Nuove tecnologie per la concia biologica
“Come nel convenzionale, anche nel biologico è richiesto un trattamento al seme in grado di assicurare rapido e uniforme attecchimento della coltura. Il tutto mediante tecnologie o approcci che siano di basso costo, efficaci e sopratutto consistenti in termini di ripetibilità dei risultati nel tempo e nei differenti contesti agronomici.”
Così dichiara in un’intervista Cesare Accinelli, professore associato del Dipartimento di scienze e tecnologie agro-alimentari dell’Università di Bologna.
“Noi stiamo lavorando su innovazioni che propongano qualcosa di veramente bio, ovvero un formulato per quello che nel trattamento al seme si chiama film coating (la sottile pellicola che avvolge il seme) con componenti ottenuti da fonti rinnovabili ed escludendo completamente molecole di sintesi. Lo sviluppo di tecnologie per il biologico deve escludere in partenza qualunque rischio di questo genere. Presso il nostro Dipartimento, oltre al formulato bio stiamo testando su mais dei metaboliti microbici adatti al film coating. L’impiego di metaboliti, anziché microorganismi, risolve il problema della shelf life del prodotto finale, ovvero la mancata o diminuita efficacia del prodotto a causa di ridotta vitalità dei microrganismi applicati che notoriamente è un problema non trascurabile in queste applicazioni. Prodotti con breve shelf life rendono infatti complicate la gestione di scorte sia di prodotto sia di semente trattata e quindi complicano la logistica commerciale.”
Un tema ricorrente riguardo la concia tradizionale delle sementi è il rischio di dispersione delle polveri. Secondo il professore, il dibattito accesso sulla questione polveri è complicato poiché non ci sono abbastanza dati scientifici sulla questione. Per questo motivo, il lavoro del professore mira a sviluppare una tecnologia di film coating che sia in grado di veicolare sostanze attive, con trascurabile rilascio di polveri.