Il riso si fa strada verso la certificazione GlobalGAP
Sempre più produttori italiani, sono circa una trentina, hanno deciso di adottare la certificazione GlobalGAP per il riso lavorato. Questo perché conferisce al loro prodotto anche un alto vantaggio competititvo, soprattutto se hanno deciso di esportarlo anche all’estero.
Ma cos’è la certificazione GlobalGAP?
Giorgio Reita, auditor GlobalGAP di NSF Italia, spiega: “La certificazione GlobalGAP è una certificazione di prodotto peculiare per trasmettere sicurezza al consumatore rispettando i requisiti ambientali, igienico-sanitari e la tracciabilità del prodotto. Lo standard Global Gap garantisce gli acquirenti sul rispetto delle norme cogenti, ma non solo, lo standard è più restrittivo ancora. Per esempio, per quanto riguarda il quaderno di campagna, richiediamo anche la registrazione delle condizioni meteo nel momento del trattamento. Controlliamo poi la pulizia dei macchinari di raccolta, le condizioni del magazzino di stoccaggio che non devono permettere l’ingresso di pest dall’esterno, le condizioni di lavoro dei dipendenti, viene certificata l’origine delle sementi, escludendo che l’azienda certificata Global gap utilizzi seme autoprodotto e tutto è tracciato dall’origine.”
Il principale vantaggio competitivo della certificazione GlobalGAP è la possibilità di far fronte alle richieste provenienti dai clienti europei che, sempre di più, chiedono l’adozione di standard internazionali. GlobalGAP in questo senso rappresenta lo standard di produzione dei prodotti ortofrutticoli condiviso ed accettato dai maggiori gruppi della distribuzione europea e rappresenta quindi una scelta quasi obbligatoria per gran parte delle imprese che operano nel settore al fine di poter destinare il proprio prodotto sui mercati nazionali ed internazionali.
Perché parliamo di vantaggio competitivo?
Gli ultimi dati dell’Ente Nazionale risi dichiarano che l’Italia, solo nell’ultimo anno, ha importato dai PMA 367.500 tonnellate di riso. Conferire una certificazione al proprio riso è necessario per avere un vantaggio competitivo su un mercato che vede prezzi sempre più altalenanti e soffre della concorrenza dal mercato di Paesi meno avanzati.
“Ora, per sopravvivere nel mercato di oggi, bisogna operare non più solo come produttori ma essere anche un po’ commercianti, preoccuparsi di fare marketing, avere attitudini imprenditoriali. Se io fossi un produttore, mi preoccuperei di avere determinate certificazioni, utilizzerei tutta la nuova tecnologia possibile e mi integrerei a valle. Ciò vuol dire pensare di fare un marchio proprio, costruirsi una riseria interna o in consorzio con altri produttori e poi andare a cercare i clienti. Qui i risicoltori cercano di produrre il massimo possibile e di produrre bene ma non ci si preoccupa mai di come piazzare il prodotto. Si sta poi formando un mercato interessante, ci sono compratori che chiedono biologico con origine Italia, si sa che qui il biologico è un’altra cosa, che le norme sono più rigide. La nostra produzione agricola è riconosciuta di pregio e si colloca su un mercato alto. Abbiamo quindi un vantaggio competitivo da sfruttare” afferma Gianluca Mascellino, broker e socio della società Oryzon Srls.
Suolo e Salute, oltre ad essere leader in Italia per la certificazione del biologico, è tra gli Organismi accreditati Accredia e riconosciuti dal Segretariato GlobalGAP per la certificazione GlobalGAP – Frutta ed Ortaggi ed opera nel settore da diversi anni.
Per saperne di più vi invitiamo a dare un’occhiata alla nostra pagina: http://www.suoloesalute.it/globalgap/