Suolo e Salute

Autore: Serena Leonetti

BACIODIVINOBIO: un’eccellenza enogastronomica sarda selezionata per l’esposizione alla fiera SIAL di Parigi

BACIODIVINOBIO: un’eccellenza enogastronomica sarda selezionata per l’esposizione alla fiera SIAL di Parigi

Dal 21 al 25 Ottobre 2018 a Parigi si terrà la Fiera Internazionale SIAL, la più grande fiera di innovazione alimentare del mondo. La Fiera vanta un importante premio, SIAL Innovation Awards.

L’industria agroalimentare si sta impegnando per adattarsi a un nuovo palato che ricerca sempre più un cibo fresco e sano, sviluppando nuovi prodotti. Il premio vuole riunire, attraverso la selezione da parte di una giuria qualificata, prodotti alimentari che sono considerati innovativi. Tra quelli scelti per il premio 2018 sarà presente BACIODIVINOBIO, una crema di formaggio di pecorino biologico al vino Cannonau Mamaioa.

La crema di formaggi, prodotta dall’azienda sarda MacFormaggi, certificata da Suolo e Salute, racchiude nel suo gusto la filosofia che ha accompagnato l’azienda sin dalla sua nascita: l’accostamento innovativo di gusti fortemente identitari legati al territorio sardo con l’osservanza di metodi produttivi fortemente orientati al benessere del consumatore.

Un’azienda che ha scelto di adottare il sistema biologico, dalla tutela delle mucche allevate in aree di pascolo pulite e nutrite solo con alimenti biologici, arrivando a produrre un formaggio biologico, genuino, e che racchiude i sapori e le tradizioni della terra sarda.

 

Fonte:

http://www.macformaggi.com/

https://www.sialparis.com/

Italia Bio: il biologico può ripartire dalla Sicilia

Italia Bio: il biologico può ripartire dalla Sicilia

Secondo gli ultimi dati SINAB presentati all’ultima edizione del Sana la Sicilia ottiene il primato di regione più biologica d’Italia. La regione, infatti si presenta con il 31,1% della superficie agricola utilizzata (SAU) certificata in bio, con un incremento di superficie pari al +17,5% rispetto al 2016.

Il presidente di Italia Bio Ignazio Garau sostiene che tutto ciò è sinonimo di orgoglio e soddisfazione. La Sicilia cresce all’insegna della qualità e trova sempre più inserimento nei mercati. Non solo, i dati si dimostrano positivi anche sul lato consumo e dell’esportazione.

Ma Italia Bio si fa portavoce della problematica richiedendo un incontro urgente con l’Assessore all’Agricoltura della regione Sicilia per trattare alcune tematiche:

  • Esaminare i temi delle principali emergenze dell’agricoltura biologica
  • Discutere sullo stato di attuazione delle misure del Programma di Sviluppo Rurale (PSR) Sicilia

Nonostante i suoi dati siano positivi, la Sicilia sembra non voler fare quel passo in più per rispondere ad un mercato che continua a crescere. Come se mancasse di coraggio e fermezza per sostenere una crescente domanda di cibo di qualità, salutare e con un bassissimo impatto ambientale. Quando dovrebbe, invece, dare l’esempio per credere e investire nell’agricoltura sostenibile certificata bio.

L’intera superficie agricola è di circa 1.543.119 ha su cui operano 220.000 aziende agricole, di cui il 94% sono a conduzione familiare. Per questo, Italia Bio vuole discutere con l’Assessore dell’Agricoltura riguardo:

  • La Mis. 6.1. PSR per agevolare l’inserimento di giovani imprenditori nelle aziende, attraverso un bando messo a disposizione di 235 milioni di euro
  • La Mis. 11 PSR nel quale si affronta il tema “contributo” alle aziende biologiche per sostenerle nei costi e nella realizzazione delle produzioni biologiche

La Sicilia, dichiara Italia Bio, può essere il punto di partenza per l’Italia delle eccellenze e della qualità agro alimentare anche per il settore biologico.

