

Per quanto riguarda i canali di vendita la grande distribuzione, anche se in leggera flessione, si conferma il canale più importante di vendita per il bio, mentre i negozi specializzati subiscono un importante rallentamento pur mantenendo un peso fondamentale per il settore. Una frenata equilibrata dalle performance positive dei mercatini e dell’hard discount che rappresentano l’unico canale di vendita che cresce a doppia cifra anche nel 2021. Mancano le rilevazioni della vendita diretta e del canale Horeca.

«LA TRANSIZIONE ECOLOGIA SIA ACCOMPAGNATA DA UNA TRANSIZIONE ENERGETICA SOSTENIBILE»

«LA TRANSIZIONE ECOLOGIA SIA ACCOMPAGNATA DA UNA TRANSIZIONE ENERGETICA SOSTENIBILE»

Copagri-Anaprobio chiede misure fiscali ad hoc per il biologico. E il coordinatore Ignazio Cirronis al Sana chiede di rimuovere i nodi burocratici che non consentono all’agricoltura di contribuire alla transizione green dell’energia

«Al governo chiediamo di impegnarsi affinché il Piano d’azione nazionale per l’agricoltura biologica individui interventi strutturali che vadano a rafforzare le filiere e favoriscano l’abbattimento dei costi di produzione».

«Anche attraverso una manovra in campo fiscale e con l’adozione di impianti di energia rinnovabile». È quanto ha chiesto Ignazio Cirronis, presidente di Anaprobio Italia, l’associazione dei produttori biologici della Copagri, nell’ambito degli Stati Generali del comparto al Sana di Bologna.

Pronti a dare il nostro contributo

«Le aziende agricole biologiche sono pronte a contribuire attivamente alla transizione ecologica del Paese – ha spiegato il presidente – ma chiedono di essere messe nelle condizioni di poter programmare il loro futuro a rischio dagli incrementi record dei costi di produzione e dell’energia». Un comparto che, secondo Cirronis, «ha le carte in regola per contribuire anche alla transizione energetica e decarbonizzazione, essendo uno degli strumenti chiave per dare impulso all’economia locale e mantenere o migliorare la qualità del territorio, in alcuni casi minacciato dall’abbandono delle campagne o sotto la pressione di un’agricoltura intensiva».

Cresce l’attesa per il piano

Da qui la necessità di incrementare gli sforzi per raggiungere l’obiettivo comunitario del 25% dei terreni bio entro il 2030, facendo crescere l’offerta e i consumi. Per questo, secondo il presidente «si dovrà arrivare dalla definizione, nell’ambito del Piano d’azione nazionale per l’agricoltura biologica di azioni efficaci in grado di sostenere il ruolo del biologico».

BIOLOGICO, IL PIANO IN 5 PUNTI DI ALLEANZA COOPERATIVE

BIOLOGICO, IL PIANO IN 5 PUNTI DI ALLEANZA COOPERATIVE

La ricetta della cooperazione presentata dal coordinatore Francesco Torriani al Sana di Bologna

«Solo la filiera è in grado di tenere insieme la produzione con la trasformazione e la commercializzazione, erogando al contempo tutti i servizi necessari alle aziende agricole che si convertono al biologico, dalla consulenza alla digitalizzazione».

Filiere forti

«Anche nel bio bisogna quindi costruire filiere forti ed efficienti, basate sulla capacità di progettazione e innovazione in modo da essere più resilienti dinanzi alle distorsioni del mercato, specie in una situazione di crisi come quella attuale». È ciò che ha affermato Francesco Torriani, coordinatore Biologico di Alleanza Cooperative Agroalimentari il 9 settembre a Bologna al convegno Rivoluzione bio – crisi climatica, conflitti in Europa, transizione ecologica: il ruolo dell’agricoltura biologica.

Promozione compartecipata

Uno dei convegni di apertura del Sana, il Salone Internazionale del Biologico e del Naturale. Fra le proposte avanzate dalla cooperazione c’è quella di sostenere la domanda attraverso «campagne promozionali d’impatto, con la compartecipazione del pubblico e del privato».

