Il Qatar dipende, quasi totalmente, dalle importazioni alimentari estere, modello economico che, oltre a basarsi in maniera poco rassicurante sulle oscillazioni del prezzo del greggio non convince.
Per questo motivo, è stato predisposto la Qatar’s National Vision 2030, un piano di finanziamento che scade ogni quindici anni, e si prefigge la rivoluzione dei metodi di coltivazione e allevamento per puntare all’autosufficienza entro il 2020 nella produzione di prodotto fresco e lattiero caseario.
Sono nati, così, progetti volti a reintegrare la rigenerazione naturale dell’acqua potabile, come opere di desalinizzazione delle acque o di condensazione dell’atmosfera. Queste opere hanno permesso, infatti, solo nel 2018, una crescita di oltre il 100% della produzione agricola.
Sono state create circa 400 serre per la produzione di orticole biologiche che forniscono prodotti freschi, locali e a prezzi vantaggiosi, oltreché rispettosi dell’ambiente per il metodo agronomico applicato e per il minore impatto rispetto ai prodotti di importazioni da Paesi esteri. La coltivazione bio, inoltre, richiede il 30% in meno di acqua ed energia.
Possiamo dire che il Qatar ha trovato, seppur in zona desertica, la sua chiave di svolta.
Fonte: https://www.unimondo.org/Notizie/Serre-biologiche-nel-deserto-di-necessita-virtu-190789