Sei comuni avviano il percorso per la costituzione di un distretto biologico in un’area, tra le colline a occidente di Siena, dove è molto presente Suolo e Salute. Una scelta che può valorizzare i numerosi elementi ambientali di pregio presenti in questo territorio. Capofila è il Comune di Sovicille affiancato da Murlo, Chiusdino, Monticiano e poi Radicondoli e Casole d’Elsa. Alessandro D’Elia: «Iniziative come questa vanno sostenute a tutti i livelli e testimoniano la necessità di accelerare con l’approvazione del Ddl sul bio»
Sei comuni della Provincia di Siena verso la costituzione di un distretto del biologico. Si tratta di Sovicille, che è il capofila, insieme a Murlo, Chiusdino, Monticiano e poi Radicondoli e Casole d’Elsa, che insieme hanno avviato questo percorso. Nel complesso costituiscono un territorio molto articolato, con un’estesa superficie forestale, un paesaggio unico che può essere ora maggiormente valorizzato e tutelato con la nascita del Biodistretto.
Il sostegno di Suolo e Salute
Si tratta di un territorio che sta particolarmente a cuore a Suolo e Salute, presente con il suo sostegno di certificazione in numerose realtà dei sei Comuni senesi. «Iniziative come queste – afferma Alessandro D’Elia, direttore generale di Suolo e Salute – vanno sostenute a tutti i livelli e da tutti gli attori del sistema del biologico nazionale, in primis dalla politica».
«Ed è per questo – continua – che si spera adesso in un iter accelerato della legge sul biologico, appena emendata e rimandata al Senato (vedi notizia precedente)».
«Suolo e Salute da sempre ha sostenuto e favorito la creazione dei Biodistretti, credendo molto sulle potenzialità di questo strumento virtuoso per la valorizzazione sul piano economico, sociale ed ambientale dei territori, soprattutto di quelli marginali». Un’attenzione testimoniata dall’impegno profuso da questo organismo di certificazione nella prima esperienza europea di aggregazione di aziende bio in un territorio, in alta Val di Vara a Varese Ligure in provincia di La Spezia. «Fin dal 1998 – ricorda D’Elia- abbiamo creduto ed investito sulla nascita e sullo sviluppo del Biodistretto dell’Alta Val di Vara, un esempio di coerenza e di coesione territoriale in un territorio unico dove tuttora abbiamo la sede ligure di Suolo e Salute».
«Siamo – continua D’Elia – leader per la certificazione biologica in Italia con oltre 21.000 operatori controllati, quasi il 26% del totale, e siamo tra i più importanti organismi di certificazione in Toscana e nell’area del nuovo Biodistretto vantiamo la certificazione di molte aziende agricole e di trasformazione».
Boschi e agricoltura bio
Come nel caso dell’Alta Val di vara, il valore ambientale di questa zona collinare del Senese è testimoniato da un tasso di boscosità è pari al 62%, non solo, in questi comuni il 54% del territorio coltivato è biologico, ben 9.485,15 ettari e sono presenti 220 aziende bio. La costituzione del distretto consentirà di sostenere le progettualità del territorio anche usufruendo dei fondi dello Sviluppo rurale e di fondi dedicati alla ricerca e innovazione in agricoltura biologica, ai distretti e alle filiere.
Gli obiettivi
Le finalità e le ricadute sul territorio di un bio distretto sono molteplici, oltre al rafforzamento complessivo del comparto e delle competenze tecniche saranno valorizzati i prodotti biologici e le filiere del territorio aprendo nuovi mercati per i produttori. Ed ancora, favorire lo sviluppo di una proposta turistica basata sulla sostenibilità, l’ecoturismo, lo sviluppo e fruizione di reti di mobilità lenta. «Per la costituzione del biodistretto – sottolinea Giuseppe Gugliotti, sindaco di Sovicille – è essenziale il coinvolgimento dei produttori biologici e degli operatori».
«Nel distretto bio le amministrazioni comunali si impegnano ad adottare politiche di tutela del suolo e dell’ambiente, di riduzione dei rifiuti, di promozione delle produzioni biologiche e dell’agrobiodiversità, di educazione alimentare, l’uso di materiali biodegradabili negli eventi pubblici. È dunque un’iniziativa che incrocia il tema della sostenibilità economica e ambientale». L’iniziativa ha già fatto i primi passi grazie all’impegno di Monica Coletta, agronomo specializzata in agricoltura biologica. «Ora serve – conclude la vicesindaca Federica Parrini – un nucleo promotore fortemente motivato che animi la discussione per arrivare a definire obiettivi e priorità di azione».