Suolo e Salute

Mese: Marzo 2023

COOPERATIVE SEMPRE PIÙ BIO

COOPERATIVE SEMPRE PIÙ BIO

Biologico sempre più strategico nelle cooperative agroalimentari: vale quasi 3 miliardi di euro e una struttura su 4 è certificata. I dati diffusi da Alleanza delle Cooperative agroalimentari a margine della press dinner “A cena con il biologico cooperativo”

È in crescita la quota di fatturato biologico nel sistema cooperativo agroalimentare. «Nel corso del 2021 il giro d’affari complessivo ha superato i 2,8 miliardi di euro, con una quota pari a oltre il 30% del valore complessivo del mercato biologico che secondo gli ultimi dati di Ismea è stimato in circa 8 miliardi di euro, tra mercato interno ed export».

Sono alcuni dei dati resi noti a margine della press dinner “A cena con il biologico cooperativo”, un’iniziativa organizzata a Roma da Alleanza cooperative agroalimentari.

I numeri

Carlo Piccinini, presidente di Alleanza Coop e Francesco Torriani, coordinatore del settore biologico hanno messo in luce che «più di una cooperativa su quattro delle 4.300 aderenti ad Alleanza produce biologico». Su 4.000 cooperative aderenti sono oltre 700 le aziende registrati come operatori biologico nel sistema informativo agricolo nazionale (Sian)».

«Secondo un’indagine interna – aggiunge Torriani – realizzata dall’alleanza cooperative, il 23% delle cooperative attive certificate sono biologiche al 100%, mentre in 3 su 10 la quota di produzione bio supera il 50% del totale».

Il “sentiment” degli operatori

L’indagine congiunturale realizzata nel mese di febbraio ha inoltre evidenziato come il clima di mercato nel segmento biologico sia di segno positivo: «nonostante il clima di profonda incertezza, la forte crescita dei prezzi delle materie prime, l’inflazione e le crisi geopolitiche si segnala un saldo positivo nei giudizi dei cooperatori».

Secondo il 30% delle cooperative biologiche interpellate, la domanda di prodotti biologici tenderà ad aumentare rispetto allo scorso anno, sarà invece tendenzialmente stazionaria per il 51%. per il 26% del campione anche il fatturato è previsto in crescita, peraltro non sostenuto dall’aumento dei prezzi di vendita.

Gli obiettivi del Green deal

«La crescita della cooperazione nel settore biologico – commenta Torriani – è una buona notizia. Quello tra cooperazione e biologico è un binomio virtuoso per lo sviluppo della nostra agricoltura, in coerenza con gli obiettivi della nuova politica agricola e del green deal europeo».

CONSERVE “ROSSE” BIO: CRESCONO SUPERFICI, PRODUZIONI ED EXPORT

CONSERVE “ROSSE” BIO: CRESCONO SUPERFICI, PRODUZIONI ED EXPORT

Cala il mercato interno nel 2022 per effetto della crisi inflattiva, ma il comparto dei trasformati di pomodoro bio è indirizzato per oltre il 75% all’export, sostenuto dal doppio plus di tipicità made in Italy e sostenibilità. I dati diffusi da un’analisi Anicav

Calano del 6% i consumi di conserve di pomodoro bio nel 2022, un dato purtroppo in linea con la tendenza generale del mercato interno registrata l’anno scorso.

A tenere saldi i conti del comparto è però l’export: dove il 75% della produzione è destinato all’estero e rappresenta il 9,6% del totale. Sono alcuni dei principali dati emersi dall’indagine conoscitiva sul pomodoro biologico passato alla trasformazione condotta da Anicav, Associazione Nazionale Industriali Conserve Alimentari e Vegetali.

Un comparto fortemente export oriented

Nel 2022 il peso delle vendite nel mercato interno di conserve di pomodoro bio sul totale dei derivati è stato del 4.6% in valore e del 3.2% in volume. Il comparto delle conserve rosse si conferma, dunque, fortemente export oriented anche per quanto riguarda la produzione certificata bio.

Produzione al galoppo

Al calo nei consumi interni da additare alle crescenti difficoltà economiche dei consumatori, si contrappone una leggera crescita rispetto al 2021, sia nella produzione che nella quantità di ettari messi a coltura. Durante la campagna di trasformazione 2022 sono state prodotte circa 458 mila tonnellate di conserve bio (circa l’8% del totale) su una superfice di 6.524 ha.

