L’indagine Aliud Pro “Olio”, condotta da Guardia di Finanza e ICQRF, ha portato al sequestro di 400 tonnellate di olio d’oliva di qualità scadente o contaminato in provincia di Andria e in Calabria, all’arresto di 16 persone e ad altrettanti sequestri preventivi d’azienda. “La strategia investigativa – rende noto un comunicato della Guardia di Finanza – ha permesso di svelare in maniera chiara ed inconfutabile l’esistenza di radicati sodalizi criminali dediti alla commercializzazione fraudolenta di olio di oliva di origine, qualità e natura diverse da quelle dichiarate”. “Le indagini ed i riscontri effettuati hanno evidenziato, infatti come le organizzazioni delinquenziali si avvalessero, per la realizzazione ed il perfezionamento del disegno criminoso predeterminato, di diverse imprese operanti nel settore della commercializzazione dell’olio di oliva, dislocate in Puglia ed in diverse città della Calabria a cui veniva demandato il compito primario di fornire fatture false attestanti altrettanti fittizi approvvigionamenti di olio extravergine di oliva prodotto in Italia, necessari cartolarmente per legittimare ingenti acquisti di olio proveniente, in realtà, dalla Spagna”. “Le suddette condotte illecite risultavano esclusivamente finalizzate al conseguimento di ingiusti vantaggi patrimoniali realizzati mediante un sistema di frode basato su documentazione fiscale e di trasporto, ideologicamente fittizia ed artatamente predisposta. “Le indagini hanno, infatti, confermato che i gruppi delinquenziali, operanti ad Andria, attraverso la posizione strumentale di altri imprenditori compiacenti trasformavano, mediante sovrapposizione documentale, olio di produzione comunitaria in ‘olio 100% italiano biologico’ con l’intento di veicolarlo nei confronti di altri soggetti partecipi all’organizzazione (confezionatori/commercianti all’ingrosso di olio) al fine di collocarlo, nell’ultimo stadio, sul mercato del consumatore finale, sfruttando il valore aggiunto delle menzioni riservate ai prodotti Made in Italy e biologici”. “Il decisivo contributo delle imprese cartiere ha permesso ai malfattori di generare un vorticoso volume d’affari illecito pari a circa 30 milioni di euro”. L’indagine ha consentito di procedere “al sequestro di ingenti quantitativi di oli dalle qualità organolettiche scadenti e/o contaminati, in quanto, miscelati con grassi di diversa natura contenenti fondami ed impurezze imputabili al circuito della raccolta degli oli esausti della ristorazione, nonché oli di provenienza furtiva, ovvero, scortati da documenti di accompagnamento indicanti natura e qualità diversi da quelli reali, per un totale di 400 tonnellate di prodotto”.
Fonte: Agrapress