Toni preoccupati quelli espressi da Paolo Marchesini, presidente di Assosementi, l’associazione che riunisce e rappresenta a livello nazionale l’industria sementiera. Secondo quanto si legge in un comunicato stampa dell’Associazione, infatti, a preoccupare è in particolare “il vuoto normativo lasciato dal ministero dell’agricoltura, che in questo settore mette seriamente a repentaglio la tracciabilità e il controllo delle produzioni agroalimentari». In questo modo, continua la nota di Assosementi, “è concreto il rischio che si ripresentino ritardi e disguidi nella certificazione ufficiale delle sementi, dopo i problemi dello scorso autunno, in vista delle nuove semine in Italia”.
Secondo quanto previsto dalla legge, infatti, tutte le sementi delle principali colture agrarie devono essere certificate, e l’intero settore sta attendendo da oltre sei mesi i decreti attuativi del Mipaaf in materia di certificazione di qualità. Il problema è sorto inizialmente nel 2010, con il confluire dell’Ense, l’ Ente nazionale sementi elette, nell’Inran, Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione, in seguito abolito nell’estate del 2012 nell’ambito della celebre spending review. Con legge 228 del 24 dicembre 2012 la certificazione delle sementi è diventata competenza del Cra, il Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura, ma manca a tutt’oggi uno specifico assetto operativo. “I consumatori purtroppo ignorano che il seme certificato è il primo anello della filiera agroalimentare ed è il fulcro di un sistema produttivo orientato alla qualità, che viene garantita dall’alta germinabilità e dalla sanità del seme e dalla tracciabilità del raccolto – ha dichiarato Marchesini – Chiediamo che il ministro dell’agricoltura emani con la massima urgenza i previsti decreti attuativi con cui si chiariscano le procedure e le responsabilità del Cra nella certificazione di qualità delle sementi». L’assenza di indicazioni normative precise infatti mette pesantemente a rischio sia la tracciabilità delle produzioni che i controlli di filiera, con conseguenti problemi e danni potenziali non solo per gli agricoltori e le aziende sementiere, ma per l’intero sistema distributivo alimentare.
Fonte: Assosementi, Agrinotizie