E’ terminato martedì scorso 14 maggio a Bruxelles il Consiglio europeo Agricoltura e pesca, che ha sottolineato l’importanza dell’agricoltura biologica in Europa e ha posto le basi per un sostegno crescente da parte dell’Unione. Nel documento finale si legge infatti che quello biologico rappresenta un sistema sostenibile di produzione in grado di assolvere ad una duplice funzione sociale, da un lato venendo incontro alla crescente domanda dei consumatori, sempre più interessati ad un’alimentazione sana, dall’altro costituendo un metodo di produzione in grado di contribuire in maniera sostanziale alla tutela dell’ambiente, al benessere degli animali e allo sviluppo rurale. Stanti queste premesse, è l’Unione stessa a chiederwe agli Stati bembri di “sviluppare il settore dell’agricoltura biologica ad un livello ambizioso, rivedendo l’attuale quadro normativo, al fine di migliorarne la fruibilità, prevedendo un periodo di stabilità e certezza e che miri a: un ulteriore chiarimento e semplificazione; affrontare le attuali questioni in sospeso che richiedono un ulteriore sviluppo; chiarire la situazione per quanto riguarda la protezione dell’uso del termine ‘biologico’ per prodotti non nell’Allegato I; fornire orientamenti sul termine ‘biologico’ associato alla preparazione dei prodotti biologici negli esercizi della ristorazione collettiva”. In particolare gli stessi Stati membri sono chiamati ad “adottare misure specifiche volte a tutelare la reputazione del settore biologico, andando incontro alle aspettative dei consumatori», anche per mezzo di un «rigoroso e proporzionato regime di controllo economicamente efficiente che dovrebbe includere l’assegnazione univoca di responsabilità tra i soggetti interessati al controllo ed un regime di sanzioni armonizzato concordato a livello europeo». Per questi scopi, è fondamentale migliorare produzione, controlli, scambio e diffusione di informazioni; incentivare l’armonizzazione delle norme e fornire linee guida chiare; migliorare i meccanismi alla base del commercio del bio su scala internazionale, grazie in particolare a “reciprocità e trasparenza negli accordi commerciali”, assicurando al tempo stesso procedure di importazione solide in grado di non svantaggiare gli operatori dell’UE.
Il documento invita inoltre la stessa Commissione, in cooperazione con gli Stati membri, a “valutare la fattibilità di istituire certificati di importazione elettronici europei, al fine di agevolare e rafforzare la procedure di controllo ai confini Ue”. Sul fronte della promozione del consumo di prodotti biologici, il Consiglio auspica una sempre crescente diffusione e applicazione del logo Ue per facilitare il riconoscimento e la differenziazione dei prodotti biologici nel mercato, unitamente ad uno sforzo specifico per aumentare la consapevolezza dell’opinione pubblica anche attraverso l’informazione on-line e campagne specifiche”.
In definitiva, ribadisce il documento, è imprescindibile “rivedere e aggiornare il Piano d’azione europeo per l’agricoltura biologica perché rifletta lo sviluppo prevalente e il futuro del settore e fornisca una visione politica ed un punto di riferimento per il futuro”, riconoscendo “l’inclusione specifica dell’agricoltura biologica nelle attuali proposte di riforma della PAC” e valutando “altre possibilità di fornire sostegno finanziario per la produzione biologica all’interno questo quadro”, per poter “continuare a riconoscere e favorire il dinamismo innovativo e le potenzialità del settore del biologico ed il sostegno necessario della ricerca e dell’innovazione, in particolare nel quadro dell’European Innovation Partnerships (Eip)”.
Fonte: Sinab, UE