 

Fonte: https://www.corriereagrigentino.it/2018/10/05/la-sicilia-del-bio-tra-primati-e-abbandono-lallarme-di-italia-bio/

 

TecnoBar&Food 2018 a tutto bio: Suolo e Salute sarà presente alla manifestazione

TecnoBar&Food 2018 a tutto bio: Suolo e Salute sarà presente alla manifestazione

Dal 6 al 9 Ottobre, a Padova si terrà la 16° edizione di TecnoBar&Food 2018.

Il Salone vuole assecondare le esigenze dei professionisti che hanno bisogno di confrontarsi sempre con le novità del settore. Un’area in cui saranno riunite attrezzature, tecnologie, contract, eventi, food e beverage con un’attenzione alle eccellenze enogastronomiche del territorio.

Quest’anno la manifestazione ha voluto rinnovarsi, dedicando un settore della fiera alle eccelenze enogastronomiche biologiche dei produttori italiani.

La nuova area si chiamerà “Le Terre del Bio”, uno spazio che raccoglierà prodotti certificati e di qualità delle nostre terre italiane. Un percorso dove sarà possibile riscoprire tradizioni e sapori genuini. Una selezione di produttori e aziende dettata non solo dal fatto di avere una certificazione biologica, ma presentare un prodotto che racchiudesse qualità e tipicità. Alla fiera saranno presenti 60 aziende.

Molte le degustazioni in programma, e non solo. La presenza della scuola alberghiera “Pietro D’Abano” realizzerà un percorso di sapori italiani organizzando degustazioni e showcooking con i prodotti presenti alla fiera, aperto sia al pubblico che ai professionisti. Saranno organizzati dei Focus Point dedicati ai cocktails e alle colazioni bio.

Molti gli incontri culturali, di consulenza e formazione per approfondire alcune tematiche.

Visto la novità sul biologico di questa edizione, tra gli invitati all’evento sarà presente anche Suolo e Salute.

 

Fonte:

https://www.padovaoggi.it/cronaca/tecnobar-food-padova-24-settembre-2018.html

https://tecnobarfood.it/food-area/terre-del-bio/

Biolife con Congress Organic 2030

Biolife con Congress Organic 2030

A Fiera Bolzano, venerdì 23 novembre 2018, in occasione dell’esposizione Biolife di prodotti biologici certificati, si terrà il primo convegno “Organic 2030”. In questo incontro verranno presentati, ai professionisti del settore, i trend dell’agricoltura biologica. Sul tavolo di discussione, verranno messi a confronto tre Paesi: Italia, Germania e Austria.

Nelle ultime statistiche risulta che il 70% del consumo di prodotti biologici avviene in quattro paesi (Germania, Francia, Italia e Regno Unito):

  • L’8% della spesa ricade sul cibo biologico in Austria, Svezia e Danimarca
  • La Germania importa circa il 90% di pomodori e peperoni dall’Italia
  • 16% di ortaggi biologici venduti nei supermercati in Austria
  • L’Italia si presenta con il maggior numero di produttori biologici (72 mila solo nel 2016)

Parliamo di 11,1 milioni di ettari destinati al biologico in 28 paesi Europei.

Tra i vari professionisti che interverranno al convegno, saranno presenti il Deputato del Parlamento Europeo-Agricoltura e Sviluppo Rurale  Herbert Dorfmann. I portavoce dei tre Stati a confronto saranno per la Germania, Jan Plagge (Presidente Bioland e del gruppo europeo IFOAM), per l’Italia Matteo Bertolini (Vicepresidente FederBio) e per l’Austria Sylvia Maria Schindecker (Camera dell’Agricoltura).

 

Fonte: http://www.corriereortofrutticolo.it/2018/10/02/trend-del-bio-biolife-organic-2030-italia-austria-germania-confronto/

Un italiano su tre sceglie il biologico

Un italiano su tre sceglie il biologico

Vizioli (presidente dell’Associazione Italiana Agricoltura Biologica – AIAB): “Ampi spazi di sviluppo per allevatori che producono latte. I consumatori guidano la crescita del bio, ma serve più attenzione a livello politico. Il biologico è innovazione, responsabilità e qualità”.

Un assortimento di prodotti bio sempre più ampio e prezzi più contenuti hanno permesso di far crescere il biologico e la sua domanda.

