Dagli Stati Uniti, e rilanciata da Parkinson Italia, Confederazione di Associazioni di volontariato indipendenti, arriva la scoperta del meccanismo molecolare alla base della degenerazione delle cellule celebrali.
È noto a tutti che i pesticidi aumentano il rischio di malattie neurologiche, tra cui il Parkinson. La ricerca, pubblicata sulla rivista Neurology, il giornale della American Academy of Neurology (Università della California di Los Angeles, UCLA), mostra il modo in cui i pesticidi potrebbero aumentare il rischio di ammalarsi di Parkinson.
La ricerca spiega che alcuni pesticidi inibiscono l’enzima chiamato aldeide deidrogenase (Aldh), un enzima fondamentale per la detossificazione delle cellule e per la metabolizzazione dell’alcol.
Gli scienziati hanno dimostrato che per gli individui che presentano una variante del gene Aldh2 c’è maggior probabilità di contrarre la malattia neurologica.
È stato studiato un fungicida, il benomil, il cui uso fu vietato già da diversi anni. Il benomil provoca danni ai neuroni dopaminergici tramite l’inibizione dell’attività dell’enzima Aldh: aumentano i livelli di una tossina presente nel cervello, il DOPAL, il principale responsabile dei danni neurologici e dei sintomi del Parkinson.
Sono così stati analizzati 26 pesticidi, attualmente usati in agricoltura, e undici di questi hanno evidenziato la riduzione dell’attività di Aldh fino al 30% rispetto alle cellule di controllo.
“È stata una sorpresa trovare così tanti tipi di pesticidi che inibiscono l’attività dell’enzima Aldh anche a concentrazioni basse. Questi pesticidi sono molto diffusi nell’ambiente e si trovano anche nei cibi, per cui il numero di persone potenzialmente a rischio è notevolmente più alto di quanto ci si aspetti” dichiara Jeff Bronstein, il neurologo che ha condotto questo studio.
Fonte: https://www.cambialaterra.it/2019/02/cosi-i-pesticidi-aumentano-il-rischio-parkinson/