Prosegue senza sosta la crescita del biologico nel nostro paese, in controtendenza rispetto al resto dell’agroalimentare. Secondo le stime diffuse da FederBio, nel 2014 la crescita del settore ha portato ad un valore complessivo del comparto pari a 2,6 miliardi di euro, con una crescita dell’8% rispetto al 2013. Quasi un italiano su 3 (il 30%, secondo i dati della Federazione) si è dichiarato intenzionato ad acquistare prodotti biologici, ma la mancanza di un numero adeguato di punti vendita nel Centro Sud “confina” in parte il boom del biologico alle sole regioni settentrionali, facendo dichiarare alla stessa FederBio che e potenzialità del biologico italiano sono decisamente superiori e che resta un settore sottosviluppato rispetto alle proprie potenzialità. Interessante anche la lettura dei dati riguardanti i diversi canali di vendita. Secondo le stime di Assobio, che riunisce le imprese di trasformazione e distribuzione e che aderisce a FederBio, a fare la parte del leone sono stati i discount, cresciuti del 25,8% nell’ultimo anno. Notevole ma meno eclatante la crescita nelle vendite presso gli ipermercati (+11,5%) e i supermercati (+9,9%). In termini assoluti, tuttavia, la quota più significativa del mercato resta saldamente nelle mani dei negozi specializzati in prodotti biologici, che sono responsabili di un volume di affari di circa 1,1 miliardi e che hanno fatto registrare una crescita del 7,5% rispetto al 2013.Differenze significative anche per quanto riguarda le diverse tipologie di prodotti biologici: cala l’ortofrutta, in flessione del 2,5% nella grande distribuzione, un dato questo che incide per un significativo 10% sull’andamento complessivo delle vendite). Un risultato senza dubbio condizionato dall’andamento stagionale e dalle scelte di vendita dei consumatori. Crescono in particolare le vendite di biscotti biologici (+14%), passate e polpe di pomodoro (+14.1%) e baby food (+20%), e parallelamente fanno segnare buoni risultati anche i prodotti con ricette vegetariane e vegane a base di soia e seitan, introdotti solo negli ultimi mesi dell’anno nella grande distribuzione. Bene anche i vini bio, per i quali sembra inalterato negli ultimi anni il profilo-tipo dell’acquirente medio: residente al Nord Ovest e al Nord Est, in area metropolitana e centri di medie dimensioni, appartenente a nuclei familiari poco numerosi e di classe socio-economica ed istruzione medio-alte.Sul fronte occupazionale, il biologico italiano ad oggi coinvolge 220mila persone: su scala europea, ben il 61,3% degli agricotori bio ha meno di 55 anni, un quarto delle aziende agricole europee è condotta da donne. A livello di istruzione, addirittura la metà dei produttori biologici ha il diploma di scuola media superiore, ben il 17% la laurea e 55 agricoltori bio su 100 utilizza regolarmente internet.
Fonte: FederBio, Greenbiz
Crescita record del biologico in Italia nel 2014
14 Gennaio 2015
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