Il 12 e il 13 dicembre si è riunito il Consiglio europeo “Agricoltura e Pesca” con diversi punti all’ordine del giorno: dai limiti di cattura per i pescherecci, passando per il rafforzamento degli agricoltori nella filiera alimentare e nella lotta al commercio sleale, per finire con i cambiamenti climatici e lo sfruttamento del suolo.
Tra i temi in discussione, gli operatori del comparto agroalimentare italiano attendevano soprattutto la definizione delle nuove norme sul biologico. Norme che però non sono state approvate e la cui discussione si rimanda al prossimo semestre europeo, a presidenza maltese.
Consiglio europeo: “Nessun accordo sul bio nel 2016”
Il semestre di presidenza slovacca, che si concluderà alla fine di quest’anno, aveva tra le proprie priorità quella di arrivare all’approvazione delle nuove norme sull’agricoltura biologica, come previsto nell’ordine del giorno Consiglio europeo del 12/13 dicembre. Ciò non è stato possibile.
Troppo diverse le posizioni in campo. Non è stato possibile trovare una soluzione di compromesso che appianasse le divergenze su questioni come la coltivazione in serra, le deroghe attive per il settore e la contaminazione accidentale da agrofarmaci, tema particolarmente sentito dagli operatori di settore.
La bozza sul nuovo regolamento Ue per il bio è stata presentata quasi tre anni fa, nel marzo 2014, dall’allora commissario europeo per l’agricoltura e lo sviluppo rurale Dacian Cioloș. La situazione è in stallo da allora.
«Nonostante i considerevoli progressi fatti negli ultimi triloghi, nessun accordo potrà essere raggiunto entro la fine dell’anno. Questo a causa dell’impossibilità di trovare un compromesso relativamente a emissioni, deroghe alla raccolta dei dati, sementi e sostanze non autorizzate», si legge nella nota ufficiale di Bruxelles, rilasciata a margine dell’incontro.
Le preoccupazioni della vigilia
Nel mondo dell’agricoltura biologica e negli ambienti istituzionali italiani, c’era un diffuso timore sulle possibili nuove regole in corso di approvazione presso il Consiglio europeo. Si sospettava una riforma poco incisiva, ‘annacquata’ secondo alcuni, che avrebbe minacciato il settore invece di favorirlo.
Così si è espresso per esempio Paolo De Castro, coordinatore del gruppo S&D della Commissione Ue presso il Parlamento europeo:
«Se il risultato del processo di riforma dovesse finire per peggiorare lo staus quo, meglio sarebbe non approvare il nuovo regolamento. Al momento sembra che, invece di sostenere il settore bio in Europa, il processo di revisione lo stia minando».
Preoccupazioni che riecheggiavano anche nel giudizio di Vincenzo Vizioli, presidente Aiab (Associazione italiana agricoltura biologica):
«Il settore biologico non può permettersi di scendere a compromessi con le logiche di mercato. Se devono passare posizioni peggiorative e che non garantiscono a pieno i consumatori e i produttori seri, l’opzione del nulla di fatto è la mena dolorosa». Secondo Vizioli, la discussione dovrebbe partire dalle debolezze da correggere nel settore, «invece di convalidare un sistema ‘quasi’ biologico».
Paolo Parisini, presidente della Federazione nazionale dell’agricoltura biologica di Confagricoltura, denunciava il rischio «di approvare regole che annacquerebbero la qualità della produzione agricola biologica italiana ed europea». Scelte che avrebbero quindi messo «in pericolo un settore in forte espansione».
Consiglio europeo Agricoltura e Pesca, le altre decisioni
Non sono mancate le novità sul fronte del comparto agroalimentare nel corso del consiglio europeo di lunedì e martedì.
La più importante, l’adozione da parte dell’organo comunitario di una conclusione sul rafforzamento della posizione degli agricoltori nella filiera alimentare e sulla lotta contro le pratiche commerciali sleali.
Nel provvedimento, il Consiglio suggerisce a Commissione Ue e Stati membri alcuni provvedimenti da adottare per ripartire più equamente i rischi lungo tutta la filiera agroalimentare. Si suggerisce in particolare di rafforzare la stipula dei contratti e migliorare la trasparenza del mercato.
I ministri dell’agricoltura dei diversi Stati membri hanno poi espresso apprezzamento per le recenti decisioni della Commissione sulla creazione di un regolamento sull’uso del suolo, i cambiamenti di uso del suolo e la silvicoltura (regolamento LULUCF).
I ministri hanno infine concordato sul contributo che l’agricoltura può dare alla mitigazione dei cambiamenti climatici e si dichiarano pronti a intervenire sulla gestione sostenibile delle foreste.
FONTI:
http://www.consilium.europa.eu/it/meetings/agrifish/2016/12/12-13/
http://www.informatoreagrario.it/ita/News/scheda.asp?ID=3115
http://www.italiafruit.net/DettaglioNews/37435/dallestero/biologico-leuropa-decide-di-non-decidere