Comunità energetiche

Per contenere l’impatto dei costi energetici sulle aziende biologiche l’Alleanza cooperative punta sulle comunità energetiche. «La crisi in atto rende necessario – ha spiegato Torriani – lo sviluppo di una visione olistica: nel nostro approccio di filiera la produzione di energia necessaria all’impresa per produrre cibo non può più essere considerata un input esterno. Le comunità energetiche rappresentano un modello innovativo per la produzione, la distribuzione e il consumo di energia proveniente da fonti rinnovabili».

Sostegni fiscali e impegno nel biobreeding

Inoltre, l’introduzione di un credito di imposta a copertura delle spese di certificazione per i prodotti biologici potrebbe, secondo Torriani, «essere utile per alleggerire i costi a carico delle imprese e rendere i prodotti bio più competitivi”. Infine, dal momento che tra le maggiori sfide dell’agricoltura europea c’è anche quella di aumentare la produzione per essere meno dipendenti dall’estero, anche l’agricoltura biologica secondo l’Alleanza cooperative deve farsi carico di questa sfida. Come? «Puntando – secondo Torriani  -sull’innovazione, a partire dal biobreeding, ovvero la selezione di nuove varietà, che permettano di coniugare la qualità alla quantità nel rispetto dei principi dell’agroecologia».

SUOLO E SALUTE AL SANA 2022

SUOLO E SALUTE AL SANA 2022

Al via a Bologna da domani all’11 settembre la 34° edizione della fiera di riferimento per il biologico italiano. Suolo e Salute vi aspetta presso i suoi spazi espositivi al padiglione 29

Tutto pronto per la partecipazione di Suolo e Salute al Sana 2022. Il nostro organismo di controllo e certificazione conferma infatti la sua tradizionale presenza al 34° salone del biologico e del naturale, a BolognaFiere da giovedì 8 a domenica 11 settembre, presso i propri spazi espositivi al padiglione 29 spazio D53.

Un palcoscenico di sostenibilità

Un’edizione che, nelle intenzioni degli organizzatori, dovrà essere un’occasione di rilancio per il biologico, un segnale di ottimismo, un palcoscenico sempre più internazionale per disegnare un futuro di sostenibilità con riflessi positivi su tutta l’economia e l’intera società.

Dopo due anni di difficoltà, il Sana torna infatti alle dimensioni precedenti alla pandemia e si estenderà su 6 padiglioni con tre macroaree di riferimento:

– Food, con una panoramica completa sull’agroalimentare bio e naturale, comprensiva di nuovi trend, innovazioni e ricerche a favore di un’alimentazione biologica, sana e giusta;

– Care & Beauty dove saranno presenti le aziende produttrici e distributrici di cosmetici, prodotti per la cura del corpo naturale e bio, integratori ed erbe officinali;

– Green Lifestyle, con una proposta di prodotti e soluzioni pensati per il consumatore che vuole uno stile di vita ecologico, sostenibile e socialmente responsabile.

Al Sana è confermata la presenza di buyer da più di 40 Paesi del mondo, con una nutrita rappresentanza di operatori di catene di supermercati, distributori e leader del mercato bio da Austria, Danimarca, Francia, Germania, Regno Unito, Romania, Serbia, Slovenia, Spagna e Svezia per l’Europa; da Stati Uniti e Canada per il Nord America; da Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti per il Medio Oriente e, da Corea e Indonesia per l’Asia.

«Più di trent’anni fa, nel 1988 – afferma Gianpiero Calzolari, presidente di BolognaFiere – abbiamo avuto l’intuizione di affrontare per primi nel nostro settore i temi del biologico, del naturale, della sostenibilità: oggi quella scelta si dimostra un’avanguardia alla quale nessuno può sottrarsi, perché è su quei temi che si gioca il futuro del nostro pianeta».

«Il biologico italiano – afferma Alessandro D’Elia, direttore generale di Suolo e Salute -, punta di diamante dell’agroalimentare di qualità del nostro Paese, deve molto a SANA e ai tanti attori che, nel tempo, hanno fortemente creduto in questo paradigma di sviluppo agricolo».

Tra questi, in primo piano, vi è proprio Suolo e Salute che trae origini dall’Associazione, fondata a Torino nel 1969, pioniera nella promozione del metodo dell’agricoltura biologica. «Oggi il nostro organismo di controllo e certificazione – commenta D’Elia -, con la passione di sempre e i suoi oltre cinquant’anni di storia, certificando il 26% delle aziende bio italiane, continua a dare il suo fattivo contributo per aumentare la credibilità del settore che di fatto rappresenta la via maestra per mantenere la fiducia dei consumatori e ampliare ancora di più i margini di crescita».

