ALLUVIONE IN ROMAGNA, LA SOLIDARIETÀ DI SUOLO E SALUTE
L’impatto della doppia calamità naturale che ha colpito Emilia-Romagna e Marche il 2 e 16 maggio è pesante anche per l’agricoltura bio. Suolo e Salute è vicina alle persone e alle aziende colpite ed è pronta a fare la sua parte per supportare gli operatori bio delle aree colpite
Una doppia alluvione nel giro di due settimane, più di cinquecento millimetri di pioggia caduti in due sole notti, 24 fiumi esondati, 12 mila ettari allagati, più di 300 frane, 36mila sfollati e, purtroppo, 15 morti.
Il 70% dei danni all’agricoltura
Sono le cifre dell’estesa calamità naturale che ha colpito la Romagna, l’Emilia orientale e il nord delle Marche lo scorso 16 maggio, aggravando il bilancio delle forti piogge che avevano colpito lo stesso areale il 2 maggio. Un vero dramma per l’agricoltura, anche di quella bio, in un territorio a fortissima vocazione agroalimentare. Secondo le prime stime il 70% dei danni è infatti a carico del comparto primario e gli impatti sono di due tipologie. A quelli causati in pianura dalle esondazioni e dagli allagamenti prolungati nel tempo occorre aggiungere l’effetto del pesante dissesto idrogeologico che riguarda tutta la catena appenninica che va da Bologna a Cesena, un territorio ad altissima concentrazione di biologico, con profonde ferite causate da frane e smottamenti sia sui suoli agricoli che su quelli forestali.
Suolo e Salute è pronta a fare la sua parte
Suolo e Salute esprime la propria vicinanza e solidarietà alle colleghe della nostra sede Emilia-Romagna di Faenza e a tutte le persone e alle aziende colpite da questa immane tragedia. Molte delle aziende colpite sono certificate da Suolo e Salute e per queste la società sta valutando un pacchetto di sostegno che sarà deciso in via definitiva alla luce del numero complessivo delle unità produttive colpite e dell’entità dei danni subiti dalle singole aziende.
Nel contempo siamo in contatto con le autorità per ricevere disposizioni riguardo alle attività di controllo considerando le innumerevoli difficoltà degli operatori, sia sul piano produttivo che strutturale, sia riguardo alla mobilità ancora difficile in molte zone alluvionate e montane interessate dalle frane.
L’impegno del bio contro il climate change
L’impatto dell’alluvione è stato amplificato dall’effetto dei precedenti quattro mesi di siccità invernale che hanno provocato fessurazioni e spaccature in cui si sono poi infiltrate le acque piovane provocando i disastri che vediamo ora.
Ciò che sta capitando mette in evidenza la necessità di impegnarci per contrastare con tutti i mezzi e con tutte le competenze l’impatto del cambiamento climatico. L’agricoltura biologica è in prima linea, con la sua massima attenzione alla biodiversità e alla fertilità organica del suolo.