Analizzando le differenze tra i due principali bacini si registra una produzione maggiore al Nord con circa 266 mila tonnellate di prodotto trasformate (poco più del 9% del totale), rispetto alle 192 mila provenienti dal Centro Sud (7,4% del totale).

«Le conserve di pomodoro bio giocano un ruolo importante per il nostro comparto – dichiara Giovanni De Angelis, direttore generele Anicav – nell’ultimo quinquennio, per rispondere alle esigenze di un consumatore sempre più attento alla qualità si è registrata una crescita del 66,5% degli ettari messi a coltura e del 65,70% delle quantità trasformate di pomodoro bio».

LA SVOLTA BIO DI AGROFARMA

LA SVOLTA BIO DI AGROFARMA

Intervento del presidente Riccardo Vanelli in favore di una «bioprotezione senza scorciatoie». Oggi mezzi tecnici come microrganismi, botanicals e semiochimici sono in forte diffusione a vantaggio della sostenibilità della produzione agricola. Uno sforzo che Suolo e Salute supporta attraverso lo schema di certificazione “Suolo e Salute inputs”

«La bioprotezione cresce se si evitano scorciatoie». Interviene così Riccardo Vanelli, presidente di Federchimica-Agrofarma in un’intervista pubblicata dal settimanale Terra e Vita rilanciata sulla pagina facebook dell’Associazione che rappresenta i produttori di mezzi tecnici per la difesa delle colture.

Forti investimenti in ricerca e sviluppo

Gli agenti di biocontrollo (Bca), ovvero: microrganismi, macrorganismi, semiochimici e botanicals sono un comparto in crescita tumultuosa anche per rispondere alla sfida di una produzione agricola più sostenibile e in relazione ai crescenti vincoli di una normativa fitosanitaria europea sempre più stringente. Le aziende iscritte ad Agrofarma detengono per ora una quota di mercato del 60% dei Bca venduti nel nostro Paese (100 milioni di euro). Un valore destinato a crescere grazie anche ai forti investimenti (4 miliardi di euro) nella ricerca e sviluppo di nuove soluzioni bio.

Lo scoglio dei prodotti non registrati

C’è però, secondo Vanelli, uno scoglio da superare. Ovvero quello della concorrenza illecita di prodotti non registrati, ovvero corroboranti, biostimolanti venduti con claim che vantano effetti contro le avversità biotiche, fertilizzanti che contengono rame o derivati microbici e che vengono utilizzati per il loro effetto di difesa.

«Tutti questi prodotti non possono vantare proprietà di difesa. Qualora lo facessero, infatti, dovrebbero essere autorizzati a tale scopo come tutti gli agrofarmaci, secondo le tempistiche e le modalità del Reg. 1107/2009».

«Come Agrofarma ci impegniamo, anche in collaborazione con le altre Associazioni di categoria, per fare chiarezza sul punto e per sensibilizzare la filiera sull’uso corretto dei prodotti, secondo le indicazioni riportate nelle etichette dei prodotti, che devono comunque rimanere nel perimetro normativo di riferimento».

L’impegno di Suolo e Salute inputs

Suolo e Salute è molto sensibile a questo argomento e attraverso lo standard di certificazione biologica dei mezzi tecnici “Suolo e Salute Inputs” valuta l’effettiva ammissibilità in agricoltura biologica di questi prodotti, considerando la natura, le filiere di provenienza, i processi produttivi ai quali sono sottoposte le materie prime utilizzate, nonché la loro tracciabilità e l’assenza di sostanze contaminanti o non ammesse in biologico. Un’attività a garanzia dei produttori dei mezzi tecnici e per mettere al riparo i produttori agricoli da eventuali contestazioni causate dall’utilizzo improprio di mezzi tecnici non in regola.

Agenti di biocontrollo (Bca), le 4 categorie

Microrganismi. Prodotti a base di organismi viventi con specifiche proprietà biologiche. Il loro utilizzo sia nel controllo di funghi patogeni che di insetti dannosi è in forte crescita grazie a recenti innovazioni industriali rivelandosi partricolarmente utili per risolvere i problemi legati alle resistenze e alle residualità.

Macrorganismi. Che comprendono a loro volta: insetti ed acari predatori (solitamente generalisti con spiccate preferenze per una famiglia di insetti); parassitoidi (specializzati su alcune specie ospiti); nematodi entomopatogeni (di dimensioni inferiori a 0,5 mm, possono infettare un ampio range di insetti).