I focus di Sana 2022

Tornano gli Stati generali del biologico con Rivoluzione Bio, giunta alla quarta edizione, con due giorni di dibattito, l’8 e il 9 settembre, tra istituzioni, esperti e player della filiera, con un confronto sulla nuova legge sul biologico e sui più recenti dati di mercato.  All’interno ospiteranno la presentazione dell’Osservatorio Sana realizzato con il sostegno di Ice.

Nuovo volto per la Via delle Erbe, iniziativa da quest’anno co-organizzata con Tecniche Nuove e la rivista l’Erborista, che si concentrerà sulle erbe blu, le piante che aiutano l’umore e il cui utilizzo attenua gli effetti del blue mood, lo stato d’animo caratterizzato da umore basso e tristezza.

Dopo il debutto nel 2021, torna a BolognaFiere Sanatech, il Salone professionale dedicato alla filiera della produzione agroalimentare, zootecnica e del benessere, biologica ed ecosostenibile.. Al centro della seconda edizione ci sarà la filiera produttiva dell’agricoltura biologica, insieme alle tecnologie innovative del bio-controllo, alla zootecnia, all’agricoltura 4.0 e al packaging sostenibile.

A Sana 2022 non mancherà come sempre la corposa serie di convegni e incontri di approfondimento, rivolti soprattutto agli operatori e ai professionisti. Le iniziative in calendario consentiranno alla community di operatori e buyer del settore di confrontarsi sui temi di maggiore attualità e sulle nuove tendenze per il settore.

Rivoluzione Bio 2022

Rivoluzione Bio 2022 sarà protagonista a Sana con due giornate, 8 e 9 settembre, e 4 sessioni dedicate ai temi strategici per il settore, con policy maker, esperti e professionisti. L’8 settembre si parlerà di politiche e strategie per il settore (ore 11) e di aggiornamenti dai mercati (ore 14.30) con i numeri chiave dell’Osservatorio Sana. Il 9 settembre toccherà a Terra e Vita moderare l’approfondimento delle 10.30 sul ruolo dell’agricoltura biologica nella transizione ecologica e nel contrasto alla crisi climatica mentre alle 14.30 il punto sarà sulla ristorazione collettiva.

Un quadruplo confronto tra istituzioni, business leader ed esperti del settore per facilitare la riflessione sul futuro del bio attraverso:

– la definizione delle azioni più efficaci per sostenere il ruolo del settore biologico, sempre più centrale per la transizione ecologica verso sistemi alimentari sostenibili;

– il dibattito e la promozione del Piano di Azione nazionale in grado di rispondere alle complesse sfide ambientali, sociali e climatiche del prossimo futuro;

– l’individuazione degli strumenti necessari per raggiungere gli ambiziosi obiettivi di crescita del biologico in termini di offerta e consumi e parallelamente favorire l’aumento della consapevolezza rispetto agli standard e ai benefici dell’agricoltura biologica.

Per rimanere aggiornati sulla manifestazione: www.sana.it

LA PAC PREMIERÀ PIÙ L’INTEGRATO CHE IL BIOLOGICO?

LA PAC PREMIERÀ PIÙ L’INTEGRATO CHE IL BIOLOGICO?

Le associazioni di settore chiedono di garantire l’accordo Stato-Regioni per evitare la distorsione di una Pac che in Italia rischia di premiare più l’agricoltura integrata di quella bio

Piano d’azione per il biologico, Piano strategico nazionale per la nuova Pac: le scadenze sono vicine e la prossima edizione del Sana e dell’evento Rivoluzione bio offrirà l’occasione per conoscere in anteprima cosa bolle in pentola.

I programmi per il futuro

È infatti un periodo di intensa programmazione per il futuro dell’agricoltura biologica italiana, il piano strategico nazionale, in particolare, deve essere consegnato a Bruxelles entro il 30 settembre, ma le indiscrezioni finora filtrate su questi importanti documenti non sono all’altezza delle aspettative del settore.