Il biologico entra ogni settimana nel carrello di 6,5 milioni di famiglie. Una rivoluzione partita dal basso e che piano piano ha fatto capire, a produttori e consumatori, come un modello produttivo sostenibile possa condizionare la salute pubblica, l’ambiente, i cambiamenti climatici e la valorizzazione dei territori. L’Italia è uno dei Paesi europei che ha ottenuto più risultati, si stima infatti un fatturato di circa 5,5 miliardi di euro. «Sono numeri impressionanti» – dice Vincenzo Vizioli, presidente di AIAB – «che ci devono far riflettere sul fatto che non possiamo più aspettare, che è giunta l’ora di cambiare passo».

Dal 24 al 27 Ottobre 2018 a CremonaFiere si terrà “Fiere Zootecniche Internazionali di Cremona”. Durante la manifestazione, a cura del presidente Vizioli, avrà luogo un incontro nel quale si discuterà sulla conversione al biologico di allevamenti di bovini da latte.

Vizioli sostiene che la prospettiva per la zootecnia è quella di un continuo sviluppo e crescita, per rispondere alla domanda sempre più grande dei consumatori. La conversione al biologico è un settore che dovrebbe interessare sempre più agli allevatori: stalle più organizzate per una maggiore valorizzazione del prodotto.

Il biologico è innovazione. Ha bisogno quindi di sostegno e di ricerca continua. A CremonaFerie sarà presente Agrinnovation Summit, un salone dedicato all’innovazione, alle soluzioni digitali e alle start-up in ambito agro-zootecnico. Inoltre, tra i tanti argomenti che verranno trattati saranno presentati due modelli di conversione:

  1. Uno di un’azienda relativamente piccola
  2. Una grande azienda che ha studiato tecniche per essere competitiva e fornire materia prima a una grande marca del mercato nazionale

 

Fonte: http://www.ruminantia.it/biologico-in-italia-lo-sceglie-stabilmente-una-famiglia-su-tre/

Il problema è il Rame o il Biologico?

Il problema è il Rame o il Biologico?

Il rame viene da sempre utilizzato in agricoltura come antifungino. Viene utilizzato anche nell’agricoltura biologica, con delle quantità ridotte. Il rame non è nocivo, anzi, viene considerato come un elemento necessario per il nostro metabolismo.

Perchè allora è stata avviata questa battaglia contro i Sali di rame?

I Sali di Rame non sono dei pesticidi e il loro effetto non attacca la pianta o il frutto. Agiscono solo per contatto, appoggiandosi sulla buccia e liberandosene con un solo risciacquo d’acqua. Usarne non provoca danni alla salute.

Si utilizza principalmente su ortaggi, frutta e verdure. In agricoltura biodinamica solo su le culture di frutta e vite, con un massimo di quantità di 3 kg per ettaro l’anno.

Il vero problema è che non ci sono alternative all’uso dei Sali di Rame per le malattie fungine, riconosciuti come elemento centrale per la difesa di queste malattie, se non i pesticidi. Ma l’agricoltura biologica non fa uso di pesticidi. Queste malattie nascono nel momento in cui si ha un clima umido e molto piovoso nei periodi vegetativi “sbagliati”. Queste condizioni favoriscono lo sviluppo di funghi nocivi per le coltivazioni.

E all’agricoltura biologica cosa comporterebbe un clima insidioso e la comparsa di malattie fungine sulle coltivazioni?

Una perdita di produzione e di qualità dei prodotti. Questo perché non gli è permesso di oltrepassare il limite dei 4 kg di Sali da utilizzare in un anno.

Il mondo del biologico ha così presentato una proposta: 20 kg di Sali di Rame da utilizzare in cinque anni, considerando che l’impatto ambientale non si misura anno per anno, ma si parla di accumulo. Questo permetterà di utilizzarne poco nell’annata favorevole e di avere un’ancora nel momento in cui si presentasse condizioni averse.

C’è chi pensa che tutta questa battaglia messa in atto tra i Sali di Rame e il biologico sia un pretesto per attaccare questo modello produttivo. Un’azione di difesa delle imprese che producono chimica di sintesi di fronte ad un modello produttivo che cresce a vista d’occhio, e che sempre più agricoltori sceglie.

 

Fonte: https://ilsalvagente.it/2018/10/02/e-se-dietro-la-crociata-antirame-ci-fosse-il-fastidio-per-il-biologico/