Botanicals. Sostanze naturali di norma volatili prodotte dalle piante per difendersi da insetti fitofagi e altri patogeni attraverso meccanismi diretti tossici o di repellenza.

Semiochimici. Miscele di composti naturali volatili, emessi da piante e animali per comunicare con individui della stessa specie (feromoni) o di specie diverse (allelochimici). Gli insetti li utilizzano per individuare le fonti di cibo e i predatori, per accoppiarsi, e per ridurre la concorrenza con altre specie.

D’ERAMO: «NEL PIANO D’AZIONE DEL BIO CI SARÀ PIÙ SPAZIO PER LA PROMOZIONE»

D’ERAMO: «NEL PIANO D’AZIONE DEL BIO CI SARÀ PIÙ SPAZIO PER LA PROMOZIONE»

Il sottosegretario al Masaf Luigi D’Eramo, intervistato da Laura Saggio per il settimanale Terra e Vita, prende posizione in favore del settore e detta le tempistiche per l’emanazione dell’atteso piano triennale destinato a sostenere la produzione e promuovere i consumi bio

Dopo la storica approvazione della legge sul biologico a che punto è l’adozione del Piano d’azione nazionale? Il sottosegretario al Masaf Luigi D’Eramo, intervistato da Laura Saggio sul settimanale Terra e Vita, fa il punto sui principali dossier di sua competenza e sui temi di attualità. A fine luglio è stata avanzata una prima proposta del Piano d’azione nazionale e il sottosegretario assicura che: «la versione definitiva, che il Masaf si accinge a predisporre, terrà conto degli elementi trasmessi da Regioni e Province autonome, e anche dei risultati della consultazione pubblica con la quale è stata interpellata la società civile e che ha visto una grande risposta. Tutti i contributi confluiranno nel piano triennale che ha una forte valenza strategica e programmatica per lo sviluppo del settore».

Il marchio per il bio made in Italy

Per l’attivazione del marchio Made in Italy Bio sarà possibile, come assicura D’Eramo, «avviare il bando per il concorso di idee non appena saranno predisposti i decreti di ripartizione del Fondo previsto all’articolo 9 della legge». Lo stesso per quanto riguarda il Tavolo tecnico: « l’impegno è arrivare a selezionare quanto prima i componenti, così che diventi uno strumento operativo in grado di dare ulteriore slancio a un settore in cui finora l’Italia ha rappresentato un modello in Europa e non solo».

Più promozione

E riguardo all’attuale frenata dei consumi il sottosegretario attribuisce la colpa a ciò che ha caratterizzato gli ultimi due anni: «pandemia, guerra e un’inflazione mai così alta dalla metà degli anni Ottanta, con ripercussioni sulla capacità di spesa delle famiglie, e non solo per il biologico». A sostenere le affermazioni di D’Eramo il fatto che il bio aumenta in quei canali come l’hard discount, più attenti al prezzo. « Noi puntiamo comunque – afferma il sottosegretario – a un duplice obiettivo: arrivare al target del 25% di superfici fissato dall’Ue prima del 2030 e incentivare i consumi». «Ciò sarà possibile puntando sulla comunicazione, spiegando le caratteristiche del biologico e che si tratta di prodotti di reale qualità».

LOLLOBRIGIDA: «LA RETE DEI CONTROLLI SUL BIO È EFFICACE»

LOLLOBRIGIDA: «LA RETE DEI CONTROLLI SUL BIO È EFFICACE»

«Il sistema funziona». Plauso del Ministro dell’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste alla Procura di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) per l’indagine sul falso bio andata a buon fine.

«Il sistema dei controlli sul bio funziona ed è al servizio dei produttori onesti e dei cittadini». È quanto afferma Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste in relazione all’operazione antifrode portata a termine della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere (Caserta).  «Grazie alla continua e costante attività – aggiunge – svolta sul territorio nazionale da tutte le forze dell’ordine e le Procure, siamo in grado di garantire in Italia e all’estero la qualità e l’eccellenza dei nostri prodotti».

«Esprimo soddisfazione per l’operazione condotta dall’Unità Investigativa Centrale dell’Icqrf (Repressione Frodi) del Masaf insieme alla Guardia di Finanza che ha portato alla luce una pratica fraudolenta finalizzata ad immettere sul mercato considerevoli quantità di prodotti agroalimentari dichiarati falsamente biologici».