L’intreccio tra ecoschemi e sviluppo rurale

Dal confronto tra Regioni e Ministero delle Politiche agricole sembra emergere infatti la distorsione di una politica agricola comunitaria che premierà in Italia più l’agricoltura integrata che quella biologica per effetto di un diabolico intreccio tra i contributi legati agli ecoschemi e a quelli per lo sviluppo rurale. Per questo le associazioni del biologico hanno inviato a fine agosto una lettera alle amministrazioni regionali per  garantire l’accordo Stato Regioni per incrementare gli stanziamenti dedicati al biologico.

L’obiettivo del Green deal

L’iniziativa è finalizzata anche a non pregiudicare il raggiungimento del 25% di superficie coltivata a bio entro il 2027 «come previsto dal Piano Strategico Nazionale, valutato positivamente dalla Commissione Ue». Alle Regioni che stanno definendo la destinazione delle risorse riservate allo sviluppo rurale, viene chiesto di confermare per il biologico gli stessi stanziamenti del periodo 2014-2022, oltre all’incremento necessario per il rispetto dell’accordo raggiunto in Conferenza Stato Regioni relativo ai 90 milioni di euro annui da trasferire dal primo al secondo pilastro con cofinanziamento delle Regioni.

«È indispensabile per le imprese agricole disporre di risorse adeguate a sostenere la conversione al biologico e a mantenere questa forma di agricoltura che tutela la fertilità del suolo, la biodiversità, oltre a contrastare il cambiamento climatico e supportare così la transizione ecologica tracciata dal Green Deal Europeo».

PIANO D’AZIONE PER IL BIO, L’ITALIA È IN RITARDO

PIANO D’AZIONE PER IL BIO, L’ITALIA È IN RITARDO

Conterrà gli strumenti per garantire l’obiettivo italiano di raggiungere il 25% di superficie bio con tre anno di anticipo. Ma dovrà anche consentire di mantenere l’equilibrio tra offerta e domanda

Piano d’azione per il biologico, Piano strategico nazionale per la nuova Pac. Come abbiamo messo in evidenza nel precedente articolo le scadenze sono vicine e la prossima edizione del Sana e dell’evento Rivoluzione bio offrirà l’occasione per conoscere in anteprima cosa bolle in pentola.

Il Piano di Azione Nazionale sul biologico, in particolare, sta per prendere forma e sarà uno dei fattori decisivi per realizzare la transizione verde della nostra agricoltura.

La promessa di Battistoni

Il sottosegretario all’Agricoltura con delega per il bio Francesco Battistoni, anche se non sarà presente, ha garantito che il Piano d’azione sarà comunque presentato in anteprima al Sana.

Contiene infatti le strategie per consentire al biologico italiano di raggiungere l’obiettivo del 25% di superficie agraria biologica entro il 2027, costituendo così la risposta alla principale osservazione mossa dalla Commissione europea al Piano strategico sulla riforma Pac 2023-2027 che deve essere presentato entro il 30 settembre.

Le risposte alla Commissione Ue

Nella prima bozza del Piano l’Italia aveva infatti indicato l’ambizione di raggiungere il 25% di Sau biologica addirittura con tre anni d’anticipo rispetto al resto d’Europa. Pur apprezzando l’intento, la Commissione ha bocciato il piano (“numerosi elementi sono mancanti, incompleti o incoerenti”) considerandolo debole, in particolare sugli obiettivi ambientali. Sul biologico il ministero è stato invitato «a chiarire in che modo le azioni proposte contribuiranno efficacemente all’ambizione prevista».

Il 2 settembre è scaduto il termine per la consultazione pubblica lanciata dal ministero delle Politiche agricole per permettere a cittadini, operatori economici e organizzazioni della società civile di dire la loro sulla proposta del Governo. Le associazioni di settore chiedono che si tenga conto di queste osservazioni per favorire la riconversione agroecologica della nostra agricoltura.

Gli antidoti per la crisi

In un articolo pubblicato sul settimanale Terra e Vita Roberto Pinton ha messo in evidenza i ritardi italiani e il fatto che il Piano d’azione è già in fase d’attuazione presso i Paesi europei che sono i nostri principali competitor.

In un periodo storico in cui la crisi economica inizia a incidere anche sui consumi dei prodotti di qualità, biologico in primis, il piano deve contenere al suo interno anche gli antidoti per consentire alla domanda del bio di espandersi allo stesso ritmo dell’offerta.