L’agricoltura sociale è diffusa ma ancora poco visibile. “Porte Aperte” ha portato il pubblico a conoscere 42 aziende impegnate nella BioAgricoltura Sociale
Dal 4 al 6 aprile, l’iniziativa “Porte Aperte” ha coinvolto 42 aziende associate a BioAs, l’Associazione nazionale di BioAgricoltura Sociale, in otto regioni italiane. L’obiettivo: far conoscere al pubblico il valore dell’agricoltura sociale, un modello che unisce sostenibilità, inclusione e produzione biologica. Le aziende hanno proposto degustazioni, laboratori, percorsi educativi su ecologia e alimentazione, mostrando come le scelte etiche possano generare qualità e integrazione.
Secondo il presidente di BioAs, Salvatore Cacciola, l’agricoltura sociale è diffusa ma ancora poco visibile, e iniziative come questa servono a renderla più riconoscibile e valorizzata.
Numerosi gli esempi virtuosi. In Lombardia, le cooperative Oikos e Alchimia coltivano vigneti e orti sociali impiegando persone fragili. A Roma, Agricoltura Nuova coinvolge giovani con disagio mentale in produzioni biologiche e biodinamiche di alta qualità. In Calabria, la Cooperativa don Milani include anziani con autonomia ridotta in attività agricole, migliorando la qualità della vita. In Sicilia, L’Arcolaio promuove il reinserimento lavorativo di detenuti ed ex detenuti attraverso la trasformazione di prodotti locali e la coltivazione di erbe aromatiche.
Le giornate di apertura hanno offerto un’occasione concreta per avvicinare le comunità a queste realtà, dove l’agricoltura non è solo produzione, ma anche strumento di inclusione e rigenerazione sociale.
Per approfondimenti:
https://greenplanet.net/lagricoltura-sociale-apre-le-porte-per-creare-legami-piu-stretti-con-il-terriorio/