Anche secondo Aiab, attraverso la voce del presidente Giuseppe Romano, il caso di Santa Maria Capua Vetere mette in luce la prontezza del sistema di controllo nell’individuare e contrastare il rischio di frode sui prodotti biologici.

«L’Associazione italiana agricoltura biologica – afferma Romano – è da sempre attenta a seguire questi interventi della Procura, fondamentali per la sicurezza di tutto il sistema e segno evidente, una volta di più, che il sistema di controlli e certificazioni c’è e funziona». «È importante ora accertare le eventuali responsabilità dei singoli e continuare a vigilare, senza però generalizzare questi singoli episodi a tutto il sistema bio».

150mila controlli all’anno

«Quello del biologico – conclude Romano – è l’unico sistema di controllo che assicura in media il 130% dei controlli previsti per legge, quindi più di uno per azienda agricola, per un totale tra i 120 e i 150.000 controlli l’anno». «Parliamo quindi di una copertura totale, come nessun altro settore è in grado di fare, affinché ci sia la massima trasparenza ed eventuali mele marce, presenti del resto in tutti i settori, vengano espulse dal sistema, a garanzia della reputazione del sistema stesso, di tutti gli agricoltori onesti e dei consumatori».

NOMISMA, VALGONO 2 MILIARDI VENDITE BIO ITALIANE IN GIAPPONE

NOMISMA, VALGONO 2 MILIARDI VENDITE BIO ITALIANE IN GIAPPONE

Valide opportunità di crescita per il nostro bio grazie alla reputazione del ade in Italy nel Sol Levante. I dati diffusi in occasione della videoconferenza organizzata nell’ambito del progetto Ita.bio

Valgono due miliardi le vendite di prodotti bio italiani in Giappone. Un paese in cui il biologico è ancora una nicchia, ma ha significative potenzialità di crescita. E questo soprattutto alla luce del fatto che, nel settore, il made in Italy è considerato «al top della qualità per un consumatore nipponico su tre». È quanto emerge dall’analisi di Nomisma per la piattaforma Ita.Bio nel suo primo focus, dedicato al Paese del Sol Levante.

I numeri

I dati sono stati diffusi nel corso di una videoconferenza in diretta streaming in cui la Responsabile Market Intelligence & Business Information Silvia Zucconi e il Responsabile Industria, Retail e Servizi Emanuele Di Faustino di Nomisma hanno presentato lo studio “Dimensioni e posizionamento del biologico italiano sui mercati internazionali: focus Giappone”, da cui emerge che:

  • il mercato del biologico in Giappone è oggi pari a poco più di 2 miliardi di euro, con una crescita media annua post Covid pari a circa al 8-10%;
  • il mercato degli alimenti «naturali» – healthy, naturali, sostenibili e vegetariani/vegani – è invece stimato a circa 6 miliardi euro, suggerendo come il mercato biologico per le sue caratteristiche abbia un enorme potenziale di crescita;
  • la consumer base di prodotti bio in Giappone oggi è ancora limitata ad una quota di acquirenti regolari (18%) e una forte quota di «futuri» acquirenti (i non user sono il 68% della popolazione);
  • Italia top quality nel bio: nel percepito dei consumatori giapponesi, l’Italia si posiziona al terzo posto, dopo Francia e Australia, tra i Paesi che producono i prodotti bio di maggiore qualità;
  • anche il vino presenta enormi opportunità di crescita in ottica futura: oggi solo il 22% degli user consuma difatti vino a marchio bio, una quota destinata a crescere visto che dal 1° ottobre 2022 la certificazione biologica JAS è stata estesa anche alle bevande alcoliche, vino incluso.

I relatori

All’appuntamento, insieme ai relatori di Nomisma, hanno partecipato anche Paolo Carnemolla, Segretario Generale FederBio, Erica Di Giovancarlo, Direttore Ufficio ICE Tokyo, Akiteru Imai, Direttore del Dipartimento Import Bio c’​ Bon Japon, Benedetto Marescotti, Marketing Manager Gruppo Caviro, Giovanni Battista Girolomoni, Presidente Gino Girolomoni Cooperativa Agricola, e Massimo Monti, Amministratore Delegato Alce Nero S.p.a, con la moderazione di Alessandro Piscopiello, Giornalista Edagricole.