Nella cornice del Centro Congressi Domus Pacis di Assisi si è svolto venerdì 31 gennaio scorso il VI° convegno nazionale sulla gestione del rischio in agricoltura. L’evento dal titolo “Il futuro della gestione del rischio in agricoltura tra cambiamenti climatici e nuova PAC” è stato organizzato dal Ce.S.A.R. (Centro per lo Sviluppo Agricolo e Rurale), con la collaborazione di ASNACODI (Associazione Nazionale Consorzi di Difesa) e del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali dell’ Università degli Studi di Perugia. L’iniziativa rientra nell’ambito delle attività di Comunicazione del PSR della Regione Umbria. I cambiamenti climatici in atto e la frequenza sempre crescente di eventi climatici estremi rappresentano sfide di portata epocale per il mondo agricolo, interessando territori sempre più ampi con conseguenze non di rado distruttive. LA gestione dei rischi in agricoltura pertanto si trova ad un punto di svolta, ad una fase “2.0” cui tutto il mondo agricolo, e non solo, è chiamato a rispondere. All’incontro hanno preso parte oltre 500 persone, comprese delegazioni provenienti da Svizzera, Germania e Spagna. Il direttore Ce.S.A.R. Frascarelli, sottolineando che oramai il tema dei cambiamenti climatici “va affrontato a tutto tondo”, ha ricordato che tra le misure previste nella nuova PAC ce né una specifica per la prevenzione e gestione del rischio, risultato a suo dire molto importante perche testimonia quanto il tema sia entrato a far parte stabilmente della PAC. Per il direttore ASNACODI Bertolini, è stato il settore del vino quello capace di intercettare al meglio le opportunità e i vantaggi offerti dalla gestione del rischio, sottolineando che dal 2007 ad oggi il Nord del paese ha visto una crescita del valore assicurato molto superiore al centro-sud. Lo stesso Bertolini ha dichiarato che l’azione di Asnacodi avrà come obiettivo primario quello di “costruire un piano assicurativo nazionale ed una nuova normativa sui fondi di mutualità”, allo scopo di “proteggere il settore agroalimentare italiano”. I risultati importanti del sistema assicurativo in Italia sono stati ricordati dal Presidente Ismea Arturo Semerari, che ha sottolineato la maggiore sensibilità dell’UE sul tema rispetto agli anni passati. Per Semerari “i principali limiti dell’attuale sistema assicurativo sono la bassa adesione delle aziende agricole, la forte concentrazione territoriale al nord, la limitata diffusione delle polizze multirischio e gli alti costi delle perizie”. Anche in merito alle cosiddette “avversità catastrofali” c’è molto da fare, dato che al momento non sono né assicurate né risarcite. Un problema da affrontare con urgenza dato che “”gli eventi estremi stanno aumentando e continueranno a crescere nei prossimi anni”. Per il Presidente ISMEA è fondamentale usare al meglio gli strumenti per la gestione del rischio previsti dalla PAC, “introdurre nei PSR delle misure premianti per gli agricoltori che scelgono misure assicurative” e approvare un piano agricolo nazionale pluriennale, in grado di “favorire la razionale programmazione delle aziende agricole in tema di gestione dei rischi nel medio periodo”.
Il capo dipartimento delle politiche europee e internazionali dello sviluppo rurale del Mipaaf Giuseppe Blasi, riferendosi alla gestione del rischio, ha dichiarato che quello che si sta allestendo è una sorta di “grande cantiere”, esprimendo la propria soddisfazione per l’accordo sulla ripartizione delle risorse FEASR raggiunto nella conferenza Stato-Regioni, grazie ai 21 miliardi di euro stanziati per il settore agricolo: “abbiamo dato più risorse in termini assoluti ai programmi che spendevano meglio e abbiamo messo le regioni che spendevano meno nelle condizioni di poter agire meglio nella fase di programmazione”. Per Blasi “ciò che manca nel nuovo regolamento finanziario che disciplina gli strumenti di crisi e’ il 75% di copertura delle percentuali di contribuzione” e la copertura dei danni causati dalla selvaggina, trascurati perché, secondo il capo dipartimento, “la commissione non li ha compresi appieno e ha deciso che non dovevano entrare nel pacchetto di misure per la gestione del rischio”.
Blasi ha anche menzionato il Collegato Agricolo, che delega al governo la riforma del fondo di solidarietà nazionale e del pacchetto anticrisi: ciò, secondo Blasi, “significa che nel giro di 7-8 mesi abbiamo la possibilita’ di riscrivere alcune regole, cercando di arrivare ad sistema diverso. “Credo sia arrivato il momento di entrare in una fase evoluta della gestione dei fondi mutualistici, puntando sulle polizze multirischio, e di creare una banca dati nazionale sulle rilevazioni meteorologiche, consultabile da periti, agricoltori e altri interessati”, ha dichiarato invece il presidente ASNACODI Agabiti. Le conclusioni dei lavori sono state affidate all’assessore regionale all’agricoltura Fernanda Cecchini che, nell’esprimere apprezzamento per gli esiti dell’incontro, ha voluto sottolineare le difficoltà derivanti dai continui avvicendamenti al Ministero dell’Agricoltura: “l’agricoltura ha bisogno di stabilità politica ed il settore primario non può essere considerato come un elemento di compensazione per ministri insoddisfatti, altrimenti e’ meglio che il ministero dell’agricoltura lo tenga ad interim il presidente del Consiglio”. “Come sistema regioni siamo più che soddisfatti dalle misure contenute nella PAC, anche se sul primo pilastro non tutte le regioni portano a casa lo stesso risultato” e questo e’ un punto sul quale probabilmente si poteva fare di piu’, ha concluso l’assessore.
Fonte: Agrapress