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Agricoltura biologica: benefici ed opportunità per l’agroalimentare italiano

L’agricoltura biologica europea e italiana si sta avviando alla terza riforma legislativa in poco meno di trent’anni di regolamentazione comunitaria. Mentre annualmente si perdono milioni di ettari a causa di pratiche agricole insostenibili, è dimostrato che l’agricoltura biologica: aumenta la fertilità del suolo e, di conseguenza, la produttività nel medio e lungo periodo; migliora la struttura del suolo e la capacità di trattenere e filtrare l’acqua, con una riduzione della necessità d’irrigazione e dell’impatto di siccità e alluvioni; riduce l’inquinamento delle falde acquifere; riduce l’erosione causata da vento, dall’acqua e dallo sfruttamento eccessivo dei pascoli e aumenta la capacità del suolo di sequestrare carbonio e contribuisce in questo modo a mitigare l’effetto serra, a sostenere l’adattamento al cambiamento climatico e a ridurne gli effetti. Questo significa che una conversione globale al metodo bio trasformerebbe l’agricoltura da principale fattore di cambiamento climatico ad attività a impatto climatico mitigato, rendendola così un’efficiente strategia di adattamento. Molti dei benefici dell’agricoltura biologica dipendono dalla creazione di un equilibrio ecologico tra il suolo, le piante e gli animali, che si traduce in una maggiore qualità dei prodotti che ne derivano.

“Ecco perché banalizzare le scelte dei Governi e della Commissione Ue sul Green Deal, – dichiara Maria Grazia Mammuccini, presidente di Federbio – di cui la strategia “Farm to Fork” uno dei pilastri, appare francamente incomprensibile, in particolare quando si tratta di agricoltura biologica, unica forma di agricoltura sostenibile normata e certificata dall’Ue fin dal 1991, e quando si tratta di lavorare per una riduzione della chimica di sintesi, rispetto alla quale il punto di vista dei cittadini europei è ormai netto. L’Italia deve sostenere questa strategia e rivendicare un ruolo da protagonista, poiché, rispetto alla media attuale di superficie coltivata a biologico in Ue, siamo già al doppio, con Regioni del Sud o interi territori del Paese che sono ben oltre l’obiettivo del 25% dettato dalla Commissione. Proprio perché gli incentivi andranno anzitutto alla produzione e alle filiere, l’Italia, che è un Paese fortemente produttore, potrà beneficiare più di altri di queste risorse per la transizione verso il biologico della propria agricoltura, sulla cui crisi di prospettive e reddito leggiamo tutti i giorni sui media”.

“Dobbiamo tenere saldi i principi e i valori che fanno percepire anche ai cittadini come un’agricoltura moderna riesca a conciliare sostenibilità ambientale e sociale con sostenibilità economica”, termina Maria Grazia Mammuccini.

Fonte: https://www.huffingtonpost.it/entry/cosa-e-bio-per-litalia-grandi-benefici-nella-transizione-al-biologico_it_5ee0e97fc5b6eea8fab64310

Serena Leonetti:
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